Da: __Aris__
Prompt: ovvero quando
non hai nessun abito
adatto per sposarti, ma tua sorella te ne crea uno bianco come la neve.
Gruppo
facebook: we are
out for prompt.
Anna
sospirò, sconsolata.
Due lacrimoni si affacciarono sulle lunghe ciglia nere, mentre con un
gesto
stizzito gettava di lato l’ennesimo abito, questa volta
lilla, che non era
assolutamente adatto per un matrimonio. Il suo
matrimonio.
Se solo si
soffermava a
pensarci, le sue gote spruzzate di lentiggini s’imporporavano
come due pomodori
maturi. Finalmente avrebbe sposato Kristoff, l’unico vero
amore della sua vita,
e avrebbe coronato il sogno di avere una famiglia tutta sua.
Sorrise,
sedendosi sul
letto a baldacchino, e rimase immobile a fissare trasognata un punto
nel vuoto.
Ad un tratto
sospirò,
affranta, e osservò la pila di vestiti gettati alla rinfusa
a terra. Se solo la
sarta non si fosse ammalata, a quest’ora avrebbe
già avuto il suo abito da
sposa! E, invece, si ritrovava nel giorno della vigilia delle nozze,
senza
vestito. Al solo pensiero, le veniva da piangere.
“Cosa indosserò
domani?” si chiese, “e
cosa penserà Kristoff quando mi
presenterò con uno di quegli abiti anonimi?”.
Un leggero
bussare contro
il legno della porta la riscosse da quei tristi pensieri. Si volse e
subito i
suoi occhi arrossati incontrarono la figura aggraziata di sua sorella
Elsa.
- Anna, cosa succede qui dentro? – le chiese dolcemente,
avvicinandosi al letto
e indicando con un dito pallido gli abiti a terra.
- Oh Elsa, sono disperata! – rispose la principessa e
tirò su con il naso – la
sarta è malata da ben due settimane e io sono senza abito da
sposa! Cosa
indosserò domani?
Elsa le si
sedette
accanto e l’abbraccio, cullandola maternamente.
- Mia cara sorellina, di cosa ti preoccupi? – le chiese
– pensi che Kristoff
non vorrà più sposarti se non indosserai un abito
pregiato?
Anna
sollevò gli occhi
sulla sorella e scosse mestamente il capo.
- No, certo che no – rispose – è solo
che desideravo che tutto fosse perfetto,
domani...
La regina la
scrutò per
un lungo istante, per poi asciugarle una lacrima con un affettuoso
bacio.
- Se la questione dell’abito ti rende così triste
e rischia di minare la buona
riuscita delle nozze – disse risoluta, alzandosi e ponendosi
di fronte alla
principessa – allora lascia che risolva io la situazione. Su,
in piedi!
Anna
titubò.
- Perché...
- Niente domande! Coraggio, alzati!
Ubbidì
e rimase in
attesa. Elsa le scoccò un sorriso sghembo e, con un leggero
movimento della
mano, creò tanti piccoli frattali di ghiaccio, che andarono
a circondarla, vorticandole
intorno. Anna li vide brillare come tante lucciole, per poi aderire al
suo
corpo, provocandole un piacevole brivido. Una luce la
illuminò, accecandola, e
l’istante dopo un meraviglioso abito bianco come la neve le
copriva il corpo
snello e minuto.
- Oh Elsa! – disse, studiando il proprio riflesso nello
specchio e ammirando
l’intricata trama di diamanti di ghiaccio che arricchivano il
vestito – come
posso ringraziarti?
La regina
sorrise e
allargò le braccia, commossa.
- Semplice – rispose – con un abbraccio!
Anna non se lo
fece
ripetere due volte. Con le lacrime agli occhi e un sorriso ad ornarle
il volto
un po’ paffuto, si gettò contro il petto della
sorella.
- Ti voglio bene, Elsa.
- Te ne voglio anch’io, Anna.
- Grazie.
Elsa sorrise.
- Di tutte le spose, sorellina mia, tu sarai la più bella!
E, come
quando erano
bambine, scoppiarono entrambe a ridere.