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Autore: Carla Marrone    28/09/2016    1 recensioni
Un misto di azione e vita scolastica, assieme ai cinque eroi di ultimate spider-man. Ed un pizzico di mistero. Chi è Miranda, "colei che vede"? Ma, domanda ancor più pregnante: cosa desidera il suo cuore? Peter ci aiuterà a svelarlo, assieme alla sua identità. Spero di avervi incuriosito almeno un po'. Sentitevi liberi di lasciare i vostri pensieri tra i commenti. Qualunque parere è più che ben accetto. Buona giornata a tutti.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN NUOVO EROE

 

D’un tratto, un rumore assordante fu udito provenire dalla presidenza. Il senso di ragno di Peter era scattato qualche attimo prima. La giornata, fino a quel momento, si era svolta troppo tranquillamente, per essere vero. I cinque giovani guerrieri, assieme a Miranda, avevano quasi raggiunto la classe, quando dovettero fare dietro-front. Dissero ai compagni di evacuare l’edificio e mettersi in salvo, perché, probabilmente, venivano attaccati. Alla giovane italiana raccontarono, frettolosamente, di aver dimenticato gli zaini altrove e, quindi, di andare avanti. In breve, l’avrebbero raggiunta. Si recarono, invece, nell’aula delle punizioni.

Coulson era in pericolo!

Nel giro di un paio di minuti, si trovavano sul posto, trasformati negli eroi che erano in realtà.

 

Quanto videro li lasciò alquanto sorpresi.

 

Miranda non aveva fatto come le era stato comandato. Era andata in direzione e, al momento, reggeva il preside della loro scuola tra le braccia. A quanto pareva, i pesanti detriti, scaturiti dall’ esplosione del muro della presidenza, lo avevano ferito ad una gamba. Un momento. Come faceva Miranda a sapere da dove proveniva l’esplosione? Era lontana da quella stanza, esattamente come loro, quando si era verificata. 

   

Spider man si avvicinò a Coulson. “Non temere, è solo una lieve frattura della rotula. Si può curare.” Gli disse Miranda, in tono rassicurante. 

“Tu come lo sai?” Le chiese allibito il giovane nerd. 

“Come tu avevi, probabilmente, intuito, i miei occhi hanno dei poteri. Sono riuscita a vedere la frattura, attraverso la sua pelle.” La ragazza indicò i suoi occhi che, nel frattempo, erano divenuti rossi, come a voler provare il punto del discorso.

“Come sai chi sono io? – Gli occhi di Peter si fecero grandi, sotto il costume che gli copriva il viso. - … Oh, già, se puoi vedere la ferita di Coulson, puoi vedere anche attraverso la mia maschera.” Disse, poi, con una punta d’imbarazzo, per non essere stato in grado di fare subito due più due.

 

"Non fate caso a me! - Gli ingiunse pronto il loro pseudo-preside. - Usate i vostri poteri a piena potenza... Fate solo attenzione alle restanti pareti di questa stanza. Ho fatto tinteggiare la settimana scorsa."

Lo sguardo del team si spostò, quindi, sull’artefice dell’attacco a sorpresa: Beatle! 

 

Il sovra citato, non sembrò voler indugiare negli sguardi atterriti degli astanti e scagliò subito una gragnuola di mini razzi, sui guerrieri. Dove diamine tenesse tutte quelle armi, sarebbe sempre stato un mistero, per l’uomo ragno. Ma non era esattamente quello il momento di indugiare in ipotesi di alcun genere.

 

Tutti evitarono la prima raffica di colpi, ma, braccati dai missili ad inseguimento termico, dovettero subire la seconda ventata. Spider man fu l’unico in grado di evitare tutte le armi, scagliate contro di loro. 

 

Nova, però, rifiutava di cedere. Presa la cattedra dell’aula punizioni, la scagliò con forza contro Beatle. Il tutto si rivelò essere una strategia, volta a nascondere, dietro l’oggetto, i suoi raggi cosmici, che lo seguivano a ruota. Così, non vistili, il nemico non avrebbe avuto modo di schivare. 

 

Si rivelò essere la scelta azzeccata. I raggi avevano colpito Beatle. 

 

“L’ho sempre detto io che, chi sta dietro la cattedra, ha il potere!” Esclamò poi, a voce alta, chiaramente soddisfatto di se stesso, le mani sui fianchi e la testa alta. 

“Datemi un fazzoletto, sto per piangere!” Disse Spider man con un curioso tono di voce. 

“Perché, il missile ti ha fatto davvero così male? Io non l’ho neanche sentito.” Affermò Power man.

“Power man – lo redarguì il ragno, con l’aria di chi sente ferita la sua sensibilità – Nova ha appena usato una strategia. E’ un momento speciale ed indimenticabile. Tu non lo trovi commovente?” Adesso era tutto chiaro. 

“Ehi!” Ora, era il turno di Nova di offendersi. 

“Poche chiacchiere e più azione!” Li riprese Ava.

“Il nemico si è già ripreso. Aspettiamoci un attacco rapido, da un momento all’altro.” Danny era chiaramente d’accordo con l’alleata. 

 

L’attacco rapido giunse come predetto. Il nemico aveva scelto le arti marziali, in quel momento. 

I ragazzi avrebbero, certamente, avuto meno problemi a gestire la situazione, se lo scarafaggio non avesse combattuto con dei generatori di scariche elettriche su mani e piedi. Soprattutto Danny che, in quanto esperto di combattimento corpo a corpo, tentava di tutto per tenergli testa.

A quanto pareva, però, i cinque giovani non erano gli unici ad essersi allenati. 

 

All’improvviso un piccolo oggetto piombò su Beatle. Era la bambola che Miranda teneva legata alla borsa. E, all’apparenza, aveva una vita propria. Afferrò decisa il braccio del nemico, arrivandogli alle spalle, per poi, cadere di nuovo a terra e raggiungere la sua padrona. La cosa avvenne talmente in fretta, che gli eroi fecero a malapena a tempo ad accorgersene. Beatle, invece, non aveva notato nulla. 

 

Guardarono tutti Miranda. Reggeva la bambola tra le mani, assieme ad un pugnale dalla punta sottilissima. Infilò rapida la lama, nel cuoricino che il giocattolo semovente aveva sul petto. E Beatle crollò. La squadra osservò l’intera azione con sgomento.

“Non è morto, vero?” Peter sentì di dover chiedere, dopo qualche attimo, di assoluto silenzio. 

La ragazza italiana rispose urlando in fretta le parole:- Avete dieci secondi, prima che il nemico possa muoversi di nuovo. Sbrigatevi a finirlo!” 

I cinque non se lo fecero ripetere due volte. Fu sufficiente un pugno di Ava, per mandare lo scarafaggio nel mondo dei sogni. 

 

Nel frattempo, giunse lo Shield, che lo assicurò ad una camera di contenimento. 

 

“Wow, i tuoi poteri sono straordinari, Miranda! - Le disse Peter, ammirato. – Se ho capito bene, sei in grado di immobilizzare il nemico per dieci secondi. E’… incredibile.” 

“Solo se Makumba riesce a toccarlo, però. E solo se io riesco a pugnalarla.” 

“Makumba sarebbe il nome della “bambola”?” Chiese Luke, con un misto di orrore ed interesse, mentre alzava ed abbassava il medio e l’indice di ciascuna mano. Miranda annuì. 

“Puoi dirle di stare lontana da noi?” Era il turno di Sam di porre una domanda. Il ragazzo impallidiva letteralmente, ogni singola volta che il suo sguardo cadeva su Makumba. 

Ci fu un attimo di silenzio. Danny prese la parola. “Effettivamente, potrebbe essere un’arma davvero pericolosa, se cadesse nelle mani sbagliate…” Disse col suo tono calmo, fissando la bambola, una leggera punta di timore nella voce. 

“Solo io posso azionare il potere di Makumba. E non temere Sam, si muove solo quando e come io desidero.” 

“Un po’ come il martello di Thor, insomma.” Tutti guardarono Ava, nel momento in cui se ne uscì con quell’affermazione. 

“Che c’è?! – chiese l’adolescente, infastidita dagli sguardi perplessi dei compagni. – Thor è l’unico che può usare il suo martello e Miranda è la sola a poter maneggiare Makumba, no?” Spiegò come stesse parlando ad un branco di idioti decerebrati.

“Ad ogni modo, - fece Peter, interrompendo un discorso che non poteva che finire in discussione – sarebbe davvero bello se tu potessi unirti a noi. Sai, no, mettere i tuoi poteri a servizio del bene, combattere il male insieme a noi, la tua squadra.” L’uomo ragno si grattò la nuca, un po’ in imbarazzo. Aveva vagamente balbettato nel domandare alla giovane italica di unirsi al gruppo. E non solo perché temeva di stare sottoponendola ad un’eccessiva responsabilità. 

 

Miranda fu sorpresa. Esitò un attimo a dare la sua risposta. “Non saprei, dovrei pensarci. Io non sono un super eroe come voi…”

“Certo che lo sei. – esclamò Peter. – Non sono forse super poteri, quelli? – indicò la bambola voodoo. – Ma se hai bisogno di riflettere, lo capisco. Solo, tieni a mente che le forze del bene hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile. – le mise una mano sulla spalla. – Se decidi di unirti a noi, fatti trovare sullo Scorpion Building, domani, alle sei del mattino. Verremo a prenderti con il Tri-velivolo.” 

“Non conosco quell’edificio – disse concitata la ragazza – sai che sono nuova del posto.” 

“E’ il grattacielo più alto di New York. Lo riconoscerai subito, perché è fatto di vetro nero. Si trova tra la quinta e la sesta strada.” Rispose il giovane con cortesia, poi, si allontanò, per unirsi al resto dell’equipaggio. I sei adolescenti si salutarono con un breve cenno della mano.  

“Allora ci contiamo!” Le fece Luke, prima di sparire dalla sua vista.

 

Quella notte la giovane non dormì. Aveva troppo cui pensare.

Non eccelleva nell’agilità, né nel combattimento. Ma, poteva migliorare.

Non era certa di saper fare gioco di squadra, abituata com’era a passare da sola, la gran parte del suo tempo. Ma, poteva imparare.

Non si era mai avventurata in qualcosa di tanto rischioso. Ma tanto valeva provare. 

Non mostrava mai, fino in fondo, le sue vere emozioni, perché sentiva di non stare comunicando con persone che le somigliassero. 

Avrebbe potuto essere se stessa…

 

La mattina seguente, provò, letteralmente, un tuffo al cuore, quando il Tri-velivolo si fermò davanti allo Scorpion Building. Sapeva che non avrebbe mai dimenticato quel momento; così come molti altri a seguire. 

 

Era l’alba di un nuovo super eroe, per gli Stati Uniti d’America.

   
 
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