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Autore: Soul Mancini    05/10/2016    6 recensioni
Un attore pieno di sé abituato a recitare non solo sul palco, ma in ogni momento della sua vita.
Una fan tredicenne troppo ingenua, troppo esuberante, che a recitare non ci riesce proprio e che si racconta attraverso i suoi disegni.
Due occhi blu, mille bugie, un'amicizia. Vite opposte, una storia a unirle.
Questo accade quando il fuoco incontra il ghiaccio.
- QUINTA CLASSIFICATA al contest "The Zodiac Sings" indetto da Jadis_ sul forum di EFP.
- SESTA CLASSIFICATA al contest "Buona la prima! La sfida." indetto da Lady.EFP sul forum di EFP.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime tra la cenere



Intorno a noi solo bianco. Non c'era anima viva.

L'aria gelida di quel pomeriggio parve penetrare in ogni mia singola cellula.

Tuttavia non mi scomposi, era un momento difficile e sapevo di non poter sbagliare.

Mi mostrai sorpreso e le lanciai uno sguardo interrogativo e allo stesso tempo ferito.

Annabeth sorrise mestamente. “Ancora una volta hai dimostrato di essere un bravissimo attore, ma non hai tenuto conto di avere un pubblico molto attento.”

Sapevo esattamente di cosa stesse parlando, ma continuai a fingermi perplesso; mi piazzai di fronte a lei, afferrai i suoi polsi e la guardai negli occhi. “Annabeth, ma di che cosa stai parlando? Non ti seguo.”

Lei sospirò con l'aria di chi la sa lunga e ribatté: “Anch'io ho studiato un minimo di recitazione, sai? Ora tu mi guardi negli occhi perché speri che in questo modo io ti creda, ma se li vedessi capiresti. Sono di ghiaccio, non trasmettono nessuna emozione, ed è proprio questo a tradirti”.

Mi sentivo vagamente preso in giro da una che aveva quindici anni – e molta esperienza – in meno di me.

Determinato a mentire ancora, mollai la presa sui suoi polsi e mi passai una mano in mezzo ai capelli. “Non me l'avevi mai detto, e questo comunque che c'entra? Da quel che ho capito non ti fidi più di me, ma perché? Parlamene, sai che sono sempre disposto ad ascoltarti.”

Hai sempre finto di essere disposto ad ascoltarmi! Va bene, siccome tu non lo ammetterai mai, mi spiego meglio: tu reciti Daniel, reciti ogni singolo momento della tua vita, ostenti emozioni e buoni valori che non condividi realmente. Io sono molto ingenua perché ho quattordici anni e un carattere troppo buono, ma per fortuna me ne sono accorta in tempo. Sai come? Tutto è cominciato la sera del mio compleanno. Mia cugina, a cui avevo raccontato di te, mi ha detto che aveva visto una sagoma fuori dal cancello che poi se n'è andata pochi secondi dopo. Io inizialmente non le ho creduto e comunque l'idea che avresti potuto essere tu non mi ha sfiorato minimamente. Ma quando non ti sei presentato, la delusione ha cominciato a farmi avere dei sospetti e allora ho passato questi ultimi due mesi a osservarti e studiarti. Mi sono resa conto di tante cose: anche nella vita di tutti i giorni assumi degli atteggiamenti tipici di quando ti esibisci, alcuni tuoi modi di fare sono palesemente poco spontanei e il tuo sguardo... è sempre così distaccato, freddo, anche se le parole che dici esprimono tutt'altro. Sono piccole cose che solo un attento osservatore potrebbe notare. E così... ho capito che non ho conosciuto il vero te, sei solo un freddo manipolatore e la nostra amicizia non è mai esistita.”

Mentre pronunciava questo lungo discorso, Annabeth aveva preso a camminare avanti e indietro davanti alla panchina, poi vi si era seduta, aveva accavallato le gambe e ora faceva dondolare impercettibilmente un piede. Aveva un'aria molto calma e rilassata, nonostante dentro di sé provasse molta delusione.

Io rimasi spiazzato e, per una volta, non riuscii a indossare il mio costume di scena di quell'enorme spettacolo chiamato vita.

Cercai di restare calmo e composto. Dopo mezzo minuto di silenzio, le dissi: “Mettiamo il caso che tu abbia ragione. Perché mi sei stata appresso per tutto questo tempo? Cosa ti aspettavi da me?”

Innanzitutto volevo confermare la mia teoria, poi volevo raccontarti cosa si prova ad avere a che fare con uno come te. Magari questo non cambierà la situazione, ma ti aiuterà a riflettere. E soprattutto volevo chiederti: perché lo fai? Per caso illudere il prossimo ti fa star bene?”

No, ma mi rende migliore agli occhi della gente. Ora che sto avendo un po' di fama, non posso andare in giro a esporre il mio narcisismo, così lo maschero e faccio contenti tutti.”

Annabeth si stava infervorando. Balzò in piedi e sbottò: “E tu come vivi così? Sarebbe stato molto più apprezzabile se tu avessi accettato la persona che sei e avessi fatto in modo di migliorare. Certo, sarebbe stato più difficile, ma avresti avuto dei veri motivi per amare te stesso e saresti stato molto meglio anche con coloro che ti circondano!”

Nei suoi occhi blu non leggevo alcuna traccia di rabbia, ma solo tristezza e delusione. Fu questo a colpirmi maggiormente.

Lo sapevo, anche se non l'avrei mai ammesso: lei aveva ragione, e io torto marcio. Anche io in fondo avevo un avanzo di cuore, ma lo seppellivo sempre più in basso e ormai non lo ascoltavo più.

Tu non puoi capire, sei piccola” me ne uscii in tono gelido.

Lei ignorò la mia affermazione e mi domandò: “Voglio saperlo: cosa pensi realmente di me?”

Ti odiavo” ammisi, provando perfino un briciolo di vergogna.

Perché avevo parlato al passato?

Me l'aspettavo. Basta, non voglio più continuare questa conversazione. Ti lascerò in pace, va bene?”

In quel momento, seppur cercasse di non darlo a vedere, tutta la sicurezza con cui aveva portato avanti la conversazione scivolò via. Tentò più volte di ricacciare le lacrime, ma due grosse gocce non poterono fare a meno di rigarle il viso – quel viso sempre così allegro, ora solcato dal dolore.

D'un tratto mi resi conto che non volevo questo, non poteva andare a finire così. La ragazzina esuberante di cui avrei tanto voluto sbarazzarmi, ora suscitava in me un tale senso di tenerezza! Non volevo vederla piangere, volevo un altro dei suoi graziosi sorrisi. Non volevo che se ne andasse e mi lasciasse solo con i miei demoni.

Prima che potesse allontanarsi, la afferrai per una spalla e la feci voltare.

No, Beth, aspetta! Io non volevo... farti arrabbiare, non piangere così. Ti prometto che non ti mentirò più” farfugliai. Era proprio vero: quando c'era da dire qualcosa sinceramente, non sapevo mai come fare, non mi venivano le parole.

Non ti preoccupare, va tutto bene, non sono arrabbiata con te. Io ora sparirò dalla tua vita, logicamente non sono così stupida da andarti ancora dietro. Ma so che ciò che ho fatto ti servirà molto. Anche se tra noi è finita male ho molta fiducia in te e in tutti quanti, so che ognuno di noi se vuole può cambiare.”

Annabeth...”

La abbracciai nel modo più sincero, lei non mi respinse finché non la lasciai andare, poi puntò gli occhi nei miei. Erano pieni di lacrime, eppure vi scorsi quella luce buona e ingenua che li illuminava solitamente.

Io verrò ai tuoi spettacoli, perché sarai sempre il mio attore preferito. Ma per me Daniel in quanto persona non esiste, non l'ho mai conosciuta” mormorò. “Ciao Dan” concluse poi, voltandosi e allontanandosi lungo la via innevata.

Non potevo crederci.

La richiamai un paio di volte, ma lei non si voltò e io rimasi lì, a fissarla mentre se ne andava per sempre, troppo codardo per cercare di riconquistare la sua fiducia e per rendermi conto che, almeno un po', le volevo bene.


La rividi circa tre settimane dopo a uno spettacolo. Era sotto il palco, assisteva alla recita con interesse e scherzava allegramente con sua sorella Maggie e un'altra ragazza che non conoscevo. Si era ripresa splendidamente, i suoi occhi erano luminosi più che mai, ma né io né nessun altro poteva sapere cosa realmente provasse.

Quando finii di esibirmi, mentre uno sciame di fans mi circondava, il mio sguardo incrociò il suo.

Mi trapassò con esso, come se fossi invisibile.

Mi si strinse il cuore.


Fu dopo la serata che venni a saperlo.

Era una frizzante notte di metà aprile e quello era uno degli ultimi spettacoli con la compagnia, prima che iniziassero le mie date estive. Avevamo ritirato tutto ed eravamo usciti dalla struttura chiacchierando allegramente, come facevamo di solito. Erano circa le quattro ed ero molto stanco, inoltre l'aria era impregnata di un forte odore di bruciato e noi avevamo preso a tossire, lamentandoci.

Fu quando una ragazza sulla ventina chiaramente sconvolta si avvicinò a noi che un campanello d'allarme prese a trillare nella mia mente.

Ci raccontò che nel paesino a una decina di chilometri dalla nostra cittadina era scoppiato un feroce incendio nel centro abitato e che tre persone non erano riuscite a salvarsi.

Allora rammentai: era il paese di Annabeth.

Tornai a casa con una leggera inquietudine, ma cercai di non pensarci e di dormirci su.

Il sole sorse in fretta, ma nemmeno i suoi caldi raggi riuscirono a scaldare i cuori della gente, profondamente sconvolta per il disastro della notte precedente.

Ma per me nulla fu più doloroso di vedere il volto spensierato della piccola Annabeth sul giornale.

Non l'avrei mai più vista sorridere, non l'avrei mai più avuta con me.


Era una fresca mattinata di fine ottobre e io stavo seduto al tavolino di un bar. Sorseggiavo il caffè bollente e sfogliavo distrattamente il giornale, mentre in testa mi frullavano mille pensieri.

Esattamente un anno prima avevo conosciuto Annabeth alla fermata del pullman e da allora erano cambiate tante cose. Per me la sua scomparsa era ancora un ricordo doloroso, e lo sarebbe stato per sempre.

Certo, non ero del tutto spontaneo e continuavo a essere troppo egoista, ma pian piano, senza che nessuno se ne rendesse conto, stavo cercando di cambiare e migliorare. Lo dovevo ad Annabeth.

Il giorno prima mi era stato comunicato che una delle compagnie con cui avevo lavorato durante l'estate avevo deciso di prendermi, non solo per le mie straordinarie doti interpretative, ma anche perché mi vedevano una persona cordiale e affidabile. Questo mi aveva dato tanta soddisfazione perché in quel contesto avevo cercato di mostrare il meglio di me, senza però nascondermi dietro una maschera, e avevo ottenuto un risultato straordinario.

Le parole di Annabeth mi avevano aiutato; sapevo di avere un pessimo carattere e non sarei mai riuscito a cambiarlo del tutto, ma ero determinato e volevo cambiare, un passo alla volta.

Intanto i preparativi per il memorial di Annabeth andavano avanti: si sarebbe tenuto il 15 dicembre, il giorno del suo compleanno, e la sua famiglia aveva pensato di coinvolgermi nei preparativi e permettermi di esibirmi; sua sorella mi disse che, nonostante l'avessi fatta soffrire, lei in fondo mi aveva riservato uno spazietto nel suo cuore fino alla fine, e aveva imparato molto da me, quindi le avrebbe fatto piacere sapere che organizzavo tutto ciò per lei.

Immerso nei miei pensieri, finii di bere il caffè e giunsi all'ultima pagina del giornale. Il mio occhio venne attirato dall'oroscopo del giorno e mi fermai a leggerlo, anche se non credevo molto a queste cose.

Istintivamente gettai un'occhiata nel Sagittario, segno zodiacale del mio piccolo angelo custode.


Sagittario

Ti renderai conto che l'aiuto dato al prossimo non è stato vano e per questo proverai una grande soddisfazione. Oggi è anche il giorno giusto per i perdoni.


Non potei fare a meno di sorridere.



♣ ♣ ♣



Ebbene sì, siamo giunti al termine di questa breve e intensa avventura!!!

È incredibile quanto io mi sia affezionata a questa storia e ai suoi personaggi, eppure il tutto è nato semplicemente per un contest!

Non so voi, ma a me è piaciuto tantissimo scriverla! Penso proprio che Daniel e Annabeth mi rimarranno nel cuore.

Ah, e... a proposito di Beth, probabilmente mi odierete per ciò che le ho fatto capitare! Perdonatemi! :'(

Adesso è il momento dei ringraziamenti: mando un fortissimo abbraccio e un enorme GRAZIE alle fantastiche Kim_Sunshine, Anwa_Turwen, Hanna McHonnor e GreenWind per aver recensito i capitoli precedenti, per avermi sommerso di complimenti ed entusiasmo, per aver dedicato un po' del loro tempo alle follie della sottoscritta e per esserci sempre, in ogni situazione, a supportarmi e farmi sentire il loro calore!

Grazie ragazze, siete speciali!!! :3

Inoltre ringrazio la giudice per la sua idea molto originale. Probabilmente senza questo contest, la storia non sarebbe mai nata!

Detto questo, mando un caloroso saluto a tutti voi e vi do appuntamento alla prossima avventura! ;)


Soul ♥



   
 
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