Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Dovahlene    25/09/2016    0 recensioni
Cassandra Levesque ha una missione: ritrovare tutti i pezzi necessari a salvare la sua prima nave, la Sea storm, persa in una antica lotta contro il temibile Barbanera. Il primo di questi e ritrovare Jack Sparrow, famoso ormai per aver sconfitto Barbanera ed essersi appropriato di tutte le sue navi in bottiglia, secondo la profezia della vecchia Cornelia, arpia solitaria rintanata nelle viscere di un isola maledetta, avranno bisogno di un oggetto legato a Calipso per liberare le navi: La spada del commodoro.
“oh Jack perché devi sempre rendere tutto così difficile, ricordi? io vinco tu vinci!, e se io perdo bhe tu muori, infondo sono figlia di Pirati proprio come te”.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calypso, Calypso, Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era incredibile come Jack Sparrow riuscisse a rendere anche una vecchia chiatta come quella su cui adesso navigava una nave di tutto rispetto. Nel sua testa un poco bruciata quell’ammasso fragile di travi e stoffa era la più bella nave che un pirata potesse desiderare, e perché?, perché Jack Sparrow è un capitano, e per un capitano qualsiasi mezzo che solchi i mari e degno di amore e rispetto. La brezza marina invadeva il suo petto come un balsamo e Jack che con una mano reggeva la quarta bottiglia di rum, con l’altra consultava le mappe alla ricerca di San Salvador una minuscola isoletta caraibica simile a quella dove tante volte era stato abbandonato, con un ultimo sorso gettò alle sue spalle la bottiglia di rum, e singhiozzò sobbalzando, che qualche dio gli volesse male era certo perché proprio in quel momento la nave in bottiglia che teneva sulle sue gambe volò oltre il parapetto della chiatta finendo in mare, Jack imprecò sonoramente, e senza pensarci due volte si gettò in mare. L’immensità degli abissi si spalancò davanti a lui, noto con una certa eccitazione che la nave in bottiglia si era incagliata in un piccolo scoglio a pochi metri dalla superficie, nuotò con forza e finalmente strinse il piccolo, prezioso oggetto tra le sue mani, poi un luccichio parecchi metri più sotto attirò la sua attenzione, risalì velocemente per riprendere fiato e poi si immerse di nuovo.
Port Royal non era mai cambiata, era sempre bella ed accogliente di prima mattina, e Elizabeth Swan dall’alto della sua vecchia casa scrutava l’orizzonte nell’attesa di un miracolo. “tieni gli occhi sull’orizzonte”, le aveva detto l’unico uomo della sua vita, Will Turner era poi sparito lasciandola sola col suo cuore, o meglio non proprio sola, infatti alcuni mesi dopo la partenza di Will, Elizabeth aveva scoperto di essere incinta, e ora tre anni dopo la scomparsa del suo leggendario capitano Elizabeth era madre, madre di una bellissima bambina che portava il nome della sua Lucy, Lucy Turner. La bambina si arrampicò sulla finestra e venne sorretta dalle braccia della madre, le  sorrise e il cuore di Elizabeth si riempì di gioia e nostalgia, chissà come avrebbe reagito, quando tra 7 anni le avrebbe presentato suo padre. Jack si inabissò nuovamente per raggiungere l’oggetto che tanto lo aveva attirata, i coralli danzavano seguendo le onde erano ipnotici e tranquillizzanti, un banco di pesci si diradò al passaggio del pirata mentre lui deciso ad arrivare al fondo , nuotava contro la corrente e contro il suo stesso peso, poi d’un tratto la vide: era una spada con l’elsa spezzata, incrostata di alghe e baleni, ma ancora tagliente, non appena la tocco gli sembrò che la sua testa si stesse spaccando a metà,  immagini confuse di un profondo sotterraneo gli apparvero e poi una porta illuminata da vecchie candele ormai quasi totalmente sciolte, si vide aprire la porta scricchiolante ricavata da chissà quale radice di albero millenario, e poi sentì una voce, una voce femminile, ma vecchia e stanca “ti stavo aspettando” e poi Jack fu sbalzato in superficie.
La nave era stata richiamata , finalmente lo aveva trovato, lo sfuggente capitan Sparrow era stato ritrovato, la rotta  si era materializzata in mente al capitano come spesso accadeva da quando aveva ottenuto il favore delle sirene. La Mermaid tear venne sbalzata in avanti mentre centinaia di code di sirene si accalcavano sull’opera morta, trasportando la nave a grande velocità “rotta per San Sebastian, Flickwick” disse il capitano al timoniere della nave “lo abbiamo trovato”. Jack si risvegliò sulla sua chiatta sputacchiando acqua salmastra, il suo sguardo corse subito alla nave in bottiglia che fortunatamente si trovava proprio ai suoi piedi, afferrò spazientito una bottiglia di rum e ne strappò il tappo con i denti, ne bevve alcuni sorsi mormorando qualcosa sul fatto che era troppo vecchio per queste stronzate.
Ad un tratto il sole venne oscurato e Jack gridò con quanto fiato aveva un gola, sguainò la spada stanco di tutti quei problemi e si ritrovò ad osservare uno spettacolo insolito, una fregata inglese, si era affiancata a lui, e ben presto sotto di lei vide affiorare i volti di centinaia di fanciulle non appena lo videro fuggirono “sirene…oh no!”. Una rete venne calata e prima che jack potesse fuggire, inglobò la chiatta ed il suo passeggero.   
Jack scese sul ponte sistemandosi il cappello e si trovò davanti quindici uomini, con sciabole sguainate, fu il più alto a parlare, era un nero un ex schiavo, aveva un fisico possente e il suo volto era semi coperto da una maschera d’avorio, “il capitano vi attende Jack Sparrow, ora siete prigioniero della Mermaid Tear”, Jack venne scortato davanti alla porta e con un calcio il muscoloso uomo mascherato lo gettò a terra “era proprio necessario?” chiese jack massaggiandosi la schiena, il bruto grugnì e Jack si decise ad entrare, ad un primo avviso la stanza poteva sembrare vuota, quasi surreale, era piena di trofei di guerra bandiere di navi alle pareti e sciabole di primissima fattura, due braci appese al soffito emanavano un odore strano e speziato, quasi inebriante jack si sentiva più leggero, coccolato com’era dalle onde e da quel profumo così acceso e penetrante, poi dalla penombra apparve il capitano:
era di media statura, indossava un lungo cappotto di pelle nera con bottoni in argento e rubini, la camicia bianca ben legata lasciava trasparire un corsetto, il volto era semi coperto da un largo cappello con tre piume d’aquila era di velluto rosso e bordato d’oro zecchino, portava quattro pistole ognuno con lo stemma di un pirata diverso, la spada semi immersa nel fodero, presentava un elsa decorata dove un serpente si avvolgeva formando un manico, gli occhi erano di enormi smeraldi, si fermò davanti a Jack e sorridendo impercettibilmente, “ciao Jack, non ti sono mancata?”
Jack sospirò “quando la smetterai con questo gioco infantile, Cassandra?”.
  
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