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Autore: La Setta Aster    28/09/2016    1 recensioni
Su un pianeta dove la legge è dettata dalla mano più veloce ad estrarre un revolver laser... Un gruppo di coraggiosi eroi affronta il deserto marziano in cerca di vendetta, denaro, donne, denaro, dinamite termica, denaro, e per finire: DENARO! Scopriranno loro stessi cavalcando cavalli elettrici dalla regione di Cydonia alla città di Ma'Adim, facendo esplodere tutto ciò che non gli va a genio.
La Krypteia productions è orgogliosa di presentare...
...John Malkovich, Shia LaBeuf, Zoe Saldana...
C'ERA UNA VOLTA SU MARTE
Genere: Azione, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I preparativi per l’attacco a Suq andavano protraendosi ormai da due giorni, ma stavano giungendo al termine: erano quasi pronti, i ribelli, per assaltare una ricca cittadina commerciale a tre giorni di distanza. Cobra, Blacky e Mat avrebbero barattato un passaggio fino allo spazioporto di Tatooine, dove avrebbero trovato un trasporto pubblico verso Ma’Adim, e lì non era certo un’impresa, per tre cacciatori di taglie, trovare un incarico. Finché si trattava di sgominare bande di criminali non era un problema, ma nessuno dei tre voleva avere nulla a che fare con una guerra. Nella loro camera, anche i nostri eroi facevano i bagagli. Blacky se ne stava seduta alla finestra, e guardava l’orizzonte, mentre Mat sistemava degli strumenti per la manutenzione del fucile donati dagli abitanti di Yakhim in una saccoccia. Cobra, invece, pensava al cibo e ai rifornimenti. A Blacky era stato offerto uno smorzatore di energia, utilizzato solitamente per armi laser di grosso calibro e potenzialmente devastanti. Fu facile, per la ragazza, montarlo sul suo braccio bionico, riducendo così l’utilizzo di energia e conferendole una maggiore resistenza fisica quando utilizzava il suo raggio. Quasi si commosse.

Una nocca gentile ma sicura bussò alla porta: era Robin. Ottenuto il permesso di entrare, si presentò con una valigia tra le mani.

“Robin” salutò Cobra, toccandosi la visiera del cappello in segno di amicizia.

“ciao Robin!” il saluto di Mat fu senza dubbio entusiasta.

Blacky, invece, fu meno esuberante “oh, ciao, Robin” disse, prima di tornare a guardare fuori dalla finestra.

“salve, ragazzi” si rivolse a tutti “vi ho portato anche io dei doni” posò la valigia sul letto “non possiedo molto, sono nata povera, ma questi sono preziosi oggetti che mi appartengono e che credo non userò mai, quindi voglio che le abbiate voi, eroi, qualunque scelta prendiate a proposito della rivoluzione”

“l’abbiamo già presa, Robin, mi dispiace” la interruppe Cobra, con cortesia e senza arroganza “in guerra c’è troppa morte persino per me”

“di certo non vivrete lontani da essa lavorando come cacciatori di taglie”

“si rischiano meno pallottole”

“non importa quante ce ne siano, al diavolo ne basta una, col tuo nome scritto sopra”

Quelle parole crearono un silenzio imbarazzante. Per spezzarlo, Robin cominciò a distribuire i doni.

“dunque, Cobra:” si rivolse a lui “per te ho una cintola con borchie in madreperla o bottoni d’argento, e due fondine belle robuste, in cuoio bianco di daino albino delle steppe”
Cobra le accettò con gratitudine, ben felice per quel mirabile dono.

“Mat, ora viene il tuo turno” come lo chiamò, si fece avanti, nascondendo la curiosità, e decisamente imbarazzato, e più emozionato per Robin che per il regalo “per te ho un nuovo mirino, bianco come l’avorio, placcato in oro sulla giunzione che lo collega all’arma; possiede un visore notturno, un identificatore di energia vitale, un identificatore di vita non organica, un rilevatore di movimento, un rilevatore di calore, è in grado di vedere oltre i muri e può marcare i bersagli”

“accidenti, è grandioso!” esclamò Mat.

Poi, Robin si avvicinò a Blacky, che ancora guardava fuori dalla finestra.

“io e te siamo partite col piede sbagliato, temo” disse “ma tu sei una ragazza forte e coraggiosa, per me sarebbe un onore se potessimo essere amiche”

Blacky si voltò, e vide che Robin teneva in mano un vestito molto simile a quello che indossava nell’Oltre Vita. Come poteva essere? Forse Vento Selvaggio le voleva suggerire di accettare quel dono? Era scuro come la notte, e delle scaglie di un esotico pesce blu facevano luccicare la zona del ventre. Si concludeva con una gonna morbida, che si fermava diversi centimetri sopra il ginocchio.

“l’ho indossato una volta sola, ma temo che, se da una parte mi sta piccolo, dall’altra mi sta proprio male”

Blacky non sapeva cosa dire.

“e non è finita” riprese Robin. Estrasse altri indumenti dalla valigia, e li presentò alla ragazza “una nuova canottiera verde muschio e una gonna nera, morbida e versatile, ottima anche per andare in battaglia” l’ultimo capo d’abbigliamento che Robin avrebbe donato a Blacky era un guanto bianco, che pareva fatto di seta. “questo non è un guanto comune, l’ho fatto fare su misura due giorni fa dai droidi sarti, è stato completato solo oggi” spiegò “è stato lavorato da un laccio di seta diamantina, creata in laboratorio per essere inserita sui propulsori delle navette adibite alle celebrazioni sacre del capodanno marziano” tutti su Marte sapevano di che si trattava: sui propulsori di quelle navicelle venivano posti involucri di seta diamantina, che, se colpita dal laser o dal plasma, lo lasciava passare attraverso il tessuto, senza disfarsi minimamente, ma, in compenso, la scia – o il raggio laser, come nel caso di Blacky – assumeva un colore molto acceso, vivace, brillante, e che riproduceva i colori dell’arcobaleno, come accade ai raggi solari riflessi da un diamante. Ma non era l’effetto del raggio che importava a Blacky: poteva finalmente nascondere il suo braccio meccanico senza perderne l’efficacia in battaglia.

“non fraintendere, Blacky, secondo me tu sei bellissima anche con il tuo braccio bionico, ma essendo donna capisco quante paranoie ci facciamo per questi piccoli difettucci”
Senza dire altro, Blacky le corse incontro e la abbracciò, lo fece senza pensare.

“non credere di avermi comprata” le disse “ma questi regali sono ciò che ho atteso per tutta la vita”

Robin, dapprima titubante e quasi atterrita dal comportamento insolito di Blacky, decise poi di ricambiare l’abbraccio. Non durò a lungo: ben presto Blacky si scostò dicendo che era finito il tempo delle smancerie.

*

Un’ora più tardi, i nostri eroi erano pronti per ripartire, convinti non meno dell’ora precedente, e decisi ad intraprendere una carriera insieme, come cacciatori di taglie. Passarono a porgere saluti e auguri a Stirling e ai suoi rivoluzionari. Erano riuniti – presenziava anche Robin – in consiglio di guerra, nel saloon, e stavano pianificando l’attacco a Suq, una florida città commerciale controllata dagli Earthlings. Conquistarla significava mandare un messaggio diretto a Ma’Adim: la ribellione non era più costituita da un manipolo di guerriglieri, era diventata una rivoluzione armata, con un esercito in grado di dar battaglia alle bianche truppe terrestri. Il bancone era stato sgombrato dalle bottiglie di whiskey e dai bicchieri sporchi, ed era stato sistemato per ospitare un ologramma della città in questione. Cobra vide Stirling alle prese con la strategia, e poté constatare che era uno stratega migliore di quanto non dimostrasse sul campo. Era sicuramente un uomo intelligente, ma non era cresciuto tra le sabbie rosse, non era in grado di sostenere una battaglia. Infatti, pensò Cobra, quello era compito dei soldati: lui doveva solo ispirare le truppe e dire loro come giungere alla vittoria.

I tre non dissero nulla, non finché Stirling si accorse di loro.

“ah! Amici miei, accomodatevi!” esclamò, facendo cenno con la mano alla barista di avvicinarsi. Ordinò tre whiskey e una crema di whiskey.

“per me del rhum” disse Blacky.

“no, grazie, siamo in partenza” Cobra fermò la barista.

Stirling abbassò lo sguardo “quindi avete preso la vostra decisione”

“non combatteremo questa guerra; state pure certi che non appena avrete vinto arriverà qualche politico ambizioso che vi farà rimpiangere il governo terrestre”

Il rivoluzionario ridacchiò “è confortante saperti così sicuro della nostra vittoria”

A quel punto intervenne Mat “i vostri non sono soldati, ma lottano con una ferocia ammirevole”

“non sarà facile, ma alla fine vincerete” Blacky ammiccò.

Il silenzio cadde su di loro: Cobra, Mat e Blacky parevano voler attendere il momento più opportuno per congedarsi, ma non sapevano se era il caso di parlare ancora oppure no. Alla fine, fu l’anziano pistolero a prendere le redini.

“beh, noi ora andiamo” disse.

Dopo un altro saluto e un cenno col cappello, si voltò, seguito a ruota dai due giovani. Un uomo che correva come se avesse alle calcagna sciacalli sputa fuoco urtò Cobra, ma, senza nemmeno chiedere scusa, andò dritto da Stirling, con qualcosa in mano.

“hey, tu!” lo chiamò Cobra “vedi di scusarti, prima che ti faccia pentire di essere nato”

Quello, quasi senza guardarlo, gli rivolse delle fugaci scuse. Pareva spaventato da qualcosa.

“un messaggio da Suq” disse, consegnandogli quello che pareva un pezzo di stoffa.

Insoddisfatto ma ansioso di lasciare Yakhim, Cobra tornò sui suoi passi, ma dovette arrestarsi immediatamente.

“è un lembo di seta bianco, ma non c’è scritto niente: è macchiato di sangue” Stirling descriveva ciò che teneva tra le mani per essere sicuro di ciò che stava guardando.

Fu in quel momento che Corba s’impietrì.

“non capisco” disse uno dei suoi consiglieri.

“che può voler dire?” domandò un altro.

Senza voltarsi, Cobra si riprese dal terrore che lo aveva pervaso, modificò la sua espressione facciale da bambino spaventato in una più corrucciata e preoccupata.

“è l’addio del Duca Bianco: un pezzo del sudario di Stirling” spiegò il pistolero, rimembrando quel demone eterocromatico.

“cosa?” il coro dei consiglieri e di Stirling esigeva più informazioni.

“quando il Duca Bianco intende mietere una vittima, le fa dono di un lembo di seta bianca, strappata dal velo con cui coprirà la carcassa dello sventurato, una volta morto” Cobra sospirò “questo tre giorni prima della morte, a partire dal giorno che segue la visione del messaggio”

Mentre la paura si faceva strada nei cuori dei rivoluzionari, e, in particolar modo, in quelli di Stirling e Robin, Mat domandava al messaggero chi avesse portato il drappo.

“un droide, una specie di palla argentata con un grosso oculare rosso in mezzo e due parabole ai lati” rivelò, atterrito.

“e ora dov’è?” chiese Blacky.

“fuori dalla città, credo!”

In quello stesso momento, il droide si fece vivo nel saloon. Cobra si voltò all’istante, per evitare quell’occhio rosso acceso, che sicuramente stava inviando immagini al Duca Bianco e ai Ragni di Marte. I rivoluzionari gli puntarono contro le armi, pronti a sparare ad un ordine di Stirling. Quest’ultimo si apprestò a nascondere l’ologramma con i piani d’attacco.

“non ti affannare, Mark Stirling” la voce che proveniva dal droide, quella voce Cobra l’avrebbe riconosciuta tra mille, così sibilante: era lui, era Lince, il Duca Bianco. “so già che attaccherai Suq” il tono pareva calmo, misurato, quasi divertito, come se in quel momento, mentre parlava, stesse sorseggiando un buon tè.

“qualcuno dei nostri ti ha rivelato quell’informazione?” chiese uno dei consiglieri, meritandosi un’occhiata fulminante di Robin: aveva appena rivelato che era effettivamente quella la loro meta.

“non darti pensiero per i tuoi cagnolini fedeli, Stirling nessuno di loro è un Giuda” ogni parola del Duca era come un proiettile rovente che bruciava nel petto di Cobra. Era paura, era rabbia, era disperazione, era sete di vendetta. “non serviva un genio, e io lo sono, per capire che avresti sguinzagliato là i tuoi animali domestici: importante centro commerciale, e il più vicino bersaglio degno di tale nome rispetto alla tua posizione” Stirling impallidì “non che abbiate molta scelta, da Yakhim non c’è che quella città come meta obbligata, tutt’intorno ci sono solo piccoli villaggi e tende dei marziani” ridacchiò, e Cobra si sentì pugnalare le tempie. “la città è vostra, consideratelo un piccolo regalo d’addio per il mio amico Mark” stavolta la risata si fece sentire, ancora più perfida “è governata da una potente e spietata famiglia, i Roth, che controlla la banca di Suq, e ha l’ha resa più un covo di strozzini. Sotto le coperte di velluto e i gioielli di Suq il marcio viene fuori, come da ogni poro di questo sudicio pianeta. Prendete il controllo della città e liberate quelle povere anime in pena” il tono era palesemente ironico “a me non importa”

A quel punto, il droide si voltò, dirigendo il suo tremendo occhio luminoso verso Cobra, ancora di spalle.

“ah!” esclamò la voce del Duca “guarda chi c’è!” si mise a ridere come se stesse riabbracciando un vecchio amico “Cobra!” il droide si avvicinò “che piacere rivederti! Come sta il mio birbante preferito? Spero non te la sia presa per quell’incidente con la bella Marisol” Cobra si sentiva bruciare vivo, come sul rogo “e quella bambina, come si chiamava?”

A quelle parole, Cobra estrasse svelto Parsley e centrò l’occhio del droide, che cadde a terra con un pesante tonfo. Il segnale scomparve poco alla volta, ma si poteva ancora udire la più malefica risata immaginabile uscire dai microfoni del droide, andando storpiandosi finché non si spense completamente, insieme alla luce rossa dell’occhio elettrico.

Cobra lanciò un’occhiata colma di panico a Stirling, che a sua volta rispose con altrettanto sgomento nelle pupille.

“sono un morto che cammina” disse tremante l’uomo che teneva in mano un lembo del proprio sudario.

Il pistolero trasformò la paura in rabbia, e, impavido, puntò un dito verso il condannato a morte “verrò con voi a Suq, e ucciderò il Duca Bianco, ma sarà l’ultima volta che incroceremo i laser, tu ed io” così dicendo, uscì dal salone, furente.

Mat e Blacky si guardarono, senza sapere bene cosa avrebbero dovuto fare, o pensare. Se avessero seguito Cobra gli avrebbe ruggito contro, ma se non l’avessero fatto non avrebbero onorato la loro nascente amicizia. Decisero di inseguirlo.

ANGOLO DEGLI AUTORI:
Allora, dov'eravamo rimasti? Blacky detestava Robin, ma dopo questo capitolo si può sperare in una pericolosa amicizia tra le due belle donzelle della nostra storia ;-) Mat è sempre più cotto di Robin, ma non smette di avere un debole per Blacky. Ma veniamo alle cose serie...
Il Duca Bianco ha lanciato il suo ultimatum: riusciranno i nostri eroie ad evitare il disastro?

 
  
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