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Autore: Justice Gundam    05/10/2016    3 recensioni
Tre anni dopo la distruzione di Lucemon, i Leggendari Guerrieri saranno costretti a tornare in scena: numerosi Digimon ostili stanno infatti iniziando ad apparire nel Mondo Reale, e Takuya e i suoi compagni saranno costretti a scendere di nuovo in campo... ma che cos'è quella misteriosa organizzazione, la DATS, che sta cercando di tenere i Digimon sotto controllo? Chi è che sta dietro a questa invasione? Forse qualcuno, tra le file di una delle fazioni, sta complottando qualcosa di ancora più terrificante? I Leggendari Guerrieri, assieme a nuovi alleati e ai giovani agenti della DATS Masaru, Touma e Yoshino, dovranno venire a capo del mistero, prima che sia troppo tardi per entrambi i mondi! Riusciranno nella loro impresa? Quali incredibili segreti li attendono?
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Digimon Frontier & Savers: Record of Digital Wars
Una fanfiction crossover (Digimon Frontier & Savers) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 51 - Il viaggio verso ElDoradimon

"Che cosa? Non sareste state voi, quindi, ad uccidere lo zietto Mercurimon? Che razza di trucco è mai questo? Non crederete mica di potermi incantare con le vostre vili menzogne, vero?" esclamò Minervamon, cercando di districarsi dal ghiaccio che le teneva prigioniera, senza particolare successo. La dea-bambina strinse i denti e cercò di afferrare la sua spada e il suo scudo, ma il freddo l'aveva intirizzita e non riusciva più a muoversi bene come avrebbe voluto.

"E' la verità, Minervamon. Come potremmo mai mentire a te? E per quale motivo, poi? Ti prego, ascoltaci!" affermò JetSilphymon, avvicinandosi con una mano alzata, ma senza mai abbassare la sua girandola-alabarda. "E' stato tutto un malinteso! Non siamo stati noi ad uccidere Mercurimon-sama... eravamo là quando è successo, e abbiamo cercato di impedirlo... ma non ci è stato possibile."

"Menzogne! State mentendo per salvarvi la vita, non è vero?" esclamò rabbiosamente Minervamon, ancora non del tutto convinta di quanto dicevano i ragazzi. "Beh, non funzionerà! Ho avuto modo di conoscervi, voi umani... non è forse stato uno di voi a massacrare tutti quei Digimon innocenti, tre anni fa? E perchè voi dovreste essere diversi?"

"Perchè noi abbiamo salvato DigiWorld tre anni fa, santi numi!" esclamò RhinoKabuterimon con tono esasperato. La testardaggine di Minervamon stava cominciando a dargli seriamente sui nervi... "Non lo abbiamo certo fatto perchè i nostri simili lo potessero conquistare in seguito! E comunque... in questo momento, mentre noi siamo qui che perdiamo tempo in discussioni inutili, il vero artefice di tutto questo disastro sta cominciando ad assediare il Mondo Digitale, e a fare altre vittime. Già abbiamo visto molti Digimon venire spazzati via da quelle macchine infernali chiamate Gizumon... e adesso, mentre lottiamo tra noi inutilmente, non facciamo altro che dare una mano a quel pazzo di Kurata!"

"Kurata? E' questo il nome di quel dannato... che ha creato quei dannati Gizumon?" chiese Minervamon, i cui tentativi di liberarsi si erano ora fatti meno frenetici. Forse cominciava a rendersi conto di come stessero veramente le cose... "E io come faccio a fidarmi di voi? Per quello che ne so... potreste essere in combutta con lui! Magari state dicendo tutto questo soltanto per distrarmi e attaccarmi alla sprovvista!"

"In tal caso... immagino che sia il caso di dimostrare la nostra buona fede, non trovate, ragazzi?" chiese retoricamente Aldamon, gettando un'occhiata di intesa ai suoi compagni. Ognuno di loro fece un cenno con la testa, uno alla volta, per dirsi d'accordo... e il Guerriero del Fuoco sciolse la trasformazione, tornando ad essere Takuya Kanbara, un normalissimo ragazzo umano di quattordici anni, in una pioggia di scintille scarlatte. Minervamon, ancora intrappolata nel ghiaccio, sbattè gli occhi dietro il suo elmetto a testa di serpente, effettivamente sorpresa che il ragazzo avesse volontariamente abbassato la guardia davanti a lei.

Uno alla volta, anche gli altri Leggendari Guerrieri sciolsero la trasformazione... e riapparvero nella loro forma umana davanti alla sbalordita Digimon divina. Il ghiaccio che la tratteneva cominciò a creparsi... e nel giro di pochi secondi, il blocco si infranse, lasciandola libera.

"Ecco. Ora siamo noi ad essere completamente indifesi." disse Takuya con tutta calma. "Se davvero avessimo voluto approfittare di te e raccontarti una bugia, non ci rimetteremmo certo alla tua coscienza, non credi?"

"Ed ora, Minervamon... per favore, cerchiamo di parlare con calma e di chiarire come stanno le cose." affermò Izumi. "Abbiamo bisogno di essere uniti, in questo momento... altrimenti, finiremmo soltanto per fare il gioco di Kurata, e il Mondo Digitale sarebbe ancora più in pericolo di quanto non lo sia adesso."

Minervamon guardò verso il terreno, ancora un po' indecisa, ma decisamente più disposta a dare ai ragazzi il beneficio del dubbio. "Beh... immagino che forsesono stata un po' affrettata. Ma... con tutte le voci che circolano per DigiWorld, immagino che anch'io ho finito per farmi contagiare dal risentimento verso gli umani che serpeggia qui attorno." affermò. "Ma... è comunque vero che i Gizumon... quelle macchine diaboliche che stanno massacrando Digimon innocenti... sono state create da un uomo."

"E' vero. E Gallantmon si serve anche di questo per portare avanti i suoi piani." affermò Kouji. "Vuole a tutti i costi che i Digimon si uniscano sotto la sua bandiera, in modo da soddisfare le sue ambizioni. Tra non molto, Kurata e Gallantmon si scontreranno, con risultati nefasti sia per la Terra che per DigiWorld. Perdendo tempo a combattere tra noi, non facciamo altro che assecondarlo, e rendergli le cose più facili quando sarà il momento di conquistare entrambi i mondi."

"Takuta e i suoi compagni hanno già salvato il Mondo Digitale una volta..." disse Bokomon, emergendo dal nascondiglio che lui e Neemon si erano scelti quando la battaglia con Minervamon era iniziata. La Digimon divina si voltò verso il custode della conoscenza e il suo amico dalla testa vuota, e sembrò per un attimo sorpresa di vederli lì. "Senza di loro, adesso DigiWorld sarebbe nelle mani di Lucemon, e forse anche il Mondo Reale. Gallantmon sta cercando di farvelo dimenticare, e di spingere tutti i Digimon ad odiare gli esseri umani, sfruttando il rancore e il dolore che ancora tutti noi proviamo per quello che è successo tre anni fa!"

"E vuole dare la colpa anche ai nostri amici! Questa proprio non è una bella cosa!" continuò Neemon, con la sua classica aria un po' sciocca.

"Pensare che Gallantmon sembrava avere davvero a cuore il futuro di DigiWorld... in che razza di tempi viviamo, se nemmeno un Cavaliere Reale è più degno di fiducia?" si chiese Minervamon, per poi restare qualche secondo in silenzio a riflettere su quello che Takuya e i suoi compagni le avevano detto. I ragazzi restarono a loro volta zitti, in attesa che la Divinità Olimpia prendesse la sua decisione.

"E va bene... immagino di aver agito con troppa impulsività e senza riflettere su come in realtà potevano essere andate le cose." affermò Minervamon dopo un po' di silenzio. "Quindi... forse è meglio se vi accompagno. Voglio rendermi conto con i miei occhi di cosa sta accadendo, e cercare di dare una mano."

"Questa... è per noi una bella notizia, Minervamon." disse Takuya, riuscendo a sorridere speranzoso. Finalmente, la situazione appariva migliorare un pochino. "Io e i miei compagni eravamo diretti ad ElDoradimon, la città dei Digimon. Abbiamo sentito dire che è lì che si stanno riunendo tutti i Digimon che vogliono partecipare al contrattacco... e quindi, anche a noi conviene andare lì. Magari i nostri compagni sono già lì."

"A proposito, Bokomon..." chiese il piccolo Tomoki. "Non c'è qualcosa su ElDoradimon, nel tuo libro?"

Il custode del libro sorrise orgogliosamente e iniziò a sfogliare il gigantesco (almeno rispetto a lui) volume che si portava sempre dietro. "Ma è ovvio, ragazzi miei! Il mio libro dice tutti sul Mondo Digitale... e in effetti ci dovrebbe essere un bel capitolo dedicato ad ElDoradimon proprio... proprio... qui! Eccolo!" esclamò, fermandosi infine ad una pagina sulla quale, a fianco del testo, era raffigurato un Digimon somigliante ad un'immensa testuggine di terra che portava un'intera città in stile inca sul suo guscio. "Allora, che si può dire di ElDoradimon? Certamente che è un Digimon assolutamente unico nel suo genere, e che vaga continuamente per il Mondo Digitale, senza fermarsi mai in un unico posto per più di qualche giorno. Bisogna sapere dove cercare, per poterlo raggiungere, ma per nostra fortuna... sappiamo qual è il luogo in cui si aggira più di frequente! E in ogni caso... con tutti i Digimon che si stanno dirigendo verso ElDoradimon, non sarà difficile unirsi ad una carovana o ad un intero flusso migratorio."

"Bene... questa è una buona notizia. Spero che Masaru-kun, Kouichi-kun e gli altri riescano anche loro a raggiungere ElDoradimon." affermò Izumi. "E a proposito... credete che MagnAngemon, Angewomon ed Antylamon se la caveranno? L'ultima volta li abbiamo lasciati lì dov'erano... anche se ce l'hanno chiesto loro."

"Si tratta pur sempre dei Tre Grandi Angeli che tenevano in equilibrio il Mondo Digitale." rispose Minervamon con un sorriso sollevato. "Sono sicura che prima che voi ve ne rendiate conto, li ritroverete ad ElDoradimon. Anzi, più che altro, a questo punto comincio io ad essere preoccupata per voi... il Mondo Digitale è diventato un posto pericoloso, e anche con gli Advanced Spirits dalla vostra... immagino che non vi dispiacerà avere una Divinità Olimpia con voi, dico bene?"

"Certo che no... anche se mi fa un po' strano. Insomma... voglio dire, stavi cercando di farci secchi soltanto qualche minuto fa!" affermò Neemon, non esattamente nel modo più diplomatico possibile. La reazione di Bokomon fu quanto di più prevedibile ci potesse essere - afferrò l'elastico dei pantaloni di Neemon, lo tese un po', e poi lo lasciò andare dando un colpo secco sul fondoschiena di Neemon! "Owwwww! Ma che ho detto di male, Bokomon?"

"Potevi dirlo con un po' più di delicatezza, no?" sbottò irritato Bokomon. "Aaah, lasciamo perdere... per adesso, sono contento che almeno questa storia si sia risolta bene. Ora... è meglio affrettarci e cercare di raggiungere ElDoradimon il prima possibile. Ci sarà ancora qualche giorno di cammino, prima di arrivarci."

"Va bene..." affermò Minervamon, raccogliendo il suo scudo e la sua spada. La dea-bambina si fece più cupa, passando ad una feroce determinazione. "Se è stato per colpa di questo Kurata che il mio amico Mercurimon è morto... allora avete ragione a dire che stavo solo perdendo tempo. Beh, adesso non più... adesso, anch'io vi darò una mano a difendere il Mondo Digitale dai suoi nemici... e a cercare di capire cosa sia successo a Gallantmon per spingerlo a comportarsi così."

"Ottimo... il tuo aiuto è sicuramente apprezzato, Minervamon." affermò Takuya con un cenno della testa. "Forza, ragazzi, riprendiamo la nostra strada. Dobbiamo cercare di coprire quanta più distanza possibile, prima di doverci fermare per la notte."

Con dei cenni di assenso, il gruppo di Leggendari Guerrieri e Pokemon riprese a seguire la strada che li avrebbe condotti ad ElDoradimon...

 

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Il sole stava tramontando su un'altra giornata piena di tensione a DigiWorld, e il gruppo composto da Masaru Daimon, dal piccolo Agumon e dai loro amici si era scelto un piccolo spiazzo nel bel mezzo di una foresta per riposarsi, prima di proseguire nel loro cammino verso ElDoradimon. Yoshino e Raramon avevano predisposto un cerchio di pietre all'interno del quale avevano ammassato della legna secca, in modo da poter accendere un falò per la notte, mentre Masaru, Agumon, Touma e Gaomon stavano dando un'occhiata alla zona per assicurarsi che non ci fossero problemi nei dintorni. Masaru doveva ammettere che per una volta era soddisfatto che non ci fosse da combattere... sperava che lui ed Agumon potessero conservare le forze il più possibile per dopo, anche adesso che potevano contare sull'aiuto della Full Burst Evolution.

"Bene. Sembra che non ci siano potenziali pericoli, almeno non nelle immediate vicinanze." disse Touma dopo che lui e il suo partner digitale ebbero terminato il loro giro di ispezione e furono tornati all'accampamento improvvisato. "Certo questo non significa che possiamo abbassare la guardia, ma almeno sappiamo che non siamo in immediato pericolo."

"Mi offro io per fare il primo turno di guardia stanotte, signore." affermò Gaomon, facendosi avanti e piazzandosi una mano guantata sul petto.

Il biondo agente della DATS mezzo-austriaco acconsentì con un cenno della testa. "Va bene, Gaomon, ma non sforzarti troppo. Dobbiamo essere tutti nel pieno delle forze per affrontare quello che Kurata e Gallantmon ci manderanno contro. Temo che non abbiamo visto quei Bio-Ibridi per l'ultima volta, e che la prossima volta che ce li troveremo davanti, non sarà così facile sconfiggerli."

"Immagini che siano tornati da Kurata per farsi rendere più potenti?" chiese Falcomon, seduto accanto ad Ikuto che guardava pensieroso il fascio di legna che Yoshino e Raramon avevano accumulato all'interno del cerchio di pietre. Il ragazzino stava usando il suo boomerang per spostare i ramoscelli, in modo da formareuna catasta di legna più uniforme e distribuire meglio la paglia che Yoshino e Raramon avevano accumulato alla base. Ma per quanto non avesse avuto nessuna apparente reazione al nome del criminale che aveva distrutto la sua figura paterna, Ikuto restava cupo e pensieroso, rimuginando su cosa avrebbe fatto nel momento in cui si sarebbe trovato faccia a faccia col responsabile di tutte quelle sofferenze...

"Non ne ho dubbi. Non sappiamo nulla di cosa sia capace quel pazzo." affermò Touma, guardando in lontananza verso il cielo che si tingeva di arancione acceso. "Non escluderei che abbia trovato un modo di potenziare i Bio-Ibridi e prendersi un vantaggio per il nostro prossimo scontro. Dobbiamo essere pronti a tutto."

"Che vengano pure, quei bastardi. Gli faremo vedere noi, che hanno scelto le persone sbagliate con cui prendersela." affermò rabbiosamente Masaru, facendo rumore con le nocche delle mani. Poi, tirò un sospiro e si sfregò la fronte con una mano, cercando di imporsi la calma. "Okay, okay, non è il caso di farsi prendere la mano. Per adesso, ci basta essere al sicuro."

"Sapete... io non lo conoscevo davvero, il Mondo Digitale..." disse il piccolo Dorumon, seduto accanto a Chika. Il piccolo e misterioso Digimon era costantemente meravigliato da ciò che vedeva attorno a sè... in particolare adesso che viaggiava nel cuore di DigiWorld e si rendeva davvero conto di come fosse il suo mondo natale. "E ogni cosa che vedo da quando sono diventato il partner di Chika mi sembra incredibile. Sicuramente non ho ancora visto nulla di quello che DigiWorld e il vostro mondo hanno da offrire... e vorrei stare ancora al vostro fianco per vedere ancora più cose! Per questo... spero anch'io di poter fare ancora di più per aiutarvi a fermare i piani di Kurata."

Chika abbracciò gentilmente il suo Digimon, scacciando quella sensazione di paura che minacciava di sopraffarla. "Andrà... andrà tutto bene, Doru-chan! Vedrai che grazie a mio fratello... ad Agu-chan e ai loro amici... fermeremo i piani di quell'uomo malvagio!" affermò. "Adesso abbiamo la Full Burst Evolution... sono sicura che riusciremo a vincere!"

"Come diceva Touma, però, non possiamo essere troppo sicuri di noi stessi. Sicuramente i Bio-Ibridi andranno da Kurata a dirgli che adesso abbiamo un'evoluzione in più, e Kurata prenderà dei provvedimenti. Meglio tenersi all'erta." affermò Raramon, finendo di disporre la legna. Ikuto si alzò un attimo, facendo cenno ai suoi compagni di attenderlo un attimo.

"Io andare a prendere mele di carne per cena." disse il bambino selvaggio. "Non ci mettere molto. Falcomon, noi andare, va bene?"

"Aspetta, Ikuto-kun, ti accompagnamo anche io e Doru-chan." disse Chika, alzandosi dal suo posto assieme al suo partner digitale. "Sappiamo che tu e Fal-chan ve la sapete cavare, ma... preferiremmo accompagnarvi."

"Fal-chan? Non credo che mi abituerò mai a questo strano nome..." mormorò Falcomon, un po' imbarazzato. "Ah-ehm... comunque... se ad Ikuto va bene, per me non ci sono problemi."

"Tu essere sicura, Chika?" chiese il ragazzino dal volto dipinto, guardando la bambina un po' perplesso. Nonostante avesse fatto dei passi in avanti notevoli, faceva ancora un po' fatica a relazionarsi con gli altri esseri umani, e soprattutto con una sua coetanea del sesso opposto. L'idea che adesso lei li accompagnasse lo metteva un po' in difficoltà.

"Sì, Ikuto, siamo assolutamente sicuri. Non si sa mai cosa potrebbe accadere in questo posto." rispose Dorumon, anche a nome di Chika. "Meglio essere in due... e non allontanarsi troppo."

"Va bene... state attenti, e non esitate a tornare indietro se vedete che ci sono problemi." affermò Gaomon. "Noi ci terremo comunque pronti ad intervenire in caso ce ne sia bisogno."

"Grazie, Gao-chan! Tranquilli, non ci metteremo molto... e tu, fratellino, cerca di non venire fuori con qualche altra delle tue strane idee mentre noi siamo via, okay?" rispose Chika, voltandosi verso Masaru e strizzando un occhio con un sorriso impertinente!

Il giovane street fighter ridacchiò nervosamente, cercando al tempo stesso di darsi un tono. "C-come sarebbe a dire, una delle mie strane idee, Chika?" mormorò. "Per tua norma e regola, io ed agumon siamo integerrimi agenti della DATS!"

"Come quella volta che hai sfidato Tohma-kun ad un incontro di pugilato?" lo stuzzicò Yoshino... e un pietrone enorme apparve dal nulla e cascò in testa a Masaru!

"Come quella volta che ti lanciato di corsa dietro ad un Drimogemon che stava scavando?" continuò Tohma. Masaru aveva appena finito di togliersi una pietra di dosso, che una ancora più grande apparve sopra di lui e lo stese faccia a terra! Un grosso gocciolone di sudore scese dalla testa di Agumon, che si affrettò a togliergli la strana pietra di dosso, e Masaru si mise a sedere con un sorrisetto imbarazzato...

"Ehm... okay, okay, non sono state le mie idee più azzeccate, questo lo devo ammettere... ma alla fine si è risolto tutto bene, no?" cercò di difendersi il giovane street fighter. "Ehm... in ogni caso, questo non è importante al momento. Mi raccomando, Ikuto, Chika, Falcomon, Dorumon... state molto attenti!"

Chika sospirò e fece un sorriso al fratello maggiore. Nonostante tutte le sue stravaganze e lasua fissazione per le risse, Masaru era pur sempre il suo fratellone, e Chika sapeva che lui era molto protettivo nei confronti della sua famiglia. "Certamente, Masaru-niichan. Ma non ti preoccupare, ormai sono un'agente della DATS anch'io... e so come muovermi. Io e Dorumon siamo un'accoppiata vincente, vero, Doru-chan?"

Il dinosauro diede il cinque alla sua partner umana concedendosi un raro sorriso. "Certamente, Chika." affermò, drizzando la coda. "Sono sicuro che arriveremo presto ad ElDoradimon, e allora... non ci sarà Kurata o Gallantmon che ci possa fermare!"

 

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Kaede non era sicura di quanto tempo fosse passato. I suoi ricordi erano confusi, come un terribile incubo che la sua mente aveva cercato di rimuovere... ma la spaventosa visione del laboratorio in cui si trovava, del tavolo operatorio a cui lei era legata, e della luce che la abbagliava era fin troppo reale. Faceva freddo... e il fatto di stare indossando soltanto un camice verde chiaro senza maniche, simile a quello di una paziente che stava per essere sottoposta a qualche terribile operazione, non la aiutava certo a sentirsi più tranquilla...

"Uuuugh... dove... dove sono? Che cosa...?" mormorò, sentendo la sua voce uscire impastata e strana... come se stesse parlando qualcos'altro che si trovava dentro di lei. Sentiva i polmoni espandersi in maniera inusuale, e le corde vocali fare dei movimenti a cui non era abituata... o forse era solo la sua impressione, dopo essere rimasta semicosciente per tutto quel tempo.

Kaede cercò di fare mente locale. Ricordava vagamente il momento in cui si era risvegliata in quel corridoio spoglio, e si era trovata davanti quelle mostruosità simili a ragni... poi c'era stato un vuoto... e quando aveva ripreso il controllo di sè stessa, si era resa conto che quei mostri erano stati distrutti. Poi una voce, che le parlava in maniera melliflua... diceva qualcosa che lei in quel momento ricordava molto vagamente... e poi, tutto diventava confuso... quello era il primo momento di lucidità che ricordava di avere da un bel po' a quella parte.

A proposito... quanto tempo era passato? La ragazzina dai capelli rosati ebbe un brivido al pensiero che non ricordasse quanto tempo fosse trascorso dall'ultima volta che aveva capito cosa stesse accadendo...

"Mamma... papà... dove sono? Che sta... accadendo? Saranno... saranno preoccupati per me..." mormorò, cercando di liberarsi dalle corde che la tenevanolegata alla lettiga per i polsi e le caviglie. Stringendo i denti per la rabbia e l'ansia, Kaede tirò verso di sè, ma emise un lamento di dolore quando il gesto non ebbe altro effetto che provocarle delle abrasioni sui polsi e sulle caviglie. Kaede grugnì per il dolore e si accasciò nuovamente sulla lettiga, voltando la testa da una parte e dall'altra per cercare almeno di sottrarsi alla luce che le veniva sparata dritta negli occhi. "Dove... sono? Che cosa... mi volete fare? Lasciatemi..."

"Oh, ma certo che ti lasceremo, mia cara. Tutto sta, ovviamente, se collaborerai con noi e non farai troppe storie, si intende!" rispose una voce fin troppo conosciuta che proveniva da un altoparlante ad un angolo di quella inquietante sorta di sala operatoria. Solo in quel momento Kaede recuperò abbastanza consapevolezza di sè da rendersi conto di essere collegata a delle macchine che monitoravano le sue condizioni - battito cardiaco, pressione sanguigna, eccetera. Il terrore la colse quando si rese conto di ciò che la presenza di quelle macchine comportava... e cercò ancora una volta di liberarsi dei suoi vincoli, senza successo. "E' inutile che ti dibatti, mia cara. Abbiamo fatto in modo che quelle corde ti tenessero ben ferma. Sai, ci serve la tua collaborazione, volontaria o meno. E non possiamo permetterci di perdere un soggetto interessante come te."

"Ma... ma cosa volete da me? Dove siamo?" esclamò esasperata Kaede, reprimendo i brividi di freddo e paura. "Perchè mi avete portata qui? Cosa vi ho fatto di male?"

"A noi? Niente!" rispose la persona dall'altra parte dell'altoparlante. "Non abbiamo assolutamente nulla contro di te. Ma... tu, mia cara, sei risultata essere un soggetto particolarmente adatto ad alcune... chiamiamole così... procedure mediche che servono ad aiutare molte persone. Sarà grazie a te che noi umani avremo finalmente la meglio su un male terribile che si chiama Digimon!"

"Di... di cosa state parlando? Io sono una ragazza normalissima! Non posso certo aiutarvi a combattere contro nulla!" cercò di protestare Kaede. Con orrore, vide alcune braccia meccaniche alzarsi attorno alla sua lettiga, una delle quali sorreggeva un ago ipodermico crudelmente affilato, sulla cui punta di vedeva ancora brillare qualche spaventosa sostanza chimica. Il pungente odore dell'etere e dell'alcol le travolse le narici, e Kaede emise un gemito di orrore quando un arto meccanico le mise una maschera con boccaglio sul volto...

"Oh, sono sicuro che ci aiuterai, mia cara..." continuò la voce di Kurata. "Solo, è probabile che non te ne renderai conto. tu sei la prima, piccola Kaede... la prima dei miei guerrieri d'elite, grazie ai quali potrò finalmente distruggere per sempre quelle ripugnanti creature chiamate Digimon!"

La voce di Kurata si fece sempre più flebile, e le esclamazioni di protesta che Kaede stava cercando di farsi uscire si manifestarono in un indistinto mugolio prima che l'anestesia cominciasse ad avere effetto... e rapidamente, Kaede perse di nuovo il contatto con la realtà e ripiombò nel torpore nel quale era stata per così tanto tempo...

 

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"Hmm... il soggetto sta resistendo, il che le causa notevole dolore e rallenta il processo. Peccato, speravo di fare un po' più in fretta... ma che ci vogliamo fare? Hehehee... intanto è già un'ottima cosa aver trovato un soggetto così adatto per i nostri esperimenti sui Bio-Ibridi." affermò Kurata con una risatina sadica, osservando Kaede da uno schermo che trasmetteva delle immagini in remoto alla sua sala di controllo. Lo scienziato stava compiendo delle altre operazioni, sulla base dei dati che aveva ricevuto da poco... e doveva ammettere che i risultati a cui era approdato superavano le sue più rosee aspettative. "A parte questo piccolo inconveniente, devo dire che lo sviluppo delle nuove forme Mega va stupendamente! Tra non molto saranno pronte, e potremo dare l'assalto finale ai nostri giovani amici! Che ne pensa, generale Akameshi? Immagino che lei non veda l'ora di pareggiare i conti con quei marmocchi."

Il generale Akameshi sghignazzò a denti stretti. "Effettivamente, l'idea di essere stato battuto da quei luridi traditori della razza umana mi dà parecchio fastidio. Ma non è il caso di farsi prendere dalle vendette personali." affermò l'uomo, osservando soddisfatto i grafici che si avvicendavano sugli schermi. "Per adesso, l'importante è che l'esperimento vada bene. E mi sembra che la nostra giovane ospite stia reagendo abbastanza bene al... surplus di dati che le stiamo dando."

"E' stata una fortuna che Kouki l'abbia trovata, un po' di tempo fa. Quella ragazza ha una notevole compatibilità, ed è stata il prototipo perfetto per sviluppare l'esperimento di Bio-Ibridazione. Ovviamente, che nulla di tutto questo esca dal nostro laboratorio, si intende!" disse Kurata, strizzando un occhio con aria falsamente cordiale al suo complice. "Se la nostra collaboratrice, la cara Chizuru, venise a sapere di quello che si sta facendo qui... immagino che sarebbe un po' un problema, non crede anche lei?"

"Prima o poi, la verità verrà ugualmente a galla." replicò il militare alzando le spalle.

Kurata non sembrò eccessivamente preoccupato. "Beh, questo è inevitabile. Quello di cui dobbiamo assicurarci è che questo non avvenga troppo presto. Abbiamo ancora bisogno di lei per i nostri piani." affermò. "Ad ogni modo... ho trovato delle interessanti forme per i nostri baldi giovani... e per lei, ovviamente. Che gliene pare? Ecco a lei Darkdramon, Lotusmon, Spinomon... e qualcosa che ho selezionato appositamente per lei!"

Alcune immagini apparvero in maniera fugace sullo schermo principale - un drago umanoide dalle ali fatte di luce, tutto coperto da un'armatura nera; un Digimon femminile vestito di rosa e bianco, con in mano uno scettro dorato; e un colossale dinosauro bipede simile ad un tirannosauro, con delle enormi lame di coltello che spuntavano dalla schiena; altre due immagini apparvero rapidamente dopo di essi, mostrando un terrificante incrocio tra un rettile ed un insetto, con addosso una spessa armatura viola; e una tigre dai denti a sciabola con una criniera bianca e due lunghe antenne che spuntavano dalla testa...

"Hmm... vedo che lei ha svolto bene la sua ricerca, professor Kurata." disse Akameshi, soddisfatto. "In tal caso, non le metterò fretta. Farò in modo di tenere a bada i nostri... collaboratori ed indurli alla pazienza. C'è quel Kouki, in particolare, che non mi sembra apprezzare tutti gli sforzi che stiamo facendo per lui. La gioventù di questi tempi vorrebbe tutto subito, non crede anche lei, professore?"

Kurata ridacchiò e scosse la testa come per dire che non c'era nulla da fare. "Ahi, ahi, ahi... già, dovrebbero imparare ad essere un po' più accomodanti! Non si va da nessuna parte con la fretta!" affermò condiscendente. "Oh, beh... di quello sono sicuro che potrà occuparsi lei senza troppi problemi. Se non altro, sono un po' più disposti ad ascoltarla!"

"Già, se non altro perchè sanno che la mia forma Bio-Ibrida è più potente delle loro e potrei metterli a terra senza tanti problemi." disse Akameshi, sghignazzando amaramente al pensiero che questo non gli fosse servito a molto quando aveva avuto a che fare con i Leggendari Guerrieri. "Comunque, quand'è così, la lascio al suo lavoro. Attenderò buone notizie quanto prima."

"E non resterà deluso, mio caro Akameshi-san!" esclamò Kurata, prendendo un lollipop da chissà dove e iniziando a succhiarlo distrattamente, mentre con un semplice movimento della mano inseriva nuovi dati nel suo terminale... e nel laboratorio, Kaede lanciò un lacerante grido di dolore quando un'iniezione effettuata alla base della spina dorsale iniettò qualche sostanza innominabile nel suo corpo!

"Mi piacerebbe che tu non facessi tanto rumore, bambina. Mi dà fastidio." disse tra sè Kurata, con fare a metà tra l'irritato e l'annoiato. "Fai la brava ancora un po'. Quando avrò finito, anche tu avrai l'onore di essere una punta di diamante del mio esercito di Gizumon! Hehehee... già, è così che dovrebbero esistere, i Digimon... come schiavi di noi esseri umani!"

 

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La mattina dopo, in una stradina nel bel mezzo della foresta vergine di DigiWorld...

"Uuugh... senti un po', Norstein, ma sei sicuro che sia questa la strada giusta per arrivare alla città sacra?" chiese Masaru, indicando la stradina polverosa che si inerpicava in mezzo agli alberi e alle collinette, semicoperta da una nebbiolina mattutina che dava a tutti una sgradevole sensazione di umidità. Era ormai da un bel po' che i ragazzi e i loro compagni digitali camminavano in mezzo a quella foschia, e cominciavano ad avere l'impressione di essersi persi...

"Almeno, questo è quello che ci ha detto BanchouLeomon." rispose Tohma, dando un'occhiata al suo computer portatile e ad alcune mappe che si era fatto sul momento. "La Città Sacra, ElDoradimon, dovrebbe essere in questa regione, anche se si sposta in continuazione non può andare troppo lontano."

"Siamo sicuri che la troveremo, continuando su questa strada?" chiese Dorumon massaggiandosi la testa per il mal di testa che cominciava a covare. "Non ho visto tracce del passaggio di un Digimon grande come una città, da queste parti..."

Il biondo agente della DATS mezzo-austriaco alzò le spalle. "Ovviamente, come ho detto, questo dipende dal fatto che BanchouLeomon non ci abbia mentito." affermò.

L'insinuazione fece scattare qualcosa in Masaru, che già di per sè era un tipo che non era tanto difficile far arrabbiare. "Hey! E adesso cosa ti metti a suggerire? Sono sicuro che BanchouLeomon non ci ha mentito... un vero banchou non mente mai!"

"Il capo ha ragione! Anch'io mi fido di lui!" esclamò il piccolo Agumon.

Il ragazzo biondo si fermò di colpo, guardando il suo coetaneo con un appena percettibile risentimento... una sensazione che già da un po' lo accompagnava, anche se aveva cercato di non badarci e di convincersi che era una sua impressione. "Daimon, vorrei ricordarti che ci troviamo in un mondo i cui abitanti hanno tutte le ragioni per sospettare di noi umani e per odiarci." affermò. "Chi può dire che BanchouLeomon non ci stia usando per eliminare Kurata e i suoi uomini, e non decida infine di rivoltarsi contro di noi una volta che avremo fatto il lavoro sporco per lui?"

"Stai insinuando che ci sta manipolando, razza di...!" cominciò a rispondere Masaru... un attimo prima che Yoshino si mettesse in mezzo ai due ragazzi e aprisse le mani per allontanarli l'uno dall'altro, con espressione chiaramente frustrata!

"Aaaaah! E smettetela voi due!" esclamò la rossa agente della DATS. "Mi sta venendo il mal di testa solo ad ascoltarvi! Ascoltate, in questo momento non abbiamo altre possibilità che seguire le indicazioni di chi ne sa più di noi... e BanchouLeomon, guarda caso, fa parte di questa categoria!"

"Hehee... lo dicevo io, che il capo e BanchouLeomon avevano ragione!" affermò Agumon, scambiandosi uno sguardo di intesa con il suo partner umano, che sghignazzò davanti a Tohma come per dire 'te lo avevo detto'...

"Allo stesso tempo, però..." aggiunse Yoshino, comprendendo al volo cosa stessero pensando i due combinaguai. "Allo stesso tempo non posso ignorare che Tohma-kun ha ragione. Non è una situazione in cui possiamo fidarci a cuor leggero della prima persona... anzi del primo Digimon... che incontriamo."

"I Digimon di questo mondo hanno delle ottime ragioni per odiare gli esseri umani, dopotutto." volle precisare Raramon. I due bambini e i loro Digimon erano rimasti fermi in disparte, come sorpresi da questo improvviso diverbio che era scoppiato tra i ragazzi più grandi... che restarono a guardarsi con fare di sfida ancora per un po', prima che Masaru tirasse un sospiro rabbioso e decidesse che era meglio lasciar perdere, almeno per il momento.

"Va bene, va bene... non perdiamo altro tempo, e continuiamo a cercarla, 'sta città del cavolo." sbottò Masaru, sfregandosi la nuca con una mano mentre riprendeva il cammino. Tohma scosse la testa e riprese a camminare, tenendo il laptop aperto davanti a sè e guardando le mappe che aveva disegnato... mentre Raramon sospirò esasperata e pregò tra sè che quei due non arrivassero ai ferri corti prima di raggiungere ElDoradimon.

Passarono alcuni minuti in cui il gruppo continuò a camminare in completo silenzio, come se quel diverbio inaspettato avesse prosciugato l'entusiasmo... e solo dopo un po' Chika si decise ad avvicinarsi a Yoshino e a farle una domanda.

"Y-Yoshino-san...?" chiese la bambina. "Che... che succede? Come mai Masaru-niichan e Tohma-san si sono messi a litigare?"

La ragazza dai capelli rossi alzò le spalle desolata. "Mi dispiace, Chika-chan... non penso di intendermi molto di questioni di maschi... e di come la pensino loro. Scusa, Ikuto, non volevo offendere." si rivolse rapidamente al bambino selvaggio, che fece un cenno con la mano come per dire che non c'era bisogno di scusarsi. "Comunque... beh, immagino che lo abbia visto anche tu, non è vero? Come loro due siano estremamente diversi di carattere, voglio dire."

Dorumon guardò ora Masaru, ora Tohma... e poi annuì tra sè, in accordo con quello che diceva la più esperta degli agenti della DATS. "Beh... sì, immagino che questo lo avessimo notato tutti... ma credevo che non avrebbe creato dei problemi." affermò ingenuamente.

"Ma anche se siamo in una situazione così delicata, è impossibile che persone così diverse tra loro non finiscano per avere opinioni diversesu qualcosa. Anche se siamo dalla stessa parte, ognuno di noi ha le sue opinioni, le sue idee e i suoi modi di fare... che possono piacere o non piacere agli altri." spiegò Yoshino, arruffando gentilmente la pelliccia sulla testa di Dorumon. "E poi... beh, adesso potrete anche dire che è soltanto una mia impressione, ma... quei due, per così dire, sono quello che potremmo definire "rivali per natura". Non so se mi spiego esattamente..."

"Ehm... Io non credere di avere capito bene..." affermò Ikuto.

"Pendo che quello che Yoshino voleva dire... è che Masaru e Tohma hanno due caratteri così diversi tra loro, e allo stesso tempo così simili per certi aspetti... che è normale che finiscano per scontrarsi su certe cose." affermò Falcomon. Ikuto lo guardò un po' stupito, come se si stesse chiedendo come mai il suo Digimon riuscisse a capire così bene gli esseri umani... cosa che lui, lo doveva ammettere con suo grande dispiacere, non riusciva ancora a fare molto bene. "Beh... diciamo che ho imparato parecchie cose su voi umani stando così tanto tempo con te, Ikuto!"

Ikuto sorrise debolmente, massaggiandosi la nuca con imbarazzo. "Questo... fare piacere, Falcomon."

"Ad ogni modo, è il caso che quei due trovino un punto di incontro su certe cose..." continuò Yoshino. "Non posso dire di non essere preoccupata per il fatto che..."

La ragazza dai capelli rossi non ebbe il tempo di completare la frase prima che qualcosa si abbattesse al suolo con violenza, facendo scuotere la terra sotto i loro piedi e costringendoli a fermarsi con una collettiva esclamazione di sgomento! E subito dopo ne seguì un altro... un altro... un altro ancora... sembravano i passi di un gigante che ancora non si vedeva, ma che era talmente immenso da farsi sentire anche da quella distanza!

"Cosa? Ma... ma che succede?" esclamò Agumon quando vide un gruppetto di Airdramon prendere il volo dalle cime degli alberi più grandi. "Sembra... sembra un terremoto!"

"Sì, ma non è un terremoto..." affermò Tohma, tenendo ben stretto il suo laptop. "Qualcosa si sta avvicinando, e credo anche di sapere che cosa..."

Gaomon alzò le braccia e si mise in una posizione di guardia. "Crede che si possa trattare di... ElDoradimon, signore?" chiese il lupacchiotto pugile.

"Le possibilità sono ottime..." affermò il biondino. Masaru ed Agumon si misero in guardia, pronti ad agire se fossestato necessario... ma neanche loro furono pronti allo spettacolo mozzafiato che si parò davanti a loro quando ElDoradimon fece il suo ingresso in scena, apparendo lentamente dall'orizzonte! All'inizio, i ragazzi non videro che le sue torri più alte che facevano capolino... poi, l'immensa figura di ElDoradimon emerse, gettando un'ombra inquietante sul paesaggio tutt'attorno, e facendo sembrare ogni altra cosa un modellino di cartapesta in confronto! Digimon ed agenti restarono congelati dallo stupore - si aspettavano, certo, di vedere qualcosa di straordinario... ma questo andava oltre ogni loro più fervida immaginazione!

"Ehm... quel Digimon... è un po' grandicello, eh?" commentò Chika con una risatina nervosa.

Era davvero dire poco - ElDoradimon era praticamente una grande città in stile inca che si muoveva su quattro zampe grandi più della più grande delle sequoie, piazzata sopra il guscio di un'immensa testuggine che avanzava lenta, ingombrante ma inesorabile verso la sua meta, facendo fuggire i Digimon al suo passaggio. Ovunque passasse, stormi di Digimon alati prendevano il volo per non essere travolti, mentre chi non poteva volare si era già affrettato a togliersi di mezzo come poteva!

"Mercurimon parlato spesso a me di ElDoradimon... ma io... mai pensato un giorno vedere!" affermò sbalordito Ikuto.

"ElDoradimon, la città di cui tanto si parla..." disse Gaomon, prima di rivolgere l'attenzione di tutti ad un problema che non era venuto in mente a nessuno fino a quel momento. "Ora l'abbiamo trovata. Ma come facciamo ad attirare la sua attenzione?"

Ottima domanda. E una domanda alla quale nessuno dei presenti aveva una risposta pronta.

"In effetti... ammetto che a questo particolare non avevo pensato..." ammise Yoshino, guardando perplessa la montagna ambulante che continuava ad avanzare facendo tremare la terra sempre più forte man mano che riduceva le distanze. "Come facciamo ad attirare la sua attenzione e a raggiungerlo? E' talmente grande che probabilmente non si accorgerà nemmeno di noi."

"Hmm... aspettate un momento, cercherò di pensarci su..." disse Tohma, cominciando a formulare un'idea con gli elementi che aveva a sua disposizione.

Sfortunatamente per lui, non ebbe il tempo di approdare ad un'idea prima che Masaru lo battesse sul tempo con una delle sue trovate! "Hey, Agumon! Prova a darmi un pugno!" disse il ragazzo, lasciando di stucco tutti quanti... tranne il diretto interessato, che sembrò capire al volo cosa volesse fare il suo "capo".

"Ricevuto, capo!" esclamò il piccolo dinosauro. I due compagni d'avventura tirarono indietro i pugni... e sferrarono un colpo, intercettandosi a vicenda a mezz'aria e attivando la Digi-Soul di Masaru, che si manifestò immediatamente nella forma di un anello di pixel arancioni attorno al pugno del ragazzo! Agumon fece un passo indietro, scuotendosi la zampa intorpidita... e fece a Masaru un cenno di assenso. "Okay, capo, io sono pronto! E' il momento di farci vedere!"

"Certamente! Vedrai come saranno impressionati quelli di ElDoradimon!" esclamò Masaru. Tirò fuori il suo Digivice-Ic sotto gli occhi sbalorditi di tutti i suoi compagni di viaggio... e lo attivò, con il risultato che Agumon scomparve in una colonna di luce arancione che illuminò la mattinata nebbiosa... e riapparve un attimo dopo trasformato in RiseGreymon, avvolto da una splendente aura di energia! Con un cenno della testa, Masaru disse al suo compagno digitale che era pronto... e Risegreymon si abbassò per permettere al suo compagno umano di salire sulla sua mano!

"A... Aspetta un momento, Masaru Daimon!" esclamò Yoshino sbalordita. "Non... non vorrai mica dirmi che avete intenzione, tu e RiseGreymon, di andare semplicemente là e presentarvi a tutti gli abitanti di ElDoradimon, vero?"

"E' una pazzia! Non sappiamo neanche come reagiranno!" esclamò Falcomon.

"Proprio per questo credo che ci convenga di più non fare mistero della nostra presenza, e rivelarci subito!" affermò Masaru, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo! "Così gli abitanti di ElDoradimon capiranno subito che di noi si possono fidare, no?"

"Non vedo cosa ci sia di sbagliato in questa idea, ragazzi!" affermò RiseGreymon. "Non preoccupatevi, saremo di ritorno in un attimo!"

"No, aspettate un momento!" cercò di trattenerli Tohma... ma ormai, Masaru e RiseGreymon si erano già levati in volo verso ElDoradimon, che continuava per la sua strada senza essersi minimamente reso conto della presenza degli agenti della DATS! Il biondino mezzo-austriaco restò per un attimo a guardare sbalordito Masaru e il suo Digimon che si allontanavano, sicuri che tutto sarebbe andato come da programma... e poi guardò rabbiosamente verso il terreno, rimuginando tra sè. Era qualcosa di incomprensibile per lui... come faceva Masaru ad agire così impulsivamente, senza pensare alle conseguenze delle sue azioni... e ciò nonostante, c'era sempre qualcosa che faceva in modo che le sue azioni fossero ricompensate invece che punite. "Maledizione... non posso crederci, Daimon è veramente impossibile, a volte!" mormorò tra sè.

"Mio fratello ha sempre fatto così... non ti preoccupare, Tohma-san, vedrai che tornerà sano e salvo... anche se sono d'accordo con te che dovrebbe ragionare un po' di più su quello che fa!" affermò la piccola Chika. Quando guardò verso il volto di Tohma, però, la bambina rimase sbalordita e vagamente allarmata... il ragazzo biondo le dava come l'impressione di non essere semplicemente seccato per quello che Masaru e RiseGreymon stava facendo... c'era qualcosa di più, qualcosa che stava ponendo Tohma davanti a dei seri dubbi... anche se Chika non poteva certo immaginare di cosa si trattasse.

"Tohma-san?" chiese Chika. Tohma si riscosse dal suo momento di riflessione e si sfregò gli occhi come per riportarsi alla realtà, per poi rivolgere alla bambina un sorriso che sperava essere abbastanza convincente.

"Va tutto bene, Chika-chan. Hai ragione... e spero che tuo fratello possa capirlo, prima o poi." affermò Tohma. Accanto a lui, Gaomon corrugò la fronte, convinto com'era che il suo compagno umano non stesse dicendo tutto...

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Sì, anche questo è stato un capitolo un po' di filler... ma se non altro, spero di aver dato un'idea di quello che ci aspetta in futuro, e finalmente il gruppo di Masaru è giunto ad ElDoradimon, dove li aspetta un'accoglienza.. che potrebbe essere buona o cattiva, a seconda di come gli abitanti prenderanno l'uscita di Masaru! Finalmente sta arrivando la parte più importante della mia fanfiction, e spero di scriverla presto!

Quindi... vi saluto, per adesso, e vi do appuntamento alla prossima volta! A presto... e se potete lasciarmi una recensione, la cosa mi farebbe molto piacere! Ciao!

 

 

 

 

  
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