Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: vavvina_95love03    01/10/2016    6 recensioni
STORIA REVISIONATA a Gennaio 2021.
Sono passati ormai quattro anni da quando Alice era tornata nel Sopramondo, ma a volte il destino non smette mai di sorprenderci e ti si presenta con un'occasione più unica che rara. Cosa sceglierà la nostra Alice? La mente o il cuore? La risposta sembrerebbe sì la più sconta, ma non sempre la strada per arrivarci è la più facile...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12 – Verità nascoste. E vissero tutti felici e contenti?

 

 

 

 

    Dopo la partenza di Alice, il Principe Edward, decise che era meglio per tutti che la cerimonia delle nozze fosse rinviata di qualche settiman, per permettere alla sua amata di riprendersi e di sperare che la fortuna facesse il resto.
    Mirana si era ritrovata completamente d’accordo con il suo futuro sposo e così anche tutto il popolo di Marmorea. La Regina e il Principe speravano che Alice avrebbe fatto in tempo, ma, non potendo rivelare nulla a nessuno, non potevano attendere troppi giorni. Conoscevano lo scorrere del tempo che divideva il Sopramondo dal loro e per loro pochi giorni, potevano essere anni sopramondiani e viceversa.
    A distanza di un mese dalla partenza della ragazza, tutti si stavano impegnando a completare gli ultimi preparativi per il matrimonio reale. A palazzo, in molti, specialmente Angelica, si erano accorti che le due Regine, ma specialmente la Bianca, passavano molto tempo all’interno della stanza degli incantesimi, dove a loro era stato proibito, o meglio ordinato, dalla Regina Rossa, di non entrare fino a nuovo avviso e di sicuro non avrebbero disobbedito agli ordini.
    La cerimonia si sarebbe tenuta all’interno della sala del trono, mentre il rinfresco nei giardini di palazzo, dove in molti stavano allestendo i vari tavoli.
    Angelica, vedendo la Regina Mirana uscire dalla stanza proibita, come l’avevano iniziata a chiamare da lì a qualche giorno i domestici, le corse incontro. «Vostra Maestà!».
    Mirana si volse verso la sua interlocutrice. «Angelica!» disse con aria molto tranquilla e muovendo in cerchio le mani, come a scacciare un insetto.
    «Regina Mirana è tempo di prepararsi per le vostre nozze, non vorrete far attendere il vostro sposo sull’altare…» le sorrise.
    «È già l’ora?» rispose sorpresa la Bianca fissando sconsolata la stanza delle pozioni.
    Angelica vedendo lo sguardo assente della sua Regina non sapeva che cos’altro aggiungere, aveva visto che dopo la partenza di Alice era caduta in uno stato di tristezza, mista ad ansia. «Maestà, va tutto bene?».
    «Si Angelica, tutto bene!» le sorrise quasi forzatamente. «Forza! È tempo di andare a prepararsi, non vorrei mai far attendere il mio futuro marito proprio oggi! Alice non vorrebbe questo, ne sono sicura» disse quest’ultima frase quasi sussurrando, ma trovando più energia in sé stessa.

 

***

 

    La cerimonia di nozze si era appena conclusa e tutti gli invitati, dopo aver riso e pianto durante gli scambi delle promesse dei neo sposi, ora si stavano davvero scatenando. C’era chi ballava in pista, chi si divertiva a fermare la gente e a fare battute, chi si era lanciato sul ricco buffet e chi come lui, l’unico in tutto quel giardino riccamente decorato a festa, era rimasto seduto al proprio tavolo e con aria spaesata e poco interessata osservava i novelli sposi, la Regina e il Re di Marmorea, che insieme al resto dei loro amici si stavano scatenando con danze popolari.
    Un breve sospiro di rassegnazione uscì dalle sue labbra, nella sua testa si stava scatenando una furente tempesta, quello che era successo era anche colpa sua, ma lui aveva preferito dare tutta la colpa del caso ad Alice perché sapeva che sarebbe stato molto più facile. “Più facile un accidente!” pensò sbuffando una seconda volta più sonoramente.
    Anche se era immerso nei suoi più cupi pensieri, sentì che la musica era cambiata, ora i musicisti stavano suonando una ballata molto più allegra e sentì tutti i suoi amici e i suoi compaesani, urlare e ridere sempre più forte, mentre i loro movimenti andavano a ritmo con la musica. Tarrant, dopo un tempo che sembrava interminabile, alzò lo sguardo verso la pista da ballo come attirato da una strana forza e vide Mirana che gli stava sorridendo, ma poi osservò meglio e si rese conto che in realtà la Regina stava guardando qualcuno che si trovava dietro di lui.
    Una presenza si stava avvicinando sempre di più alle sue spalle e lui non osava girarsi per vedere di chi si trattava.
    All’improvviso la musica si fermò di colpo, tutti coloro che prima stavano ballando si erano voltati nella stessa direzione della Regina Mirana, uno sguardo tra l’incredulità e la felicità solcò il loro viso. Poi sentì il suo corpo che veniva preso alla sprovvista da un qualcosa, o meglio un qualcuno, che gli si era aggrappato alle spalle. Non aveva ancora visto la persona che gli si era aggrappata alla schiena come una piovra, ma appena pronunciò: “SORPRESAAA!” non gli serviva girarsi per sapere che quel qualcuno altri non era che la sua cara Alice.

 

***

 

    I due finirono ben presto gambe all’aria, visto che il Cappellaio non se lo aspettava e per questo perse l’equilibrio dalla sedia. Ed Alice, poco dopo essere caduta, si accorse che Tarrant si era schiantato al suolo erboso in piena faccia, senza alcuna possibilità di potersi proteggersi con le mani in quanto bloccate nella stretta morsa della ragazza.
    «Oh Santo Cielo! Cappellaio stai bene?» Alice si era alzata di scatto dal corpo immobile dell’amico.
    Il Cappellaio sembrava come pietrificato al suolo e tutti i presenti al matrimonio avevano cominciato ad accerchiarsi introno a lui per capire se fosse svenuto. Alice si inginocchiò all’altezza del suo viso e delicatamente scostò i capelli dalla faccia di Tarrant.
   «Tarrant, tutto bene?» sussurrò preoccupata, mentre poggiava una mano sulla sua fronte. Forse aveva un po’ esagerato quella volta.
   Ma, all’improvviso, il Cappellaio, come rianimato da una nuova forza, si rialzò di scattò e guardò intensamente Alice, come se in quel giardino ci fossero solo loro due, e gridò di gioia mettendosi a ballare la deliranza, coinvolgendo subito dopo la ragazza e prendendola successivamente tra le braccia per farla volteggiare.
    Alice rise come non aveva mai riso in tutta la sua vita, finalmente era felice, si trovava a casa.
   «Sei tornata!» urlava Tarrant, ridendo contemporaneamente. «La mia Alice è tornata!» disse ancora, riappoggiando Alice a terra. «Ma, aspetta! Sei veramente tu, tu?». Questa volta sul suo viso si formò un’espressione perplessa, dopotutto aveva visto con i suoi stessi occhi, Alice andarsene sulla groppa di Gaston.
    «Sì Cappellaio! Sono proprio io!» e capendo a cosa il suo amico stava pensando aggiunse «E questa volta sono qui per restare…».
    Il Cappellaio e gli altri loro amici, che erano accorsi intorno a loro, rimasero sorpresi nell’udire quelle parole. A rovinare il momento magico che si stava creando, ci pensò la Rossa che, arrivata al fianco della sorella e al nuovo membro della famiglia reale, il Re Edward, con la sua solita voce stridula esclamò: «Finalmente ce l’hai fatta! Pensavo che non saresti mai più tornata indietro… Ammetto però che una parte di me sarebbe stata felice di non averti più tra i piedi, ma per tua fortuna è solo una piccola parte; per la precisione quella ancora arrabbiata per le volte che mi hai messo i bastoni tra le ruote…» la guardò con sguardo fulmineo. «Però ammetto che sei veramente una forza della natura, tornare indietro nel proprio corpo con lo spirito non era una cosa facile. Sono veramente sorpresa e, qui lo dico e poi non lo ripeterò più, sono davvero fiera di te».
    Le ultime parole uscirono strozzate e sussurrate da parte di Iracebeth, ma tutti i presenti riuscirono a sentirle chiaramente e tutti rimasero davvero sbalorditi che, parole come quelle, potessero uscire dalle sue labbra e soprattutto rivolte verso la sua vecchia nemica.
    Se il Cappellaio e tutti gli altri rimasero come pietrificati a quelle parole, Mirana, Tempo Edward e la stessa Alice le sorrisero calorosamente, come a constatare che la Rossa ormai era davvero cambiata.
    «Grazie Iracebeth. Porterò sempre nel cuore queste tue parole» le sorrise Alice prendendosi un po’ gioco di lei.
    A Mirana scese una piccola lacrima mentre guardava la sua più cara amica e sua sorella finalmente vicine, ma il momento idilliaco venne interrotto da Tarrant il quale, ripensando alle ultime parole della Regina Rossa rivolte alla sua Alice, non poté fare a meno di chiedere: «Scusatemi se interrompo tutta questa magia ma, Vostra Maestà, che cosa volevate dire con “pensavo che non saresti mai più tornata indietro” e “tornare indietro nel proprio corpo con lo spirito”?».
     Anche se questa domanda era rivola alla Rossa, Alice sapeva che era suo dovere spiegargli di persona quello che era realmente successo, perciò fece un profondo respiro ed iniziò a raccontare tutto per filo e per segno a tutti i suoi amici rimasti all’oscuro, ma soprattutto al suo Cappellaio.
    «È iniziato tutto il giorno prima del matrimonio e della parata. Ti ricordi?» disse Alice rivolta a Tarrant «Quella sera tu mi dicesti che mi amavi, ma io non ero riuscita a trovare il coraggio di risponderti…».
    Tarrant ci rimuginò un po’ su, ed infine fece un cenno affermativo col capo «Sì, me lo ricordo».
    «Quella sera» Alice riprese parola continuando a guardarlo, «La Regina Iracebeth ci interruppe e mi chiese di seguirla. Sinceramente non sapevo a che cosa andavo incontro quella sera, non immaginavo quello che di lì a breve sarebbe successo».
    «Dopo avervi visto sbaciucchiare qualche giorno prima» proruppe la Rossa, «Ho voluto fare qualche ricerca. Come ben sai, mio caro cappelliere, la tua adorata Alice, non è una sottomondiana come noi altri e per quanto me ne potessi infischiare del vostro rapporto e della vostra storia, qualcosa dentro di me, forse lo stesso qualcosa che mi ha fatto pronunciare quelle parole troppo sdolcinate nei sui confronti
» ed indicò Alice «mi ha spinta a cercare informazioni sul viaggio che separa il nostro Mondo dal loro. E sai che cosa ho scoperto?» chiese rivolgendosi a Tarrant il quale, leggermente confuso, scosse prima la testa in segno positivo, e subito dopo la scosse più energicamente in segno di negazione, corrugando leggermente anche i lineamenti del volto.
    «Ma certo che non lo sai! Sciocco d’un cappelliere senza cervello!» l’apostrofò la Rossa. «Il libro di uno dei più potenti maghi di tutti i tempi che visse anni fa nel Sottomondo, il grande mago Hornest, per la precisione, diceva che un sopramondiano poteva arrivare nel Sottomondo, solo grazie all’aiuto di speciali messaggeri di Wonder».
   «Speciali messaggeri come lo sono il nostro caro Bianconiglio e Brucaliffo» aggiunse Mirana interrompendo la sorella e sorridendo ai due amici presenti in cerchi attorno a loro.
    La Rossa, che odiava essere interrotta durante i suoi discorsi alzò gli occhi al cielo e suo marito cercò invano di calmarla. «Certo sorellina, grazie per l’interruzione, credo che tutti qua c’erano arrivati anche senza le tue sottolineature» prese poi un lungo respiro, cercando di calmarsi e poi riprese il suo discorso da dove era stata interrotta poco prima. «Il mago Hornest, nel suo libro, spiega che un sopramondiano, può viaggiare dal suo mondo al nostro, per un totale di quattro volte, e…».
    «Un totale di quattro volte?!?» proruppe il Cappellaio che, con quell’affermazione, non fece altro che interrompere nuovamente la Rossa la quale dall’esasperazione diventò rossa proprio come i suoi capelli e, se solo fosse stato possibile, le sarebbe potuto uscire anche del fumo dalle sue orecchie per quanto era arrabbiata.
    «Sì! Quattro volte! Hai qualche cosa da ridire su questo?!?» disse acida rivolgendosi al Cappellaio.
   «Beh, Vostra grazia» cercò di rabbonirla «Facendo qualche conto…» chiuse gli occhi e cominciò a muovere le labbra senza far fuoriuscire alcun suono e corrugando ogni tanto la fronte e gli occhi nel cercare di non perdere i passaggi che la sua mente, un po’ matta, stava facendo in quel momento. Poi aprì finalmente gli occhi e li posò sulla sua Alice, «Alice è la quinta volta che ritorna a Marmorea, voi avete appena detto che si può solo quattro volte, ma la mia Alice è ritornata per la quinta volta! Non può essere possibile! Quel libro e voi vi siete sicuramente sbagliati!».
    Alice si portò una mano alla faccia dalla disperazione, scuotendo leggermente la testa, mentre la Rossa, ormai spazientita, cercò, in modo molto “calmo”, di spiegare il tutto. «Se la smettesse tutti di interrompermi forse entro il prossimo anno riusciremo a finire di raccontare questa storia!».
    Il Cappellaio fece segno di sì con la testa e cercò di evitare di aprire bocca.
    «Bene, forse ci siamo capiti! Allora, dove ero rimasta…» cercò di ricordarsi la Rossa.
    «Alla spiegazione del misterioso quarto ritorno di Alice» le ricordò Tarrant.
   «Sì, giusto! Come tutti sapete, un sopramondiano può benissimo decidere di rimanere nel nostro mondo, se lo desidera; cosa che Alice mi ha confidato durante la nostra chiacchierata di quella sera, che mi risulta essere stata origliata da qualcuno…» e squadrò malamente il Cappellaio, ma nel momento in cui stava per riprendere a parlare, Alice le appoggiò una mano sul braccio, per poter raccontare lei quella parte di storia, cosa che la Rossa le permise di fare più che volentieri.
    «Tarrant, io desideravo tanto poter rimanere qui insieme a tutti voi, non volevo ritornare nel mio Mondo sapendo che sarebbe stata l’ultima volta, che vi avrei rivisti. Che ti avrei rivisto… Ma capiscimi, non potevo nemmeno scomparire dal mio Mondo senza salutare la mia famiglia e senza darle le dovute spiegazioni, sul perché io non sarei stata più presente. Ero ad un bivio della mia vita e la Regina Iracebeth, mi ha posto davanti una scelta; una scelta rischiosa, una scelta che poteva risultare anche fatale per me. E questo è il motivo per il quale non ho voluto metterti al corrente della situazione. Ti conosco, so che non mi avresti mai permesso di mettere in pericolo la mia vita, se questo voleva dire vivere con te. Tu avresti preferito lasciarmi andare e soffrire, piuttosto che non vedermi mai più tornare…» Alice guardò Tarrant negli occhi. Raccontare quella dolorosa decisione, le faceva ritornare alla mente tutto quello che era successo tra di loro.
    Il Tempo mise una mano sulla spalla di Alice nel cercare di tranquillizzarla e prese in mano il discorso. «Sul libro del mago, c’era scritto che esisteva una pozione. Una pozione che permetteva di scindere il proprio corpo in due completamente uguali tra loro; con l’unica eccezione che il doppione avrebbe avuto una forza fisica dimezzata rispetto al corpo originale. Quella pozione, oltre a permettere lo sdoppiamento della persona, fa viaggiare l’anima dal corpo principale al secondo corpo, facendo cadere il primo in uno stato di coma. Da quel momento in poi, il secondo corpo ha un tempo limitato per poter, diciamo, agire; Alice sarebbe ritornata nel suo Mondo con quel corpo e avrebbe avuto un limite di tempo di circa otto/dieci giorni, prima di dissolversi nel nulla…».
    «Dissolversi nel nulla!?» chiese Tarrant sconvolto guardando Alice, come a cercare una qualche rassicurazione che quello che stava ascoltando era tutto falso.
    «Sì Tarrant, dissolversi nel nulla» confermò Alice, che riprese a parlare al posto del Tempo «Purtroppo, la pozione non era neanche scritta sul libro e quindi con l’aiuto del Tempo e della Regina Mirana, abbiamo dovuto fare un piccolo viaggio nel passato, per poter incontrare il mago in persona e poterla così preparare. Durante la preparazione, il mago Hornest ci ha rivelato che la parte più pericolosa non era la smaterializzazione del corpo, ma il ritorno dell’anima al corpo originale. Se questa pozione viene utilizzata all’interno di un unico Mondo, l’anima torna senza alcun problema al suo proprietario, ma se questa avviene in due mondi diversi, l’anima potrebbe non riuscire a tornare e perdersi tra i due Mondi, vagando per l’eternità; di conseguenza il corpo rimasto in coma, lo sarebbe rimasto fino al raggiungimento della sua morte…» Alice abbassò gli occhi e guardò il terreno. «Era per questo motivo che non volevo rivelarti niente, se te lo avessi detto, me lo avresti impedito, ma io lo desideravo così tanto, era l’unico modo…».
    Il Cappellaio la guardò confuso, la sua Alice aveva fatto tutto quello per poter vivere con lui e invece lui non si era fidato di lei e dei sentimenti che lei provava nei suoi confronti, “Che razza di stupido che sono stato!” si rimbeccò mentalmente. «Quindi, quel giorno, la persona che se ne è andata su Gaston…».
    «Sì Tarrant, ero io nel corpo del mio doppione. Ho preso la pozione subito dopo la parata, speravo di aspettare dopo il matrimonio della Regina Mirana e del Principe Edward, ma quello che stava succedendo fra di noi mi ha fatto capire che non c’era più tempo. Ho provato a ritornare il prima possibile da voi, ma il tempo della pozione, come ci ha spiegato il mago può variare, soprattutto se ci si trova da un’altra parte... Tarrant, mi dispiace per quello che ti ho fatto passare, forse avrei dovuto parlartene…» si scusò Alice.
    «Tu non ti devi scusare» con due dita alzò il viso di Alice, che stava ancora fissando il suolo, in modo da poterla guardare in volto. «L’unica persona qui che lo deve fare sono io. Ti ho trattata male, non ho avuto fiducia in te quando me l’hai chiesta e ho subito pensato che mi avessi preso in giro fin da quando ti ho aperto il mio cuore. E invece è tutto il contrario… per favore perdonami Alice!».
    Gli occhi di Alice si stavano riempiendo di lacrime, ma non voleva mettersi a piangere davanti a tutti i suoi amici e davanti a tutti i cittadini di Marmorea, per cui, senza neanche pensarci e anche per nascondere il suo viso da tutti quelli sguardi, si buttò tra le braccia del suo amato Cappellaio, con la consapevolezza che tutto si era risolto per il meglio e che finalmente avrebbe potuto iniziare una nuova vita al suo fianco.
    Tarrant, dal canto suo, strinse a sé la sua amata, coccolandola e sussurrandole parole dolci, nel tentativo di tranquillizzarla ed Alice, stretta tra le sue braccia, in quel giorno tanto pieno di sorprese, lasciò tutti i presenti, in primis il Cappellaio, completamente sbalorditi dalle sue parole.
    «Cappellaio…».
    «Dimmi Alice» le rispose Tarrant, continuando a carezzarle i capelli.
    «Non ti ho ancora dato una risposta…» riprese la ragazza.
    «A che proposito?» le chiese confuso il Cappellaio.
    «Alla tua confessione…» concluse lei.
    Tarrant si immobilizzò all’istante e Alice si districò dall’abbraccio per poterlo guardare nei grandi occhi verdi che in quel momento erano spalancati dalla sua affermazione.
     Tutti i presenti intorno a loro pendevano dalle labbra di Alice. «Anche io ti amo!».
    Intorno a loro esplose un boato di applausi, insieme a qualcuno che si mise ad urlare i propri auguri alla nuova coppia ma, per loro due, tutte quelle esclamazioni arrivano alle loro orecchie ovattate; in quel momento era come se esistessero solo loro due e nessun altro.
    Tarrant prese delicatamente tra le mani il viso della sua dolce Alice e, sempre con la stessa delicatezza, senza vergognarsi di essere al centro dell’attenzione generale, le accostò un dolce e casto bacio, come a sigillare per sempre quella promessa. 
    «Oh santo cielo! Ma è mai possibile che io debba sempre assistere a tutta questa sdolcinatezza!» si indignò la Regina di Cuori.
    Il Tempo sorridendo a sua moglie, la prese tra le braccia e le stampò un lungo e approfondito bacio davanti a tutti i presenti. Bacio che la Rossa di certo non respinse.
    Anche Mirana e il neo sposo, Re Edward, si unirono alle due coppie scambiandosi a loro volta un dolce bacio e successivamente proclamarono che la festa ora sarebbe stata ancora più grande e invitarono tutti i presenti a scatenarsi nelle danze. 

    Tutti gli invitati prima di fiondarsi in pista, dove gli orchestrali avevano già iniziato a suonare, fecero gli auguri alla nuova coppia e tra questi vi erano anche i genitori di Tarrant.
    «Congratulazioni ragazzi!» esclamò Zanik abbracciando il figlio e baciando Alice sulla guancia, seguito subito dalla moglie e dagli altri suoi figli.
    «Sono veramente contenta che tu entrerai a far parte della nostra famiglia! Sono sicura che mio figlio non poteva scegliere una compagnia migliore di te!» le disse Sam, tra una lacrima e l’altra.
    «E noi praticamente avremmo una nuova sorella da oggi!» esclamarono in coro i due gemelli.
    «Ragazzi un po’ di contegno!» li rimbeccò il padre, senza però che il sorriso gli abbandonasse il volto.
    «Lo sapevo che questo giorno sarebbe arrivato! Fratellino sono veramente felice per voi due!» disse Claire abbracciando il fratello, che ricambiò volentieri.
    Ai sette si aggiunsero poi gli attuali sovrani di Marmorea, che chiesero ai due di seguirli per qualche momento nella sala del trono. Alice e Tarrant salutarono la famiglia di lui e poi raggiunsero Mirana e gli altri.
    «Maestà!» esclamò Tarrant.
    «Alice, so che per arrivare a questo momento hai affrontato una prova davvero molto difficile…» iniziò Mirana. «E tutti noi siamo d’accordo che per il momento sia giusto che tu te la goda! Dopo tutto non c’è alcuna fretta, ma…» Mirana cercò con lo sguardo suo cognato, per chiedere a lui di continuare il discorso.
    «Come ben sai, cara la mia piccola Alice, le tue lancette» il Tempo fece il segno delle lancette che scorrono con le mani «Non sono più correttamente al loro posto!».
   «Affinché tu diventi una sottomondiana a tutti gli effetti» continuò Mirana, «dovremmo preparare una nuova pozione, seguendo la ricetta che ci ha consegnato il mago Hornest, ma i vari ingredienti non sono per niente facili da trovare, alcuni non si trovano nemmeno più nel nostro tempo e per questo dovrai compiere dei viaggi nel passato per poterteli procurate».
    «Non riesco a capire, Vostre Maestà» disse Tarrant.
    «La tua Alice è una sopramondiana, giusto!?» esclamò la Rossa.
    «Sì» le rispose il Cappellaio.
    «Bene, come tale, il suo tempo scorre diversamente rispetto al nostro! Razza di zuccone! Non è che rimanendo qui, le sue lancette, come dice il mio Tik Tok, si sistemeranno da sole, hanno bisogno di un piccolo aiuto per poterle permettere di vivere più a lungo qui con noi! Oppure vuoi che la tua Alice muoia di vecchiaia prima di te?» lo rimbeccò la maggiore delle due Regine.
    Tarrant sbiancò a quella possibilità e si affrettò a rispondere di no alla Regina.
    «Visto, un po’ di buon senso ce l’hai anche tu!» l’apostrofò Iracebeth.
    «Racy…» la guardò la Bianca cercando di calmarla. «Per il momento, non c’è alcuna fretta, godetevi la festa, poi ne riparleremo nei prossimi giorni. Ci state?» chiese ai due Mirana.
    «Certamente Mirana» le sorrise Alice.
    «Perfetto! Allora possiamo tornare tutti alla festa! Forza!» esclamò la Regina con vivacità.

 

***

 

    Alla festa, Alice non riuscì a trattenere le risate, vedendo il suo amato Tarrant muoversi a passi di danza con i suoi più cari amici, il Leprotto e i due gemelli. Con molta probabilità, si ritrovò a pensare, quei passi erano una nuova versione della deliranza.
    Distogliendo lo sguardo dalla pista da ballo, dove anche le Regine e i due Re, avevano iniziato a scatenarsi, Alice ripensò alla sua vecchia vita, alle persone che aveva lasciato, a sua madre e a sua sorella. Pensò a come se la stessero cavando James e il suo vecchio equipaggio, certamente viaggiare le sarebbe mancato parecchio, magari avrebbe chiesto ai fratelli di Tarrant se qualche volta avrebbe potuto esplorare le terre di Wonderland insieme a loro. Le sarebbe davvero piaciuto viaggiare per Sottomondo e scoprire nuovi posti. E poi pensava alle persone che invece aveva trovato, ai suoi amici, alla famiglia di Tarrant, che l’aveva ormai accolta come una figlia e alla famiglia che un giorno avrebbe formato con il suo amato Cappellaio.
    Sì, fare delle scelte dolorose, a volte, ci può portare incontro al dolore ma a volte, invece, ci può portare verso la felicità e lei aveva trovato proprio quest’ultima e per questo si sentiva la persona più fortunata al mondo.

 

***

 

    Il sole stava ormai tramontando su Marmorea e Alice sentì una mano appoggiarsi delicatamente sulla sua spalla, sapeva perfettamente a chi appartenesse quella mano.
    «Tarrant!» disse girandosi con un luminoso sorriso.
    «Vogliamo fare un giro?» le propose il suo amato.
    «Certamente!» gli rispose di rimando.
    Il Cappellaio aiutò Alice ad alzarsi dalla sedia e, mano nella mano, si incamminarono lungo i giardini andando incontro al tramonto.
    Durante la passeggiata i due rimasero per la maggior parte del tempo in silenzio, beandosi del leggero suono della musica che continuava alle loro spalle e della reciproca compagnia. Erano talmente uniti nell’anima che potevano anche non parlarsi per capirsi l’un l’altra.
    Dopo qualche minuto che camminavano, decisero di sedersi ad ammirare gli ultimi raggi del sole che scomparivano dietro le montagne.
    Tarrant si mise ad ammirare il dolce profilo della sua Alice, non riusciva a crederci che lei aveva scelto proprio lui. «Alice», la chiamò spezzando così il loro lungo silenzio.
   La ragazza si voltò verso di lui osservandolo in attesa. «So che a breve dovremmo partire per quel viaggio alla ricerca degli ingredienti per la tua pozione e…» vedendo lo sguardo di Alice, decise di spiegarsi meglio «Certo, hai capito benissimo
» le sorrise, «dovremmo”, al plurale. Perché questa volta non ti lascerò sola e non riuscirai a liberarti così facilmente di me. Dopo tutto è anche un mio compito proteggerti» allungò una sua mano al volto della sua amata per portarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
    «Va bene Cappellaio, questa volta sarai accontentato» gli sorrise Alice. Un sorriso che lo contagiò in pieno.
    Tarrant abbassò leggermente lo sguardo verso le loro mani intrecciate, poi, dopo aver preso un lungo sospiro, tornò a guardarla intensamente negli occhi, prima di pronunciare quella tanto attesa domanda.
    «Alice… dopo che avremmo ritrovato tutti gli ingredienti e che avremmo rimesso nel giusto ordine le tue lancette… Mi vorresti sposare e diventare così la Signora Hightopp?».
    Alice sentì il suo cuore perdere qualche battito, non poteva credere alle sue orecchie! Tarrant le aveva appena chiesto di sposarlo! Calde lacrime di gioia iniziarono a formarsi ai lati dei suoi occhi, in quel momento non poté non pensare che in quelle ultime settimane aveva pianto come mai prima d’ora, e con un enorme sorriso e cercando inutilmente di asciugarsi le lacrime che avevano iniziato a rigarle le guance, rispose di sì.
    «Sì! Certo che lo voglio!» Alice si fiondò tra le braccia del suo amato.
    «Alice, mia dolce e cara Alice, non sai quanto tutto questo mi renda felice!» anche il Cappellaio non era riuscito a trattenere le lacrime dalla gioia e mentre la stringeva tra le sue braccia, le sollevò il viso per poterla baciare.

 

***

 

    Dopo che il sole aveva ormai lasciato spazio alla notte, tra le braccia del Cappellaio, Alice decise di fargli una piccola domanda che le frullava in testa da quando Mirana e il Tempo del problema dello scorrere del tempo tra i loro mondi e di come i sottomondiani vivano più a lungo, e quindi invecchino più lentamente dei sopramondiani.
    «Cappellaio?».
    «Hmmm?» le rispose di rimando Tarrant.
    «Posso farti una domanda?».
    «Tutto quello che vuoi!».
    «Ma tu quanti anni hai?».

    La risposta a quella piccola curiosità della nostra Alice non arrivò mai… Ma, dopo tutto, alcuni misteri non possono essere svelati… Tuttavia, una cosa è certa. Alice era intenzionata a scoprire l’unico grade mistero a cui teneva veramente…
    Sapeva che nel Sottomondo, a Wonderland, erano vissuti diversi potenti maghi, ed era più che certa che uno di loro, magari durante uno dei suoi futuri viaggi nel passato per trovare gli ingredienti per la sua pozione che le avrebbe permesso di vivere più a lungo con il suo adorato Cappellaio, le avrebbe svelato un modo per poter tornare un giorno nel suo ex Mondo, magari assieme a Tarrant, per poter rivedere ancora una volta la sua famiglia. Per poter rivedere ancora una volta sua madre…

 

 

 

 

 

N.A. (gennaio 2021)

Ciaoooo a tutti!!!! Ebbene sì! Siamo arrivati alla fine di questa storia! Sono un po’ triste, ma alla fine tutto prima o poi arriva ad una fine e non si può fare niente…
Visto che è la mia ultima nota autore, sarò breve…

Inizio a ringraziare tutte le persone che hanno seguito questa mia piccola follia, che hanno recensito e che hanno solo letto! Grazie di cuore veramente! Ammetto che chi l’ha letta prima che mi mettessi a revisionarla non so come abbia fatto a non recensirmi tutti i vari errori di battitura e di tempi verbali (e sono sicura che qualche errore sia rimasto, per cui vi chiedo scusa).

Rispetto all’originale non ho cambiato molto, ho voluto seguire un suggerimento di un’ultima recensione che mi è arrivata nel 2020, che mi faceva notare come a Wonderland non ci sono regole scritte e quindi, visto che nella storia “originale” non davo spazio ad un possibile ritorno di Alice nel mondo di sopra, ho voluto, alla fine, lasciare un finale aperto… questo purtroppo non vuol dire che tornerò a scrivere un seguito di questa fic… in realtà non scriverò più niente, perché non ho più il tempo… ci tenevo solo a rimettere un po’ a posto la storia e correggere il tiro di una scrittura che era stata precipitosa e senza troppe revisioni prima di pubblicare i vari capitoli… Per cui voglio lasciare al lettore completo spazio di immaginazione.

Ringrazio ancora infinitamente chi lesse la “prima versione” pubblicata e chi, a distanza di anni, ha trovare questa storia a cui ha voluto dare una possibilità di lettura.

GRAZIE <3

   
 
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