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Autore: MissyHarry    02/10/2016    0 recensioni
Un bravo fattorino non fa mai domande sulla merce che deve trasportare... Nemmeno da un punto di vista etico. Ma se questa merce venisse danneggiata?
Un nuovo medico è arrivato in città e, volente o nolente, la Black Lagoon Company sarà costretta a collaborare se vuole ribaltare le carte in tavola, e a scontrarsi ancora una volta con la legge.
*Questa storia è pensata per essere collocata cronologicamente dopo il secondo arrivo di Roberta. E' necessario che scriva RevyxRock come pairing? No, vero?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.
Ossa


Balalaika sprofondò sulla poltrona, le mani ben ancorate ai braccioli. Sospirò, chiudendo gli occhi.

“Solo tre, quindi”. Boris annuì, gravemente. “Anche il pacco è danneggiato”.

Revy era appoggiata allo stipite della porta, tenendo piegato il braccio con l’altra mano. Rifiutò l’antidolorifico che le stavano portando, e si rivolse al comandante. “Tre?! Mi vuoi dire che hanno distrutto tutte le altre valigette!? Ma avevano solo due pistole!”
La russa alzò le sopracciglia, assottigliando le labbra. “Vedi, mia cara, è il contenuto che è danneggiato”. La squadrò con sguardo preoccupato. Raramente aveva visto Revy lamentarsi per il dolore, e sapeva riconoscere quando qualcosa non andava sul serio.

“E’ colpa mia: avrei dovuto aspettarmelo. Non era assolutamente nostra intenzione che finisse così vostra campagna. Me ne assumo tutte le responsabilità” aggiunse, con aria grave. Alzò una mano per chiamare un soldato. “Dagli un’auto e spiegagli come arrivare da mio medico. E’ molto bravo, si chiama Viktor. L’unico di cui mi fido. Ti metterà a posto”.

Revy roteò gli occhi. “Vedrai che con un po’ di ghiaccio…” le sue proteste vennero prontamente fermate da Dutch, che la trascinò via con sé. “Sta zitta ed accetta. Sai meglio di me come sono bravi nell’ospedale di questo buco di merda”. Voltò le spalle alla russa senza aggiungere altro ed uscì dalla stanza.

Era furibondo: quella puttana lo sapeva, se l’aspettava e li aveva fatti uscire da soli, senza scorta? Sarebbe bastata una decina dei suoi soldati ed un blindato per andarsene in tutta tranquillità. Forse non voleva dare nell’occhio, o forse semplicemente non pensava ad un attacco così. In ogni caso, aveva danneggiato tutto il carico… Quanto aveva perso?

C’era qualcosa che non gli tornava, assolutamente. E… Se fosse stato tutto voluto…?


Arrivarono al garage dell’Hotel Moscow, in silenzio.Il soldato li accompagnò all’auto, spiegando brevemente dove si trovasse la clinica della russa. Revy si accese una sigaretta con la mano libera, salendo al posto del passeggero. “Ehi, capo” chiese, non appena salì di fianco a lei “non avevo mai sentito parlare di ‘sto qua. Gorbaciov che fine ha fatto? E’ crepato?”
Dutch fece spallucce, infilando le chiavi nel quadrante. “Era vecchio, avrà avuto settant’anni. Penso sia andato in pensione”. Il vecchio medico a servizio dell’Hotel Moscow, un certo Golembiewski - Gorbaciov per la rossa - era sparito ormai dalla circolazione da un po’ di tempo. “Come biasimarlo, del resto. In una città come questa, o crepi o te ne vai”.

“E come ha detto che si chiama, questo nuovo…?” Revy sbuffò una nuvola di fumo dal finestrino aperto, curandosi di far cadere la cenere fumante sul tappetino della BMW.

"Viktor?" Dutch sbuffò. "Ma bene, che fortuna. Pure un cazzo di tedesco ci mancava".



 

Dutch aprì la porta dello studio medico reggendo Revy per le spalle.

"Hey, c'è nessuno...?" chiamò. Fece scorrere lo sguardo lungo la stanza, fino a scorgere una figura di spalle che stava beatamente pisolando su una poltrona con le rotelle, le gambe appoggiate al tavolo davanti. La identificò come il medico: indossava un camice bianco e degli zoccoli di plastica. "Ehi, dico a te, dottore" ringhiò. "C'è qualcuno che ha bisogno, qui".

L'interlocutore sbuffò, visivamente seccato di essere stato disturbato nel bel mezzo del suo pisolino. Facendo leva coi piedi spinse la sedia all'indietro, trovandosi faccia a faccia con il capo della Lagoon. Sbadigliando, alzò lo sguardo verso di lui. "Gutten Morgen. Ja, io essere medico". Esibì un sorriso a trentadue denti. "Dica".

Dutch alzò un sopracciglio. La cresta ben ritta in testa e la buona manciata di piercing che riusciva a contargli addosso non gli davano certo una grande credibilità. Fu quasi tentato di girare sui tacchi e tornare indietro, ma Revy gli lanciò un'occhiata fulminante, prendendo la parola.

"Senti un po', stronzetto" gemette "Normalmente i nazisti come te io e il mio amico li avremmo presi a calci in culo da qui fino in Vietnam, ma dato che sei un dottore, e io sono fuori uso, faremo un'eccezione. Pensi di essere in grado di curarmi, o...?"

 

Il dottore sbattè le palpebre da dietro la visiera chirurgica. Sembrava essersi perso qualcosa della conversazione, ma poi sbottò in una risata sguaiata.

"Aahahahaha, io penso che c'è malinteso fra noi!" ridacchiò, alzandosi in piedi. "Mia famiglia di Germania di Est, io no nazista". Si portò una mano al petto, sorridendo. "E poi" si tolse il paraocchi, ridacchiando. "Io donna. Solo molto magrina, ja".

Dutch alzò un sopracciglio, sbigottito. Sì, in effetti gli occhi erano... Beh... Un po' più femminili del resto del corpo. Certo, i capelli rasati e i piercing non aiutavano. Fece scendere lo sguardo verso il seno, dove notò un cartellino: "Halo! Ich bin Viktor".

Revy fu più veloce a prendere la parola. Sbattè le palpebre un paio di volte. "Aspetta" chiese. "Ci hanno detto che ti chiami Viktor".

Il medico si strinse nelle spalle, senza perdere quell'espressione divertita che sembrava accompagnarla perennemente. "Ja, storiella divertente! Mia matre partorito in vacanza, anagrafe non capire bene pronuncia e qvindi scritto Viktor!" ridacchiò. "Strano, da bambina io più femminile di ora". Scrollò le spalle. "Quindi ora tutti chiamare me Vik".

"Uh. Con la kappa o con la C?" chiese Revy.

Vik strinse le labbra. "Perché, tu pronunciare con ci o con kappa in modo diverso?"

Dutch pose fine a quella parentesi di nonsense. "Bene, siamo tutti contenti che tu non sia un uomo e che tu non sia una cazzo di neonazista. Però sei un medico, vogliamo focalizzare la nostra attenzione su questo?" tagliò corto, indicando la spalla di Revy.

Lo sguardo di Vik si fece improvvisamente serio. Strinse le palpebre e si sporse verso la spalla della ragazza.

"Ah, voi dovete essere Black Lagoon, Balalaika ha avvisato me! Mh. Tu preso bella botta, ja? Fortuna che non ha preso arteria". Si infilò un paio di guanti di lattice, e si riabbassò la visiera protettiva. "Tu puoi camminare? Sehr Gut" disse, aprendo una porta sul retro. "Tu segui me, Shonen Freulin". Si voltò di nuovo verso Dutch, facendo svolazzare il camice aperto. "Io ora fare, clic" fece il gesto della macchina fotografica con le mani, fingendo di scattare una foto. "Röntgenstrahlen, ja...?" Percependo il velo di inadeguatezza che stava coprendo pian piano lo sguardo dell'uomo, abbassò le braccia rimaste a mezz'aria, fece spallucce e si voltò. "Tu aspettare qui" sentenziò, chiudendo con uno scatto la porta pesante alle sue spalle.


"Bene" il medico si voltò, rivolgendosi alla ragazza. "Tu no...?" portò le mani davanti alla pancia, mimando un pancione. Revy la guardò disgustata. "Ti sembro il tipo?" sbottò con una smorfia. Si diede un'occhiata intorno. La stanza era semibuia, e in centro troneggiava uno strano macchinario, una specie di corto cannone rivolto verso un tavolo. "Sehr Gut" esclamò Vic, accendendo il tavolo. "Io ora vedere tue ossa, ja...?" indicò il tavolo. "Tu prima togliere maglietta".

"Ah, che cazzo, una lastra!" rise Revy, sollevata. "Pensavo volessi vivisezionarmi! Sembri un po’ una fanatica, sai..." fece per sfilarsi la canottiera, visibilmente impedita dal braccio dolente.

"Io aiutare te". La dottoressa le alzò piano il braccio, aiutandola a sfilare lo spallino della canottiera. "Ugh" si lamentò la rossa. "Su, forza!" ridacchiò l'altra. "Non è per vedere te nuda, tranqvilla. Non quando lavoro, almeno!" scoppiò di nuovo in una risata sguaiata, che fece gelare il sangue nelle vene a Revy. "Cazzo, voi tedeschi siete inquietanti" mormorò, sdraiandosi sul tavolo ed ignorando deliberatamente la battuta che le aveva appena rivolto.

Vic si rifugiò in una stanzina, accendendo i raggi e riemergendo pochi secondi dopo. "A posto, fatto!" fece cenno a Revy di alzarsi. "Purtroppo questo vecchio macchinario, io ora sviluppare foto. Torna pure da tuo amico, ma non rivestire". Fece una smorfia. "Secondo me, tu gebrochen".

Revy si diresse verso la porta, raccogliendo la canottiera. "Cazzo ha detto?! Sta qua è fulminata" mormorò, attenta a non farsi sentire troppo... Gli ospedali l'avevano sempre inquietata, da quando aveva memoria. Forse per colpa dei troppi film horror che guardava. 'Gli ospedali e i tedeschi' precisò a se stessa, tornando da Dutch.



 

"Te lo dico io" esclamò lei "questa qua mi inchioda al lettino, mi anestetizza e mi toglie il fegato! Non è normale!"

I due stavano chiacchierando, cercando di ingannare l'attesa. Erano ormai dieci minuti che Revy era uscita dalla saletta; si era buttata la canottiera sulle spalle - non perché avesse vergogna di farsi vedere nuda di fronte a Dutch, ma solo perché le vetrate della clinica davano  proprio sulla strada. Si chiese per la quinta volta se fumare in una struttura sanitaria fosse poi così sbagliato - ammesso e non concesso che quella baracca rientrasse effettivamente nella categoria "struttura sanitaria".

Dutch sbuffò, controllando l'orologio. "Seh, che affare farebbe a prendere il tuo fegato, con tutto quello che ti bevi...?"


"Rotto!"

Vik emerse trionfante da dietro la porta, stringendo una lastra in mano come un neolaureato che ostenta orgoglioso la sua tesi. "Capito, shonen Fraulein?! Operare, subito!" si diresse a grandi passi verso un corridoio sulla sinistra, su cui sovrastava l'inquietante scritta "surgery".


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Angolo Autrice

Gutten Tag! Sì, lo so, sono in ritardo, ma ho dovuto studiare un sacco queste settimane per dei concorsi e ho trascurato tutto il resto - sì, anche la vita - quindi perdonatemi, si trattava solo di pubblicarlo, perché l'avevo in realtà già scritto.
Eeeeeee... Finalmente introduco il nuovo personaggio! Era tanto che ci rimuginavo sopra, quindi non vedevo l'ora di dargli vita! Fatemi sapere che ne pensate!
Un grazie immenso, come sempre, a chi legge e recensisce!
Buona lettura
Harry
  
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