Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: atlanta_94    05/10/2016    0 recensioni
Che autentica meraviglia la donna che sa di essere una bellezza della natura.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il segreto della bellezza – mi diceva sempre mia zia – è camminare per strada come se fossi la fottuta Afrodite in persona. Ecco perché, in realtà, esistono donne belle e donne brutte.
C’entra veramente poco con la bellezza oggettiva, i canoni, le copertine delle riviste patinate e la tv. Tutte, tutte le donne sono belle – diceva – se le vedi camminare disinvolte, il vento tra i capelli, lo sguardo alto e sicuro di sé, i fianchi ondeggianti, oh che meraviglia. Che autentica meraviglia la donna che sa di essere una bellezza della natura.
L’uomo non può dire la stessa cosa, l’uomo non è bello allo stesso modo. Questo non me lo ha mai spiegato, ma lo diceva sempre.
Io mi chiedevo sempre come avrebbe camminato una moderna Afrodite, sui marciapiedi sporchi, tra le macchine che brontolano e non sapevo rispondermi: forse anche lei, la dea della bellezza e dell’amore, si sarebbe vergognata nello scorgersi riflessa sui parabrezza delle auto, venduta senza il suo permesso nelle vetrine impietose dei negozi. Forse anche lei si sarebbe ingobbita e avrebbe iniziato a schivare gli sguardi della gente, impaurita dalle chiacchiere, intimorita dagli sguardi di disapprovazione della modella sul cartellone e dell’attrice sulla fiancata del bus: quelle due bisbetiche che si scambiano sorrisi al mentolo ogni giorno, ridendo della sciatta normalità di chi, per quelle strade, ci cammina ogni giorno.
Ecco perché forse quello che diceva mia zia non avrebbe mai potuto corrispondere alla realtà: le dee, quelle vere, quelle del nostro secolo, per strada di certo non ci camminano.  Il segreto della bellezza – mi diceva sempre mia zia – è camminare per strada come se fossi la fottuta Afrodite in persona. Ecco perché, in realtà, esistono donne belle e donne brutte. C’entra veramente poco con la bellezza oggettiva, i canoni, le copertine delle riviste patinate e la tv. Tutte, tutte le donne sono belle – diceva – se le vedi camminare disinvolte, il vento tra i capelli, lo sguardo alto e sicuro di sé, i fianchi ondeggianti, oh che meraviglia. Che autentica meraviglia la donna che sa di essere una bellezza della natura. L’uomo non può dire la stessa cosa, l’uomo non è bello allo stesso modo. Questo non me lo ha mai spiegato, ma lo diceva sempre. Io mi chiedevo sempre come avrebbe camminato una moderna Afrodite, sui marciapiedi sporchi, tra le macchine che brontolano e non sapevo rispondermi: forse anche lei, la dea della bellezza e dell’amore, si sarebbe vergognata nello scorgersi riflessa sui parabrezza delle auto, venduta senza il suo permesso nelle vetrine impietose dei negozi. Forse anche lei si sarebbe ingobbita e avrebbe iniziato a schivare gli sguardi della gente, impaurita dalle chiacchiere, intimorita dagli sguardi di disapprovazione della modella sul cartellone e dell’attrice sulla fiancata del bus: quelle due bisbetiche che si scambiano sorrisi al mentolo ogni giorno, ridendo della sciatta normalità di chi, per quelle strade, ci cammina ogni giorno. Ecco perché forse quello che diceva mia zia non avrebbe mai potuto corrispondere alla realtà: le dee, quelle vere, quelle del nostro secolo, per strada di certo non ci camminano.
Ma forse lei parlava di qualcos’altro. Ci ho pensato spesso, crescendo, a questa frase sulla disinvoltura di Afrodite, come se la bellezza fosse prima di tutto un atteggiamento e mi sono chiesta chi definisse, di fatto, cosa fosse apprezzabile o meno, anche nell’atteggiamento stesso. Ho parlato con tanti uomini di questo argomento, come se stessi cercando una qualche conferma, un indizio e, con il tempo, ho dimenticato quella bella donna dai capelli color cioccolato, la pelle di porcellana e i seni prosperosi che, con ostentata, ma innocente sicurezza, cammina portandosi dietro, come pesci catturati da una rete a strascico, gli sguardi degli uomini, abbagliati quasi più dall’incedere che dalla perfezione del suo corpo.
L’ho dimenticata perché, nelle parole di chi le donne le vive più delle donne stesse, ho incontrato qualcuno di diverso, ugualmente sicuro, ugualmente pieno di vitale bellezza, ma molto differente da quell’immagine di estatica perfezione – appunto – afrodisiaca; che poi a ripensarci forse mia zia aveva semplicemente sbagliato con il suo esempio e intendeva esattamente quello che, negli anni, ha iniziato a delinearsi nella mia mente.
Quindi?, chiederete voi, e quale sarebbe questo segreto della bellezza delle donne?
Io ho iniziato a immaginarlo, questo segreto, dal fuoco. Il fuoco, da sempre simbolo di vita e passione, il fuoco che le belle donne hanno negli occhi. Capelli un po’ spettinati, trucco leggero e quel fuoco, proprio quel fuoco. Quel fuoco di chi un po’ se ne frega, un po’ se ne vanta, di chi per strada è contenta di camminarci con i suoi piedi e non stampata su un cartellone.
Quel fuoco di chi sa fare al sesso e all’amore, come si dice, di chi ride nell’estasi del vino, i fianchi larghi o il viso spigoloso, quel sorriso un po’ spezzato, il naso disarmonico; il fuoco di occhi non perfettamente simmetrici, di un corpo che non calza perfettamente quei vestiti disegnati per i manichini.
Forse, forse. Forse è che Afrodite è caduta un po’ nel dimenticatoio, è rimasta intrappolata nei pennelli del Botticelli, così meravigliosamente anacronistica, e il mondo ha finto di poter stare senza una dea della bellezza e dell’ammmore – sì, con tre m! –, cedendo il passo a quelle donne un po’ baccanti, sacerdotesse del dio dell’ebbrezza e della vita vissuta in profondità, che camminano per strada, non del tutto consapevoli, con quel passo che mia zia chiama il segreto della bellezza delle donne.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: atlanta_94