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Autore: PandorasBox    28/09/2016    1 recensioni
#1 [Adam/Ronan, Hunger Games!au] Non è sopravvissuto agli Hunger Games per vivere quello che sta vivendo.
Se lo ripete osservando la scena che ha davanti, se lo ripete evitando lo sguardo dell’altro ragazzo, le sue mani che tremano.
«Le mie mani voi...dovreste ammanettarmi. Non è sicuro lasciarmi così.»
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Genere: Tanto angst ma non avrei voluto
Avvertimenti: Hunger Games!au di cui nessuno sentiva la mancanza
Prompt: Vi rimando direttamente al meme su livejournal e ringrazio ancora kuma_cla che è la principale causa di tutto quello che scrivo.

Note: Se Adam vi ricorda Peeta tranquilli, non vi sbagliate, è proprio fatto di proposito.


 







Non è sopravvissuto agli Hunger Games per vivere quello che sta vivendo.Se lo ripete osservando la scena che ha davanti, se lo ripete evitando lo sguardo dell’altro ragazzo, le sue mani che tremano.«Le mie mani voi...dovreste ammanettarmi. Non è sicuro lasciarmi così.» la voce di Adam lo raggiunge durante il turno di guardia: ché tutti sanno che non è sicuro lasciarlo così ma nessuno di loro ha davvero il coraggio di alzare un dito su di lui. Non Blue, non Gansey, non Noah, non lui. Henry ha provato a dire qualcosa ma nessuno ha provato ad ascoltarlo.«Non dire cazzate, Parrish.» e le parole gli escono di bocca più dure di quanto vorrebbe, forse a volume un po’ troppo alto, si volta solo per vedere il resto della compagnia ancora addormentato.
«Non dovresti abbassare la guardia. Ti fidi di me, sì o no?» e di nuovo la voce di Adam gli fa venire voglia di urlare, è così diversa da quella del ragazzo che era prima di Capitol City, neanche l’arena era riuscita a cambiarlo, cosa fosse successo tra le mura splendenti di quella città non era ancora riuscito a saperlo nessuno.
Neanche lui è riuscito a saperlo.
«Sì. E ti ho detto di chiudere quella cazzo di bocca, Parrish.» e poco ci manca che gli lanci qualcosa, qualsiasi cosa, purché taccia e faccia tacere i suoi pensieri.
E lo farebbe, lo farebbe per davvero se solo le mani dell’altro non fossero intorno al suo collo, ora, se solo non fosse con le spalle al muro.
E se il primo pensieri che gli attraversa la mente è “ora mi uccide” il secondo, immediatamente dopo, è “ora lo uccido”.
E non lascia andare quel pensiero perché non ne ha paura, non sarebbe la prima volta che lo fa, non lo lascia andare perché sa che in realtà non ci riuscirebbe.
E mentre le mani dell’altro continuano a stringere, mentre sente il fiato abbandonarlo e vede gli occhi di Adam farsi lucidi, quella domanda viene ripetuta.
«Ti fidi di me, Lynch, vero o falso?» e lui di nuovo annuisce, di nuovo risponde “vero” annaspando, e quella presa si allenta e quegli occhi blu tornano un po’ più simili a quelli che ha conosciuto, una lacrima scivola via e nessuno dei due pare badarci.


Adam una volta gli aveva detto che gli sarebbe piaciuto conoscerlo prima, prima dell’arena, prima di tutto, e Ronan aveva sbuffato. Ora Ronan pensa che gli sarebbe piaciuto conoscerlo prima, prima di vederlo offrirsi volontario in tv, con quella convinzione di poter comunque vincere che l’aveva portato a riuscirci.
Che poi non si vince niente, questo lo hanno capito dopo, ed i soldi e la fama non ti ridanno indietro l’anima.

E mentre le mani dell’altro pian piano si allontanano, mentre l’aria torna nei suoi polmoni, quella voce torna a parlare e tentenna un po’, perché è rotta ed ha dei dubbi ed ha ragione.
«Mi ami, vero o falso?»
E di nuovo risponde “vero” perché non potrebbe essere altrimenti, vero come ogni volta che glielo ha detto e dimostrato nei sotterranei del distretto 13, vero come ogni volta che c’è bisogno di ribadirlo.
Le sue spalle sono di nuovo premute contro il muro ma questa volta non c’è violenza, ci sono solo un paio di labbra che baciano le sue con una disperazione che nessuno dovrebbe avere, ci sono le sue labbra che rispondono allo stesso modo.

   
 
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