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Autore: ballerinawoodoo    23/09/2016    0 recensioni
Prima di iniziare, ci tengo a precisare che questa storia è vera ed è la mia. Ho deciso di raccontarvela perché è così incasinata e folle da sembrare una commedia. O una tragedia, dal mio punto di vista. Però è vera e di certo diversa dalle altre. Vi ho incuriositi? Bene, buona lettura!
Dal testo:
- Cosa vuoi da me ancora? Non ti sei già divertita abbastanza? - singhiozza con il viso nascosto dietro le ginocchia e le braccia attorno ai capelli rossi, come una barriera che la protegga dal dolore che sta provando. Che io le ho inferto.
- No, io volevo scusarmi. - Alza immediatamente il viso dai leggins e mi fissa con gli occhi spalancati. È la prima volta che le chiedo scusa, ma non la prima che avrei dovuto farlo. Eppure non le basta. Quattro paroline non guariscono una ferita, neppure se sono state pronunciate faticosamente. Perciò decido di aprirle il mio cuore, come avrei dovuto fare già da tanto tempo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Spesso mi chiedo come sia potuto accadere. Com'è possibile che la mia vita perfetta si sia trasformata di colpo in uno schifo, per poi diventare ancora maledettamente imperfetta. Com'è successo? Oh, ma io so benissimo com'è successo, è stata colpa Sua. Prima che arrivasse lei, che s'intrufolasse nella mia vita senza chiedere il permesso, avevo tutto. Ma proprio tutto. Ero la prima della classe, prendevo sempre il massimo dei voti in tutto impiegando solo due ore di studio al giorno, ero adorata dai professori, che mi coinvolgevano in tutte le attività extracurriculari possibili ed immaginabili, avevo dieci comitive diverse di amici con cui uscire seguendo il capriccio del giorno, frequentavo il laboratorio musicale della mia scuola, dove cantavo e suonavo il piano, esibendomi anche in qualche locale nei weekend, ero la più veloce nelle gare di atletica e decine di ragazzi mi contendevano come tutor nelle materie in cui erano più carenti. Adoravo quelle lezioni pomeridiane, perché si trasformavano sempre in sedute psicologiche in cui ascoltavo i loro problemi e cercavo di risolverli al loro posto. Ero la loro confidente, la loro migliore amica, la loro eroina. E, dulcis in fundo, avevo un ragazzo stupendo che mi adorava più di qualunque altra cosa al mondo, Alessio. Come vi ho già detto, avevo TUTTO. Eppure non me ne rendevo conto, lo davo per scontato perché, andiamo, ero la migliore! Stimata  dalle ragazze, desiderata dai ragazzi. 
Quindi cosa cambiò di preciso? Ora ve lo racconto. Era appena iniziato il mio terzo anno di liceo, presto sarebbe arrivato l'inverno, la mia stagione preferita, con la neve, il piumone, i baci che sanno di cioccolato, i termosifoni contro cui accoccolarsi come dei gatti (e in alternativa le braccia di Alex) e le felpe e i maglioni grandi, quelli che mi piacciono tanto. Già sorridevo all'idea di tutto questo ed ero così persa nei miei pensieri che non notai neanche la ragazza che mi fissava timidamente dietro la sua cascata di riccioli rossi, dall'altro lato della strada. Feci un passo ed iniziò il finimondo: i primi che si erano accorti della mia presenza avvisarono gli altri e, in pochi secondi, fui circondata da un mare di volti adoranti di cui non ricordavo neanche il nome. Sorrisi gentilmente a tutti e ricambiai il saluto, ma non mi fermai a parlare neanche con le mie amiche. Non m'importava, erano come tutti gli altri. Cercavano disperatamente la mia attenzione, elemosinavano i miei sorrisi solo per potersi vantare con gli altri insignificanti gnomi che avevo attorno più di quanto volessi. Sinceramente in quell'istante volevo solo che qualcuno venisse a prendermi e a portarmi via, lontano da quella massa di robot con gli stessi vestiti. Sorrisi speranzosa quando vidi Alex avvicinarsi, pensando che avrebbe esaudito i miei desideri, ma smisi di farlo quando mi prese fra le braccia e mi baciò davanti a tutti, guadagnandosi uno scroscio di applausi. Anche lui in cerca di popolarità, la mia. Sbuffai e mi allontanai arrabbiata, ogni mio movimento seguito da un maledetto paio di curiosi occhi verdi.
   
 
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