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Autore: Yusaki    06/05/2009    5 recensioni
Watanuki si sente in colpa per l'influenza che si è presa la piccola Kohane-chan. Per rimediare chiederà aiuto all'infallibile Yuuko-san, che come prezzo gli imporrà semplicemente di accollarsi la malattia di Kohane per qualche giorno...mal di gola, febbre, e, soprattutto, la mancanza quasi assoluta della voce. Sarà proprio il non poter comunicare a parole a portare qualche problema a Watanuki-chan (Perchè, come si sa, quando si è malati si è più vulnerabili, su tutti i fronti).
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Puah! Da quando gli sciroppi sanno di fragola? Cioè, le fragole mi piacciono…ma questa specie di poltiglietta liquida che passano per sciroppo ha un sapore orribile…sembra gesso spacciato per una medicina alla fragola! Ecco, questa One-shot è della “Saga del mal di gola”, esclusivamente mia: cioè di quelle fanfiction scritte in questi giorni di fastidiosissima influenza contornata da molti “Mi fa male ad inghiottire!” e “Mi è salita la febbre” e “Mi fa caldo e freddo insieme!” insomma, una sacco di lamentele che fortunatamente nessuno sente perché mi è sparita la voce…

Proprio su questo meraviglioso (meraviglioso quanto una spina nel dito mignolo) tema ho scritto questa storia, senza scopo alcuno a parte i miei soliti malefici mille piani per spedire Watanuki fra le braccia di Doumeki (e i piani malefici non sono solo miei, giusto Yuuko-san?). E magari è la febbre, ma stavolta ci sono andata un pochino meno leggera, un pochino appena però! (…certo, come no…n.d.Watanuki-che-non-è-esattamente-d’accordo)

Bando alle mie ciance, ho parlato fin troppo delle mie beghe personali…Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

La ragazza sussultò, con spasmi dolorosi che parvero scuoterle l’intero corpicino magro, facendo quasi prendere vita capelli sparsi sul cuscino, le ciocche parvero arruffarsi mentre si rannicchiava di più sotto la coperta pesante, cercando calore in quel letto morbido.

-Mi dispiace- ripetè per l’ennesima volta Watanuki, sentendosi tremendamente in colpa per quella situazione.

-Non preoccuparti, Kimihiro-kun- disse la bambina, con un filo di voce, voltandosi verso di lui e cercando di rassicurarlo con gli occhi.

Watanuki la guardò, affranto: se solo fosse stato più attento e avesse preso l’ombrello Kohane-chan non si sarebbe bagnata…

Era successo tutto il giorno prima, quando aveva accompagnato Kohane-chan ad una visita medica per un piccolo, innocuo raffreddore. Si era totalmente dimenticato che per quel pomeriggio era prevista pioggia, così avevano finito per prendersi tutti e due un brutto acquazzone e l’innocuo raffreddore di Kohane-chan era diventato una brutta influenza, con tanto di mal di gola.

 Il guaio più grosso, in realtà, era che proprio il giorno dopo Kohane avrebbe dovuto tenere il discorso di apertura ad una cerimonia di qualcosa che lui non aveva capito.

In definitiva Watanuki si sentiva più che tremendamente in colpa.

-Se potessi fare qualcosa per te…- cominciò Watanuki con aria preoccupata.

Kohane-chan scosse la testa sorridendo, come a dirgli di non preoccuparsi, poi sprofondò nel sonno a causa della febbre.

 

 

-Yuuko-san…puoi fare qualcosa?- domandò Watanuki alla strega delle dimensioni, dopo che le ebbe spiegato la situazione.

Yuuko parve prendersi un po’ di tempo per pensare, sorseggiando il sakè che Watanuki le aveva comprato per metterla di buon umore, in modo che la donna accettasse più facilmente la sua richiesta.

-Posso fare qualcosa, certo. Ma come sai c’è un prezzo da pagare- gli rispose come al solito, porgendo il bicchiere a Watanuki.

Watanuki provvide a riempiglielo di nuovo con la bevanda alcolica -Lo so, ma va bene, dopotutto è colpa mia-.

Yuuko sorrise -Non avrai la voce per qualche giorno- disse, sorseggiando subito il suo sakè -L’influenza di Kohane-chan passerà nel tuo corpo-.

Watanuki sembrò vagamente sorpreso da quel prezzo, che non gli sembrava poi così astruso come, invece, di solito erano le richieste della donna.

Negli occhi di Yuuko-san passò un luccichio divertito.

-Chissà se non sarà davvero un problema, per te, non avere la voce…- commentò allegramente, finendo definitivamente il sakè.

Watanuki lasciò quasi perdere quelle ultime parole. Perché avrebbe dovuto essere un problema? Se doveva dire qualcosa si sarebbe arrangiato, in un modo o nell’altro…

 

-Oi- Watanuki si sentì chiamare, sapendo perfettamente chi lo stava salutando.

Era già pronto con la solita risposta scocciata quando si accorse che dalla sua bocca non usciva alcun suono.

Si portò un dito alla labbra, e sospirò; si era dimenticato che da quella mattina la sua voce era stata elargita come prezzo per restituire la salute a Kohane-chan.

-Cos’hai?- gli domandò Doumeki, una volta che gli fu vicino.

Watanuki si indicò la gola e sillabò un “Non ho più la voce!” sperando che l’altro capisse il suo labiale.

Doumeki parve capire perché aggrottò impercettibilmente le sopracciglia e gli chiese -Ti sei preso il mal di gola?-

Watanuki scosse la testa, era un po’ troppo lunga da spiegare a gesti, e non sapeva proprio come fare.

Vedendolo in difficoltà Doumeki intervenne -Me lo spieghi dopo-

Stavolta Watanuki annuì con un mezzo sorriso, accorgendosi un istante dopo di sembrare un po’ troppo gentile con quello stupido arciere, e provvedendo all’istante voltandogli le spalle e camminando a passo di marcia verso il cortile scolastico. Era difficile farsi capire usando solo i gesti.

Una volta giunto lì scorse Himawari-chan e si precipitò a salutarla dimenticandosi per la seconda volta di non avere la voce.

-Watanuki-kun- salutò lei, mentre un imbarazzato Watanuki si sfiorava la gola con aria di scusa -Qualcosa non va?-

-Non ha la voce- spiegò Doumeki al suo posto.

-Capisco- Himawari sembrò preoccupata -Spero ti rimetta presto…-

Watanuki la salutò, esultando interiormente perché Himawari-chan, la luminosa Himawari-chan, si era preoccupata per lui.

-Oggi abbiamo la corsa dei 200 metri- disse Doumeki, mentre raggiungevano gli spogliatoi -Se stai male non dovresti sforzarti a correre, o ti aggraverai-

Watanuki lanciò un’occhiataccia all’arciere sbottando in un “Non sono malato” che uscì in un impercettibilissimo sussurro.

Doumeki gli si avvicinò, cupo, e Watanuki arretrò sentendosi quasi spaventato da quel repentino cambiamento d’umore.

-Allora cos’hai? Voglio saperlo- insistette Doumeki, assottigliando gli occhi in un’espressione penetrante.

Watanuki deglutì, non sapendo bene come spiegarglielo, tentò di dire “Non sono affari tuoi”, ma non ottenne grandi risultati.

-Centrano per caso gli spiriti? Hai pagato un prezzo per qualcuno?-

Quelle domande lo misero a disagio, soprattutto perché non aveva idea di come rispondergli e l’arciere sembrava quasi arrabbiato. Watanuki intuì che era preoccupato, ma non sapeva come dirgli cosa era successo, non aveva neppure un foglietto a portata di mano per magari scrivere ciò che voleva dire.

Intanto Doumeki, deciso ad ottenere una risposta, l’aveva intrappolato contro il muro, i palmi delle mani poggiati contro la superficie chiara così da impedirgli ogni possibilità di fuga.

Watanuki cercò di sottrarsi al suo controllo, tentando al contempo di trovare una soluzione. La loro vicinanza gli fece venire improvvisamente un lampo di genio; gli si avvicinò, ancora di più, protendendosi verso di lui per raggiungere con le labbra il suo orecchio.

-L’ho fatto per aiutare Kohane-chan- riuscì a sussurrargli -La voce mi tornerà fra pochi giorni-

Doveva anche dirgli che l’aveva fatto perché si sentiva in colpa, ma non riusciva racimolare abbastanza voce da dirglielo, così rimase ancora con le labbra accostate al suo orecchio, sentendo il suo stesso respiro venire respinto dai capelli scuri di Doumeki, arrivando caldo sulla pelle del suo viso…

Arrossendo si accorse solo in quel momento della posizione in cui si trovavano, che lui, Watanuki, era abbandonato sul corpo di Doumeki, sui vestiti del quale faceva leva per arrivare a parlargli nell’orecchio; tutta colpa dell’altezza dell’arciere.

Tuttavia non si mosse, ne si scostò come in un primo momento aveva pensato di fare, doveva prima spiegargli per bene di Kohane. Ma, soprattutto, doveva ammettere di non riuscire a muoversi perché sentiva il volto avvampare terribilmente e il corpo piacevolmente accaldato, ad un solo centimetro di distanza da quello dell’arciere.

-Kohane-chan si è ammalata per colpa mia…- mormorò, ancora più piano, sentendosi girare la testa per quella vicinanza che non riusciva ad evitare. E poi perché Doumeki non si scostava ora che aveva avuto la risposta che desiderava?

-E…e oggi doveva parlare…ad una cerimonia…- aggiunse, sentendosi sempre più agitato -…così ho chiesto a Yuuko-san se…-

Il suo sussurro finì in un balbettio al termine del quale si accorse che stava tremando.

Le mani dell’arciere si staccarono dal muro, Watanuki sentiva il calore di quelle dita avvicinarsi, inesorabile ma completamente soggiogato dal bruciare del suo corpo, quando Doumeki posò la sua guancia contro la fronte bollente dell’altro.

-Hai la febbre- affermò l’arciere, lasciando che la sua voce fresca facesse leva sui sensi annebbiati di Watanuki.

Febbre. Sicuramente avrebbe espresso molto rumorosamente il suo disappunto, se avesse potuto, e indubbiamente avrebbe anche dato del maniaco a Doumeki, che gli stava accarezzando la schiena regalandogli brividi estranei all’influenza che si era beccato.

Cercò di nuovo di raggiungere il suo orecchio, rimanendo qualche istante assoggettato al profumo dei capelli dell’arciere, dimenticandosi cosa doveva dire e non capacitandosi di come il suo corpo stesse approvando lo scivolare fluido dei polpastrelli di Doumeki sulla sua divisa scolastica.

-Che stai facendo razza di idiota?- articolarono le sue labbra, con ansiti affannati dalla temperatura alterata.

-Sto approfittando del fatto che non sei rumoroso come al solito- le mani di Doumeki scesero giù e Watanuki sentì uno spiraglio di freddo quando si introdussero sotto la sua maglia scura. Le dita dell’arciere continuarono le loro morbide attenzioni, salendo e scendendo mentre un Watanuki sempre più ansimante diventata più sensibile ai quei tocchi delicati, e stranamente possessivi insieme. Il fatto che Doumeki fosse più alto e più forte di lui…lo faceva sentire completamente in sua balia, privo della forza di liberarsi da un bruciare così intenso. L’unica cosa che poteva fare era assecondare quelle carezze, inarcando la schiena per far combaciare i loro due corpi, che a loro volta parevano accarezzarsi, incuranti dello stropicciarsi delle preziose divise.

Doumeki percepiva con dolorosa prepotenza il calore scottante del corpo di Watanuki.

-Non trovi sia piacevole…- interruppe la frase a metà e un vago ghigno si formò sul suo volto -…il silenzio?- concluse.

Dalla bocca di Watanuki uscivano gemiti senza voce, coronati dal suo muoversi costante contro il fisico vigoroso dell’arciere, quest’ultimo pienamente conscio di quanto passionalmente lo stesse costringendo contro la parete, ormai scaldata a sua volta dalla presenza dei due.

-Smettila…- flebilmente riuscì a mettere insieme quel mormorio, sfiorando il lobo di Doumeki, spingendosi al contempo ancora più contro di lui.

-Se vuoi che smetta basta che tu lo dica, ancora una volta- disse semplicemente Doumeki.

Watanuki si rese improvvisamente conto di non riuscire a dire altro, sicuramente era tutta colpa dell’aggravarsi dell’influenza che gli aveva strappato anche le ultime, vaghe, tracce di voce rimastegli, impedendogli così di dire a Doumeki di piantarla con la sua perversione.

Certo, solo colpa dell’influenza.

 

 

-Kohane-chan, com’è andata la cerimonia?- domandò una ghignante Yuuko-san in direzione della bambina che aveva varcato in quel momento la soglia del suo negozio.

La piccola Kohane sorrise, con sul viso un’altrettanto piccola traccia di malizia che si addiceva stranamente alla sua figura.

-Tutto a posto grazie al fatto che ho riacquistato la voce e la salute- Kohane annuì, felice -Sono molto contenta di stare bene. Ma di quale cerimonia stai parlando?-

Yuuko-san rise -Watanuki deve aver capito male…noi non abbiamo mai parlato di nessuna cerimonia alla quale dovevi assolutamente parlare, vero?-

-Verissimo- Kohane si sedette aggraziatamente su una poltroncina comoda, presto raggiunta da due festanti Maru e Moro.

-Solo che mi dispiace che a Watanuki sia venuta la febbre- sospirò dopo un po’ Kohane-chan.

-Non credo che a lui dispiaccia- Yuuko-san porse a Kohane una tazza di the -Ha potuto aiutarti, sei ancora una bambina, a causa del tuo fisico minuto sopporti peggio le malattie. E comunque Doumeki troverà sicuramente un modo per farlo “guarire”!-

Kohane bevve, brindando simbolicamente all’amore e al poter gustarsi finalmente il the coi pasticcini senza che la gola le bruciasse a morte.

 

 

 

 

 

 

 

 

Per la serie “le influenze prima o poi finiscono” annuncio lietamente che, per quanto schifido, quello sciroppo è riuscito a rimettere un po’ in sesto la mia voce, anche se personalmente non devo partecipare a nessuna cerimonia inesistente! XD

Kohane-chan, insomma, già alla tua tenera età complotti con la strega delle dimensioni? Bravissima! ^__^

Questa One-shot termina qui, presto spero che la dea ispirazione torni a sorridermi e mi aiuti a terminare il prossimo capitolo delle fanfiction che ho in corso. Confido in lei, dea! Mi raccomando!!

E mi raccomando anche a voi: recensite con pareri e commenti, sosteniamoci a vicenda in questa stagione di mal di gola!*__* Spero che vi sia piaciuta almeno un po’. Ciaooo!!!

 

  
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