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Autore: __shadow    29/09/2016    0 recensioni
Dal testo
"A cosa pensi se a me non pensi mai?"
Non rispondeva mai subito quando parlavo seriamente, se lo faceva non mi prendeva mai sul serio.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< a cosa pensi se non pensi mai? >>
Non rispondeva mai subito quando parlavo seriamente, se lo faceva non mi prendeva mai sul serio. Se ne stava lì che rispondeva con delle sciochezze mentre se la rideva, ma in realtà penso le piacesse il fatto di tenermi in pugno.
Questa cosa la metteva sempre di buon umore.
Io invece ero sempre in perenne ansia, che aspettavo e temevo il giorno in cui mi avrebbe distrutto.
Quel giorno non rispose, era troppo impegnata a guardare fuori dalla finestra, era un lunedì qualunque,  il cielo era sereno e faveva un caldo pazzesco, quasi non si respirava.
<< a cosa pensi? >> lei si girò e mi guardò con quegli occhi grandi, come se si fosse dimemticata di me per un momento. Quando non stavamo insieme lo faceva spesso, lo sapevo, me lo faceva pensare. Ma vederlo era un'altra cosa. Era molto peggio.
<< non penso a nulla >>
<< invece si. Tutti pensiamo a qualcosa, anche in momenti in cui ti sembrerebbe di no, anzi lo facciamo soprattutto in quei momenti, solo sono tante cose e non riusciamo a distinguerle. In quel caso tutto si riduce ad un niente. >> lei rimase in silenzio, aveva capito che ero serio.
<< che cosa vuoi da me? Me lo dici? >> non lo chiese con cattiveria, nin mi guardò male, in realtà era come se non lo facesse affatto, per lei era una semplice domanda ma a me quelle semplici parole dette con tale leggerezza mi fecero male, davvero male.
Avrei preferito essere preso a pugni, calci, male parole, fino a sanguinare, fino a non sopportare più il dolore, se solo avessi saputo che mi amava davvero, se questo fosse stato un modo per farla stare bene avrei sopportato.
Tutto per una carezza finale, una bella frase, un bacio magari.
<< dicono che l'amore si fa in due ma qua un duo non esiste. Esisto io che penso e amo te ed esisti tu che neanche mi vedi. Esisti tu che non ridi mai, non parli e non vuoi stare con me sul serio. Esisti tu e la tua tristezza, sembra la tua compagna di vita. Si, perchè stai tanto male ma non fai nulla per rimediare. Tutti i miei sforzi sino vani, e forse anche quelli degli altri. Ci conosciamo ma sembra che l'unica cosa che realmente conosci di me è il mio nome. A quante pare abbiamo in comune solo quegli anni. 
E nonostante tutto mi chiedi cosa voglio.
Voglio essere amato e amarti, voglio vedrrti felice, ridere, andare avanti. Voglio camminare con te, la vera te e non il tuo fantoccio. Camminare mano nella mano mentre mangiamo un gelato e parliamo, parliamo davvero e mostrare a tutti il mio sguardo fiero e pieno di orgoglio che grida "ehi, è la mia ragazza" 
Voglio tante cose, giuro.
Voglio semplicemente te, ma tu non mi vuoi. E a me non va bene così. >> lei rimase sorpresa, con lo sguardo perso nel vuoto, sembrava piccola e allo stesso tempo molto più grande. 
<< non lo faccio apposta. A trattarti come ti tratto. 
Mi sembra di vivere in un limbo, non riesco ad uscirne. Non so neanche spiegarti come mi sento. Ma sento come se tu mi tenessi in galera. Mi spiace. Non riesco a darti tutto l'amore che desideri e ti meriti, e non riesco ad accettare quello che mi dai tu. >> aveva parlato chiaro finalmente, niente giri di parole, niente mezzi termini. Non riusciva a spiegarsi più di questo e si tormentava, lo si vedeva da come passava a torturarsi dai bracialli ai capelli, dai capelli al cuore. Probabilmente temeva di essere stata dura, di avermi ferito. E invece no, le sue parole mi avevano aperto gli occhi in un modo assurdo. Avevo sempre messo in primo piano lei scordandomi della mia felicità, l'avevo  fatto da così tanto tempo che probabilmente vedevo la cosa come un obbligo, era diventato tutto così meccanico. Avevo imprigionato entrambi, era arrivata l'ora di uscire.
<< mi dispiace davvero. Dovevo capire prima come stavano le cose. >>
<< ti voglio bene Manuel, davvero tanto. Ma ormai non possiamo fare più niente. >> mi disse avvicinandosi, i nostri corpi a pochi centimetri di distanza.
<< lo so. >> fu tutto quello che riuscì a dire.
Basta con le parole.
Basta con finti sorrisi.
Basta con le carinerie.
Basta fingere che tutto vada bene.
Basta fingere di non essere feriti.
Basta conL'opprimere la tristezza.
Basta lottare.
Basta con noi due.
Lei ormai non aveva più parole per dire chissà cosa, lo vedevo, voleva dire chissà cosa ma non ci riusciva. La conoscevo.
Io semplicemente non avevo nient altro da aggiungere. 
La guardai negli occhi, un'ultima volta,come ci era solito fare dopo aver passato una notte insieme, quello sguardo intimo, pieno di tutto, pieno di noi.
Le misi una mano sulla guancia delicatamente, restò lì per non più di due secondi, poi la feci scivolare via. Una breve carezza. Un ultimo contatto intimo.
Poi senza aggiungere altro mi voltai e lasciai la stanza, lasciai lei.
E per la prima volta dopo anni respirai davvero.
  
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