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Autore: Mag7gio    23/09/2016    0 recensioni
[Otome game]
La vita di Cecilia Mondini era davvero monotona, fino a poco tempo fa. Sino a quando la madre, una nota cantante lirica, sposa Angelo Gaterby ed entra a far parte della sua caotica e numerosa famiglia.
Sì perché Angelo ha sette figli e ognuno di loro ha il nome di uno dei sette arcangeli.
Peccato per Cecilia che i suoi adorabili fratelli abbiano d'angelico solo il nome... e nient'altro!
Cosa mai l'aspetta?
(trovate la storia anche su WATTPAD)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Sono troppo nervosa... Sei sicuro che questa scuola è davvero la migliore?" Mi mordo le labbra, mentre preparo con gesti affrettati la cartella e controllo di avere tutto quello che mi serve, per l'ennesima volta. Sephaiel Gaterby, il primogenito della mia nuova famiglia, è proprio sulla soglia e si sta grattando il capo pensieroso. I suoi occhi azzurri brillano per un attimo divertiti, nonostante sia sempre serio. Gli lancio un'occhiataccia e Sephaiel scoppia a ridere. "Scusami" dice, <> Sospiro. L'espressione di Sephaiel è uguale alla mia, poi mi dà una delle sue solite pacche affettuose sul capo: "Sbrighiamoci, altrimenti arriverai tardi... " Riprende il camice da medico, che ha poggiato sul mio letto pochi attimi fa, ed esce dalla mia camera diretto in cucina, al piano di sotto. A malincuore indosso la mia nuova divisa e chiudo la porta. Scendo gli scalini lentamente, uno a uno, e entro in cucina. La mia colazione è già pronta. La fisso sorpresa; è un fatto ancora insolito per me non prepararla da sola... Sephaiel Gaterby, secondogenito della mia nuova famiglia, è stato categorico: nessuno tocca la sua cucina, a meno che non sappia cucinare meglio di lui! "Ti sta proprio bene quella divisa!" esclama cordiale, mentre si sfila il grembiule dai fianchi snelli. Anche lui, come tutti i Gaterby del resto, ha gli occhi di un azzurro incredibile ed è quasi impossibile fissarlo senza assumere un'espressione da ebete. Michael, il più piccolo della famiglia, ridacchia divertito. "Emh... Grazie... " replico, imbarazzata. Non sono riuscita ancora a inquadrare Sealtiel: scherza quasi sempre e non so mai se mi sta prendendo in giro o parla sul serio... "Smettila" sospira Sephaiel, lanciando un'occhiata ammonitrice al fratello. "Ma io dicevo sul serio... " replica Sealtiel e lancia un'occhiata irritata a Sephaiel. Poi riporta tutta la sua attenzione su di me. "Stai benissimo, tranquilla" mi rassicura con un sorriso. Io annuisco, poco convinta. Prendo posto a tavola e comincio a mangiare la mia colazione. "Guarda Cecilia!" esclama Michael trionfante all'improvviso, "oggi nel Nesquik mi è uscito questo!" Spalanca la piccola mano e mi mostra una statuetta minuscola di un supereroe che conosco: ha un casco blu e uno scudo con un enorme stella rossa stampata sopra... "È quello che ti mancava?" gli chiedo gentile. Michael annuisce con un cenno secco del capo. "Ora finalmente ho tutta la serie completa!" "Giocherai con me, vero?" continua con un'espressione supplichevole nel giovane volto. "Certo" rispondo e Michael comincia a saltare per tutta la cucina, ridendo come un matto. "Michael fai il bravo, se no niente ciambelle!" lo rimprovera Sealtiel seccato. Michael si irrigidisce, per poi tornare seduto composto a tavola. Sta per dire qualcosa, quando un paio di passi richiamano l'attenzione di tutti. "Buongiorno" mormora Barachiel, quartogenito della famiglia Gaterby, mentre entra in cucina a passo di zombie. Ha l'aria esausta e i suoi occhi celesti sono spenti e cerchiati da ombre scure: non sembra avere una bella cera. "Come ti senti stamattina?" domanda Sephaiel lanciandogli un'occhiata fugace. "Una schifezza" risponde lui, stremato, e addenta una delle ciambelle di Sealtiel dal piatto di Michael. "Ehi! Quelle sono mie!" protesta Michael e allungando le braccia sul piatto, per non permettere al fratello di prenderne altre. Barachiel lo ignora e continua a mangiare. "Se ti lasciassi visitare magari potrei darti qualcosa... " afferma Sephaiel, guardandolo storto. "Prenderò un po' di paracetamolo e bye bye influenza" replica Barachiel beffardo. Inizia a ridere e la sua risata, ben presto, si trasforma in tosse, e Sealtiel gli toglie la ciambella di mano e lo spinge di nuovo verso le scale. "Forza, moribondo, torna a letto! Tanto oggi non devo andare al ristorante e potrò farti da infermiera... Sei contento?" "Cosa?! Ma devo presentare la proposta per la pubblicità della... " protesta Barachiel, ma Sealtiel lo trascina via replicando: "Per una volta se lo trovano da soli il modo di vendere quell'orrore di biscotti industriali!" "Ehi, m-ma... Buona fortuna con la scuola, Cecilia!" mi augura Barachiel quasi urlando, prima di venire trascinato via dal fratello maggiore. "Uffa, che cattivo Sealtiel! A me piacciono quei biscotti... " mormora Michael triste. Sephaiel annuisce, si alza da tavola e poggia la tazza del caffé nel lavabo, per poi voltarsi verso me e Michael. "Andiamo?" ci chiede. Aiuto il mio fratellino - ancora mi suona così strano dirlo! - con il suo zainetto e usciamo finalmente di casa. Mentre ci dirigiamo all'auto chiedo, un po' preoccupata, a entrambi: "Pensate che Barachiel se la caverà?" Sephaiel solleva le spalle. "Sì, stai tranquilla. È solo un po' menefreghista quando si tratta della sua salute" spiega. "Se una volta al mese non sono io stesso che lo costringo a fare le analisi del sangue non saprebbe mai come sta." "Barachiel ha paura degli aghi" rivela Michael con aria serissima. "E' proprio un bambino!" "Hai proprio ragione" ride Sephaiel e nel frattempo mette in moto l'auto ed esce dal vialetto, immettendosi nel traffico cittadino. Rido anche io: Michael ripete le stesse parole di Sephaiel e non immagina quanto risulti allo stesso tempo tenero e buffo. Con il sorriso sulle labbra abbandono il capo contro il sedile dell'auto, comincio a divagare coi pensieri, mentre ci dirigiamo verso la scuola. Ho cominciato a vivere a casa dei Gaterby da Luglio, dopo che durante una cena mia madre e Angelo Gaterby hanno annunciato a tutti le loro imminenti nozze. Per il momento mia madre è sommersa fino al collo nei preparativi del matrimonio e sembra che la cosa la renda in egual modo nervosa, ma felice. Così su invito del mio nuovo patrigno mi sono trasferita nella grande casa della famiglia Gaterby e ho fatto la conoscenza con Sephaiel, Sealtiel, Barachiel e, infine, con il piccolo Michael. L'auto si arresta lentamente e il mio cuore comincia a battere più forte. Siamo arrivati... Così presto? "Buona fortuna!" mi augura Michael sorridente. "Se avessi bisogno di qualcosa non esitare a contattarmi, ok?" afferma Sephaiel, prima di augurarmi a sua volta un caloroso "in bocca al lupo". "Sì... Grazie... " replico timida. "E di cosa?" dice Sephaiel rivolgendomi uno dei suoi sorrisi assassini. "Siamo fratelli, no?" Arrossisco e sorrido. È una sensazione bellissima sentirsi dire una cosa del genere per me che ero sempre abituata a restare sola. Ci salutiamo, seguo con lo sguardo l'auto di Sephaiel finché non scompare nel traffico. Faccio un respiro profondo e varco il cancello dell'Istituto "Leonardo Da Vinci", con passo quasi tremante. Stringo più saldamente la presa sul manico della mia cartella e mi domando se ho sbagliato scuola: sembra un palazzo reale! Questo Istituto è così diverso dalla mia vecchia scuola! Mi dirigo immediatamente, appena entrata, come da istruzioni ricevute la sera prima da Sephaiel, in segreteria. Lì c'è una donna esile dall'aria gentile che mi porge gli orari delle lezioni. "Accomodati pure lì" dice, indicandomi la fila di sedili sistemati contro la parete di fronte, "sta arrivando la rappresentante della tua classe. Lei ti spiegherà piu tutto quello che devi sapere." Annuisco e faccio come mi viene detto. Nel frattempo noto che un gruppo di studenti, che stanno fermi in corridoio, mi stanno fissando in maniera troppo assillante... Abbasso subito lo sguardo, ma continuo a sentire ancora i loro sguardi su di me, ma forse è solo la mia impressione. Spero di non arrossire troppo anche perché sento le mie guance imporporarsi all'istante. "Ciao! Sei tu Cecilia... Mondini?" Alzo il capo e davanti a me c'è una ragazza di origini asiatiche: ha capelli castano chiarissimo e occhi di un verde incredibile dietro le spesse lenti, di colore blu. La divisa orrenda a lei sembra stare benissimo, come se gliel'avessero cucita addosso. Sono un po' invidiosa... "Sì... " annuisco. Lei sorride radiosa e mi porge la mano destra con aria sicura - quella sicurezza che, in pratica, manca a me. "Io sono Chihiro Sanji, ma puoi chiamarmi Chi. Sono la vice rappresentante della III A, la tua nuova classe. Benvenuta all'Istituto Leonardo Da Vinci, Cecilia." "Il piacere è tutto mio... " recito educata, le stringo la mano e cerco di sorridere. Sono una frana nelle relazioni con gli altri... Spero proprio di non fare qualche gaffe come al mio solito. "Ora ti mostrerò i locali della scuola e nel frattempo ti illustrerò le regole principali che si devono rispettare qui" continua Chihiro, con un sguardo attento. "O-ok... " Mentre sfilo nel corridoio, al fianco di Chihiro, i ragazzi di prima quando mi vedono ridacchiano. Arrossisco di più e abbasso lo sguardo. Chihiro borbotta qualcosa infastidita. "Ignorali" afferma e io annuisco, senza aggiungere nulla. Infine la seguo lungo il corridoio, in silenzio.
   
 
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