Oggi mi sento strano, non so neanche io perché. È come se non riuscissi più a provare emozioni vere.
Non so bene come spiegarmi, in realtà.
Oggi non è successo niente di particolare in nessuno dei due sensi.
È stata una giornata di vuoto, in cui ho appreso il fatto di non provare niente.
Ormai non mi suscitano più niente neanche i film o i libri. Non so cosa fare.
Non riesco a piangere.
Non riesco a sentire i brividi lungo la schiena quando leggo qualcosa che mi piace.
Non provo più quel calore confortante alla bocca dello stomaco quando arriva una scena particolarmente romantica e/o strappalacrime.
Probabilmente dovrei dirlo alla mia psicoterapeuta, ma non voglio tornare in terapia.
Non voglio essere guardato di nuovo con pietà e compassione.
Non voglio che mia madre non si fidi più a lasciarmi da solo a casa perché ha paura che io mi uccida.
Non voglio che le persone mi restino accanto solo per paura di rompermi definitivamente.
Voglio che le persone continuino a guardarmi normalmente, come chiunque altro.
Non voglio dirlo agli altri perché non voglio che si preoccupino; ma ho paura che tenendolo nascosto il tutto possa solo degenerare.
Comincio a capire le persone che mi paragonavano ad una macchina.
Prima non riuscivo a capire, ma ora posso vederlo anch'io.

“And I don't want the world to see me, 'cause I don't think that they'll understand”

Mai parole furono più veritiere.
Oggi stavo parlando con una mia amica e le stavo per rivelare parte del mio passato, quando mi sono reso conto del fatto che voglio seppellire quello che è successo.
Voglio ricordare tutto, ma voglio creare un nuovo me, un finto me, per farlo dimenticare agli altri.
Dovrò fare molta pratica, dovrò essere convincente. Nessuno dovrà sospettare di niente.

Gli oscuri passeggeri stanno bussando alla mia porta, mi sembra scortese non aprire.