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Autore: Gian94    26/09/2016    0 recensioni
N. C. I. S. 13x25
L'angelo della morte contro il terrore della vita.
Storia ambientata due mesi dopo la fine della tredicesima stagione e prima della quattordicesima.
Fanfiction incentrata principalmente su Gibbs, ma parlerò di tutti i personaggi della serie. Sarà ovviamente toccato l'addio di Tony e la sua relazione con Ziva, i McAbby, sogni, fantasmi e colpi di scena.
Leroy Jethro Gibbs... è convinto di essere il migliore... di essere il più forte e il più duro... è forse il marine migliore di tutti i tempi... ma quando il destino bussa alla porta...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N. C. I. S. 13x25
L'angelo della morte contro il terrore della vita.
                                        
Introduzione
 
Sono passati due mesi da quando Tony DiNozzo ha lasciato l'NCIS e ne passeranno circa tre o quattro dalla fine di questa storia fino all'inizio della quattordicesima stagione.
Dopo l'addio di Tony, l'NCIS ha un nuovo pericolosissimo nemico: Samael Mishnev, fratello di Sergei Mishnev. Era stato lui ad ordinare a Trent Kort di uccidere Ziva David e distruggere l'amore di Tony per sempre. Kort era il braccio e Samael la mente. Adesso Kort è morto, ucciso dagli agenti NCIS, ma in questi due mesi il mostro si è rivelato per finire ciò che il fratello aveva iniziato: distruggere la famiglia di Gibbs dall'interno. In questi mesi, infatti, l'inferno si è scagliato sull'NCIS.
 
Perché?...
Era tutto quello che riusciva a pensare in quello stato di coma...
Un incendio, un'esplosione... Vita o morte?...
Cuori che si infrangono e si disfano come onde su quegli scogli che lui chiamava regole...
Regole...
Ecco finalmente un secondo pensiero: Regole.
Quelle che lo avevano sempre tenuto in piedi da marine, quelle che lo avevano reso il miglior agente di tutti i tempi, quelle che lo rendevano il più forte e che facevano impazzire gli psicologi...
E ora sono la sua rovina... La sua volontà incatenata a delle regole, proprio come il Dio nordico Wotan con la sua lancia.
Lo avevano abbandonato praticamente tutti, vivi e morti, colleghi e amici. Solo pochi gli erano ancora vicini.
Perché?...
Per colpa di stupide regole imposte all'esasperazione come la 10 o la 12... Stava facendo soffrire le persone a lui care... E per difendersi dovette scrivere un'ennesima regola: la 51...
Ma anche se alternativa era sempre un'altra regola...
Regole...
Vita o morte?...
Perché?...
 
Tanti flash arrivarono nella mente di Leroy Jethro Gibbs che si vedeva scorrere la sua vita come un film davanti a lui, immobilizzato dal coma in un letto d'ospedale.
Ma che cosa è successo? Perché Gibbs è in coma?

Subito dopo la partenza di Tony le cose hanno cominciato a prendere una brutta piega all'interno dell'agenzia. Tim McGee e Elly Bishop, gli agenti operativi rimasti, erano molto tristi per l'addio di Tony, e Gibbs li capiva; sapeva bene che la perdita di DiNozzo a causa della morte di Ziva era durissima da superare e ci sarebbe voluto del tempo; poi però si accorse che le cose, anziché migliorare, peggioravano. I due agenti erano diventati sempre più taciturni, lavoravano fino a tardi e spesso rispondevano a Gibbs "alla Gibbs", ovvero con dei semplici genti della testa, o delle occhiate di gelo, quasi polemiche.
La routine dopo la partenza di Tony era sempre la stessa:
- C'è un marine morto a Baltimora, muoviamoci! - disse Gibbs col suo solito tono sbrigativo e burbero
- Proprio a Baltimora, capo? - rispose timido Tim, alzando per la prima volta nell'arco della giornata la testa dal computer.
- Sì! Parlo arabo, per caso? - disse Gibbs voltandosi verso il suo nuovo agente più anziano.
- No, no, ma... - Tim si fermò. Gibbs lo stava guardando malissimo e pensò bene di non andare avanti.
E tutto questo per un bel po'... Eppure tutti gli omicidi di marine dalla partenza di Tony non portarono a nulla e la squadra era sempre più in allarme. In seguito, dopo tanti fallimenti, con l'aiuto dell'NSA e del Pentagono, anch'esse in allerta per serial killer di marine, si trovò un collegamento tra tutte queste morti: le vittime avevano un microscopico disegno di un angelo nero sul braccio, talmente piccolo che Ducky tante volte non era riuscito a scorgerlo. Attraverso quel disegno si arrivò ad un nome: Samael Mishnev, l'unico comune denominatore di omicidi irrisolvibili. Gibbs appena vide il cognome del sospettato ebbe una fitta allo stomaco e si dovette sedere. Ducky, molto cortesemente, gli portò dell'acqua, ma lui rifiutò e cercò di rialzarsi con fatica. Era il fratello di Sergei, colui che ussice Diane e tanti marine innocenti perché voleva entrare nella testa di Gibbs: e ora Samael voleva vendicarsi!
Tutta l'America era in allerta: l'FBI sarebbe rimasta a proteggere i possibili obiettivi, mentre le altre tre agenzie cercavano un modo per anticipare le mosse del criminale russo.

Il piano in comune per incastrare Samael era il seguente: un membro per ogni agenzia con specialità diverse si sarebbe imbarcato su un aereo privato diretto in Russia per distruggere il rifugio del terrorista. Serviva un analista dell'NSA, un esperto in computer del Pentagono e un marine esperto dell'NCIS.
Fu scelto Jake (l'ex marito di Elly), Delilah (la ragazza di McGee) e, ovviamente, Gibbs.
Il gran giorno del piano però Gibbs non sarebbe potuto esserci perché la sera prima tornando a casa, aveva avuto un giramento di testa inspiegabile e cadendo si fratturò una gamba.
Perciò al suo posto andarono i più valorosi generali dei marine di tutti gli Stati Uniti. Ovviamente la cosa a Gibbs non andava giù, così il Dr. Taft si era offerto per stare con lui a casa in modo da fargli compagnia e allo stesso tempo sorvegliarlo e curarlo. Gibbs, a malo modo, accettò, ma voleva rapporti costanti da parte degli inviati.
Tim voleva andare con Delilah, perché pensava fosse troppo pericoloso per lei, e nelle sue condizioni poi... Anche Elly, nonostante ciò che è successo con Jake, voleva stare al suo fianco nella sua prima missione sul campo, in fondo era ancora una parte di lei e voleva vedere tornare tutti a casa sani e salvi.
Ma così non fu...
L'aereo non fece mai più ritorno a Washington...
Dopo cinque giorni al Telegiornale ci fu l'annuncio di un aereo americano bombardato da dei caccia russi non identificati, se non da un disegno di un angelo nero con in mano un teschio rosso sulle ali.
Nessun superstite...
Jake, Delilah e tutti i marine a bordo dell'aereo erano morti...
Non appena la notizia giunse all'NCIS (erano le 21:00 di sera e Gibbs era al quartier generale in stampelle), la luce dell'agenzia si spense completamente...
- C'è stato un guasto al sistema! - disse Leon facendosi luce con una torcia. Poi, non appena vide tutti gli agenti pietrificati dalla notizia, si arrestò anche lui.
Nessuno aveva la forza di rispondere...
Silenzio...
Buio...
Elly aveva perso il suo ex marito, Tim aveva perso la sua ragazza e Gibbs aveva perso tutto: si sentiva in colpa perché sarebbe dovuto essere lui su quell'aereo e sarebbe dovuto morire lui, non quei poveri marine.
McGee guardò l'anello che voleva dare a Delilah, poi scoppiò:
- Non è giusto... - con un filo di voce. Abby corse subito ad abbracciarlo.
- Questo è troppo, non ne posso più di questo lavoro! - continuò Elly più aggressiva, rivolta a Gibbs
- Calmatevi, non risolveremo nulla se ci agitiamo! Sono anch'io sconvolto per quanto accaduto, ma questo è il nostro lavoro: perdere i nostri cari dispiace ma è il rischio che dobbiamo correre se lavoriamo qui! - disse Gibbs cercando di restare impassibile al dolore e provando a rimettere in riga i suoi agenti.
Ma Gibbs sentiva che la situazione gli stava sfuggendo di mano; Samael stava anticipando tutte le loro mosse... Voleva mettere odio all'interno dell'agenzia: e ci riuscì!
- Tutta colpa delle tue stupide regole! Tutto questo è successo per colpa tua! Me la pagherai!! - disse Tim che, liberatosi dalla stretta di Abby, puntò la pistola contro Gibbs. Poi continuò:
- Se fosse stato per me, ora starei con Abby da tredici anni! Ho cercato altre ragazze fuori dall'agenzia perché mi fidavo delle tue regole! E adesso che sembrava che con questa fosse una cosa seria, lei è morta! Ne ho abbastanza di perdere persone care, ne ho abbastanza di regole e lavoro e ne ho abbastanza di te, Gibbs!! - concluse Tim.
Poi all'improvviso si gettò su Gibbs, picchiandolo e piangendo a dirotto nello stesso tempo. Gibbs non si opponeva, era troppo sconvolto. Ducky e Abby cercarono di fermare ciò che rimaneva di Tim. Elly rincarò la dose contro Gibbs e gli disse:
- L'NCIS mi ha portata via con Jake! Se fossi rimasta all'NSA io e lui non avremmo divorziato e ora forse sarebbe vivo! Da quando sono qui non facciamo altro che perdere persone care! -
Gibbs a fatica si alzò dal dolore e rimase aggrappato alla sua scrivania, senza parole. Guardò i volti accecati dalla rabbia dei suoi due agenti e quelli impauriti di Ducky, Jimmy ed Abby. Tim, ormai colmo d'ira, gettò via il distintivo e la pistola, poi di impulso prese Abby e, davanti agli occhi spalancati di Gibbs, la baciò intensamente come non aveva mai fatto con nessuna donna prima ad ora. Abby abbracciò Tim piangendo e accarezzandolo sulla nuca: la bontà di Abby stava cercando di calmare tutti, ma l'odio cresceva sempre di più così come la forza distruttivo-psicologica di Samael.
Elly strappò tutti i suoi fogli e i suoi rapporti che aveva scritto con tanta cura e li tirò addosso a Gibbs, violenta e arrabbiata come non mai. Gibbs non riusciva a parlare, era paralizzato... Nello scompiglio di quel momento, ci fu uno squarcio...
Buio...
Poi una tempesta di fulmini e di pioggia violenta si scagliò superba su Washington...
Poi un'esplosione...
Un terrorista si era fatto saltare fuori dall'NCIS e aveva causato un incendio per tutta la base, al grido di: "L'angelo della morte sta arrivando!" recitato in russo.
Gibbs, Tim, Elly, Abby, Ducky, Jimmy, il direttore Vance e tutti gli altri dipendenti uscirono tossendo dalla base e, stremati, si allontanarono. Da lontano, riparati dietro un bosco, potevano vedere la totale disfatta dell'NCIS: nelle tenebre di una notte tempestosa e buia, l'unico spiraglio di luce era quella del fuoco che divampava per tutta la base dell'NCIS.
Fuoco e acqua danzavano come fantasmi impazziti e si penetravano come se fossero una cosa sola... Come se stesso facendo l'amore guardando il trionfo dell'odio e la disfatta della marina e di tutti i suoi valori... I fulmini sull'NCIS sembravano tanti pennelli che spargevano colore su una tela di una città spenta e morta.
Morte...
Non si distinguevano le lacrime della dolce Abby con la pioggia che le rigava il trucco pesante della faccia, guardando l'NCIS in fiamme. Ducky si inginocchiò quasi privo di forze e svenne davanti a Gibbs
- Jethro... - disse cercando di afferrarlo.
Gibbs bagnato e sporco allo stesso tempo cercò di sostenere l'amico che anche col dolore della gamba rotta cercava di animarlo. Anche Jimmy, stremato, provò ad aiutarlo ma il fumo li stava tutti talmente intossicando che svenne anche lui. Gibbs cercò di resistere fino a quando di nuovo il giramento di testa non avvolse anche lui. Si accasciò per terra e guardò nel vuoto...
Buio...
E fu sera e fu mattina...
Il settimo giorno...
- Mamma! Mamma, è domenica! - le prime parole che sentì Gibbs appena sveglio dalla finestra, quasi pensando che fosse stato un brutto sogno.
Ma appena si svegliò era in un letto d'ospedale, e c'era il suo amico, il Dr. Taft, che lo stava osservando. Si voltò di nuovo e vide Ducky nel letto accanto al suo che dormiva.
Taft gli raccontò che era stato in coma per due giorni e che l'NCIS era stata evacuata, ma era ancora intatta all'interno. Tuttavia c'erano molti feriti e tra questi c'era Ducky.
Gibbs incredulo cercò di alzarsi, ma Taft gli ordinò di fermarsi: era troppo debole ed era lui il primo a saperlo. Taft disse a Gibbs che aveva un piccolo disegno scuro su un braccio, appena visibile, mentre sull'altro aveva una frase scritta col sangue che recitava: "Salve agente Gibbs, tu tocchi la mia famiglia, io tocco la tua!" Firmato "L'angelo della morte". Taft gli rivelò anche che tra i feriti era l'unico ad avere quella scritta, forse il killer l'aveva scritta quando erano tutti svenuti per il troppo fumo la notte dell'incendio quel venerdì 13.
- Dove sono Tim, Elly e gli altri? - disse Gibbs con un filo di voce.
- Sono a casa al sicuro! Abby, Jimmy e Leon sono tranquilli, mentre Elly e Tim sono nella stanza a fianco e sono sconvolti. - rispose Taft.
- Perché non sono qui, in questa stanza? -
Nessuna risposta.
- Doc! Perché non sono qui??? - Gibbs stava cercando di alzarsi per andare da loro, ma poi arrivò la frecciata finale, ciò che l'avrebbe distrutto definitivamente.
- Perché non ti vogliono più vedere! Mi dispiace Jethro... - disse Taft combattuto, mordendosi la lingua, con una piccola lacrima sul volto.
Silenzio...
Buio..
Gibbs rimase immobile per qualche secondo: non poteva credere alle sue orecchie! Aveva perso davvero tutto! Ormai privo di forze, il marine più forte d'America svenne di colpo e Taft allarmò tutti i medici del reparto per un pronto intervento: Gibbs ha avuto un arresto cardiaco!
 
E torniamo al presente, dopo tanti flashback.
 
Perché?...
Era tutto quello che riusciva a pensare in quello stato di coma...
Un incendio, un'esplosione... Vita o morte?...
Cuori che si infrangono e si disfano come onde su quegli scogli che lui chiamava regole...
Regole...
Lo avevano abbandonato praticamente tutti, vivi e morti, colleghi e amici. Solo pochi gli erano ancora vicini.
Perché?...
Per colpa di stupide regole imposte all'esasperazione come la 10 o la 12... Stava facendo soffrire le persone a lui care... E per difendersi dovette scrivere un'ennesima regola: la 51...
Ma anche se alternativa era sempre un'altra regola...
Regole...
Vita o morte?...
Perché?...
 
Quasi come in un sogno Gibbs era vestito da marine e aveva in mano una lancia dalla punta insanguinata anziché la sua pistola d'ordinanza. Nel manico di quella lancia c'erano scritte tutte le sue regole, dalla prima alla 51.
Si guardò intorno e vide un vecchio, sciupato, dal viso corroso dalle rughe: una persona che aveva camminato tanto nella sua vita e portava un bastone bianco di legno e un cappellaccio scuro che gli oscurava un po' il volto. Gibbs andò verso il vecchio e gli chiese:
- Buon uomo, dove sono? -
- Sei dove tu desideri di essere, pivello! - disse una voce familiare.
- Mike! - disse Gibbs, non appena il vecchio si tolse il cappello.
- Che c'è? Non saluti il tuo vecchio? - Gli disse ironico Mike Franks.
- Mike, devi aiutarmi, dove sono? Perché sono qui con te? Sono forse morto? -
- Beh, è quello che hai desiderato dopo che il Dr. Taft ti ha detto che Bishop e McGee non volevano più vederti... - ribatté Mike tranquillo.
- Io ho desiderato questo? - disse Gibbs incredulo.
- Sono arrabbiati con te perché le tue regole vi si sono rivoltate contro: pensa pivello, Elly è afflitta dalla regola 10, "mai lasciarsi coinvolgere emotivamente da un caso", per quella regola è avvenuta la lite con Jake, mentre Tim dalla 12 "mai avere relazioni fra colleghi"; per quella regola ha dovuto reprimere i suoi veri sentimenti per Abby per 13 anni e quando sembrava di aver trovato una ragazza che potesse mettere una pietra sopra questo rimorso, la ragazza è morta: e tu ti senti in colpa per quanto accaduto... Diane, Kate, Jenny... E anche Tony e Ziva... Anche loro erano una bella coppia... Senza regole 10 e 12 magari loro sarebbero ancora tuoi agenti operativi e vivrebbero insieme contenti... Mentre ora la loro famiglia è distrutta! Tu stesso hai infranto più volte la regola 10, e non sopporti che qualcuno la infranga perché rivedi allo specchio le tue scelte e i tuoi errori! -
Gibbs era rimasto di sasso, ancora più sconvolto di prima. Non potendo ribattere, continuò il discorso precedente:
- Ti prego Mike, dimmi dove mi trovo? -
- Sei in un posto speciale, in un posto dove lo spazio e il tempo si mescolano. Sei entrato nel limbo della tua vita. -
- Sono nel limbo? - urlò Gibbs.
- Shhhhh! Ma sei matto? Vuoi svegliare i morti, pivello? - disse Mike dandogli uno scappellotto.
- Morti? - in quel momento udii delle voci chiamarlo e si avvicinò impaurito a Mike, il quale disse col suo solito sarcasmo:
- Ah, troppo tardi! Li hai svegliati! - Disse asciugando il sudore dell'amico che stava lavando anche lui.
In quel momento dei fantasmi roteavano intorno a Gibbs come a fargli festa; lo afferravano e se lo litigavano fra loro, mentre Mike se ne stava in disparte fumandosi una sigaretta.
Gli presero la lancia e la diedero a Mike, che prontamente usò per grattarsi la schiena.
Prima Gibbs aveva troppo paura per guardare in faccia gli assalitori, poi resosi conto che quei fantasmi non volevano attaccarlo ma più che altro parlargli, aprì gli occhi e scruto i fantasmi uno per uno:
In ordine apparvero: Kate, Chris Pacci, Jenny Shepard, Paula Cassidy, Ned Dorneget, Jackie Vance, Tom Morrow, Diane e tanti altri... ma quattro in particolare attirarono la sua attenzione.
Prima, mamma e papà Gibbs, ma poi il cuore gli fece un tonfo quando incrociò lo sguardo di Shannon e Kelly!
Gibbs con le lacrime agli occhi corse ad abbracciare la sua defunta moglie e sua figlia.
- Shannon, Kelly! Papà, mamma! - Parlava come un bambino, non si era mia visto così l'agente speciale Gibbs.
- Ciao Jethro! - Gli risposero mano a mano  tutti i fantasmi che ora Gibbs poteva toccare in carne ed ossa.
Subito dopo un bosco rigoglioso rifiorì intorno a tutti loro come a chiuderli in un Paradiso terreste. I fiori sbocciavano e gli uccelli cantavano felici. Gibbs staccò un fiore e lo porse a Shannon, baciandola intensamente sulla bocca, la quale ricambio felicemente, mentre Kelly abbracciava entrambi.
Piano piano, Gibbs abbracciò tutti i suoi cari e mai era stato più felice di allora.
- Questo è il giorno più bello della mia vita! Tutti i miei cari sono qui insieme a me! -
- Visto pivello? Non era questo che desideravi? - disse Mike Franks da lontano che aveva osservato tutta la scena.
- Beh, che i morti risorgessero... è un desiderio che abbiamo tutti, specialmente quando sono nostri cari. - ribatté Gibbs.
- Vieni qui capo! - Disse Kate mentre stava abbracciando Gibbs dalla gioia. - Ma è vero che Tony si è innamorato veramente? - continuò Kate.
- Beh, sembra di sì, di Ziva, l'amore della sua vita... - disse mordendosi la lingua.
- Ah! Ah! Vorrei essere lì per prenderlo in giro! - Disse Kate ridendo.
- Anch'io lo vorrei Kate... - disse Gibbs più serio.
- Come sta Leon? - chiese la signora Vance.
- E Tobias? - aggiunse Diane.
- Beh, di sicuro stanno meglio di me... Sentono la vostra mancanza... -
- Già... Voi tutti mi siete mancati! -
- Ehi Leroy! Ti va di andare in barca con me e tua madre più tardi? - disse Jackson Gibbs.
- Certo papà! - disse Gibbs felice come un ragazzino.
- Ma prima c'è la cioccolata della mamma! -
- E il pranzo del trio Shannon-Diane-Jenny allora dove lo mettiamo? - Disse Shannon felice mentre stringeva per mano la sua piccola Kelly. - Siete tutti invitati! -
 
Il pranzo andò avanti per parecchio tempo e i convitati risero e scherzarono come non mai.
Ad un certo punto Mike si alzò dalla sedia e sbattendo le mani tutti si ritrovarono di colpo in una sorta di cinema.
Gibbs non capiva cosa stava succedendo, ma poi Mike gli si avvicinò e gli chiese:
- Stai bene qui vero, Jethro? -
- Certo, non sono mai stato meglio! Qui ho le persone più care al mondo! Dove potrei stare meglio? -
- Non hai alcun rimpianto? - gli chiese Mike.
- Beh, dopo ciò che è successo all'NCIS... - non riuscì a finire la frase che:
- Allora ti arrendi, marine? Dovresti lottare: sono stato io farti svenire quella notte, in modo che tu non potessi morire su quel dannato aereo! - disse Mike con tono più autorevole.
- Sei stato tu, Mike? Che stai dicendo? Perché?... - rispose seccato Gibbs.
A quel punto il cinema cominciò a proiettare la scena nel mondo dei vivi.
Era il funerale di Gibbs: il Dr. Taft non ha potuto fare niente contro l'arresto cardiaco...
Gibbs vide tutto il funerale con tutti gli onori della marina militare con tanto di banda.
Eppure ciò che lo attirava era la sua "famiglia": c'erano Elly, Tim, Abby, Ducky, Jimmy, Vance e tutti i membri dell'NCIS a porgere l'estremo addio a Gibbs. Tutti piangevano.
Elly era inginocchiata e chiedeva perdono al Buon Dio per aver pensato quelle cose su Gibbs; mai avrebbe voluto che morisse con quell'odio. Portò dei fiori anche a Jake, che nonostante ciò che le aveva fatto, era comunque una parte di lei. Non aveva più nessuno.
Ducky singhiozzava mentre Jimmy stringeva la mano di Breena. Leon che stava parlando alla folla in onore di Gibbs, anche se cercava di nasconderlo, non poté alla fine nascondere un pianto a dirotto incoraggiato e sostenuto dal segretario della marina e dai suoi bellissimi figli. Sotto il suo aspetto impassibile, teneva molto a Gibbs, e lo considerava il suo miglior amico.
Tim e Abby erano in disparte: avevano assistito a un po' della cerimonia, poi non potendo reggere il peso della morte e della disperazione si misero a piangere dietro un cespuglio e senza dirsi nulla si guardarono negli occhi pieni di lacrime: dopo qualche silenzio cominciarono a baciarsi ed abbracciarsi. Era un bacio intenso ed appassionato colmo d'amore e di disperazione allo stesso tempo. McGee voleva dimenticare tutto ciò che aveva fatto a Gibbs; si vergognò a tal punto che, non potendo gridare, sfogò tutto su Abby, la quale, ricambiò disperata anche lei. Le loro mani tremavano, sudavano e si dimenavano dentro ad un cespuglio mentre facevano l'amore più struggente e tragico mai visto prima... Mentre le loro lingue si intrecciavano, l'uno poteva sentire nella bocca le lacrime dell'altra.
- Ti amo... -
- Ti amo anch'io! Scusa se te lo dico solo adesso, Abby! Scusa se ho ferito Gibbs! Lui è morto arrabbiato con me e Elly: non mi perdonerò mai...-
Rimasero lì, abbracciati e tremanti, chiedendo perdono a Dio e sperando di svegliarsi da questo brutto sogno.
Allo squillo di tromba tutti si alzarono in piedi e fu silenzio...
Silenzio...
 
Gibbs, nel vedere quella scena straziante, scoppiò in lacrime per la prima volta dopo tanto tempo... Mike gli mise una mano sulla spalla per confortarlo.
- Che significa tutto questo, Mike? -
- Significa che la vita ti sta mettendo davanti ad una scelta: tu non sei ancora morto, sei ancora sotto i ferri del Dr. Taft, ma sei in gravi condizioni, e tutti i tuoi compagni sono fuori ad aspettare con ansia il risultato dell'operazione! Anche McGee e Bishop! Sono pentiti di ciò che ti hanno detto! Questo che ti ho appena fatto vedere è ciò che accadrà in un imminente futuro se sceglierai di restare qui nel mondo dei morti. -
- Quindi non sono morto? - disse Gibbs, quasi sollevato.
- Non ancora: puoi ancora redimerti. La scelta è questa: o scegli di restare qui con tutte le persone a te care e la tua vera famiglia e allora per i medici non ci sarà nulla da fare, oppure ti aiuteremo a combattere per restare in vita, ma una volta che ti sveglierai, perderai tutti questi affetti che ora in questo Paradiso ti circondano...! - concluse Mike, calpestando l'ultima sigaretta.
Silenzio...
Tutti guardarono Gibbs per sapere la scelta definitiva...
Gibbs non era mai stato più combattuto...
Il tormento di una vita piena di pericoli e di pazzi o una dolce morte per abbracciare i propri cari?...
Cruda vita o dolce morte?...
Il terrore della vita o l'angelo della morte?...
Vita o morte?...
Perché?...
 
Alla fine Gibbs, in lacrime come non mai, ruppe il ghiaccio:
- Io vi amo tutti, siete fantastici. Mi ha fatto tanto piacere rivedervi e passare con voi del tempo! Veramente vorrei restare... Ma la mia nuova famiglia sta piangendo fuori dalla sala operatoria! La mia famiglia, quel poco che ne resta, è laggiù! Ho non pochi rimorsi per ciò che ho fatto, ma la nostra vita è fatta di scelte più o meno sbagliate e ci conviviamo... Così io scelgo di tornare all'NCIS! Dalla mia nuova famiglia! - concluse Gibbs.
- Sia come vuoi! Addio Jethro! - Dissero in coro i fantasmi, allontanandosi sempre di più. Mike gettò la lancia a Gibbs, il quale la prese al volo e, colmo di disperazione, la spezzò.
All'improvviso un vortice inghiottì Gibbs e lo separò dagli altri. Ebbe solo la forza di gridare, soffocato dal pianto:
- Addio amici! Addio a tutti! Vi voglio bene! Un giorno ci vedremo in un mondo migliore, ma quel giorno è destino che non sia oggi! - e detto questo, il vortice lo divorò e Gibbs svenne nuovamente.
 
Silenzio...
 
- Capo! Capo! Mi senti Capo? -
- Gibbs, rispondi! -
All'improvviso Gibbs aprì un occhio, poi lentamente entrambi e vide i suoi agenti lì vicino a lui dopo un intervento riuscito alla grande dal Dr. Taft che era lì accanto.
- Bello addormentato, come stai? - disse in modo scherzoso il dottore.
- Meglio di te, doc... - rispose Gibbs abbozzando un sorriso.
Ci fu un gran giubilo! Gibbs è tornato! Impossibile non notare i salti di Abby per tutta la sala.
Abbracciò tutti quanti mentre qualche lacrima gli rigava il viso, felice di essere di nuovo tra loro.
- Ehi vecchio Jethro, come stai? -
- Ehi Tobias! Ti saluta Diane! -
- Cosa? - disse Fornell a metà tra il riso e l'incredulo.
- No, lascia stare è solo un sogno! - disse Gibbs.
- Caro Jethro, abbiamo buone notizie: l'NCIS tra qualche giorno sarà di nuovo operativa: ciò significa che ti rivogliamo subito in carreggiata, capito! -
- Capito direttore! -
- E non farci più prendere spaventi del genere! - disse Ducky col suo sarcasmo scozzese.
- Ducky come stai? L'ultima volta che ti ho visto eri più di là che di qua! -
- Beh, non quanto te capo, le possibilità di salvarti erano poche! - disse Elly. Poi continuò - Gibbs, ci dispiace per le cose che ti abbiamo detto,non eravamo in noi... -
- Davvero capo, lo so che non accetti le scuse, ma dal profondo del mio cuore sento di chiederti perdono e di assicurarti che simili gesti non si ripeteranno più! - finì Tim.
- Scuse accettate! Grazie a voi, invece, perché mi avete salvato! - rispose Gibbs.
- Ti sei salvato da solo! Sei stato grande Jethro. - disse infine Taft appoggiandogli una mano sulla spalla.
- Attenzione, notizia importantissima: io e Tim ci siamo fidanzati e presto ci sposeremo! - disse Abby euforica e sorridente come non mai.
Dopo complimenti e congratulazioni da parte di tutti, Gibbs esclamò:
- Congratulazioni! Direi che le regole possono ritenersi superate! Meglio usare il buon senso d'ora in poi -
- Che ne hai fatto del vero Leroy Jethro Gibbs? - gli chiese incredulo Taft.
- Forse è questo il vero e nuovo Gibbs! E ora tutti di nuovo al lavoro per inchiodare quel bastardo! - disse infine Gibbs.
- Esatto, non possiamo fermarci! Samael è ancora in libertà e dobbiamo prenderlo! Domani si ricomincia! - li incitò il direttore Vance.
Così, nell'allegria generale, Gibbs maturò finalmente l'idea di andare in analisi dalla Dott.ssa Grace Confalone.
 
Perché?
Sempilce: Semper Fidelis!
 
FINE
 
 
Grazie a tutti per aver speso un bel po' del vostro tempo per leggere questa mia primissima storia.
Chiedo scusa ai fan ti Tiva ma più che qualche accenno non sono riuscito a fare. Magari nella prossima storia di NCIS parlerò di una futura lotta contro questo nuovo nemico.
Come già detto certe cose non corrispondono alla serie tv, ma sognare è la cosa più bella.
Vi ringrazio,
Gian94.
   
 
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