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Autore: ElisabethPrime    25/09/2016    0 recensioni
Quarta Era.
Skyrim regione fredda e piena di insidie patria dei Nord gente indomita e temprata che da importanza a onore e abilità in combattimento è scenario del ritorno dei draghi rettili alati che sputano fuoco comandati da Alduin il Divoratore del Mondo che vuole schiavizzare tutta Tamriel.
Una donna Nord dai capelli come il fuoco e occhi color smeraldo dal passato doloroso e tormentato dalla morte di una persona a lei cara sì ritroverà catapultata nella battaglia contro i draghi perché nel posto e nel momento sbagliato e sarà lei a dover fermare l'ascesa di Alduin perché lei è il Sangue di Drago.
Riuscirà a fermarlo?A tornare se stessa e a trovare l'amore?
Lo scoprirete viaggiando per Skyrim.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aela, Dovahkiin, Un po' tutti, Vilkas
Note: Lime, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo aver salutato Sven e avergli promesso che ci saremmo tenuti in contatto per eventuali “missioni” salì le scale che mi avrebbero portato a Jorrvaskr tutta eccitata perché avrei avuto una vita nuova e mi dicevo “Natasha calmati, vai da loro e mostragli il tuo valore che sei brava in queste cose”, ma arrivata davanti al portone mi bloccai con la mano sulla maniglia “Ma che sto facendo si può sapere? Avevo giurato che una vita simile non l’avrei più percorsa e invece sono qui per ripercorrerla”, un'altra voce disse “E’ una vita che cerchi uno scopo, un posto a cui appartenere e che puoi essere quello che sei e ora che l’hai trovato hai paura di cosa comporta, quindi entra e dimostragli quanto vale Natasha Wallace” decisi di assecondare la seconda e attraversai la porta, decisa a entrare in quella Gilda. L’interno era bellissimo: il soffitto era di legno e grandi travi da cui pendevano stendardi rossi con in rilievo uno scudo e una spada, le pareti erano di un legno uniforme, le colonne erano di legno intagliato, una porta alla destra e scale alla sinistra, in mezzo alla grande casa c’era un grande braciere con il fuoco che scoppiettava e intorno un grande tavolo a ferro di cavallo con sopra così tanti avanzi segno che avevano finito da poco la cena. Scesi le scale quando davanti a me apparvero due figure: un Elfo Scuro e una Nord che si prendevano a pugni non si sa perché e quando l’Elfo mi stava venendo addosso con un pugno alzato una mano forte e veloce mi trascinò indietro per non farmi colpire e disse –Attenta!-. Quando ripresi l’equilibrio mi girai e vidi il mio salvatore: il Nord della fattoria che mi guardava sorridendo e lo feci anche io –Grazie, mi hai salvato da un gancio destro-. -Non c’è di che, ricambio il favore che ci hai fatto alla fattoria…-. Una voce molto severa lo interruppe –Tu chi sei?-. Io stetti per rispondere ma lui continuò guardando l’uomo –Vai fuori ad allenarti- e il Nord se ne andò dopo avermi guardato un’altra volta e se ne andò, l’uomo che ci aveva interrotto chiese –Allora?-. -Sono Natasha Wallace-. -Perché sei qui Natasha Wallace?-. -Sono qui per unirmi hai Compagni, una di voi mi ha offerto un posto tra voi-. -Tu devi essere la prode guerriera che ha ucciso il gigante alla fattoria di Harold Pelagia impiantandogli la tua spada nel cranio-. -Si è sparsa la voce è?-. -Si e oltre al tuo coraggio nell’affrontare i nemici c’è anche che sei molto magnanima, un’ottima qualità-. -Grazie-. Lui si sfregò le mani e disse –Allora, credi di essere all’altezza per essere una di noi?-. -Lo spero e con tutta franchezza, non sarei venuta se non mi ritenessi all’altezza-. -Hai carattere ragazza non c’è che dire, per tua fortuna non sono io che decido ma Kodlak e se lui dice che ce la puoi fare per me sei dentro-. -Grazie-. -Non ringraziarmi ancora ragazza, prima devi entrare-. -Vuoi scommettere per caso?-. -I0 non scommetto su queste cose-. -Bene, se mi indichi dove si trova Kodlak sarò felice di dimostrarti che hai torto e ce la posso fare-. -Lo spero per te e per la tua sfacciataggine ragazza e comunque Kodlak è di sotto, percorri il corridoio ed entra nell’ultima stanza ed è li- fece per andarsene quando si girò e disse –Buona fortuna- e se ne andò ed io scesi di sotto per conferire con Kodlak. Scesa di sotto vidi un lungo corridoio e nei fianchi delle porte e rientranze e in fondo al corridoio localizzai la porta, mi avviai verso essa un po’ titubante e arrivata alla porta chiusa mi fermai perché sentì parlare “Non riesco a resistere alla tentazione del sangue”. “Lo è per tutti ma con impegno e dedizione ce la possiamo fare”. Io interdetta pensai “sangue?” ma alla fine bussai e la seconda voce disse –Avanti- ed entrata vidi due persone sedute su due sedie: il primo era un ragazzo Nord uguale al guerriero della fattoria e a suo modo era attraente anche lui, aveva i capelli neri come l’ebano ma più corti che arrivavano fino alla nuca, aveva una barba incolta ma meno fitta, anche lui aveva gli occhi di ghiaccio con la pittura da guerra nera sugli occhi e aveva una Corazza di Lupo; il secondo era un uomo anziano Nord con capelli grigi lunghi fino alla spalla con un piccolo codino a tenere su una manciata di capelli, una barba fitta e lunga fino al petto grigia, occhi blu come la notte e anche lui aveva una Corazza di Lupo, quest’ultimo disse –Una persona entra nella nostra sala, chi sei fanciulla?-. -Mi chiamo Natasha Wallace e vorrei unirmi hai Compagni-. -Ora? Vieni fatti dare un’occhiata-. Lui mi scrutò da capo a piedi e poi disse –Mmm! Si forse, vedo una certa forza di spirito-. Il guerriero accanto a lui esclamò –Maestro, non starai pensando di accettarla?- a quanto pare questo qui ha un bel caratterino e sarà difficile conquistare la sua fiducia, ma sono tenace e non mollo facilmente la presa, diventeremo amici. Kodlak disse –Non sono il maestro di nessuno Vilkas e l’ultima volta che ho controllato c’erano dei letti liberi a Jorrvaskr per coloro che hanno una fiamma che arde nel cuore-. -Chiedo scusa ma forse non è il momento, non so nulla di questa forestiera-. -A volte da noi vengono da noi persone importanti, altri uomini e donne vengono da noi a cercare lo loro fama e non fa differenza, quello che importa è il loro cuore-. -E il loro braccio-. -Certo, come te la cavi in battaglia fanciulla?-. -Me la cavo molto bene non mi lamento, ma ho molto da imparare-. -Questo è lo spirito giusto, lui è Vilkas Macbeth e ti metterà alla prova-. -Se per dimostrare di essere degna farò tutto quello che mi ordinerete di fare-. Vilkas disse –E’ sveglia la ragazza-. -Grazie-. Lui sbuffò di nuovo segno che avevo detto qualcosa che a lui non andava e Kodlak disse –Vilkas, portala nel cortile e vedi cosa sa fare-. Lui annuì e si alzò dalla sedia facendo segno di seguirlo e uscimmo dalla stanza di Kodlak. Il corridoio era deserto segno che tutti erano di sopra quando Vilkas si girò verso di me e disse –Senti ragazza non so chi sei e non mi fido di chi non conosco-. -Natasha-. -Come prego?-. -Il mio nome è Natasha-. -Sentitela, quanto sei impertinente-. -E’ un lato del mio bel carattere e il tuo?-. -Sono un tipo irascibile- -Sempre stato così?-. -Ora di sicuro-. Io risi –Sei buffo Vilkas lo sai?-. Lui con un tono irritato disse –Io non sono buffo sono arrabbiato, specialmente con quelli come te-. -E come sarei?-. -Impertinente e sbruffona oltre misura-. -Oh Vilkas non ti scaldare per questo, in fondo sono una persona per bene e rispettabile oltra al fatto che sono una persona molto dotata-. -Una persona per bene e rispettabile forse ma di sicuro maleducata e sottolineo, sono io che devo valutare se sei una donna dotata-. Io con voce suadente dissi –Ci stai provando con me per caso? Io non vado a letto con chi non conosco e specialmente di chi non mi fido-. Lui arrossì e preso alla sprovvista balbettò –Io…io non…non…ci sto…p…-. -Rilassati guerriero sei un bel tipo ma non fai per me, non dovevamo andare in cortile per un combattimento che avrebbe per scopo di valutare le mie capacità?-. Lui scrollò la testa e disse –Giusto, seguimi- l’avevo ammorbidito alla prima conversazione ma è un osso duro e tornerà all’attacco per far vedere chi comanda ma lo sono anche io e non conosce fino in fondo Natasha Wallace e la sua tenacia. Uscita vidi il cortile per tutta la sua ampiezza: c’era una terrazza con sopra tavoli con sedie e pietanze sul ripiano, lo useranno per le colazioni e feste all’aperto, il pavimento era di mattoni posati con cura su cui camminavi benissimo, il muretto partiva da una grande roccia da cui sopra proveniva del fumo fino all’entrata del feudo e, poggiati sul muretto c’erano dei manichini di paglia con bersagli disegnati e un secchio come elmetto e un pezzo quadrato di legno come scudo. Mi guardai in torno e le uniche persone presenti in cortile erano il Nord della fattoria, un Nord biondo e l’Imperiale che si stavano allenando ma appena ci videro il Nord biondo e l’Imperiale si sedettero su due sedie nella terrazza e il Nord si posò con la schiena sul muro con le braccia incrociate sul petto che ci guardava attentamente forse sapendo che dovevamo combattere e Vilkas mi destò dai miei pensieri –Il vecchio ha detto di esaminarti quindi muoviamoci-. -Hai fretta di essere sconfitto?-. Lui rise –Non essere troppo sicura di te, io non perdo mai una battaglia-. -Non essere troppo sicuro di te, c’è sempre una prima volta e nella mia esperienza chi è troppo sicuro di se quando perde piange, come un bambino senza il suo giocattolo-. -Io non piango-. -Veramente?-. -Sono una roccia e meno le persone, come farò con te adesso-. -Ci puoi provare ma non ti assicuro il risultato-. Lui rise –Torniamo seri-. -Infatti è meglio-. -Come ho detto, il vecchio ha chiesto di esaminarti quindi muoviamoci, sferra qualche attacco contro di me così vedrò come ti muovi-. -Si, Grande Capo-, estrassi la spada e mi misi in posizione ma lo guardai negli occhi per dirgli che non volevo fargli male e lui parve capire il mio sguardo e disse –Non preoccuparti, ho la pelle dura-. -Come vuoi ma non lamentarti con me se ti straccio-. -Non succederà ragazza perché sarà il contrario, cominciamo-. Come mi ha detto di fare l’ho attaccato con un affondo che però non andò a segno perché si scansò colpendomi con l’elsa della spada sulla schiena e disse –E’ questo il meglio che sai fare?-. -Mi sto appena scaldando non preoccuparti-. Quando mi girai lo vidi con uno scudo laminato in mano e dissi –Così non vale però-. -Tutto vale Wallace, se sei con le spalle al muro e il tuo nemico ha lo scudo come me adesso devi sapere come batterlo se no crepi-. -Tu si che sai tirare su il morale a una donna Macbeth-. Lui fece un sorriso sornione e cominciai ad attaccarlo ma pochi colpi andarono a segno e beccandomi colpi dell’elsa della sua spada sulla schiena e tante sue provocazioni su come ero patetica, colta da un’ira improvvisa decisi di sbarazzarmi del suo scudo per permettermi di batterlo quindi lo tenni a distanza per elaborare una strategia. Dovevo colpire con forza lo scudo e dovevo usare la mia rabbia: “Sono stata patetica, non ho potuto salvare la vita a mio padre, l’uomo che mi ha messo al mondo”. Cercai di colpirlo sulla faccia così si mise lo scudo davanti a se per proteggersi e lo colpi con potenza e furia: “Sono stata una codarda, mi sono allontanata da mia madre, la donna che mi ha messo al mondo e l’unico genitore ancora in vita”. Continuai a colpirlo non lasciandogli respiro e facendolo inginocchiare sotto i miei colpi di spada: “Sono arrabbiata, incapace di perdonare mio fratello che mi ha abbandonata quando avevo bisogno di lui per un’altra donna”. Lui continuò a tenere lo scudo in alto ma si vedeva che prima o poi avrebbe ceduto e non vedevo l’ora. “Sono un essere inutile, non sono riuscita a vendicare mio padre uccidendo Ulfric che mi era accanto”. Con la rabbia che pompava il mio cuore invece di un gesto naturale che ogni essere umano possiede, penetrai nella sua difesa facendogli cadere lo scudo e tenendolo a terra con il piede destro e la mia spada puntata nella sua gola, con il fiatone per il combattimento e per diradare la rabbia accumulata mi accorsi di quello che avevo fatto e allontanando spada e piede da lui dissi -Scusami non volevo- e l’aiutai ad alzarsi. Lui dopo essersi ripreso e rinfoderata la spada disse –Non devi scusarti, sei stata grande-. -Cosa?-. -Hai superato l’esame-. -Quale esame?-. -Si un esame, se Kodlak dice di esaminare i candidati intende che se il candidato batte uno di noi ha la possibilità di entrare nei nostri ranghi, quindi tu battendomi hai la possibilità di essere una di noi-. -Non lo sapevo, ma perché non mi hai detto niente?-. -Se te l’avessi detto non sarebbe più stato un esame-. -Giusto-. -Posso chiederti una cosa?-. -Spara-. -Cosa ti ha fatto scattare così? Eri in una specie di trance omicida-. Io risi e contagiai anche lui ma per poco e risposi –Ricordi dolorosi della mia vita-. -E…-. -E non ne voglio parlare-. -Okey, rispetto la tua decisione-. -Grazie-. -Tornando a noi…-. -Si-. -Non male ma la prossima volta non sarà così facile-. -Non male? Non sono finita io con il culo per aria-. -Che faccia tosta che hai, ma ammetto la sconfitta-. -Che umiltà Macbeth, non me l’aspettavo-. -Io sono una persona umile Wallace, una cosa che tu non possiedi-. -Devo dissentire, l’umiltà è il mio pregio-. -Vedremo-. -Vuoi scommettere?-. -Io non scommetto-. -Vedremo- lo imitai per sfida e lui fece una faccia indignata e disse –Potresti farcela ma sei ancora un cucciolo, quindi fa quello che ti diciamo-. -Cucciolo?-. -Si, gli iniziati gli chiamiamo così-. -Un po’ offensivo, non credi?-. -No, il posto tra noi te lo devi guadagnare con coraggio e onore e ricorda, nulla ti è dovuto perché sei una donna-. -Io non voglio nessun trattamento speciale, nella mia vita mi sono sempre arrangiata da sola-. -Bene perché non lo riceverai, tutte le donne qui hanno sudato per arrivare qui e se sei forte la metà di quello che ho visto ce la farai di sicuro-. Io gli sorrisi –Grazie sei molto gentile-. -Non era un c0mplimento Wallace e smettila di fare la spocchiosa con me, non attacca-. -Questa cosa si chiama gentilezza o cortesia e non spocchiosità Macbeth e voglio dirti che non sto cercando di abbordarti, tu di certo non sei il mio uomo ideale-. -Nemmeno tu e voglio avvertirti che non sono ammesse repliche, specialmente con il tuo tono-. -Il mio tono?-. -Si il tuo tono da strafottente-. -Come osi…-. Non feci in tempo a replicare che lui mi lanciò la sua spada che devo dire ben bilanciata e disse –Portala da Eorlund Manto Grigio e falla affilare e sta attenta che probabilmente vale più di te- non feci in tempo a replicare di nuovo che lui se ne andò sparendo dietro dietro le porte di Jorrvaskr e anche gli altri se ne andarono, ma per ultimo il Nord della fattoria che fino all’ultimo mi guardava sorridendo. Non mi aveva spiegato dove era Eorlund Manto Grigio ma ricordandomi le parole di Idolaf che aveva detto che lavorava come fabbro presso la Forgia Celeste per i Compagni mi ricordai del fumo che vidi sopra la roccia e dedussi che si trovava li e con la spada in mano e brontolante mi avviai “Chi si crede di essere quel cafone, il mio padrone? Io non sono la sua schiava personale e la mia lealtà va a Kodlak e non di certo a lui”. Vidi le scale e cominciai a salire “Non sono alle prime armi e caso mai lo è lui, non pretendo di essere privilegiata perché sono nuova ma il rispetto si, lo pretendo eccome”, arrivata in cima vidi la Forgia Celeste in tutta la sua grandezza: aveva tutti gli attrezzi per la forgiatura, la forgia era di marmo grigio e liscio, sulla parete di roccia c’era una parete di marmo con inciso una grande battaglia e il fuoco scoppiettava quasi festoso producendo un fumo quasi celeste e facendo strane forme nell’aria per poi dissolversi con l’avvicinarsi dell’altezza. Davanti alla forgia c’era un uomo che batteva il ferro appena raffreddato che pare non essersi ancora accorto della mia presenza: l’uomo era di razza Nord, sulla sessantina, capelli lunghi grigi, una barba incolta grigia, un corpo muscoloso per uno della sua età e una corazza di pelle che lasciava vedere il suo fisico con in groppa una grande ascia forgiata sicuramente da lui essendo di mani esperte, quando si accorse di me mise giù il ferro e martello e chiese –Posso fare qualcosa per te ragazza?-. Io mi riscossi dai miei pensieri e dissi –Scusi il mio rimbambimento-. -Non preoccuparti capita-. -Dovrei consegnarle una cosa-. -Di che si tratta?-. -Della spada di…-. -La spada di Vilkas-. -Esatto, come ha fatto a capirlo?-. -Mia cara, ricordo perfettamente ogni arma che ho forgiato per ogni uno dei Compagni e non mi è difficile riconoscere la spada di quel testone di Vilkas-. -E’ molto bravo se posso dire-. -Non per modestia ma sono bravo in quello che faccio, comunque cosa voleva fare Vilkas con la sua spada?-. -Mi ha detto di fargliela affilare e mi ha sottolineato che la spada vale più di me-. -Tu devi essere la nuova recluta giusto?-. -Si sono io-. -Come ti chiami fanciulla?-. -Natasha Wallace-. -Piacere io sono Eorlund Manto Grigio fabbro dei Compagni e uno dei pochi che sa maneggiare il metallo speciale che usano-. Era un Manto Grigio e dovrebbe essere il mio nemico però davanti a me non vedo un nemico ma più tosto una persona per bene che si guadagna da vivere onestamente e di fronte a uno come lui non posso provare odio ma ammirazione anche se un po’ di risentimento lo provo, non tanto per la persona in se ma perché appoggiano un omicida scatenato come Ulfric che per arrivare a uno scopo deve prendere la strada più facile anche se questo deve portare a delle morti il più delle volte per mano sua come è successo con mio padre, per adesso è meglio se tengo all’oscuro di essere entrata nei Guerrieri Nati perché non voglio creare tensioni ora che ho la possibilità di entrare nei Compagni. -Non sei di Whiterun vero?-. Io mi riscossi –Come prego?-. -Ti ho chiesto se sei o no di Whiterun-. -No, sono nata a Riverwood-. -E ci abiti?-. -No, non ho fissa dimora-. -Lo sospettavo-. -E come di grazia ha fatto a capire tutto ciò?-. -Perché conosco le persone come te-. -Come me?-. -Si come te, sei una persona solitaria e non ti piace avere le persone che ti ronzano anzi, le tieni a debita distanza per paura di soffrire a causa loro e devo dedurre che hai subito perdite significative dalla tua vita ed è per questo che ti sei isolata-. Restai zitta, aveva indovinato tutta la mia vita. -Se taci vuol dire che ho ragione, quelli come te prima o poi cercano stabilità in qualcosa o in qualcuno perché stufi di non appartenere a niente e a nessuno e se non riescono a trovare quel fattore di appartenenza ci sono due strade per loro: la prima ti uccidi perché è la più semplice e la seconda diventi una persona cattiva e senza cuore prendendo una via di non ritorno-. -Come fa a saperlo?-. -Perché conosco le persone mia cara e perché mi basta guardarti per capire che nella tua vita hai perso persone importanti per te-. Io stetti per rispondere ma lui mi interruppe –Non devi preoccuparti non serve che mi racconti niente, se vuoi me lo potrai raccontare quando ti senti pronta-. -Grazie lo apprezzo molto-. -Ho figli anche io quindi capisco la situazione-. -Ha figli?- io lo sapevo grazie a Idolaf ma volevo farmelo dire da lui. -Si tre: una femmina Olfina Manto Grigio e due maschi Avulstein Manto Grigio e Thorald Manto Grigio, quest’ultimo è scomparso da un’ anno e mezzo e io e Fralia siamo disperati-. -Mi dispiace- dico sul serio, potrò anche odiare i Manto della Tempesta per ciò che anno fatto alla mia famiglia ma nessuna persona dovrebbe subire una cosa del genere, specialmente una perdita di un figlio sangue del tuo sangue, io ho perduto mio padre e posso comprendere –Com’è successo?- Idolaf è stato molto evasivo su questo. -Noi sosteniamo i Manto della Tempesta mentre i Guerrieri Nati sostengono l’Impero, ma questo è irrilevante-. E’ rilevante eccome. -Comunque Thorald aveva deciso di unirsi alla ribellione perché diceva essere suo dovere e noi a malincuore demmo il consenso anche se per me un conto è sostenere e un conto è partecipare alla ribellione, il giorno della partenza però scomparve dal nulla e lo cercammo giorni senza però trovarlo e alla fine dovemmo smettere le ricerche e da allora perdemmo un figlio-. -Un rapimento?-. -Si esatto-. -Si sa da che è stato rapito?-. -No ma abbiamo un idea di chi può averlo fatto-. -E chi?-. -I Guerrieri Nati-. Stava accusando il mio clan e volevo sapere il perché dell’accusa –Perché pensi nella loro colpevolezza?-. -Per sabotarci e screditarci perché se no, è da quando è iniziata questa guerra che cercano un modo per farcela pagare per il nostro tradimento anche se sinceramente non pensavo che sarebbero arrivati a questo punto-. -Può essere che non sono stati loro-. -Sei giovane per poter capire, non hanno mai fatto un mistero del loro odio nei nostri confronti e anzi le minacce hai nostri danni le hanno fatte in pubblico quindi ci sono molte persone che te lo possono confermare-. Non saprei cosa pensare, sono arrivata da poco a Whiterun e sinceramente non so molto della faida tra i due clan ma se così fosse voglio indagare –Se posso fare qualcosa non esiti a chiedere-. -Grazie Natasha apprezzo molto la tua offerta d’aiuto come tutto il clan Manto Grigio, ma finora non c’è niente che puoi fare-. -Capisco ma se serve aiuto sa dove trovarmi, sono sempre disponibile ad aiutare le persone-. -D’accordo, tornando a prima lasciami pure la spada di Vilkas che domani gliela affilo per bene- e detto ciò gliela porsi. Lui disse –Comunque non devi fare sempre ciò che ti dicono Natasha-. -Ma Vilkas a detto…-. -Lascia perdere Vilkas, anche lui era un novellino e anche gli altri ma se lo dimenticano, non gli piace ricordare quel momento della sua vita e fa finta che non sia mai esistita-. Magari fosse così per tutti, poter dimenticare le cose brutte che ti sono successe nella tua vita per non dover più soffrire, ma non si può e ti devi tenere tutto il tuo macigno di sofferenza senza poterlo togliere e dissi –Lo terrò a mente-. -A quanto ho visto gli hai tenuto testa in modo ammirevole, con ferocia e testardaggine e credimi in pochi si azzardano a sfidarlo in quel modo-. -Ho un carattere forte forgiato negli anni, odio farmi mettere i piedi in testa-. -Come tutti i Nord e comunque è un carattere adatto per far parte dei Compagni, tutti qui hanno un carattere simile chi più chi meno-. Qualcuno che mi conferma che c’è la posso fare ad entrare nei Compagni –Mi tira su il morale sa? Finora ho solo ricevuto solo calci nel didietro-. Lui rise –Hai un senso dell’umorismo che mi piace e mi pare che incassi bene le batoste-. -Nella vita ne ho ricevute un bel po’ non è tutto rosa e fiori, posso farle una domanda?-. -E sarebbe?-. -Anche lei fa parte dei Compagni?-. -Io? No, almeno non ufficialmente, io forgio per loro le armi ma non vado in battaglia con loro, infondo non serve fare parte dei Compagni se forgi le armi per loro no? Comunque li considero i miei Fratelli e Sorelle si Scudo e a loro non dispiace quindi non mi faccio problemi-. -Scusi della domanda, ma vorrei conoscere tutti qui-. -Non devi scusarti vuol dire che sei socievole o almeno cerchi di esserlo, comunque puoi darmi del tu infondo sarai mia Sorella di Scudo – e mi fece l’occhiolino. Io risi e dissi –Okey Eorlund, ora devo andare e spero che mi facciano fare qualcosa-. -Okey e io sono sempre qui se vuoi parlare con qualcuno-. Feci per andarmene ma poi mi richiamò –Natasha aspetta!-. Io mi girai sorridendo –Si-. -Puoi farmi un favore?-. -Certo-. -Devo andare a casa prima per mia moglie Fralia perché è in lutto e sai il motivo, quindi volevo chiederti se puoi portare questo scudo che ho rinforzato ad Aela-. -Chi è Aela?-. -Giusto non l’hai ancora conosciuta, ha i capelli rossi e ha la pittura da guerra verde-. Non riuscì a focalizzarla subito ma poi mi venne in mente il Nord della fattoria con i suoi occhi di ghiaccio e i capelli come l’ebano…frena, che cosa sto facendo? Stavo fantasticando su un uomo, un uomo appena conosciuto che ha degli occhi stupendi…basta Natasha!. Comunque mi ricordai della Nord impetuosa –Si ora me la ricordo, era alla fattoria- lui mi guardò accigliato –Te lo racconto un’altra volta, non c’è problema ma non mi avevi detto che non dovevo sempre fare quello che mi dicono?-. -Infatti, ma fa un eccezione per questa volta e poi da me non avrai niente da temere, non direi lo stesso di Vilkas-. Io risi –Non preoccuparti dammelo pure così almeno avrò qualcosa da fare- me lo porse e io lo infilai nell’imbracatura e disse –Sta attenta con lo scudo di Aela, non la conosci ma è molto vendicativa se tocchi qualcosa che è suo o se gli fai anche un piccolo graffietto alle sue cose-. -Lo terrò a mente, ne varrà della mia vita-. -E’ meglio, devo andare e buona fortuna con gli altri- ci stringemmo la mano e poi lui se ne andò e dopo pochi minuti in cui riguardai la Forgia Celeste scesi le scale per entrare a Jorrvaskr. Mi chiusi la porta alle spalle e quando mi girai vidi undici persone in fila con le braccia conserte o dietro alla schiena e Kodlak vanne davanti a me con un sorriso appena visibile sotto la sua folta barba e sorpresa chiesi –Ho fatto qualcosa di sbagliato?-. -No mia cara, niente affatto anzi è tutto il contrario-. -Contrario?-. -Si, Vilkas mi ha detto che l’hai battuto e che con la spada te la cavi più tosto bene ma soprattutto che sei testarda e presuntuosa-. Guardai il diretto interessato torva e lo vidi che sogghignava come compiaciuto della cosa e volli seriamente incenerirlo con lo sguardo se potessi, di certo ora mi avrà rovinato e adesso Kodlak mi caccerà dicendomi che non sono adatta ad entrare nei Compagni ma volli difendermi –Signore non so cosa le abbia detto ma io non…-. Lui alzò la mano per fermarmi –Ferma fanciulla non hai fatto niente di male-. -No?-. -No non preoccuparti, non c’è niente di male ad essere testarda è una caratteristica fondamentale per essere un buon Compagno, per la presuntuosità la vedremo con il tempo-. Non ero presuntuosa, almeno non hai miei occhi, ma se Kodlak diceva che ero da “mettere apposto” farò del mio meglio per “ripararmi” –Se non ho fatto niente di male come mai c’è un plotone di esecuzione qui?-. Strappai una risata generale che contagiò anche Kodlak che disse –Hai rallegrato questa sala e di questo ti ringrazio-. Vuol dire che non ridevano mai? Un lato del mio carattere! Dopo questa riflessione chiesi –Se non ho fatto niente di male come mai sono tutti qui?-. -Per le presentazioni mia cara-. -Presentazioni?-. -Si, Vilkas ti avrà spiegato che quello che hai fatto era un esame diciamo di ammissione-. -Si lo ha accennato-. -E l’hai superato a suo dire a pieni voti, quindi hai la possibilità di entrare-. Ero confusa –Non lo sono già?- ci fu un’altra risata generale e Kodlak disse –Non deridetela per ciò che per noi è ovvio e per altri no, lei non sa delle nostre usanze e leggi ma con pazienza e dedizione diventerà un ottima Sorella di Scudo e in più non è facile battere Vilkas ma lei invece si quindi portatele rispetto-; la risata si spense e lui continuò –No ragazza non ancora, diciamo che sei una recluta e che non lo sei ufficialmente e per esserlo devi superare una prova-. -Una prova? Diche genere?-. -Che metterà alla prova il tuo valore, te lo spiegherò quando vorrai ma adesso largo alle ciance e seguimi-. Io posai lo scudo in un angolo e lo segui davanti alla fila di persone e continuò –Non vuol dire che se non sei ufficialmente una di noi non ancora non debba conoscere i nostri nomi, sai già il mio nome e chi sono quindi partiamo con i membri del Circolo…-. -Scusi l’ignoranza ma cos’è il Circolo?-. -Il Circolo dei Compagni mia cara è un concistoro, diciamo un gruppo i cui i membri sono guerrieri esperti, forti e più anziani degli altri Compagni e odono di una certa autorità e assegnano i lavori-. -Annotato, grazie della pazienza-. -Non c’è di che ma incominciamo, lui è Skjor Duglas-. Era l’uomo che mi aveva accolto al mio arrivo a Jorrvaskr: era di razza Nord, stempiato con i capelli grigi e lunghi raccolti in una codina, aveva un occhio marrone e uno bianco con una cicatrice che li passava l’occhio, una barba appena visibile e portava una Corazza di Lupo. -Lei è Aela la Cacciatrice-. Era la Nord della fattoria e colei che mi ha offerto il posto qui, mi devo ricordare di consegnargli lo scudo. -Lui è Vilkas Macbeth, lo so che già lo conosci ma si arrabbia se lo escludo-. Il diretto interessato annuire sogghignando e l’unica parola per descriverlo era…Esibizionista!-. -Lui è suo fratello gemello Farkas Macbeth-. Il mio cuore perse un battito quando incontrai i suoi occhi color ghiaccio che erano una calamita che attraeva un metallo e quel metallo ero io, mi stavo distraendo…di nuovo e non so se ero arrossita ma vidi lui arrossire e distogliere subito dopo lo sguardo-. -Ora passiamo agli altri, lui è Torvar Rikke-. Era fuori in cortile quando ho combattuto con Vilkas: era di razza Nord, capelli biondi lunghi fino alla spalla e un codino che teneva raccolto il ciuffo dietro alla testa, aveva gli occhi marroni color nocciola, una barba folta ma corta e portava una Corazza di Pelle. Rikke…Rikke l’ho già sentito, poi mi venne in mente il Legato Rikke a Helgen e pensai che fosse erano imparentati. -Lui è Athis Pendragon-. Era quello che faceva a pugni quando sono entrata: era un Elfo Scuro, capelli rossi raccolti in una coda alta portata in cima al suo cranio allungato come tutti quelli della sua razza, pelle blu sporco, occhi rossi, un pizzetto ma la parte sotto era più lunga raccolta in un codino rosso e portava una Corazza di Cuoio. -Lei è Njada Stroneam-. Era la compagnia di botte di Athis e tra l’altro non so chi ha vinto: era di razza Nord, capelli lunghi fino alla spalla di un grigio scuro sicuramente naturale, una pittura da guerra nera sulle guance, occhi marrone cioccolato e portava una Corazza di Cuoio. -Lei è Ria Cruz-. Era l’Imperiale che era alla fattoria e quella che era in cortile ad allenarsi. -Lui è Vignar Manto Grigio-. Quindi è lui il capo clan dei Manto Grigio e fratello di Eorlund: era di razza Nord, capelli grigi lunghi fino alla spalla, aveva gli occhi azzurri color cielo, dei baffi bianchi e lunghi fino al mento e invece di una corazza portava degli abiti eleganti marroni, sarà per esaltare la sua carica di capo clan e non assomiglia per niente ad Eorlund. -E lui è Brill Munroe, non è dei Compagni ma è come se lo fosse-. Come Eorlund non lo era ufficialmente ma loro lo consideravano parte del loro gruppo, non mi sarei mai aspettata tanta gentilezza e tanto affetto per una persona: era di razza Nord, stempiato con capelli marrone cioccolato, aveva gli occhi blu, niente barba e portava abiti semplici da contadino: gilet marrone, camicia giallo sbiadito, pantaloni blu e stivali marrone chiaro. Poi lui mi indicò con fare solenne –Ragazzi lei è Natasha Wallace la nostra nuova recluta e amica, trattatela bene e se sento anche una piccola lamentela farò un bel discorsetto a tutti voi, potete andare-. Molti dei presenti si sedettero o per chiaccherare o per fare un ultimo spuntino e altre scendevano negli alloggi per riposare e Aela era tra quelle e mi poni l’obbiettivo di restituirle lo scudo ma Kodlak si mise davanti alla mia visuale e disse –Bene ragazza se serve qualcosa fallo sapere hai membri del Circolo o a me-. -Lo farò senz’altro signore e grazie per questa opportunità-. -Tutti meritano un’ opportunità per fare vedere il proprio valore e ho un buon presentimento su di te-. -E quale sarebbe? Buono spero-. Lui rise –Si buono si questo non ti devi preoccupare, ho il presentimento che sarai una tra i membri dei Compagni più brillante se non la migliore e spero fortemente di non sbagliarmi sul tuo valore-. Quell’uomo era straordinario, si fidava delle persone ancora prima di conoscerle bene e credeva fortemente in me tanto da credere che supererò la prova che mi porranno per diventare una loro Sorella di Scudo a tutti gli effetti e questo mi conforta e mi procurava una gioia immensa e dissi –No non sbaglia non deluderò le vostre aspettative, ci tengo a diventare una di voi-. -Ne sono felice, vieni ti devo presentare una persona e senza quella persona Jorrvaskr non esisterebbe -. Mi condusse da una signora anziana dell’età di Kodlak: era di razza Nord, capelli lunghi fino alla mascella grigi, aveva occhi azzurro oceano, aveva un aria bonaria e portava abiti da contadina: vestito color panna , grembiule lungo fino hai piedi bianco e scarpe marroni. -Lei è Tilma McGaffin, è la nostra cuoca e governante quindi se ti serve qualcosa chiedi a lei, hai fame mia cara?-. Sentì il mio stomaco borbottare e risposi –Direi di si, ho un certo languorino-. -Bene che vorresti mangiare?-. -Quello che c’è, non ho tante pretese e non voglio far scomodare Tilma-. -Non ti devi preoccupare di questo è quello il suo lavoro-. -Magio quel che c’è-. Kodlak mi sorrise e poi disse – Tilma lascia che ti presenti Natasha Wallace la nostra nuova recluta-. Ci stringemmo la mano e disse –Piacere mia cara, ti va del pollo grigliato e patate?-. -Andrà benissimo-. -Bene vado a prepararlo- e se ne andò. Kodlak disse –Devo informarti di un’ultima cosa-. -Certo-. -La colazione è alle otto in punto quindi cerca di essere in orario ma se per caso fai tardi di dieci minuti non importa, il pranzo è ha mezzogiorno e dieci, la cena è alle sette e venti e questo che ti dico non è obbligatorio ma verso le quattro Tilma prepara dei dolcetti con il tè… ti piace il tè?-. -Si molto-. -Bene se vuoi unirti a noi ci trovi in terrazza, sei la benvenuta-. -Vengo volentieri-. -Comunque come ripeto per la colazione se anche ritardi di dieci minuti non importa, Vilkas è buono a restare a letto per ben mezzora e a volte un ora prima di farsi vedere a colazione-. Me lo immagino appena svegliato ancora con il sonno intorno e rispondeva con un “Hmm” a chiunque gli parlasse e mi misi a ridere –Non si preoccupi sarò in orario e non sono mai stata una dormigliona-. -Come tutti quelli normali, ora devo andare a riposare un po’ sai gli uomini di una certa età come la mia devono riposare-. -Quanti anni ha se non sono indiscreta?-. -Ne ho settanta mia cara e tu?-. -Io ne ho ventotto signore-. -Sei una ragazza molto giovane e sei molto brava con la spada, ti devo fare i miei complimenti perché non è da tutti alla tua età avere questa maestria con la spada ma soprattutto questa strada-. -La reputavo la strada giusta per me e non ho rimpianti-. -Ne sono contento, ora mangia con calma e poi porta pure lo scudo ad Aela-. Io stupefatta chiesi –Come fa a…-. -Come faccio a saperlo? La conosco fin da quando era bambina e quello scudo era di sua madre-. -Anche sua madre era nei Compagni?-. -Si, faceva parte del Circolo ed era una persona straordinaria come poche al mondo-. -Era?-. -Si ma mia cara questa cosa te la deve raccontare Aela, solo lei può farlo-. Se era morta mi dispiaceva per lei ancora prima di conoscerla, ad un certo punto Tilma tornò con un piatto con il petto di pollo e una manciata di patate –Eccoti servita mia cara-. Mi sedetti e con un sorriso dissi – Grazie molte signora McGaffin-. Lei mi sorrise e si rivolse a Kodlak –Mi piace questa ragazza, ha dei modi così garbati-. -Lo so – mi guardò sorridendo –E’ speciale-. -Infatti e cerchi di non farsela scappare – e se ne andò e Kodlak mi posò una mano sulla spalla - Mangia con calma ma cara, ci vediamo in giro- e se ne andò anche lui e io compiaciuta per i complimenti ricevuti mangiai con gusto. Finita la cena avevo preso lo scudo ed ero scesa negli alloggi ma non sapevo qual era, escludendo la prima stanza mi avviai sulle rientranze vicino alla camera di Kodlak che aveva la porta chiusa segno che dormiva e alla mia sinistra sentì una voce femminile e una maschile e riconoscuta la voce femminile mi avviai verso la porta ma era chiusa e mi decisi a bussare e dopo pochi secondi sentì dire “Avanti”, l’aprì e vidi la stanza: aveva le pareti ricoperte di marmo grigio con appese teste di animali di ogni genere, un armadio, due cassettoni, un letto e scaffali pieni di pellicce di orso e lupo ed in mezzo alla stanza c’era Aela e Skjor che mi guardavano accigliati e la prima disse –Ciao Natasha-. -Ciao Aela-. -Ti serve qualcosa?-. -Si, Eorlund mi ha chiesto di consegnarti il tuo scudo perché lui aveva un impegno – lo tirai fuori dall’imbracatura e glielo porsi e lei con un sorriso lo prese e disse –Grazie Natsha lo stavo aspettando, sono contenta che tu c’è l’abbia fatta ad arrivare qui e che hai deciso di unirti a noi-. Skjor intervenne –La conosci? L’ho vista all’entrata e che si allenava con Vilkas-. -Oh si! Ha ucciso lei il gigante-. -Eri presente anche tu? Quando ti hanno affidato la missione ero con il Comandante Caius-. -Certo sono stata io ha proporgli di entrare nei Compagni, comunque ho sentito che hai stracciato Vilkas a duello-. Io mi grattai i capelli della nuca un po’ imbarazzata –Si l’ho battuto come un tamburo- e lei si mise a ridere ma Skjor tuonò –Silenzio Aela, Vilkas potrebbe sentirti-. Aela fece un gesto di non curanza –Che senta pure quel bambino presuntuoso, si è meritata quella sculacciata- poi si rivolse a me –A tal proposito, credi di farcela in un vero duello contro Vilkas?-. -Non mi piace vantarmi-. -Sei una donna che parla con le proprie azioni, ecco come mai mi sei piaciuta fin da subito-. Skjor intervenne – Aver battuto Vilkas è stato un caso fortuito-. Aela incrociò le braccia al petto e disse –Che cosa te lo fa credere Skjor?-. -Nessuno batte quel ragazzo a combattimento-. -A quanto pare ora si e sono felice che gli hai dato quella lezione che gli avrei dato io stessa un anno fa-. Intervenni –Non voglio essere causa di discussione -. Aela mi sorrise –Non lo sei Natasha ma qui troppe persone sono abituate a considerare Vilkas un campione di spada ma ora è giunto il momento di cambiare-. Io dissi –Se posso permettermi lo considero molto spavaldo e molto sicuro di se tanto da scartare l’idea della sconfitta e quando perde pare un bambino che ha perso il suo giocattolino-. -Hai visto Skjor? C’è un'altra persona che la pensa come me, è una donna sveglia e impara da lei-. Skjor disse –Non ho detto che quel ragazzo non sia cocciuto come un asino ma sai anche tu come è irascibile e vendicativo e non mi piace che se la prenda con te-. Aela fece un colpo di tosse un po’ sospettoso, mi guardò e gridò –Farkas!- a quel nome mi irrigidì senza volerlo e lei continuò –Ora Farkas ti mostrerà dove puoi riposare – sentì dei passi dietro di me, mi girai e lo vidi davanti alla porta e disse – Mi hai chiamato?-. Aela alzò gli occhi al cielo e disse –Certo che si genio, mostra a questa matricola dove riposano le reclute- andai davanti a lui e mi guardò –Matricola? Ahn! Si mi ricordo di te, seguimi-. Arrivata alla porta Aela mi disse –Piacere di averti conosciuto Natasha grazie di avermi riportato lo scudo-. -L’ho fatto con piacere- e chiusi la porta. Raggiunsi Farkas che disse –A Skjor e Aela piace prendermi in giro ma sono brave persone-. -Perché dovrebbero prenderti in giro?-. -Perché dicono che non sono tanto sveglio e duro di comprendonio quindi fanno discorsi complicati per mettermi in difficoltà-. -Ogni uno ha il proprio carattere e si dovrebbe accettare la persona com’è senza volerla cambiare per avere quella che vorrebbero-. Lui mi guardò –Sei molto gentile, ho sentito che sei molto testarda, presuntuosa, che hai una faccia tosta, spocchiosa e strafottente-. Sapevo di chi era questo zampino –Scommetto che so già chi è stato a buttar fuori queste voci-. Lui inarcò la sopracciglia destra –E’ stato Vilkas, devi scusare mio fratello ha un carattere un tantino…-. -Irritante?-. Lui rise – Esatto proprio così, è difficile starci insieme più di dieci minuti ma non è cattivo-. -Lo è anche con te?-. -A volte ma è più ipperprotettivo-. -E’ quello più grande?-. -Siam0 gemelli-. -Giusto-. -Lui è quello più sveglio quindi si considera quello grande mentre io sono quello forte-. -Avete trovato un equilibrio…- mi sentì seccare la gola, averlo vicino il mio stomaco si contorceva per la vicinanza e il cuore palpitava e non riuscì a contenere il rossore che si depose nelle mie guance e con la coda dell’occhio vidi che anche lui era rosso in faccia, decisi di farmi coraggio e chiesi –Posso farti una domanda?-. -Certo-. -Lo so che ci siamo appena conosciuti ma tu che pensi di me?-. -Di te?-. -Si di me-. -Bè…da quel che ho visto alla fattoria sei molto coraggiosa, non hai paura di affrontare un nemico molto più grosso di te, sei molto umile e generosa e non preoccuparti per la testardaggine, perché ti accorgerai che lo sono anche io, tu di me?-. -Da quello che ho visto sai usare bene quello spadone, sei molto buono e gentile e se posso permettermi hai un bel corpo-. Lo vidi arrossire e mi morsi l’interno della guancia aspettandomi una sgridata ma invece disse –Grazie… anche il tuo non è per niente male- questa volta fui io ad arrossire e lui a mordersi la guancia e poi continuò –Scusa non sono abituato a espormi con le donne-. -Non devi preoccuparti anche io sono impedita con gli uomini, anzi faccio sempre qualcosa che dopo mi stanno alla larga-. Lui mi sorrise –Sono contento che ci sia una persona nuova, certe volte ci si annoia e questa vita può essere dura da percorrere se non si è motivati-. -Anche io sono contenta di aver preso questa decisione perché sono da sempre una persona molto motivata-. Arrivati in fondo al corridoio dove sono arrivata aprì una porta alla nostra destra e disse –Eccoci arrivati, questo è il dormitorio e il tuo letto è l’ultimo in fondo alla tua sinistra, c’è un separè vicino e sul tuo letto c’è una camicia da notte e ricordati che quel letto è tuo e puoi dormirci quando hai sonno e se ti serve qualsiasi cosa chiedi a Tilma-. -Grazie di tutto-. Lui si girò verso di me sorridendo e disse –Voglio presentarmi di persona, io sono Farkas Macbeth- e mi porse la mano che io strinsi –Piacere io sono Natasha Wallace – sentì che qualcosa era cambiato in quel tocco in entrambi ma non so in come. -Natasha benvenuta nei Compagni e buonanotte- mi fece un ultimo sorriso e se ne andò per andare nella sua stanza e mormorai –Buonanotte…Farkas- ma lui ovviamente non mi sentì. Andai nel mio letto assegnatami e vidi la camicia da notte color azzurro, la presi andando dietro al separè spogliandomi della corazza d’acciaio e mi misi a letto che mi parve il più morbido del mondo pensando a questa nuova vita che avevo deciso di percorrere e mi addormentai con questo pensiero felice.
   
 
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