CAPITOLO
I:
PROLOGUE
Era
una mattina come le altre. Angelo Tardini faceva la
sua solita routine: doccia, colazione, scuola. Nel frattempo, col cellulare in
mano, era intento a commentare vari post sul noto sito Faceblock,
come suo solito del resto. Un post gli fece andare di traverso un biscotto; il
post affermava che proprio vicino a casa sua, in piena notte, erano stati
avvistate strane luci di dubbia provenienza. «Cos-» sussultò Angelo. Ma ciò non
lo fermo nel continuare a condividere immagini poco divertenti sul suo profilo.
«Eppure...» pensò. Continuando a fissare il nome con il quale era conosciuto
sul web, Dvok, si sentì parecchio strano. Aveva da
poco preso un virus sul suo PC, a causa del suo scorrazzare su siti poco
raccomandabili, ed era da quando se ne era sbarazzato che sentiva un'eccessiva
voglia di fare flame. «Credo che sia successo qualcosa» continuava a pensare.
Nonostante tutto, la giornata di Angelo proseguì senza intoppi, tanto che la
sera, dopo aver parlato con i suoi amici sul loro canale vocale di Accord, andò
a dormire come se nulla fosse, sperando che il giorno dopo le cose si sarebbero
risolte da sole.
Al suo risveglio sembrava tutto normale, ma guardandosì
allo specchio notò una cosa che lo sconvolse: indossava un costume! Da
supereroe, per giunta! Era di un colore blu acceso, quasi azzurro. Aveva una
grossa T di un appariscente color rosso stampata sul petto, dal quale sentiva
provenire anche grande potere. Un mantello dello stesso colore copriva le sue
spalle e la sua schiena, come una sorta di protezione. «Che diavolo sta
succedendo?! Perché ho un mantello?! Cos'è questa... voglia...».
Nell'euforia del momento, andò su Accord a spammare il comando tts, su Faceblok a condividere
post sul suo anime preferito (Lightning11) e su YouFace
(famoso sito di video broadcasting) a creare flame
nei commenti dei video nelle tendenze. Scatenò una guerra tra youfacers, provocò la sua rimozione dalla lista contatti
dei suoi amici di Accord e la chiusura del suo account di Faceblok
nel giro di soli 20 minuti, era un nuovo record per lui! «Non ci credo, questo
potere è incredibile...» pensò.
E non era tutto: il suo potere stava crescendo man mano... e un utente di YouFace si interessò a lui. Il suo nome era Bewd96, il suo
canale era pieno di video a basso contenuto cerebrale, la sua pagina Faceblok altrettanto. Bewd96 era un ragazzo di 16 anni, con
una buona dose di ritardo nel corpo, amante di Maruto,
un anime molto popolare in quel periodo. Benestante e in salute, la sua vita
era simile a quella di Angelo, con la sola differenza che lui si sentiva
incredibilmente superiore a chiunque. «Questo ragazzo ha del potenziale»,
suppose Bewd96, «credo proprio che lo andrò ad incontrare dal vivo».
Passati giorni, Angelo continuava le sue malefatte sul web, talvolta trovando
addirittura sostenitori. Grazie a loro si sentiva appagato, e continuava a fare
quello che credeva essere il suo dovere, ancora ignaro del vero destino che lo
attendeva. Negli scorsi giorni aveva provato, nonostante lo gradisse, a
togliersi il costume, almeno per dormire, ma non c'era verso: sembrava come se
ormai fosse parte di lui, come se fosse la sua pelle. Aveva anche provato, per
curiosità, a strappare il mantello, ma senza successo; non era distruttibile
attraverso i comuni mezzi che aveva.
In un attimo però la sua attenzione passa all'esterno: diverse sirene della
polizia si avvicinano, come in un furioso inseguimento, per fermarsi proprio
davanti a casa sua.
Ma nello stesso momento, il suo gruppo di amici su Accord cominciava a
preoccuparsi per il suo stato.
«Ragazzi sono preoccupato...» disse iLess. iLess era un ragazzo pieno di voglia di vivere, sempre
pronto a fare battute di cattivo gusto agli amici, ma con una grande passione
per i fumetti americani. Il suo anime preferito era Mokuba.
«Non so, è davvero strano. Solitamente quando succedono cose del genere passa
davvero poco tempo prima che ci chieda di aggiungerlo di nuovo... dovremmo
preoccuparci davvero?» affermò Reality: colui che la gente potrebbe definire un
"figo"; un fisico mozzafiato e una serietà disarmanti
contraddistinguevano questo ormai ventenne uomo. Il suo videogioco preferito
era Kingdom Lungs.
Luke a quel punto risposte «secondo me no, dopotutto continua a fare flame su Faceblock e YouFace, quindi credo che sia il solito Dvok».
Occhiali e pipa sempre alla mano, Luke era un ragazzo omosessuale che odiava lo
studio con tutte le sue forze. La sua materia preferita, per questo, era
disegno tecnico.
«E lo fa più del solito, motivo in più per preoccuparsi. Secondo me iLess e Reality hanno ragione» confermò Batt8. Lei era
l'unica ragazza del gruppo: molto volgare, anche se non sembrava, e talvolta
riusciva a offendere gravemente persino gli adulti. Adorava le zanzare talmente
tanto da farne un allevamento in casa.
«Ragazzi, che ne dite di prenderci una vacanza? Tanto la scuola è appena
iniziata, non ci perdiamo così tanto! Andiamo da Angelo e vediamo come sta,
cerchiamo di aiutarlo a curare il suo ritardo!", propose Spith ai suoi amici. Spith era il
membro più gentile del gruppo; di statura alta, i suoi capelli nero pece a
volte sembravano confondersi col buio. La sua figura geometrica preferita era
il quadrato.
«Dovrò chiedere altri soldi a mia madre... questa volta mi ammazza» pensò
Reality. Ma nonostante questo la sua voglia di aiutare un amico lo convinse.
Dopo la decisione unanime di andare, il gruppo si mise in viaggio.
Nel frattempo, a casa di Angelo, qualcuno bussò alla porta.
«Chi è?» chiese Angelo, spaventato dalle sirene di poco prima.
«FBI, abbiamo un mandato di perquisizione!»
«Cosa succede, agenti?» disse Angelo aprendo la porta. Nella sua mente
viaggiava attraverso varie idee: lo vorranno arrestare per i flame? Aveva commesso qualche crimine di cui non si
ricordava? La risposta degli agenti, però, fu molto vaga.
«Angelo Tardini, giusto? Dobbiamo ispezionare la
casa, potrebbe essere accaduto qualcosa» disse un agente tirando fuori quello
che sembrava un detector.
Così comincio la ricerca degli agenti dell'FBI: il detector faceva un suono
diverso man mano che ispezionavano la casa, sempre più acuto all'avvicinarsi di
Angelo.
«Posso offrirvi qualcosa?» chiese Angelo gentilmente, avvicinandosi a loro. Il
detector fece un suono acutissimo.
«No, grazie» risposero gli agenti in maniera unanime. All'allontanarsi di
Angelo, il loro volto rabbrividì: il detector smise si emettere
quell'acutissimo suono. Si girarono tutti verso Angelo.
«Angelo Tardini, lei è in arresto. Ha il diritto di
rimanere in silenzio, qualsiasi cosà dirà potrà essere usata contro di lei in
tribunale» dissero gli agenti con faccia preoccupata.
«Agenti, perché?! Cosa ho fatto?! Esigo spiegazioni! Non potete arrestarmi
senza motivo!» esclamo Angelo, visibilmente impaurito.
«Ieri sera sono state avvistate diverse luci non identificate vicino a casa
sua. Il nostro detector rivela qualsiasi corpo estraneo alla conoscenza
all'essere umano. Siamo piuttosto sicuri che un'antità
non appartenente al mondo da noi conosciuto... sia entrata dentro di lei».