Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Dovahlene    25/09/2016    0 recensioni
Cassandra Levesque ha una missione: ritrovare tutti i pezzi necessari a salvare la sua prima nave, la Sea storm, persa in una antica lotta contro il temibile Barbanera. Il primo di questi e ritrovare Jack Sparrow, famoso ormai per aver sconfitto Barbanera ed essersi appropriato di tutte le sue navi in bottiglia, secondo la profezia della vecchia Cornelia, arpia solitaria rintanata nelle viscere di un isola maledetta, avranno bisogno di un oggetto legato a Calipso per liberare le navi: La spada del commodoro.
“oh Jack perché devi sempre rendere tutto così difficile, ricordi? io vinco tu vinci!, e se io perdo bhe tu muori, infondo sono figlia di Pirati proprio come te”.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calypso, Calypso, Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tempesta imperversava sulla costa di Puerto Rico, la Sea Storm ormai incagliata negli scogli non sembrava avere più speranza, intanto la nave maledetta di Barbanera si stagliava sullo sfondo in tutta la sua minacciosa potenza
“Si avvicina sempre di più capitano”, qualcuno urlava al di sopra della tempesta appollaiato sul nido dei corvi.
Morgan Levesque, marchiava con le unghie il timone della sua bella nave, e esplorava mentalmente ogni possibilità, la risposta: nessuna. Il primo ufficiale salì a prua, portando con se 13 dei suoi marinai che si erano rintanati sotto coperta, “bene cani, quando questa storia sarà finita, non disdegnerò punizioni per nessuno di voi” sotto il suo sguardo minaccioso i tredici sventurati si fecero piccoli come topi”,
“capitano qual è il piano” “non c’è piano Cassandra, siamo morti”. Un colpo di cannone colpi il ponte lanciando in aria scheggie di vetro e pezzi di legname, il colpo fu accompagnato dalle urla di dolore di coloro che vi si trovavano, “capitano…CAPITANO!”, Morgan rimaneva lì immobile incapace di reagire in alcuno modo alla sventura capitata alla sua nave, “Madre io non…”, Cassandra udì distintamente il rumore dell’albero maestro che si spezzava, si andò a incagliare nell’albero di mezzana, il rumore di sartie spezzate riportò Morgan alla realtà, guardò la figlia con aria solenne e le impose di lasciare la nave, “porta con te quanti più uomini puoi, porta anche i prigionieri” “e voi madre?...”, “io rimarrò al mio posto, Un capitano non abbandona mai la sua nave”, Cassandra annuì e iniziò a richiamare ogni anima presente sulla nave. Un altro rumore secco fece trasalire Cassandra che si ritrovo ad ammirare inorridita  l’albero di mezzana e quello maestro collassare l’uno contro l’altro, mente la fiancata del galeone di Barbanera si affiancava a quello della Sea Storm, rampini cominciarono a  scheggiare il lucido parapetto della nave e uomini con orrendi ghigni iniziarono a scalare come furie le sartie, non sembravano umani.
Un urlo squarciò il cielo nero e Cassandra si ricordò dell’unica persona rimasta a bordo, Celine De Blanc era appesa al bordo del nido dei corvi, con le gambe pericolosamente tese verso l’abisso tentava invano di scalare ciò che rimaneva dell’albero maestro, ora pericolosamente piegato oltre il parapetto della nave, Cassandra sfoderato il pugnale tagliò la fune di uno dei montacarichi e riuscì ad arrampicarsi sull’albero di trinchetto una delle travi dell’albero di mezzana si era incagliato e lo sfrutto per arrivare fino all’ albero maestro. Tagliando i funi e parte delle vele che ostruivano il suo passaggio riuscì a raggiungere il nido de corvi, Celine ormai era appesa solo con un braccio e cercava un qualche conforto nella preghiera, Cassandra saldamente aggrappata all’albero maestro, allungò una mano verso la compagna traendola in salvo, Celine le baciò la mano in segno di riconoscenza e insieme ricominciarono la faticosa discesa per tornare sul ponte. I pirati di Barbanera si battevano come cani, senza alcuna regola o dignità, attaccavano in branco come bestie rabbiose desiderose di sangue, Cassandra e Celine iniziarono a combattere e ne uccisero alcuni, ma essi sgorgavano come topi da ogni lato della nave e ben presto si videro, costrette a fuggire sulle scialuppe. Morgan vide la figlia allontanarsi sulla scialuppa, mentre quei poveri martiri rimasti a bordo venivano fatti a pezzi dalle bestie che Barbanera osava chiamare “uomini”, poi lo vide: Alto, imponente e coperto di fumo nero, la barba lunga e nera come la sua anima toccava terra ed il puzzo di alghe e rancio che lo ricopriva aveva invaso ogni angolo della nave, affianco a lui gli ufficiali più fidati, stringevano nelle mani armi da incubo: mazze chiodate e martelli dalla punta rovente. Non appena Barbanera si trovo di fronte a Morgan esplose in una grassa risata soffocata, “ebbene questa è la leggendaria nave di cui ho sentito parlare?, la nave nata dalle tempeste?”
Morgan annuì e poi puntò la lama della sua sciabola contro il collo di Barbanera, “oh abbiamo una temeraria qui, o semplicemente una sciocca”, “ lo sciocco siete voi Edward, siete convinte che vivrete in eterno eppure il fremito che attraversa la vostra schiena, quando fissate negli occhi la vostra prossima vittima vi tradisce, avete paura e io so anche il perché, ho parlato con lei e oh morirete, morirete in modo teatrale e atroce, perfetto accostamento con la vostra anima marcia e sozza, brucerete all’inferno!”, la rabbia scosse Barbanera dall’interno, alzò la punta della spada e le sartie della Sea Storm cominciarono a muoversi, come se fossero vive, sembravano i profili di mille sinuosi serpenti, una afferrò Morgan per la vita e la spinse contrò l’albero di trinchetto l’unico ancora in piedi, le funi strette sul suo petto le impedivano di respirare e dovette aprire la bocca per non morire, fu allora che accadde;
 
due sartie più fine cominciarono a strisciare ai suoi piedi mentre gli occhi nera di Barbanera brillavano e danzavano come demoni nell’oscurità, i due serpenti si fecero strada fino alla sua bocca poi con uno strattone deciso si attorcigliarono alla sua lunga e la strapparono senza pietà, l’urlo soffocato di Morgan squarciò la tempesta.
Cassandra assieme ai 5 sopravvissuti, osservavano la scena nascosti tra gli scogli, quando Cassandra vide la madre torturata in quel barbaro modo, sentì il suo dolore e avrebbe urlato se solo Celine non le avesse bloccato ogni movimento, “capitano una parola e siam…” la sua frase era stata interrotta dallo spettacolo di magia nera a cui stavano assistendo: le sartie della nave si stavano avvolgendo attorno ad essa, stringendo ogni parte della nave dalla ponte all’ opera morta, dalla poppa alla prua, la nave si stava rimpicciolendo e sopra di essa Morgan era rimasta, legata all’albero di trinchetto, inerme con la lingua mozzata. Ad un tratto la nave divenne talmente piccola che era difficile distinguerla tra le onde scure, poi qualcuno scese un mozzo probabilmente raccolse la nave in una bottiglia di vetro, un istante dopo il galeone così come era apparso svanì, lasciando gli spettatori di quel macabro spettacolo interdetti e spaventati.
Dopo alcuni istanti Cassandra inalando profondamente l’aria di mare si rivolse ai 5 sopravvissuti, “Capitano?”, disse levando in alto la spada “Capitano” risposero loro con decisione.
  
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