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Autore: Stella_Potter394    05/10/2016    2 recensioni
[...]Un altro giorno, ancora. Mi chiedo ancora come abbia fatto a non diventare pazzo nelle mie condizioni, credo che se non avessi avuto una ragione per resistere, qualcosa, un pensiero, a cui aggrapparmi adesso sarei già scivolato da tanto nella pazzia o, peggio, avrei chiesto pietà e allora avrei dovuto vuotare il sacco. Solo al pensiero rabbrividivo. No, non avrei mai fatto nessuna delle due opzioni a costo di morire qui, da solo, solo per proteggerli.
Come un futuro può essere cambiato. Un intreccio di ricordi, sensazioni, sguardi e sentimenti che (spero) vi sorprenderà: è la storia di Jenna e di lui. Lui che le è sempre vicino e che deve proteggerla.
entrate e scoprirete il loro mondo
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Luce. Riusciva a vedere solo tanta luce, tanto da non riuscire a capire in che posto si trovasse, sentiva solo che in quella luce lei sarebbe stata al sicuro.

<< Non permetterò che ti accada niente. >>

Sentii questa voce dolce come un eco; era familiare, mi sorpresi a pensare e, girandomi nella direzione da cui presumibilmente proveniva la voce, vidi la sagoma di una persona.

I suoi lineamenti, tutto in lui era in ombra ma era come se lo conoscessi, come se ci fossimo incontrati mille volte prima di questa.

<< Chi sei? >> L'ombra allungò un braccio, come se volesse accarezzarmi, e nel tempo la luce stava divenendo sempre più flebile, tanto che riuscivo quasi a scorgere il suo volto...

<< Svegliati e risplendi, mio dolce bignè! >> urlò una voce insolitamente entusiasta entrando nella camera ancora sepolta nell'oscurità e avanzando con passo pesante. Il proprietario della suddetta voce aprì le tende di scatto, facendomi inevitabilmente seppellire la faccia nel cuscino con un gemito di esasperazione.

<< Va via...>> brontolai assonnata cercando di riprendere sonno, ignorando quel babbeo che avevo per fratello, il quale si stava divertendo a cercare di levarmi le coperte di dosso.

<< Dai sorellina, è così che saluti il tuo fratellone che è venuto a onorarti della sua presenza in questa meravigliosa domenica di Dicembre?! Sul serio, mi sto offendendo! >> mi rimbrottò scherzosamente. << Su coraggio, scendi da quel letto e vieni a fare colazione con tutta la famiglia!>> e con un ultimo strattone riuscì a vanificare tutte le mie resistenze togliendomi le coperte.

<< Guarda che fa freddo! Avanti, su, ridammele!>> ora, avevo aperto gli occhi e stavo fronteggiando Il Babbeo, fulminandolo.

<< Toh, guarda! La principessa finalmente si è svegliata! Milady, quale onore!>> e sorrise divertito accennando un inchino. Io, mio malgrado, ricambiai il sorriso e, prima che lui se ne rendesse conto, gli ero già saltata addosso.

<< Mi sei mancato tantissimo Matt!>>

Mi abbracciò stretta. << Anche tu Jenna, tantissimo!>>

<< Ma come mai sei già qui? Non saresti dovuto tornare da Londra domani? E Harry? >> gli chiesi staccandomi quel poco che mi permetteva di vederlo in viso con un sorriso che andava da orecchio a orecchio. Ero incredibilmente felice di riaverlo lì, tanto che, se non fossi stata occupata a stritolarlo, sarei stata più che contenta di saltellare per l'intera casa.

<< Adesso non si può più fare una sorpresa? Perché, beh... Sorpresa! >> fece poi spalancando gli occhi come un pesce palla, facendomi scoppiare a ridere di gusto. << Harry è dai suoi, comunque >> aggiunse con una alzata di spalle.

<< Poverino, gli ci voleva una pausa da te dopo un intero mese a sopportarti giorno e notte! >> Dissi provocatoria scoppiando poi di nuovo a ridere per il solletico. Adoravo Harry, dal primo momento che Matt me l'aveva presentato con l'appellativo di “ragazzo” io ero andata d'accordissimo con lui tanto che ormai entrambi vedevamo nell'altro un fratello e molte volte facevamo anche comunella per far arrabbiare Matt che ormai aveva l'incubo di addormentarsi con noi due, insieme, nei paraggi. Ogni volta che ci ripensavo mi veniva da ridere.

<< Ora te la faccio pagare. >> mi disse minaccioso, scoppiando poi a ridere vedendomi contorcere.

<< Matt! Jenna! Venite oppure rimarrete senza colazione! >> l'urlo melodioso di nostra madre ci interruppe prima che fossi costretta a chiedere pietà.

<< Per questa volta sei salva, ma sta attenta. >> mi avvertì con un aria di superiorità mio fratello.

<< Pappa molla. >> insinuai correndo poi fuori dalla stanza prima che mio fratello riuscisse ad elaborare le mie parole.

<< Hey! >> disse Matthew al nulla mentre nella casa riecheggiava l'eco di una risata contagiosa.

***

<< Presto! >> mi urlò continuando a correre veloce come il vento tenendomi la mano. Io arrancavo dietro di lui, chiedendomi dove stessimo andando. Il rumore scrosciante della pioggia unita al pianto assordante della bambina rischiava di farmi diventare sordo, ma proprio nel momento in cui stavo per chiedergli la nostra destinazione, un accecante lampo bianco mi passò accanto producendo poi una violenta esplosione. Fui sbalzato, assieme a Jonathan a terra.

Un tuono si sovrappose al mio urlo mentre un lampo illuminava a giorno quella notte così buia.

<< Stai bene? >> mi chiese con urgenza, urlando per sovrastare il frastuono della pioggia, tenendo in braccio la piccola del tutto asciutta grazie ad un incantesimo. Avevamo avuto solo il tempo di farglielo prima di essere quasi uccisi da una di quelle bombe bianche e di cominciare a correre come se non ci fosse stato un domani, il che forse era vero.

Annuii guardandolo. Mi parve di sentirlo sospirare di sollievo prima di sollevarsi e aiutarmi a mettermi in piedi. Notai, con non poco orrore, del sangue fuoriuscire copioso da una ferita alla spalla ma non feci in tempo a farglielo notare, stupidamente, che, afferrandomi per il polso, un secondo prima che una bomba bianca ci passasse di fianco, riprese a correre più veloce che poté. Mi disse che dovevamo sbrigarci e che c'eravamo quasi, nient'altro.

Quando ormai le gambe stavano per abbandonarmi rallentò, arrivando poi davanti ad una porta che cominciò a martellare con il pugno chiuso, guardandosi dietro spesso. Io lo fissavo in silenzio. Non l'avevo mai visto così, di solito era sempre il più calmo e paziente dei due, invece adesso sembrava un fascio di nervi pronto a buttare giù la porta se il povero malcapitato non si fosse deciso ad aprire. Si sentì un tonfo, poi la porta si aprì di scatto.

<< Chi è?! >> urlò infastidita la donna venuta ad aprire.

Jonathan senza curarsi della donna né del suo tono inacidito né del fatto che fossimo bagnati fradici, con una bambina piangente a carico, mi spinse dentro chiudendosi la porta alle spalle.

<< Per amor del Divino! Jonathan, esigo una spiegazione! >> disse frustata dalla mancanza di risposte, la donna. Ora che eravamo finalmente dentro osservai la donna. Era esile, aveva un groviglio di capelli ramati e una carnagione molto chiara. Le guardai il viso contorto dalla rabbia e poi guardai i suoi occhi. Erano rossi.

Rabbrividii di istinto.

<< Non ho tempo per le spiegazioni Agnes, devi fare l'incantesimo. Adesso.>> si fermò. << Lui sta arrivando. >>

Un nuovo tuono scosse le pareti della casa.

Vidi i tratti dei viso di Agnes irrigidirsi e perdere quel poco di colore che le rimaneva. Gli occhi le erano diventati neri. In tutta fretta cominciò a cercare cose nella stanza ma non potei vedere cosa stava prendendo poiché Jon, inginocchiatosi per arrivare alla mia altezza, mi fece girare verso di sé mettendomi le mani sulle spalle. La bambina aveva finalmente smesso di piangere e ora era sul divano a sonnecchiare beatamente.

<< Ascoltami bene, Cameron. Dovrai proteggerla, mi hai sentito? Dovrai proteggerla sempre. È la nostra sola e unica possibilità. Qualsiasi cosa accada tu devi proteggerla. Qualsiasi cosa accada ricordati chi sei, da dove vieni e qual è il tuo compito. Sei nato per uno scopo, come tutti a questo mondo. E ricorda sempre: non sei solo. >>

Avrei voluto chiedergli cosa volessero dire quelle parole ma lui mi abbracciò stretto e se ne andò. Le ultime parole che mi disse, che disse in assoluto furono: << Ti voglio bene, fratellino. >>

 

Mi svegliai all'improvviso, col fiatone e tutto sudato, come se avessi corso per miglia e miglia. Mi passai una mano tra i capelli bagnati ricordando quella notte. Gli infiniti secondi che seguirono la sua uscita da quella casa, il suo urlo straziante, il mio desiderio di andare da mio fratello e le lacrime dettate dal senso di impotenza appena Agnes mi strinse tra le sue braccia piangendo, impedendomi di correre fuori. L'incantesimo. La porta buttata giù dalla bomba bianca. Quello stramaledetto sorriso...

Scossi la testa e mi costrinsi a ritornare al presente.

Non sei solo.

Certo. E questo non è l'Inferno.

Il mio inferno personale.

***

Quella domenica passò in un lampo. Dopo aver fatto colazione, Matt mi aveva proposto di fare un giro per passare un po' di tempo insieme. Alla fine si era aggregato anche Harry: appena l'avevo visto gli ero corsa incontro per abbracciarlo.

<< Ti sono mancato, eh piccoletta? >> mi aveva detto sorridendo.

<< In realtà era un abbraccio tipo: “Mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare mio fratello giorno e notte senza avere possibilità di scelta.” >> avevo detto con aria vissuta e di (quasi) sincera pietà.

Harry aveva riso. Matt invece no, ma non mi importava.

Passammo tutta la giornata insieme per le strade della città a parlare e a prendere in giro Matt e quando la sera tornammo a casa fui costretta a chiudermi in camera. Non avevo ancora fatto i compiti per il giorno dopo. Quando li finii era ormai mezzanotte e dopo aver fatto la cartella ed essermi messa il pigiama mi misi a letto, inconsapevole del fatto che qualcuno di vicino stesse vegliando i miei sogni.







Il mio angoletto:
Buonassera! Eccomi qui a pubblicare il primo capitolo e.. e niente, per favore fatemi sapere che ne pensate, cosa vi è piaciuto (sempre che vi sia piaciuto qualcosa ovvio) e cosa devo correggere. 
grazie a tutti quelli che la leggeranno <3
-Stella
PS: le parti in corsivo sono o sogni o ricordi ^-^

   
 
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