Film > Kingsman: The Secret Service
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Autore: kingstier    24/09/2016    1 recensioni
«Harry, siamo sposati?»
«Non lo siamo?»

Ovvero le cinque volte in cui sono praticamente sposati, più una in cui non lo sono (non ancora).
{ Harry/Eggsy | Long fic | 11524 parole | Traduzione di Hiraeth }
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Gary - Eggsy - Unwin, Harry Hart, Merlin, Roxy Morton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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III



Sin da quando si è impadronito della camera degli ospiti in casa Hart, nel corso dei mesi Eggsy ha sviluppato una sua routine. Si sveglia la mattina, a volte per colpa dell’alito bavoso e puzzolente di JB, e si dirige in cucina per permettere al cane di uscire e per fare colazione. Prepara una tazzina di tè per se stesso e posa accanto ad essa sul ripiano una tazza per Harry: Eggsy ha imparato che Harry di norma preferisce il suo solito tè, ma che durante le giornate no, quando ha un po’ troppo mal di testa, opta invece per un caffè. Nel momento in cui Harry scende dalle scale, Eggsy di solito ha già finito di allestire il pasto ed è lì lì per aggiungere gli ultimi tocchi ai piatti, componendo con il cibo un disegno a sua scelta. Oggi tenta di ritrarre il muso di JB, gli occhi sostituiti da due uova e dei pezzi di pancetta che delineano il contorno della sua testa – è adorabile, tuttavia Harry non si fa scrupoli a fare una faccia e a dare da mangiare i suoi rimasugli a JB sotto il tavolo, nonostante le proteste di Eggsy che insiste che si tratta di autocannibalismo.

 Dopodiché Eggsy riempie di tè un thermos di scorta e porta fuori JB per una corsetta, fermandosi come di consueto al negozio di fiori della zia di Jamal, che si trova a qualche via più in là. Da lei riceve sempre un fiore gratis nelle occasioni in cui le fa visita e lui in cambio ha iniziato a regalarle del tè. Sulla strada di ritorno da Harry, fa una deviazione verso casa sua e lascia il fiore del giorno a sua madre e Daisy, in bilico tra la maniglia e lo stipite della porta. Non è esattamente un dono, quanto più un’offerta di scuse per essere così assente e una maniera per metterle al corrente del fatto che lui sta bene e non è morto in un fosso.

 Una volta arrivato, Harry si veste e pulisce la cucina mentre Eggsy lava i piatti. Quando devono capire a chi appartiene la scarpa di chi, si muovono attorno all’altro a loro completo agio e nessuno dei due batte ciglio quando Harry scioglie e rifà il nodo della cravatta a Eggsy.

 Si separano all’entrata del quartier generale, con Harry che gli stringe la nuca con gentilezza.




Nei giorni in cui non deve esercitarsi in vista di nessuna missione, Eggsy è reperibile a) nel suo ufficio, mentre lavora diligentemente sui suoi resoconti, a volte schiacciando un sonnellino sotto la scrivania, b) al poligono di tiro, mentre corre la campestre o in palestra, c) mentre aiuta Merlino con i nuovi candidati per la sedia di Tristano (adesso che hanno scelto i loro cuccioli è tutto molto più divertente: Eggsy pensa di aver scovato la propria anima gemella, ossia il cavalier spaniel scelto dal candidato di Roxy). O, alternativa più rara anche se non meno piacevole, d) nell’ufficio di Harry, con gli oxford lucidi poggiati sull’angolo della scrivania dell’uomo.

 (Oh, sì, Harry sostiene di non fare favoritismi, ma è Eggsy quello con i piedi sul tavolo del gran pezzo grosso, no?)

 Ultimamente, però, gli altri agenti hanno cominciato a chiedergli dov’è Harry quando non è in ufficio. Eggsy non era consapevole che gli era stato delegato l’incarico di assistente personale di Harry, ma è probabile che la risposta risieda nel fatto che lui sa davvero dove rintracciare Harry, basandosi sull’ora in quel dato istante della giornata.

 «Non credi che sia strano?»

 «Cosa?» risponde Roxy dal punto del materassino in cui sta facendo gli esercizi di stretching. «Tu che convivi con il nostro capo e che scopri che lui, in apparenza, possiede una riserva segreta di maglioni orrendi di Natale?»

 «Okay, quello è stato un incidente e quei maglioni non sono poi così orrendi». Eggsy le spinge il braccio e Roxy casca a terra.

 «Ehi!»

 «La tua postura è ancora troppo rigida! Ti consiglio di fare un po’ di yoga, se vuoi sbarazzarti di tutto quello stress».

 Lei ansima e borbotta imprecazioni contro coloro che se la tirano per la loro capacità di distendere le proprie gambe fino a dietro le orecchie. Si rialza in piedi e piega un ginocchio oscillando solo un po’, prolungando le braccia in fuori.

 «Comunque, intendevo dire che la gente continua a venire da me come se fossi l’uomo che sussurrava a Harry. Non possono domandarlo a Merlino? Ha piazzato telecamere ovunque».

 «È perché siete sposati, idiota». Roxy gli scocca un’occhiata di sbieco.

 «Be’, grazie, Rox… aspetta, è questa la ragione?» Eggsy saltella su un piede per avvicinarsi a lei, l’espressione esterrefatta. «Solo perché in qualche missione abbiamo lavorato insieme sotto la copertura di una coppia?»

 Roxy si dispiega dalla posizione e incrocia le braccia, scrutando il viso di Eggsy mentre lui medita a fondo. «Avete lavorato sotto la copertura di una coppia in ogni missione che vi è stata assegnata».

 Al che, ed è qui che Roxy ha la certezza di averlo perso, Eggsy esibisce un piccolo sorriso imbecille. «Immagina, sarebbe buffo se fossimo realmente sposati, vero?»

 Roxy volge la testa al cielo e riflette che è questo il genere di commenti che lei e la sua offerta di SMS illimitati sono costrette a sorbirsi tutti i santi giorni.




In fondo assomigliano a una coppia di sposini, conclude Eggsy quando Harry entra per portargli dei biscotti e una tazza di caffè.

 «E com’è andata la tua ultima missione?» gli chiede Harry, accomodandosi sulla sedia di fronte alla scrivania di Eggsy.

 «Bene, mi sono solo slogato un po’ il polso mentre cercavo di ricaricare le cartucce». Harry alza un sopracciglio ed Eggsy aggrotta la fronte. «Che c’è? Mi stavano sparando contro!» Non confessa di essersi procurato la lesione (se può essere definita così) nel tentativo di imitare una delle mosse di ricaricamento della pistola a mezz’aria di Harry. «L’operazione è stata un successone, d’accordo? Nessun innocente è rimasto ferito, non ci sono state esplosioni, la fuga è stata pulita, e che fa Lamorak? Mi ordina di aggiungere una pagina extra al mio rapporto per spiegare l’origine del graffio sullo specchietto dell’auto!»

 «Hai guidato sul lato sbagliato del tunnel con i fanali spenti e tre macchine che ti inseguivano, non la chiamerei una fuga pulita».

 «Però poi li ho seminati, no?»

 Harry sospira l’equivalente di una risata ed Eggsy la considera una vittoria. Accostando ulteriormente la sedia alla scrivania, Harry si protende in avanti ed estende una mano aperta, il dorso volto all’ingiù. «Poggia qui».

 «Cosa?»

 «Il polso».

 Oh. Eggsy l’osserva, alzando la propria mano e posandola su quella di Harry, molto più grande della sua. L’osserva mentre le dita di Harry gli massaggiano una linea lungo il polso, premendogli e frizionandogli la pelle. Nell’attimo in cui il polpastrello del pollice di Harry prende a lavorare sul suo palmo, Eggsy si rende conto che questa è la cosa più vicina al tenersi per mano che sia mai successa a loro. D’accordo, si baciano durante le missioni e stringono le braccia attorno al collo o al busto dell’altro, ma non si sono mai tenuti per mano prima d’ora.

 «Come si è formato il graffio?»

 «Oh, ehm, ero troppo vicino alla parete, niente di che». Di per sé, non è… non è un gesto veramente intimo, visto che sono al lavoro e Harry sta soltanto provando a migliorare lo stato della sua non-lesione, ma il calore che lui emana gli fluisce nella pelle e gli sgocciola nel resto del corpo, facendogli arricciare le dita dei piedi nelle scarpe.

 Harry canticchia, una mano che culla quella di Eggsy e l’altra che gli traccia le linee del palmo. «Spero di non essere costretto a obbligarti a frequentare delle lezioni di guida. Quella era una delle tue doti più brillanti».

 «Ehi, posso guidare in tondo e tutte le forme geometriche che vuoi, anche usando solo un piede».

 «Auguriamoci di non dover arrivare a tanto». Harry sorride divertito, la pelle agli angoli degli occhi che si increspa. «Stasera sei libero? Non hai ancora guardato Pretty Woman, no?»

 Il caffè e i biscotti che gli ha portato Harry sono immobili sulla scrivania insieme al resoconto incompleto della missione, fuori dalla finestra può sentire gli schiamazzi dei candidati che addestrano i loro cani, e Harry gli sorride così dolcemente che sulle sue guance si creano i rientri accennati di un paio di fossette – ed è allora che Eggsy pensa che sarebbe bello essere sposato per davvero con Harry Hart.

   
 
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