Capitolo
12 – Verità nascoste. E vissero tutti felici e
contenti?
Dopo la partenza di Alice, il Principe
Edward, decise che era meglio per tutti che la cerimonia delle nozze
fosse
rinviata di qualche settiman, per permettere alla sua amata di
riprendersi e di
sperare che la fortuna facesse il resto.
Mirana
si era ritrovata completamente
d’accordo con il suo futuro sposo e così anche
tutto il popolo di Marmorea. La
Regina e il Principe speravano che Alice avrebbe fatto in tempo, ma,
non
potendo rivelare nulla a nessuno, non potevano attendere troppi giorni.
Conoscevano lo scorrere del tempo che divideva il Sopramondo dal loro e
per
loro pochi giorni, potevano essere anni sopramondiani e viceversa.
A
distanza di un mese dalla partenza della
ragazza, tutti si stavano impegnando a completare gli ultimi
preparativi per il
matrimonio reale. A palazzo, in molti, specialmente Angelica, si erano
accorti
che le due Regine, ma specialmente la Bianca, passavano molto tempo
all’interno
della stanza degli incantesimi, dove a loro era stato proibito, o
meglio
ordinato, dalla Regina Rossa, di non entrare fino a nuovo avviso e di
sicuro
non avrebbero disobbedito agli ordini.
La
cerimonia si sarebbe tenuta all’interno
della sala del trono, mentre il rinfresco nei giardini di palazzo, dove
in
molti stavano allestendo i vari tavoli.
Angelica,
vedendo la Regina Mirana uscire dalla
stanza proibita, come l’avevano iniziata a chiamare da
lì a qualche giorno i
domestici, le corse incontro. «Vostra
Maestà!».
Mirana
si volse verso la sua
interlocutrice. «Angelica!» disse con aria molto
tranquilla e muovendo in
cerchio le mani, come a scacciare un insetto.
«Regina
Mirana è tempo di prepararsi per le
vostre nozze, non vorrete far attendere il vostro sposo
sull’altare…» le
sorrise.
«È
già l’ora?» rispose sorpresa la Bianca
fissando sconsolata la stanza delle pozioni.
Angelica
vedendo lo sguardo assente della
sua Regina non sapeva che cos’altro aggiungere, aveva visto
che dopo la
partenza di Alice era caduta in uno stato di tristezza, mista ad ansia.
«Maestà,
va tutto bene?».
«Si
Angelica, tutto bene!» le sorrise quasi
forzatamente. «Forza! È tempo di andare a
prepararsi, non vorrei mai far
attendere il mio futuro marito proprio oggi! Alice non vorrebbe questo,
ne sono
sicura» disse quest’ultima frase quasi sussurrando,
ma trovando più energia in
sé stessa.
***
La cerimonia di nozze si era appena
conclusa e tutti gli invitati, dopo aver riso e pianto durante gli
scambi delle
promesse dei neo sposi, ora si stavano davvero scatenando.
C’era chi ballava in
pista, chi si divertiva a fermare la gente e a fare battute, chi si era
lanciato
sul ricco buffet e chi come lui, l’unico in tutto quel
giardino riccamente
decorato a festa, era rimasto seduto al proprio tavolo e con aria
spaesata e
poco interessata osservava i novelli sposi, la Regina e il Re di
Marmorea, che
insieme al resto dei loro amici si stavano scatenando con danze
popolari.
Un
breve sospiro di rassegnazione uscì
dalle sue labbra, nella sua testa si stava scatenando una furente
tempesta,
quello che era successo era anche colpa sua, ma lui aveva preferito
dare tutta
la colpa del caso ad Alice perché sapeva che sarebbe stato
molto più facile. “Più
facile un accidente!” pensò
sbuffando una seconda volta più sonoramente.
Anche
se era immerso nei suoi più cupi
pensieri, sentì che la musica era cambiata, ora i musicisti
stavano suonando
una ballata molto più allegra e sentì tutti i
suoi amici e i suoi compaesani,
urlare e ridere sempre più forte, mentre i loro movimenti
andavano a ritmo con
la musica. Tarrant, dopo un tempo che sembrava interminabile,
alzò lo sguardo
verso la pista da ballo come attirato da una strana forza e vide Mirana
che gli
stava sorridendo, ma poi osservò meglio e si rese conto che
in realtà la Regina
stava guardando qualcuno che si trovava dietro di lui.
Una
presenza si stava avvicinando sempre di
più alle sue spalle e lui non osava girarsi per vedere di
chi si trattava.
All’improvviso
la musica si fermò di colpo,
tutti coloro che prima stavano ballando si erano voltati nella stessa
direzione
della Regina Mirana, uno sguardo tra l’incredulità
e la felicità solcò il loro
viso. Poi sentì il suo corpo che veniva preso alla
sprovvista da un qualcosa, o
meglio un qualcuno, che gli si era
aggrappato alle spalle. Non aveva ancora visto la persona che gli si
era
aggrappata alla schiena come una piovra, ma appena
pronunciò: “SORPRESAAA!” non
gli serviva girarsi per sapere che quel qualcuno
altri non era che la sua cara Alice.
***
I due finirono ben presto gambe all’aria,
visto che il Cappellaio non se lo aspettava e per questo perse
l’equilibrio dalla
sedia. Ed Alice, poco dopo essere caduta, si accorse che Tarrant si era
schiantato al suolo erboso in piena faccia, senza alcuna
possibilità di potersi
proteggersi con le mani in quanto bloccate nella stretta morsa della
ragazza.
«Oh
Santo Cielo! Cappellaio stai bene?»
Alice si era alzata di scatto dal corpo immobile dell’amico.
Il
Cappellaio sembrava come pietrificato al
suolo e tutti i presenti al matrimonio avevano cominciato ad
accerchiarsi
introno a lui per capire se fosse svenuto. Alice si
inginocchiò all’altezza del
suo viso e delicatamente scostò i capelli dalla faccia di
Tarrant.
«Tarrant,
tutto bene?» sussurrò preoccupata,
mentre poggiava una mano sulla sua fronte. Forse aveva un po’
esagerato quella
volta.
Ma,
all’improvviso, il Cappellaio, come
rianimato da una nuova forza, si rialzò di scattò
e guardò intensamente Alice,
come se in quel giardino ci fossero solo loro due, e gridò
di gioia mettendosi
a ballare la deliranza, coinvolgendo subito dopo la ragazza e
prendendola
successivamente tra le braccia per farla volteggiare.
Alice
rise come non aveva mai riso in tutta
la sua vita, finalmente era felice, si trovava a casa.
«Sei
tornata!» urlava Tarrant, ridendo
contemporaneamente. «La mia Alice è
tornata!» disse ancora, riappoggiando Alice
a terra. «Ma, aspetta! Sei veramente tu, tu?».
Questa volta sul suo viso si
formò un’espressione perplessa, dopotutto aveva
visto con i suoi stessi occhi, Alice
andarsene sulla groppa di Gaston.
«Sì
Cappellaio! Sono proprio io!» e capendo
a cosa il suo amico stava pensando aggiunse «E questa volta
sono qui per
restare…».
Il
Cappellaio e gli altri loro amici, che
erano accorsi intorno a loro, rimasero sorpresi nell’udire
quelle parole. A
rovinare il momento magico che si stava creando, ci pensò la
Rossa che,
arrivata al fianco della sorella e al nuovo membro della famiglia
reale, il Re
Edward, con la sua solita voce stridula esclamò:
«Finalmente ce l’hai fatta!
Pensavo che non saresti mai più tornata indietro…
Ammetto però che una parte di
me sarebbe stata felice di non averti più tra i piedi, ma
per tua fortuna è
solo una piccola parte; per la precisione quella ancora arrabbiata per
le volte
che mi hai messo i bastoni tra le ruote…» la
guardò con sguardo fulmineo. «Però
ammetto che sei veramente una forza della natura, tornare indietro nel
proprio
corpo con lo spirito non era una cosa facile. Sono veramente sorpresa
e, qui lo
dico e poi non lo ripeterò più, sono davvero
fiera di te».
Le
ultime parole uscirono strozzate e
sussurrate da parte di Iracebeth, ma tutti i presenti riuscirono a
sentirle
chiaramente e tutti rimasero davvero sbalorditi che, parole come
quelle,
potessero uscire dalle sue labbra e soprattutto rivolte verso la sua
vecchia
nemica.
Se
il Cappellaio e tutti gli altri rimasero
come pietrificati a quelle parole, Mirana, Tempo Edward e la stessa
Alice le
sorrisero calorosamente, come a constatare che la Rossa ormai era
davvero
cambiata.
«Grazie
Iracebeth. Porterò sempre nel cuore
queste tue parole» le sorrise Alice prendendosi un
po’ gioco di lei.
A
Mirana scese una piccola lacrima mentre
guardava la sua più cara amica e sua sorella finalmente
vicine, ma il momento
idilliaco venne interrotto da Tarrant il quale, ripensando alle ultime
parole
della Regina Rossa rivolte alla sua Alice, non poté fare a
meno di chiedere:
«Scusatemi se interrompo tutta questa magia ma, Vostra
Maestà, che cosa
volevate dire con “pensavo che non
saresti mai più tornata indietro” e
“tornare
indietro nel proprio corpo con lo spirito”?».
Anche
se questa domanda era rivola alla
Rossa, Alice sapeva che era suo dovere spiegargli di persona quello che
era
realmente successo, perciò fece un profondo respiro ed
iniziò a raccontare
tutto per filo e per segno a tutti i suoi amici rimasti
all’oscuro, ma
soprattutto al suo Cappellaio.
«È
iniziato tutto il giorno prima del
matrimonio e della parata. Ti ricordi?» disse Alice rivolta a
Tarrant «Quella
sera tu mi dicesti che mi amavi, ma io non ero riuscita a trovare il
coraggio
di risponderti…».
Tarrant
ci rimuginò un po’ su, ed infine
fece un cenno affermativo col capo «Sì, me lo
ricordo».
«Quella
sera» Alice riprese parola
continuando a guardarlo, «La Regina Iracebeth ci interruppe e
mi chiese di
seguirla. Sinceramente non sapevo a che cosa andavo incontro quella
sera, non
immaginavo quello che di lì a breve sarebbe
successo».
«Dopo
avervi visto sbaciucchiare qualche
giorno prima» proruppe la Rossa, «Ho voluto fare
qualche ricerca. Come ben sai,
mio caro cappelliere, la tua
adorata
Alice, non è una sottomondiana come noi altri e per quanto
me ne potessi
infischiare del vostro rapporto e della vostra storia, qualcosa dentro
di me,
forse lo stesso qualcosa che mi ha fatto pronunciare quelle parole
troppo
sdolcinate nei sui confronti»
ed indicò Alice «mi ha
spinta a cercare informazioni sul viaggio che separa il nostro Mondo
dal loro.
E sai che cosa ho scoperto?» chiese rivolgendosi a Tarrant il
quale,
leggermente confuso, scosse prima la testa in segno positivo, e subito
dopo la
scosse più energicamente in segno di negazione, corrugando
leggermente anche i
lineamenti del volto.
«Ma
certo che non lo sai! Sciocco d’un
cappelliere senza cervello!» l’apostrofò
la Rossa. «Il libro di uno dei più
potenti maghi di tutti i tempi che visse anni fa nel Sottomondo, il
grande mago
Hornest, per la precisione, diceva che un sopramondiano poteva arrivare
nel
Sottomondo, solo grazie all’aiuto di speciali messaggeri di
Wonder».
«Speciali
messaggeri come lo sono il nostro
caro Bianconiglio e Brucaliffo» aggiunse Mirana interrompendo
la sorella e
sorridendo ai due amici presenti in cerchi attorno a loro.
La
Rossa, che odiava essere interrotta
durante i suoi discorsi alzò gli occhi al cielo e suo marito
cercò invano di
calmarla. «Certo sorellina, grazie per
l’interruzione, credo che tutti qua
c’erano arrivati anche senza le tue sottolineature»
prese poi un lungo respiro,
cercando di calmarsi e poi riprese il suo discorso da dove era stata
interrotta
poco prima. «Il mago Hornest, nel suo libro, spiega che un
sopramondiano, può
viaggiare dal suo mondo al nostro, per un totale di quattro volte,
e…».
«Un
totale di quattro volte?!?» proruppe il
Cappellaio che, con quell’affermazione, non fece altro che
interrompere
nuovamente la Rossa la quale dall’esasperazione
diventò rossa proprio come i
suoi capelli e, se solo fosse stato possibile, le sarebbe potuto uscire
anche
del fumo dalle sue orecchie per quanto era arrabbiata.
«Sì!
Quattro volte! Hai qualche cosa da
ridire su questo?!?» disse acida rivolgendosi al Cappellaio.
«Beh,
Vostra grazia» cercò di rabbonirla
«Facendo qualche conto…» chiuse gli
occhi e cominciò a muovere le labbra senza
far fuoriuscire alcun suono e corrugando ogni tanto la fronte e gli
occhi nel
cercare di non perdere i passaggi che la sua mente, un po’
matta, stava facendo
in quel momento. Poi aprì finalmente gli occhi e li
posò sulla sua Alice,
«Alice è la quinta volta che ritorna a Marmorea,
voi avete appena detto che si
può solo quattro volte, ma la mia Alice è
ritornata per la quinta volta! Non
può essere possibile! Quel libro e voi vi siete sicuramente
sbagliati!».
Alice
si portò una mano alla faccia dalla
disperazione, scuotendo leggermente la testa, mentre la Rossa, ormai
spazientita, cercò, in modo molto
“calmo”, di spiegare il tutto. «Se la
smettesse tutti di interrompermi forse entro il prossimo anno
riusciremo a
finire di raccontare questa storia!».
Il
Cappellaio fece segno di sì con la testa
e cercò di evitare di aprire bocca.
«Bene,
forse ci siamo capiti! Allora, dove
ero rimasta…» cercò di ricordarsi la
Rossa.
«Alla
spiegazione del misterioso quarto
ritorno di Alice» le ricordò Tarrant.
«Sì, giusto!
Come tutti sapete, un
sopramondiano può benissimo decidere di rimanere nel nostro
mondo, se lo
desidera; cosa che Alice mi ha confidato durante la nostra
chiacchierata di
quella sera, che mi risulta essere stata origliata da
qualcuno…» e squadrò
malamente il Cappellaio, ma nel momento in cui stava per riprendere a
parlare,
Alice le appoggiò una mano sul braccio, per poter raccontare
lei quella parte
di storia, cosa che la Rossa le permise di fare più che
volentieri.
«Tarrant,
io desideravo tanto poter
rimanere qui insieme a tutti voi, non volevo ritornare nel mio Mondo
sapendo
che sarebbe stata l’ultima volta, che vi avrei rivisti. Che
ti avrei rivisto… Ma
capiscimi, non potevo nemmeno scomparire dal mio Mondo senza salutare
la mia
famiglia e senza darle le dovute spiegazioni, sul perché io
non sarei stata più
presente. Ero ad un bivio della mia vita e la Regina Iracebeth, mi ha
posto
davanti una scelta; una scelta rischiosa, una scelta che poteva
risultare anche
fatale per me. E questo è il motivo per il quale non ho
voluto metterti al
corrente della situazione. Ti conosco, so che non mi avresti mai
permesso di
mettere in pericolo la mia vita, se questo voleva dire vivere con te.
Tu
avresti preferito lasciarmi andare e soffrire, piuttosto che non
vedermi mai
più tornare…» Alice guardò
Tarrant negli occhi. Raccontare quella dolorosa
decisione, le faceva ritornare alla mente tutto quello che era successo
tra di
loro.
Il
Tempo mise una mano sulla spalla di
Alice nel cercare di tranquillizzarla e prese in mano il discorso.
«Sul libro
del mago, c’era scritto che esisteva una pozione. Una pozione
che permetteva di
scindere il proprio corpo in due completamente uguali tra loro; con
l’unica
eccezione che il doppione avrebbe avuto una forza fisica dimezzata
rispetto al
corpo originale. Quella pozione, oltre a permettere lo sdoppiamento
della
persona, fa viaggiare l’anima dal corpo principale al secondo
corpo, facendo
cadere il primo in uno stato di coma. Da quel momento in poi, il
secondo corpo
ha un tempo limitato per poter, diciamo, agire; Alice sarebbe ritornata
nel suo
Mondo con quel corpo e avrebbe avuto un limite di tempo di circa
otto/dieci
giorni, prima di dissolversi nel nulla…».
«Dissolversi
nel nulla!?» chiese Tarrant
sconvolto guardando Alice, come a cercare una qualche rassicurazione
che quello
che stava ascoltando era tutto falso.
«Sì
Tarrant, dissolversi nel nulla»
confermò Alice, che riprese a parlare al posto del Tempo
«Purtroppo, la pozione
non era neanche scritta sul libro e quindi con l’aiuto del
Tempo e della Regina
Mirana, abbiamo dovuto fare un piccolo viaggio nel passato, per poter
incontrare il mago in persona e poterla così preparare.
Durante la
preparazione, il mago Hornest ci ha rivelato che la parte
più pericolosa non
era la smaterializzazione del corpo, ma il ritorno dell’anima
al corpo
originale. Se questa pozione viene utilizzata all’interno di
un unico Mondo,
l’anima torna senza alcun problema al suo proprietario, ma se
questa avviene in
due mondi diversi, l’anima potrebbe non riuscire a tornare e
perdersi tra i due
Mondi, vagando per l’eternità; di conseguenza il
corpo rimasto in coma, lo
sarebbe rimasto fino al raggiungimento della sua
morte…» Alice abbassò gli
occhi e guardò il terreno. «Era per questo motivo
che non volevo rivelarti
niente, se te lo avessi detto, me lo avresti impedito, ma io lo
desideravo così
tanto, era l’unico modo…».
Il
Cappellaio la guardò confuso, la sua
Alice aveva fatto tutto quello per poter vivere con lui e invece lui
non si era
fidato di lei e dei sentimenti che lei provava nei suoi confronti,
“Che razza di stupido che sono stato!”
si
rimbeccò mentalmente. «Quindi, quel giorno, la
persona che se ne è andata su
Gaston…».
«Sì
Tarrant, ero io nel corpo del mio doppione. Ho preso la pozione subito
dopo la
parata, speravo di aspettare dopo il matrimonio della Regina Mirana e
del
Principe Edward, ma quello che stava succedendo fra di noi mi ha fatto
capire
che non c’era più tempo. Ho provato a ritornare il
prima possibile da voi, ma
il tempo della pozione, come ci ha spiegato il mago può
variare, soprattutto se
ci si trova da un’altra parte... Tarrant, mi dispiace per
quello che ti ho
fatto passare, forse avrei dovuto parlartene…» si
scusò Alice.
«Tu
non ti devi scusare» con due dita alzò
il viso di Alice, che stava ancora fissando il suolo, in modo da
poterla
guardare in volto. «L’unica persona qui che lo deve
fare sono io. Ti ho
trattata male, non ho avuto fiducia in te quando me l’hai
chiesta e ho subito
pensato che mi avessi preso in giro fin da quando ti ho aperto il mio
cuore. E
invece è tutto il contrario… per favore perdonami
Alice!».
Gli
occhi di Alice si stavano riempiendo di
lacrime, ma non voleva mettersi a piangere davanti a tutti i suoi amici
e
davanti a tutti i cittadini di Marmorea, per cui, senza neanche
pensarci e
anche per nascondere il suo viso da tutti quelli sguardi, si
buttò tra le braccia
del suo amato Cappellaio, con la consapevolezza che tutto si era
risolto per il
meglio e che finalmente avrebbe potuto iniziare una nuova vita al suo
fianco.
Tarrant,
dal canto suo, strinse a sé la sua
amata, coccolandola e sussurrandole parole dolci, nel tentativo di
tranquillizzarla ed Alice, stretta tra le sue braccia, in quel giorno
tanto
pieno di sorprese, lasciò tutti i presenti, in primis il
Cappellaio, completamente
sbalorditi dalle sue parole.
«Cappellaio…».
«Dimmi
Alice» le rispose Tarrant,
continuando a carezzarle i capelli.
«Non
ti ho ancora dato una risposta…»
riprese la ragazza.
«A
che proposito?» le chiese confuso il
Cappellaio.
«Alla
tua confessione…» concluse lei.
Tarrant
si immobilizzò all’istante e Alice
si districò dall’abbraccio per poterlo guardare
nei grandi occhi verdi che in
quel momento erano spalancati dalla sua affermazione.
Tutti
i presenti intorno a loro pendevano
dalle labbra di Alice. «Anche io ti amo!».
Intorno
a loro esplose un boato di
applausi, insieme a qualcuno che si mise ad urlare i propri auguri alla
nuova
coppia ma, per loro due, tutte quelle esclamazioni arrivano alle loro
orecchie
ovattate; in quel momento era come se esistessero solo loro due e
nessun altro.
Tarrant
prese delicatamente tra le mani il
viso della sua dolce Alice e, sempre con la stessa delicatezza, senza
vergognarsi di essere al centro dell’attenzione generale, le
accostò un dolce e
casto bacio, come a sigillare per sempre quella promessa.
«Oh
santo cielo! Ma è mai possibile che io
debba sempre assistere a tutta questa sdolcinatezza!» si
indignò la Regina di
Cuori.
Il
Tempo sorridendo a sua moglie, la prese
tra le braccia e le stampò un lungo e approfondito bacio
davanti a tutti i
presenti. Bacio che la Rossa di certo non respinse.
Anche
Mirana e il neo sposo, Re Edward, si
unirono alle due coppie scambiandosi a loro volta un dolce bacio e
successivamente proclamarono che la festa ora sarebbe stata ancora
più grande e
invitarono tutti i presenti a scatenarsi nelle danze.
Tutti gli invitati prima di fiondarsi in
pista, dove gli orchestrali avevano già iniziato a suonare,
fecero gli auguri
alla nuova coppia e tra questi vi erano anche i genitori di Tarrant.
«Congratulazioni
ragazzi!» esclamò Zanik
abbracciando il figlio e baciando Alice sulla guancia, seguito subito
dalla
moglie e dagli altri suoi figli.
«Sono
veramente contenta che tu entrerai a
far parte della nostra famiglia! Sono sicura che mio figlio non poteva
scegliere una compagnia migliore di te!» le disse Sam, tra
una lacrima e l’altra.
«E
noi praticamente avremmo una nuova
sorella da oggi!» esclamarono in coro i due gemelli.
«Ragazzi
un po’ di contegno!» li rimbeccò
il padre, senza però che il sorriso gli abbandonasse il
volto.
«Lo
sapevo che questo giorno sarebbe
arrivato! Fratellino sono veramente felice per voi due!»
disse Claire
abbracciando il fratello, che ricambiò volentieri.
Ai
sette si aggiunsero poi gli attuali
sovrani di Marmorea, che chiesero ai due di seguirli per qualche
momento nella
sala del trono. Alice e Tarrant salutarono la famiglia di lui e poi
raggiunsero
Mirana e gli altri.
«Maestà!»
esclamò Tarrant.
«Alice,
so che per arrivare a questo
momento hai affrontato una prova davvero molto
difficile…» iniziò Mirana. «E
tutti noi siamo d’accordo che per il momento sia giusto che
tu te la goda! Dopo
tutto non c’è alcuna fretta,
ma…» Mirana cercò con lo sguardo suo
cognato, per
chiedere a lui di continuare il discorso.
«Come
ben sai, cara la mia piccola Alice,
le tue lancette» il Tempo fece il segno delle lancette che
scorrono con le mani
«Non sono più correttamente al loro
posto!».
«Affinché
tu diventi una sottomondiana a
tutti gli effetti» continuò Mirana,
«dovremmo preparare una nuova pozione,
seguendo la ricetta che ci ha consegnato il mago Hornest, ma i vari
ingredienti
non sono per niente facili da trovare, alcuni non si trovano nemmeno
più nel
nostro tempo e per questo dovrai compiere dei viaggi nel passato per
poterteli
procurate».
«Non
riesco a capire, Vostre Maestà» disse
Tarrant.
«La
tua Alice è una sopramondiana,
giusto!?» esclamò la Rossa.
«Sì»
le rispose il Cappellaio.
«Bene,
come tale, il suo tempo scorre
diversamente rispetto al nostro! Razza di zuccone! Non è che
rimanendo qui, le
sue lancette, come dice il mio Tik Tok, si sistemeranno da sole, hanno
bisogno
di un piccolo aiuto per poterle permettere di vivere più a
lungo qui con noi!
Oppure vuoi che la tua Alice muoia di vecchiaia prima di te?»
lo rimbeccò la
maggiore delle due Regine.
Tarrant
sbiancò a quella possibilità e si
affrettò a rispondere di no alla Regina.
«Visto,
un po’ di buon senso ce l’hai anche
tu!» l’apostrofò Iracebeth.
«Racy…»
la guardò la Bianca cercando di
calmarla. «Per il momento, non c’è
alcuna fretta, godetevi la festa, poi ne
riparleremo nei prossimi giorni. Ci state?» chiese ai due
Mirana.
«Certamente
Mirana» le sorrise Alice.
«Perfetto!
Allora possiamo tornare tutti
alla festa! Forza!» esclamò la Regina con
vivacità.
***
Alla festa, Alice non riuscì a trattenere
le risate, vedendo il suo amato Tarrant muoversi a passi di danza con i
suoi
più cari amici, il Leprotto e i due gemelli. Con molta
probabilità, si ritrovò
a pensare, quei passi erano una nuova versione della deliranza.
Distogliendo
lo sguardo dalla pista da
ballo, dove anche le Regine e i due Re, avevano iniziato a scatenarsi,
Alice
ripensò alla sua vecchia vita, alle persone che aveva
lasciato, a sua madre e a
sua sorella. Pensò a come se la stessero cavando James e il
suo vecchio
equipaggio, certamente viaggiare le sarebbe mancato parecchio, magari
avrebbe
chiesto ai fratelli di Tarrant se qualche volta avrebbe potuto
esplorare le
terre di Wonderland insieme a loro. Le sarebbe davvero piaciuto
viaggiare per
Sottomondo e scoprire nuovi posti. E poi pensava alle persone che
invece aveva
trovato, ai suoi amici, alla famiglia di Tarrant, che l’aveva
ormai accolta
come una figlia e alla famiglia che un giorno avrebbe formato con il
suo amato
Cappellaio.
Sì,
fare delle scelte dolorose, a volte, ci
può portare incontro al dolore ma a volte, invece, ci
può portare verso la
felicità e lei aveva trovato proprio quest’ultima
e per questo si sentiva la
persona più fortunata al mondo.
***
Il sole stava ormai tramontando su Marmorea
e Alice sentì una mano appoggiarsi delicatamente sulla sua
spalla, sapeva
perfettamente a chi appartenesse quella mano.
«Tarrant!»
disse girandosi con un luminoso
sorriso.
«Vogliamo
fare un giro?» le propose il suo
amato.
«Certamente!»
gli rispose di rimando.
Il
Cappellaio aiutò Alice ad alzarsi dalla
sedia e, mano nella mano, si incamminarono lungo i giardini andando
incontro al
tramonto.
Durante
la passeggiata i due rimasero per
la maggior parte del tempo in silenzio, beandosi del leggero suono
della musica
che continuava alle loro spalle e della reciproca compagnia. Erano
talmente
uniti nell’anima che potevano anche non parlarsi per capirsi
l’un l’altra.
Dopo
qualche minuto che camminavano,
decisero di sedersi ad ammirare gli ultimi raggi del sole che
scomparivano
dietro le montagne.
Tarrant
si mise ad ammirare il dolce
profilo della sua Alice, non riusciva a crederci che lei aveva scelto
proprio
lui. «Alice», la chiamò spezzando
così il loro lungo silenzio.
La
ragazza si voltò verso di lui osservandolo in attesa.
«So che a breve dovremmo
partire per quel viaggio alla ricerca degli ingredienti per la tua
pozione e…»
vedendo lo sguardo di Alice, decise di spiegarsi meglio
«Certo, hai capito
benissimo» le
sorrise, «“dovremmo”,
al plurale. Perché questa
volta non ti lascerò sola e non riuscirai a liberarti
così facilmente di me. Dopo
tutto è anche un mio compito proteggerti»
allungò una sua mano al volto della
sua amata per portarle una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
«Va
bene Cappellaio, questa volta sarai
accontentato» gli sorrise Alice. Un sorriso che lo
contagiò in pieno.
Tarrant
abbassò leggermente lo sguardo
verso le loro mani intrecciate, poi, dopo aver preso un lungo sospiro,
tornò a
guardarla intensamente negli occhi, prima di pronunciare quella tanto
attesa
domanda.
«Alice…
dopo che avremmo ritrovato tutti
gli ingredienti e che avremmo rimesso nel giusto ordine le tue
lancette… Mi
vorresti sposare e diventare così la Signora
Hightopp?».
Alice
sentì il suo cuore perdere qualche
battito, non poteva credere alle sue orecchie! Tarrant le aveva appena
chiesto
di sposarlo! Calde lacrime di gioia iniziarono a formarsi ai lati dei
suoi
occhi, in quel momento non poté non pensare che in quelle
ultime settimane
aveva pianto come mai prima d’ora, e con un enorme sorriso e
cercando inutilmente
di asciugarsi le lacrime che avevano iniziato a rigarle le guance,
rispose di
sì.
«Sì!
Certo che lo voglio!» Alice si fiondò
tra le braccia del suo amato.
«Alice,
mia dolce e cara Alice, non sai
quanto tutto questo mi renda felice!» anche il Cappellaio non
era riuscito a
trattenere le lacrime dalla gioia e mentre la stringeva tra le sue
braccia, le
sollevò il viso per poterla baciare.
***
Dopo che il sole aveva ormai lasciato
spazio alla notte, tra le braccia del Cappellaio, Alice decise di
fargli una
piccola domanda che le frullava in testa da quando Mirana e il Tempo
del
problema dello scorrere del tempo tra i loro mondi e di come i
sottomondiani
vivano più a lungo, e quindi invecchino più
lentamente dei sopramondiani.
«Cappellaio?».
«Hmmm?»
le rispose di rimando Tarrant.
«Posso
farti una domanda?».
«Tutto
quello che vuoi!».
«Ma
tu quanti anni hai?».
La risposta a quella piccola curiosità
della nostra Alice non arrivò mai… Ma, dopo
tutto, alcuni misteri non possono
essere svelati… Tuttavia, una cosa è certa. Alice
era intenzionata a scoprire
l’unico grade mistero a cui teneva veramente…
Sapeva
che nel Sottomondo, a Wonderland,
erano vissuti diversi potenti maghi, ed era più che certa
che uno di loro,
magari durante uno dei suoi futuri viaggi nel passato per trovare gli
ingredienti per la sua pozione che le avrebbe permesso di vivere
più a lungo
con il suo adorato Cappellaio, le avrebbe svelato un modo per poter
tornare un
giorno nel suo ex Mondo, magari assieme a Tarrant, per poter rivedere
ancora
una volta la sua famiglia. Per poter rivedere ancora una volta sua
madre…
N.A.
(gennaio
2021)
Visto che è la
mia ultima nota autore, sarò breve…
Inizio
a
ringraziare tutte le persone che hanno seguito questa mia piccola
follia, che
hanno recensito e che hanno solo letto! Grazie di cuore veramente!
Ammetto che
chi l’ha letta prima che mi mettessi a revisionarla non so
come abbia fatto a
non recensirmi tutti i vari errori di battitura e di tempi verbali (e
sono
sicura che qualche errore sia rimasto, per cui vi chiedo scusa).
Rispetto
all’originale non ho cambiato molto, ho voluto seguire un
suggerimento di
un’ultima recensione che mi è arrivata nel 2020,
che mi faceva notare come a
Wonderland non ci sono regole scritte e quindi, visto che nella storia
“originale” non davo spazio ad un possibile ritorno
di Alice nel mondo di
sopra, ho voluto, alla fine, lasciare un finale aperto…
questo purtroppo non
vuol dire che tornerò a scrivere un seguito di questa
fic… in realtà non
scriverò più niente, perché non ho
più il tempo… ci tenevo solo a rimettere un
po’ a posto la storia e correggere il tiro di una scrittura
che era stata
precipitosa e senza troppe revisioni prima di pubblicare i vari
capitoli… Per
cui voglio lasciare al lettore completo spazio di immaginazione.
Ringrazio
ancora infinitamente chi lesse la “prima versione”
pubblicata e chi, a distanza
di anni, ha trovare questa storia a cui ha voluto dare una
possibilità di
lettura.
GRAZIE
<3