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Autore: Growl    27/09/2016    2 recensioni
In una classe di venti studenti, le divergenze tra questi portano la preside a fare una scelta rivoluzionaria; dividere gli alunni in quattro Fazioni: La Teocrazia del Sol'Rosa, l'Unione dei Moderati, la Repubblica delle Banane e l'Anarchia della Fattanza. Divisi in gruppi, gli studenti non danno problemi e rimangono tranquilli, e tutti pare andare per il meglio.
Il terzo anno, però, si unisce un nuovo studente al gruppo, Filippo. Con una vita sociale pari a quella di una lucertola nel deserto, una madre estremamente vendicativa e la capacità di tollerare il genere umano ormai persa da tempo, come farà a sopportare i suoi nuovi stravaganti compagni di classe senza contemplare il suicidio? Inoltre, c'è in palio la vincita di una gita in America, e gli studenti sono così ansiosi di "fare esperienze" all'estero da ricorrere ad atti estremi... Non stupitevi se la storia finirà con una tragedia.
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Mi raccomando, ci tengo tanto alla storia, quindi se vi capitasse di leggerla, magari lasciateci anche una piccola recensione? ;P
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vita di Fazioni
in una classe disastrata



 
Giardini e Case da Incubo, nuova stagione su Cielo




I cinque drogati pazzi iniziano a salire le foglie, mentre io rimango indietro. Non ho assolutamente intenzione di marciare davanti a loro, la mia fiducia nei loro confronti è meno di zero, e dato lo stato dei loro neuroni (la metà saranno probabilmente già distrutti) ho paura che qualcosa vada per il verso sbagliato e mi spingano giù, facendomi cadere a terra. Io sto ancora sperando di essere in un sogno lucido estremamente vivido, ma non mi va di controllare se mi faccio male cadendo, soprattutto quando si considera che se ho torto, la mia morte è statisticamente certa.
«Oppio! Oppio! Oppio!» gridano in coro i cinque mentre continuiamo a salire il papavero gigante.
«Scusa… Pietro…» provo a dirgli, e per mia fortuna smette di evocare il nuovo Dio preferito della classe.
«Bro, che c’è?»
Oddio, il bro si è resettato! Incredibile! Devo capire che cosa provoca questo evento.
«Quanto tempo ci vuole per arrivare ad… Oppio? Sono stanco…»
«Zioo, questa è la scalata delle sofferenze per te, che non usi i nostri prodotti speciali!»
«Vuoi provarli?» mi chiede Cosimo. «Una volta li ho offerti ad Alberto e gli sono piaciuti!»
«Eeehm… no grazie…»
«Ma non sai nemmeno di che cosa si tratta! Ti aiuterà a rimanere vigile!» continua.
«Non ho bisogno di droghe per scalare un… papavero… grazie.»
«Beh, ti avverto che Alberto è rimasto molto contento dal mio regalo, e ne sono rimasto contento anche io!»
«Continuate così, a divertirvi senza di me. Soprattutto se si parla di Alberto.»
«Beh, se vogliamo essere precisi… tu hai già provato una delle nostre sostanze…» ridacchia Vinello.
«Dimmi che stai parlando di sostanza dal punto di vista chimico oppure da quello filosofico.»
«Che cos’è la filosofia?!» chiede confusa Roberta, nuovamente. Meglio ignorarla.
«No, una bellissima combo tra un tipo di droga sperimentale e dell’LSD!»
«Mi avete drogato!?» grido esasperato.
«Ziooo, eri svenuto, yo! E che dovevamo fare, abbiamo provato a svegliarti, bella!»
«MI AVETE SOMMINISTRATO UNA DROGA DAGLI EFFETTI SCONOSCIUTI SENZA IL MIO CONSENSO?!»
«Zio, però ti sei sv-
«SONO ABBASTANZA SICURO CHE CIO’ VADA CONTRO LA LEGGE!... MA CHE DICO, VOI NEMMENO SAPETE COSA SIA LA LEGGE!»
Improvvisamente tutto ha un senso! Ecco perché i papaveri crescono a dismisura, la gente abita in casette a forma di frutta che sembrano cassette di frutta, ma l’indizio chiave ce l’avevo sotto il naso, Roberta! Che parlava in modo sensato! Ciò non poteva accadere se non influenzato da droghe molto, ma molto forti!
«Siete pazzi! Pazzi! Appena posso vi denuncio! Per possesso di droga, spaccio di droga, atti osceni in pubblico, offesa a pubblico ufficiale, per o-
«Ma se non abbiamo offeso un poliziotto!» prova a difendersi Cosimo.
«Non oggi forse! Ma sono sicuro che l’avete fatto! Oppure che lo farete! È. Certo!»
Alla fine realizzo che se sono sotto l’effetto di qualcosa, questo effetto/incubo (non escludo ancora questa possibilità) dovrà passare. Tanto vale aspettare la mia guarigione o la mia fine, tanto ormai sono già stressato.
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La scalata continua per almeno un altro quarto d’ora, uno dei peggiori della mia vita, sorpassando anche le volte in cui ero costretto ad aspettare mia madre alle poste mentre litigava con le anziane signore che la superavano in fila, minacciandole di mandarle in ospedale. Almeno lì non dovevo sopportare strane preghiere volte a migliorare il raccolto di cannabis in Uruguay.
Ma fortunatamente la scalata termina. Sopra l’ultima foglia vedo il fiore del papavero, mentre, davanti a me, come pavimento, una grandissima nuvola.
«Sembra zucchero filato, ma non lo è! Fate attenzione!» esclama Roberta, ancora una volta formando una frase di senso compiuto ed effettivamente utile, ciò inizia veramente a preoccuparmi.
«Ci venite spesso qui su?» chiedo a Cosimo.
«Molto frequentemente, per questo la Comuni dice che abbiamo sempre la testa fra le nuvole!»
«YOOOOOOOOOOO» gridano gli altri quattro, mentre io vorrei sotterrare la mia testa sotto terra.
Peccato che siamo su una nuvola.
Davanti a noi si trova una casa gigantesca, di un colore verdognolo.
«E’ la casa del Dio Oppio, mate, senza dubbio, brooooooo!» esclama Pietro.
«Ho i miei dubbi.»
«Dopo tutto ciò ancora dubiti della sua esistenza? E’ chiaramente qui, ci sta aspettando per un’udienza!»
Non capisco cosa sta succedendo ma non m’importa. Devo soltanto cercare di resistere il più a lungo possibile, mamma inizia a suonare quei cassetti!
Camminiamo sulla nuvola fino al momento in cui raggiungiamo l’edificio di dimensioni esagerate; la porta è alta quanto due piani.
«Vedo che il Dio Oppio è molto alto.» dico.
«Ci supera tutti, conosce le migliori piantagioni in circolazione, e secondo la leggenda chi ci parla verrà benedetto, permettendogli di avere la Canna Finale!» esclama Roberta.
«Apprezzo la vostra dedizione nel creare una dettagliata storia riguardo questa divinità, ma perché non mettete questo impegno in azioni socialmente utili?» chiedo.
Per la prima volta da quando sono in classe, sento Mario parlare.
«La Canna Finale ci permetterà di sentirci tutt’uno con l’Universo e svelare i suoi segreti più profondi, ricevendo la conoscenza suprema. Una volta ricevuta, la diffonderemo e permetteremo al mondo e ai nostri discendenti di conoscere il Tutto, grazie alla benevolenza di Oppio! Questa è la prima occasione in cui possiamo incontrare il Dio e raggiungere la pace con la Canna Finale!»
Avrei preferito se fosse rimasto in silenzio.
Mentre ci addentriamo nella magione, vedo oggetti enormi, come pentole grandi quanto sedie, frigoriferi alti quanto rampe di scale, dispense vastissime… ma mi chiedo, come mai sono tutte cose che hanno a che fare con il cibo? Deve essere la casa di un gigante, che chiaramente non esiste.
Quanto ci voleva per svegliarsi? A questo punto dovevano avermi già portato in ospedale e si dovevano muovere a rianimarmi, non volevo finire intrappolato in un limbo tra vivi e morti in cui solo una persona poteva vedermi, e tantomeno restare in casa di questo pazzo che mangiava in continuazione, anche se sicuramente cucinava meglio di mia madre, non percepisco nessun odore che rischia di uccidermi.
Mentre rifletto (probabilmente l’unico qui dentro che è capace di fare ciò) qualcosa sbatte a terra violentemente. Mi giro e vedo che Cosimo ha tentato di arrampicarsi su un tavolo gigante, ma è caduto vicino ad un posacenere che pare una fontana.
«Sto bene… non preoccupatevi… Alberto mi ha insegnato a sopportare il dolore…»
Perché non vuole smettere di parlare di lui? Mi fa male solo pensarci.
Successivamente invita gli altri a raggiungerlo, dato che ha trovato diverse pasticche dai colori vivaci dentro un recipiente.
Dopo ciò, io li saluto. Magari dentro questo inferno riesco a trovare una via d’uscita dai miei incubi/una cura per disintossicarmi.
Dopo poco che li ho persi di vista, però, sento tremare di nuovo il terreno. Tutto ciò è impossibile mi dico, siamo su una cazzo di nuvola!
Ciò che ho imparato a scuola però non va perso, e immediatamente mi nascondo sotto un cestino di legno formato extra-large per proteggermi da eventuali detriti. Magari uno di loro colpisce Roberta e la fa tornare normale.
Poi sento un ghigno terrificante, seguito da un “Ucci ucci, sento odor di fatti con cappucci!”
Non pensavo che stare con quei drogati per una mezz’oretta fosse abbastanza perché mi passassero il loro odore… cavolo, mia madre adesso mi chiederà con chi me la faccio… letteralmente. 
   
 
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