Stanotte è una di quelle notti.

A cena la testa ciondolava pesantemente sul piatto e nonostante il caffè a fine pasto, il mio unico pensiero era mettermi il pigiama e dormire. Ma ci sono delle notti nelle quali i pensieri bussano incessantemente alla tua porta, ti invadono come un virus e riposare diventa solo un vago ricordo. Questa è una di quelle notti.

Gli incubi non si fanno vedere da un po', la guerra, le vittime innocenti, Lexie, Mark, il mio amico Derek, hanno deciso di darmi un po' di tregua. Certe volte mi sento in colpa, perchè per poter andare avanti ho dovuto confinarli in un cassetto del mio cuore e solo pochi ne possiedono la chiave. Domani è il mio compleanno: si arriva ad un età della vita in cui bisogna fare un bilancio, se le cose negative, gli affetti perduti valgono la pena per continuare a respirare a salvare vite, a stare accanto alle persone che si amano. Perchè quando i fantasmi del passato si ripresentano, portano con loro un alone di tristezza e angoscia che mi invade, e non riesco a mangiare, dormire respirare. Sono terrorizzato da ciò che non posso controllare, ho paura di morire e lasciare la mia famiglia sola, con lo stesso terrore che rompe il sonno alle mie notti. Non posso permetterlo, non posso farle questo.

Un lampo illumina la stanza. Solo adesso mi accorgo che sta piovendo, già da un po'. Segue maestoso il tuono.

Lei si irrigidisce di colpo, si stringe a me e mormora qualcosa nel sonno. Bacio la sua testa arruffata, scosto i capelli neri con la mano e le accarezzo il viso. È semplicemente perfetta.

Ripenso a Cristina. Sono stato innamorato di lei, follemente, avrei dato la mia vita per lei, un tempo. Ma volevamo cose diverse, lei amava la medicina, io avrei voluto una famiglia, due cose inconciliabili che hanno posto fine alla nostra storia per sempre. Sono stato male, sì, ma ora non ho più rimpianti.

Stringo tra le mie braccia il tesoro più importante della mia vita e nonostante gli incubi, le atrocità che ho vissuto, non vorrei essere in alcun luogo se non qui.

Amelia Shepherd, sei imprevedibile, impavida, insicura, ostinata, generosa, perfetta nelle tue imperfezioni, e io ti amo. Ti amo è ho paura per quanto ti voglio, ho paura di deluderti, ho paura di non essere abbastanza per te.

- Derek! Derek!- sussurra nel sonno. Una lacrima le riga il volto. I lampi illumiano la stanza e riesco a vedere il suo petto sudato sollevarsi e abbassarsi senza sosta. Prendo il suo viso tra le mie mani calde: - Amy...- la chiamo come osava fare lui, perchè so che in momenti come questi l'unica cosa di cui ha bisogno è sentirsi protetta.

- Amy...hai avuto un incubo, adesso è tutto finito, respira, piano. Così...ci sono io con te.- Non smetto di accarezzarle il volto; lei apre gli occhi gonfi di lacrime, mi guarda spaventata, si aggrappa al mio collo e si chiude dentro le mie braccia. Il respiro si fa sempre più regolare, sento che si è calmata, appoggia la testa sull'incavo tra la spalla e il mio collo e lascia un lieve bacio: - Owen...- mormora con un filo di voce: - Non lasciarmi mai.-

Non lo farò, mai. È una promessa. Perchè sono più forte delle mie paure, devo vincerle, devo riporle in quel cassetto, per lei. Per loro.

- Neanche tu.- rispondo sussurrandole all'orecchio.

- Mamma! Papà! Dove siete?- urla una vocina tremante dall'altro capo della casa.

Espiro forte con il naso: - Christopher si è svegliato.- dico stiracchiandomi.

- Dev'essere per il temporale – risponde lei: -Vado io.-

- Non fa niente Amelia, resta pure a letto, vado a vedere io perchè piange.- Faccio per alzarmi ma lei mi blocca appoggiando dolcemente la sua mano sul mio petto.

- Ti alzerai con i prossimi figli, stai tranquillo.- e mi sorride: - A proposito...buon compleanno amore.- mi dice lasciandomi un bacio sulle labbra. Poi sparisce dietro la porta della nostra camera. Questo si che è il più bel regalo di compleanno: la promessa di un futuro.