Il padre aveva costruito per Becky, la sorella più piccola, un'altalena.
La bambina non ci andava mai, però.
Quando Jodi, la maggiore, le chiese il motivo, la bambina rispose che non riusciva a spingersi, e che l'altalena si fermava subito.
Jodi le sorrise, e le propose allora di sedersi nuovamente su quell'asse di legno, e che ci avrebbe pensato lei a spingerla.
Così fecero, e Becky poté finalmente godersi quei piccoli voli vorticosi, e Jodi era sempre dietro di lei, ad impedire che l'altalena si fermasse.
Il tempo passò.
Un giorno, Jodi tornò inaspettatamente prima da scuola: il maestro era malato, e le lezioni interrotte.
Cercò Becky per tutta la casa, perché aveva un po' di tempo libero e voleva giocare con la sorellina, magari spingendola su quell'altalena che adorava tanto.
La trovò in giardino.
Andava sull'altalena. Si spingeva da sola, librandosi contro il cielo terso.
A differenza delle precedenti volte, tuttavia, adesso era seria, come se non si divertisse poi molto.
Quando Jodi le chiese perché le avesse mentito per tutto quel tempo, ripetendole che doveva essere spinta sull'altalena perché da sola non ci riusciva, Becky spiegò con il candore tipico dei bambini che era la presenza rassicurante e costante di sua sorella alle sue spalle, a trasformare quella semplice giostra nel gioco più bello del mondo.
E Jodi sorrise, a quelle parole, e promise a Becky che ci sarebbe sempre stata per lei, che le avrebbe sempre guardato le spalle.
Ecco, adesso guardate lì, verso quel maestoso albero centenario.
Vedete?
Vedete le due corde? Vedete l'asse di legno?
E soprattutto, vedete quelle due vecchiette ?
Ebbene, quella che va sull'altalena è Becky. Quella che la spinge è invece Jodi.
Oh, e sentite questo suono cristallino?
Sono le loro risate.
D'altronde, Jodi aveva fatto una promessa a sua sorella Becky, quando erano solo due bambine.
E le promesse, si sa, vanno rispettate.