Sono gli occhi di tre persone diverse, quelli che Finn ha davanti.
Sono gli occhi neri di sua madre, gli occhi castani di Raven, gli occhi azzurri di Clarke.
Sono gli occhi delle tre donne più importanti della sua vita, quelli che scorrono di fronte al proiettore della sua memoria come immagini sfocate e indistinte, emblema di un passato che lo ha tradito, abbandonando il porto sicuro del suo cuore.
Sono occhi brillanti come la notte, quelli di sua madre, il cui volto è ora un alone sfocato ai confini dei suoi ricordi.
Sono occhi cremosi come la cioccolata calda, quelli di Raven, che in fondo Finn ama ancora, che in fondo Finn amerà per sempre, in un modo raro e particolare che più che un sentimento è uno stato d’animo, continuo e costante.
Sono occhi limpidi come il cielo terso d’estate, quelli di Clarke, che adesso è di fronte a lui, e gli sorride, nonostante tutto il dolore che lui le ha causato con la sua superficialità.
Sono gli occhi delle tre donne della sua vita, quelli che si spalancano come orinogrammi invisibili nella mente di Finn, mentre i propri gli si chiudono, e lo sguardo, lentamente, si spegne.
Ma sono altre paia di occhi, quelli che scrutano il suo animo.
Sono gli occhi tristi e feroci dei Terrestri che ha ucciso.
Sono gli occhi tristi e feroci dei Terrestri che ha trucidato come inermi pupazzi, e che ora lo accolgono all’Inferno.