A spasso con
qualcuno più squilibrato di te… o
forse no…
Il ragazzo osservò
attentamente il proprio corpo, non vi era alcun taglio eppure fino a
pochi
secondi prima sentiva di essere stato tagliato da una lama
più e più volte.
Pensava anche di avere dei lividi, sulle braccia per lo meno, ma non ne
trovò
nessuno. Si toccò il collo cercando un taglio, ma niente
nemmeno lì. Nonostante
non trovasse nulla si sentiva ancora abbastanza indolenzito anche se
meno di
prima, ma non ne capiva il motivo. Il fantasma in rosso diceva ridendo
che era
stato picchiato da una ragazza, ma l’ultima cosa che lui
ricordava era di aver
risposto alla sua domanda per il resto era il vuoto più
assoluto.
-Bene, le
alternative rimaste sono quella di fare una foto dietro di te e quella
di
girarti a guardare, cosa scegli?- chiese tutta pimpante la piccola.
-Aspetta un
secondo, cos’è accaduto prima?- chiese perplesso
Morishige.
-Hai dato la tua
risposta, hai fatto il tuo percorso di conseguenza, hai tirato le cuoia
e cosa
più importante ti sei fatto picchiare da una ragazza, ma
come ti ho già detto,
ho intenzione di divertirmi il più a lungo possibile. Quindi
fa attenzione,
questa è l’ultima opportunità che ti
do.- spiegò allegramente lo spettro.
-Ma perché non
ricordo nulla di quello che mi è accaduto?-
domandò con fare sospettoso il
ragazzo.
-Perché è più
divertente sapere di essere stato picchiato, ma non sapere chi
è stato.-
rispose semplicemente lei.
-Ed è anche più
divertente sapere di essere stato ucciso, ma non sapere chi
è il colpevole,
così in caso incontri la persona che ti ha ucciso non sai
che è stata lei e non
puoi agire di conseguenza?- chiese il ragazzo e lo spettro sorridendo
serenamente annuì.
-Ma io non ho mai
detto che sei stato ucciso, potresti anche essere morto a causa di una
distrazione, per esempio potresti essere inciampato o cose
così.- precisò la
ragazzina.
-Già…- disse
continuando a toccarsi il collo.
Però se
la ragazza si è veramente limitata solo a picchiarmi qualcun
altro deve avermi
pugnalato…
-Alloora… cosa
scegli?- chiese curiosa la bimba. Il ragazzo rifletté un
po’, poi si arrese. Posso
riflettere quanto voglio, ma dubito
che ci sia un modo logico di scegliere… Pensò
sospirando.
-Scatto una foto
dietro di me.- rispose rassegnato.
-Ottimo… ehm… no,
aspetta!- disse agitata Sachiko. Se
quella è ancora viva come farà lui a fotografare
il suo cadavere, spaventare e
inseguire la finta bambina ed incontrare l’altro psicolabile?
Si chiese
allarmata.
-Aspetta cosa?-
chiese il ragazzo dubbioso. Ci deve
essere un altro modo… Continuò a
riflettere lei. -Ehm, ehm…- Morishige cercò
di farle notare la sua presenza.
-Ho trovato! Rimani
fermo qua per mezzora!- disse soddisfatta.
-Come? Perché
dovrei?!- chiese irritato. Vuole farmi
perdere tempo in modo da far accadere qualcosa di brutto a Mayu nel
frattempo?
-Se non lo fai ti
ucciderò!- affermò minacciosa. -Ma guarda un
po’ che ingrato, cerco di aiutarlo
e lui invece di lodarmi per la mia generosità mi risponde
male…- disse con tono
da vittima. Non le ho risposto
male… -Forza,
sta’ fermo lì, seduto per trenta minuti!-
Nel frattempo in un
altro luogo, ma sempre nella stessa scuola…
È come se
una voce nella mia testa continuasse a ripetermi che se vado
da questa parte morirò… Perché mi
sembra di aver già vissuto questa
esperienza!? Si
chiese
la ragazza dal respiro affannato. Meglio
seguire l’istinto… Così prese
un’altra via, ma si ritrovò davanti a una
voragine. No… no
perché? È un vicolo
ceco, adesso cosa faccio?! La ragazza si guardò in
torno nervosa, poi
all’improvviso…
-Hey! Mitsuki!- la
chiamò una maschile voce dall’altra parte del
corridoio spezzato.
-K-Kurosaki?-
inizialmente la ragazza si sentì sollevata nel sentire
quella voce familiare
poi si sentì prendere dal panico. N-no!
Ma che sono, cretina?! Non ho proprio imparato niente…
-N-Non ti
avvicinare!- disse esasperata.
-M-Mitsuki?-
sussurrò il ragazzo perplesso e preoccupato.
-Del resto come
puoi non essere d’accordo con lui?- chiese singhiozzando.
-S-Siete a-amici di
infanzia, no!?-
-Ma di cosa stai
parlando? Cos’è successo?- Kurosaki
cominciò ad avvicinarsi al bordo dell’apertura
nel terreno. Mitsuki indietreggiò terrorizzata nonostante
lui non potesse fare
un salto abbastanza lungo per raggiungerla.
-Eeek! No, non t-ti
avvicinare… ti prego…- strillò. -C-che
devo fare? Che devo fare!? Se torno
indietro c’è Kizami, ma avanti ci sono
K-Kur… il complice di Kizami e una
voragine. Che faccio…?- si chiese a voce alta. Kurosaki
osservò la voragine
attentamente e cercò di fare dei calcoli mentali…
no, era molto improbabile che
potesse superarla con un salto però…
-Mitsuki, aspetta
lì che cerco di raggiungerti…- disse senza troppa
fiducia cominciando a
prendere la rincorsa. Spero che non
scappi. Sì, è spaventata da me in questo momento,
ma devo comunque cercare di
tranquillizzarla. Non posso lasciarla in quelle condizioni da sola.
-Sei sordo? Ti ho
detto di non avvicinarti!- cercò di smetterla di
singhiozzare per risultare più
minacciosa, ma non poteva fare a meno di essere preoccupata, il ragazzo
nel
frattempo aveva cominciato a correre. -No! Non ce la farai mai! Non
fare
sciocchezze!!- cercò di avvisarlo allarmata. Kurosaki fece
il salto, sembrava
poter arrivare dall’altro lato, ma in realtà cadde
poco più lontano, riuscì
comunque ad aggrapparsi al bordo più vicino a Mitsuki.
-M-Mitsuki?!-
esclamò spaventato. -Ti prego, aiutami!-
continuò. La ragazza si avvicinò
istintivamente poi si immobilizzò. Potrebbe
essere una trap… No, ma che cosa ho in testa?! Voglio forse
lasciare che un
altro dei miei amici muoia senza che io faccia niente per impedirlo?!
Pensò
dandosi uno schiaffo mentale mentre gli tornavano in mente le immagini
di Emi
con il cranio spaccato e Fukuroi a terra agonizzante che le diceva di
mettersi
in salvo. Si diresse verso il ragazzo, lo afferrò per le
braccia e cercò di
sollevarlo. Non può essere, non
sono
abbastanza forte… No, non deve morire anche lui!
Poi il corridoio cominciò
a tremare come se ci fosse un terremoto.
-Cerca di reggerti,
non mollarmi, ti prego!- gli ordinò la ragazza.
-T-tu piuttosto
cerca di non cadere insieme a me… eh?- Kurosaki
osservò il volto di Mitsuki,
sembrava sconcertata, il ragazzo si voltò e capì
il motivo. I due bordi…
sembravano avvicinarsi come per riunirsi. Non
è possibile…? Pensò lui. C-così
finirà tranciato in due! La ragazza
pensò subito al peggio, così di scatto
diede un strattone e riuscì a tirarlo fuori, ma
l’aveva tirato un po’ troppo
forte così le cadde addosso.
-Per un attimo ho
davvero pensato che mi avresti lasciato morire…-
sospirò il ragazzo, finalmente
il suo cuore aveva ripreso a battere normalmente, poi
osservò Mitsuki che lo
fissava infuriata… distesa sul pavimento… sotto
di lui…
-SPO-STA-TI…- disse
lentamente scandendo ogni sillaba.
-Eh...?- poi
Kurosaki ricevette uno spintone, anche questa volta ci aveva messo
troppo forza
così la ragazza si alzò di scatto e lo
afferrò prima che potesse cadere
all’indietro.
-Volevi farmi di
nuovo finire in quella voragine?!- esclamò arrabbiato, ma
Mitsuki stava
osservando un punto dietro di lui… a quanto pare il
pavimento si era veramente
ricucito… -Che razza di terremoto era?- si chiese pensieroso
poi Mitsuki lo
abbracciò.
-M-mi dispiace…-
disse riprendendo a singhiozzare. -Io mi sono comporta in quel modo,
ma…-
-Hey... E chi se lo
aspettava di ritrovarsi in una situazione simile con la fredda
segretaria del
consiglio studentesco…- disse scherzando, convinto di
ricevere uno spintone o
di essere sgridato, ma la ragazza rimase a piangere appoggiata al suo
petto. Preoccupante…
-Cosa ti è successo?
Racconta…- Mitsuki gli raccontò della morte di
Emi, di ciò che era accaduto a
Fukuroi e di Kizami che a quanto pare gli aveva dato il colpo di grazia
e aveva
intenzione di ucciderli tutti.
-Non ci posso
credere… Deve essere colpa di questo posto! Dobbiamo
parlargli!-
-No! No! Nemmeno
per sogno!- Mitsuki sembrava sul punto di impazzire di nuovo, ma
cercò di
calmarsi fin da subito e utilizzare invece un tono autoritario. -Se
proprio
vuoi andare da lui vacci da solo! Mi dispiace, lo so che sei in suo
migliore
amico, ma… ma a maggior ragione dovresti conoscerlo meglio
di tutti noi! Come
puoi non esserti mai accorto di come è in
realtà…?- Kurosaki abbassò lo sguardo
pensoso. -In realtà tu lo sai, vero!? Sai bene di cosa
è capace, non è così!?-
Mitsuki cominciò ad accusarlo.
-No, però… Siamo
amici da quando eravamo bambini e non posso riuscire a credere a quello
che mi
stai raccontando! Io… non posso credere che non ti stia
sbagliando, che non ci
sia… un'altra spiegazione o qualcosa del genere…-
rispose il ragazzo tenendo lo
sguardo basso.
-M-mi dispiace,
ma…- cominciò a dire Mitsuki.
-Sta’ tranquilla…
per ora lasciamo perdere Kizami e cerchiamo gli altri, ok?- propose
Kurosaki.
Quel ‘per ora’ non poteva farla stare
tranquilla… e non poteva credere che con
‘cerchiamo glia altri’ non si potesse
più riferire a Fukuroi ed Emi, non poteva
credere che fossero morti sul serio… tornata nella stanza
del consiglio
studentesco si sarebbe sentita decisamente sola…
Morishige aveva
pure perso la cognizione del tempo, non sapeva se i trenta minuti erano
passati
però Sachiko non era rimasta ad osservarlo, forse era
diventata invisibile o
comunque sarebbe spuntata appena lui avrebbe tentato di disobbedirle. Però si
tratta semplicemente di una bambina fastidiosa infondo, si
sarà stancata di osservarmi…
Se mi alzo forse non se ne accorge… Cercò
di alzarsi, ma aveva le gambe
addormentate così ci mise un po’.
-Fermo li!- ordinò
una voce infantile, ma autoritaria -Non fare il furbo e ringrazia il
fatto che
i trenta minuti siano passati, in caso contrario… sai, io ti
avrei ucciso.-
disse allegra Sachiko. -Hey, aspetta! Non hai scattato la foto.- gli
fece
notare mentre lui cercava di andarsene.
-Ma la prima volta
che mi hai fatto scegliere non mi hai detto che non avrei dovuto fare
sul serio
ciò che avevo scelto?- ribattè.
-Sì, sì. È vero,
ma
ho cambiato idea.- rispose, il ragazzo la fissò con
sospetto. -Dai girati verso
le scale, prendi il cellulare, portalo dietro la schiena e cerca di
scattare
una foto.- Morishige fece ciò che gli era stato richiesto,
ma posizionando il
braccio dietro la schiena cominciò a sentirlo
scricchiolare…
-Ahi!- urlò suo
malgrado, mentre Sachiko scoppiò a ridere… per
l’ennesima volta da quando
l’aveva incontrata… -Mi hai chiesto di scattare
veramente la foto per farmi
storcere il braccio?!- chiese il ragazzo trattenendo la rabbia e
massaggiandosi
l’arto indolenzito.
-Sei proprio messo
male, eh? Ah ah… Comunque in realtà non te
l’ho chiesto per approfittare della
tua situazione o meglio… non solo per quello… ah
ah… A parte lo scherzo, in
realtà, anche se non te l’ho detto, anche la prima
volta che te l’ho chiesto
alla fine qualcuno si è veramente girato al posto tuo
e… ne ha decisamente
pagato le conseguenze… ma prima l’ha fatta pagare
cara a te ah ah ahhaaah.- e
riprese a ridere. Sta di nuovo parlando
della ragazza che mi ha picchiato o di quello che mi ha ucciso? O
quella…
Sachiko lo lasciò
andare e lui cominciò a salire le scale, prese il cellulare
e guardò la
fotografia. Niente di strano, inutile
spreco di memoria… Ne approfittò per
dare un’occhiata anche alle altre
foto, poi si rese improvvisamente conto che man mano che saliva le
scale
diventavano molto scivolose, si allarmò e provò a
tornare indietro, ma… cadde e
si ritrovò disteso supino sulle scale con la testa rivolta
poco più avanti dei
primi scalini.
-A-ahi!- disse
dolorante. Sarei potuto morire per
qualcosa di così stupido!? Forse esagero, ma mi sarei potuto
rompere qualcosa…
non posso permettermelo, devo fare molta più
attenzione… raccolse lo strano
liquido che lo aveva fatto cadere, era molto denso, sembrava olio.
Sentì dei
passi e un respiro affannato poi i passi si fermarono. Cercò
di stare fermo
sperando che col buio chiunque stava passando da quella parte non lo
notasse.
-Tu... stai bene?-
chiese una voce dopo diversi secondi, per essere uno che voleva stare
da solo
Morishige aveva incontrato molte persone da quando era finito in quel
posto…
-Sì, s-sto bene…-
disse e cercò di guardare il suo interlocutore, un ragazzo
alto con capelli
scuri che indossava una camicia bianca e portava sulla spalla una
giacca forse
violacea, forse rossiccia… era difficile da capire al buio.
Il ragazzo sembrava
avere i capelli bagnati da un liquido scuro… forse sangue.
Stranamente
Morishige si sentì nel panico… quel ragazzo non
sembrava particolarmente
minaccioso o mal intenzionato però si sentiva più
a disaggio con lui che con lo
spettro dal vestito rosso. Il ragazzo andò verso Morishige,
ma camminando si
accorse di stare per calpestare un oggetto, lo prese e lo
fissò. Morishige si
accorse con orrore che si trattava del suo cellulare così
scattò in avanti
cercando di levarglielo.
-Tranquillo, non
sembra essersi rotto.- disse il ragazzo.
-O-ok… grazie.-
rispose Morishige riprendendo il telefonino e cercò di
andarsene sperando che
lo sconosciuto non avesse avuto il tempo di guardare le foto nella
galleria
rimasta aperta. Perché me ne
preoccupo…
se pensa che io sia un invasato e cerca di evitarmi, è
meglio. Ho una brutta
sensazione… Morishige cominciò a
camminare per il corridoio abbandonando
l’idea di salire le scale. Avrebbe dovuto avvertire
l’altro ragazzo dell’olio
sulle scale? Forse… ma sentì dei passi dietro di
lui, si voltò e vide di nuovo
quel ragazzo, lo stava seguendo?
No…
forse sono solo paranoico, siamo in un corridoio, probabilmente andiamo
nella
stessa direzione. Se provo a prenderne un’altra dovrei
togliermelo di torno… Così
fece retro front, ma non sentì i passi allontanarsi,
sembravano sempre alla
stessa distanza. Si voltò di nuovo e lui era ancora dietro.
-Comunque riguardo
alla foto… è opera tua?- disse lievemente
incuriosito l’altro.
-Non capisco di
cosa tu stia parlando.- disse Morishige cercando di risultare il
più calmo e
rilassato possibile.
-Sai, penso che
potremmo essere fatti della stessa pasta.- ribattè lo
sconosciuto sorridendo
tranquillamente.
-Ripeto, non
capisco di cosa tu stia parlando!- Anche
lui scatta foto ai cadaveri? O fa anche altro…? In ogni caso
devo seminarlo. Se
non fosse stato tanto a disagio gli sarebbe venuto quasi da ridere
riguardo
alla propria ipocrisia. Quel tizio poteva non essere tanto diverso da
lui, si
stava comportando come le ragazzine delle medie che aveva
precedentemente
incontrato che lo avevano scambiato per un pervertito. A proposito, si
era
ricordato di essere stato molto divertito dalla reazione di quelle
due… se
voleva seminare il suo inseguitore era meglio limitarsi ad accelerare
il passo
senza mettersi a correre, lui l’avrebbe probabilmente
scambiato per un invito a
inseguirlo.
-Mi chiamo Kizami e
sono uno studente della Byakudan…- disse Kizami, Morishige
non si voltò e
continuò a camminare. Non glielo
avevo
chiesto… mi sta proprio seguendo. Se lo ignoro dovrebbe
stancarsi, giusto?
Il ragazzino cercò di mantenere la calma, ma
continuò ad accelerare cominciando
a respirare rumorosamente anche per lo stress. -Sembri stanco, respiri
in modo
affannato.- osservò divertito Kizami. Forse
devo sembrare più tranquillo e naturale… Così
Morishige cercò di camminare
e respirare normalmente… Però
così mi
cammina direttamente a fianco! Sembrava sempre
più agitato. Quando la smette? Si
chiese preoccupato.
-Senti, hai forse una sorellina?- chiese curioso Kizami, Morishige
pensò di non
rispondergli poi però si chiese: Non
è
che se continuo ad ignorarlo si arrabbia? C’è
sempre la possibilità che sia
stato lui ad uccidermi, non dovrei farlo arrabbiare…
Però, non voglio dargli
troppa confidenza. Alla fine si limitò a fare di
no con la testa. -Capisco…
quindi suo fratello non sei tu…- Il
fratello di chi? Sentendo quella risposta a Morishige vennero
in mente
Mochida e sua sorella, forse Satoshi si era distratto, la sorellina si
era persa
e Kizami l’aveva trovata?
-Hai per caso
trovato una ragazzina vestita di blu, con un cerchietto in testa ed i
capelli
castani e corti?- domandò.
-Sì, aveva proprio
questo aspetto, conosci suo fratello?- Il tono di Kizami non sembrava
particolarmente apprensivo, Morishige annuì.
-Mi sono separato da lei poco fa, se vuoi possiamo andare
dove l’ho vista
l’ultima volta.- rispose Kizami.
-Io in realtà avrei
qualcun altro da cercare...- rispose lui. Ho
davvero intenzione di lasciare la sorellina di un mio amico con uno
sconosciuto
poco rassicurante? Sempre che sia ancora viva… Forse
è meglio accertarsene, se
fosse morta Mochida non se lo perdonerebbe mai, comunque credo che sia
meglio
riportargli il cadavere. Forse mi sto agitando troppo, magari questo
ragazzo
non ha nulla di strano ed a Yuka non è successo niente.
Sì, però lui sembra
interessato ai cadaveri… ma lo sono anche io…
dovrei dargli… il beneficio del
dubbio? Alcuni sono convinti che sia spontaneo andare
d’accordo con persone
potenzialmente simili… beh a quanto pare non funziona! Kizami
nel frattempo
lo osservava perplesso, quel ragazzino occhialuto se ne stava zitto da
un po’,
sembrava avere la testa da qualche altra parte. -Ripensandoci,
ok… andiamo dove
l’hai vista l’ultima volta.- così
Morishige cominciò a seguirlo. Perché
lo sto seguendo? lo volevo evitare a
qualunque costo…
-Chi stai
cercando?- domandò Kizami dopo diversi minuti di silenzio
imbarazzante.
-I miei compagni di
classe.- rispose schivo Morishige. Non
voglio parlargli di Mayu e spero proprio che lei non l’abbia
incontrato.
-Ah… un gruppo di
stupidi che non si rende conto delle tue vere intenzioni, dei tuoi veri
interessi e del fatto che stai solo facendo finta di interessarti ai
loro
problemi…- in realtà non sembrava una risposta,
era quasi un sussurro, sembrava
più che altro che volesse parlare fra sé e
sé. Forse non dovrei giudicarlo
male per questa frase, potrebbe
semplicemente sentirsi frustrato. Purtroppo non si può mai
conoscere sul serio
una persona, neanche Mayu mi conosce sul serio, o perlomeno non per
come sono
ora… -Sto cercando anche la mia sorellina, in
realtà l’avevo trovata poi
l’ho ripersa. È stata molto disubbidiente, tutto
questo non sarebbe successo se
si fosse comportata come si deve.- …Poverino?
Non sembra preoccupato in realtà, sembra
indifferente… forse addirittura
arrabbiato…
-Forse dovresti
andare a cercarla, ci penserò io a Yuka.- Sembra
un ottimo escamotage per liberarsene…
-No, è la mia
sorellina ed è mio dovere occuparmene.- Si
riferiva a Yuka? No, non ho sentito
male… -Forse sarei dovuto essere più
paziente, le avrei dovuto dare più
tempo per abituarsi a me invece di chiederle subito se saremmo andati a
vivere
insieme. Beh, non sarebbe successo nulla se lei non avesse cercato di
andarsene, però potrei proprio aver esagerato, del resto
quando da piccolo
desideravo avere una sorellina il mio scopo primario non era ucciderla... Ah eccoci arrivati.- il
ragazzo aveva parlato a ruota libera, quasi come volesse suscitare una
reazione
nell’ascoltatore, come se cercasse di conoscerlo meglio.
Erano arrivati di
fronte a una stanza. Ecco cosa succede
quando decidi di dare il beneficio a qualcuno di sospetto…
se voglio trovare
Mayu senza farle correre ulteriori rischi non posso assolutamente
permettermi
di portarmelo dietro. Devo trovare un modo per scappare, ma quale?
...potrei
entrare in quella stanza, tenermi vicino più vicino
possibile alla porta e
sperare che lui si allontani più dentro la stanza per poi
andarmene chiudendo
la porta per fargli perdere tempo e non fargli vedere dove vado?... non
suona
bene come piano… ma non ho tempo per pensarci e
l’idea di rimanere solo con lui
dentro una stanza non mi piace affatto. I due entrarono,
Kizami si
allontanò.
-No, a quanto pare
non è venuta a vedere se ero ancora svenuto… Eh eh… Che stupido a pensarlo,
non capisco cosa mi sia saltato in
mente…- cominciò a dire adirato il ragazzo.
Morishige invece fece come
pianificato. Dentro la stanza aveva notato delle corde, ma non voleva
sapere se
le aveva portate Kizami e a cosa gli erano servite o servivano. Meglio entrare temporaneamente in una classe
e nascondersi, se cerco di scappare attraverso il corridoio non
avrò abbastanza
tempo per seminarlo. Pensò dirigendosi dentro una
classe, una volta entrato
si diresse verso i banchi infondo all’aula. Vicino ad uno di
questi c’era il
corpo di una ragazzina, era diviso in due… Morishige per un
attimo sentì
l’impulso di tirare fuori il cellulare. Sakutaro,
ma che fai?! La tua priorità in questo momento è
nasconderti! Si ordinò mentalmente.
Decise di nascondersi sotto uno dei banchi più vicino al
muro che si affacciava
verso il corridoio e si coprì con il cadavere della ragazza
in caso Kizami
fosse passato a controllarlo. Il suo piano era nascondersi e sperare di
poter
sentire i passi di Kizami che si allontanava abbastanza da sperare di
non
essere seguito una volta uscito dal suo nascondiglio. In quella scuola
quasi
non c’era un’anima viva e stando molto attenti si
potevano sentire senza
difficoltà i passi nei corridoi. Kizami entrò,
probabilmente aveva sentito
Morishige chiudere la porta di quella classe. Morishige
cercò di stare
immobile, era terrorizzato dall’idea che lo uccidesse, ma
cercò di
tranquillizzarsi distraendosi con il cattivo odore del cadavere. Dopo
aver dato
una veloce occhiata alla classe ed essere passato tra i banchi
sbattendo la
mano con forza su alcuni di questi, Kizami se ne andò in
fretta lasciando la
porta socchiusa. Morishige lo sentì aprire
un’altra porta, probabilmente voleva
controllare anche la classe accanto.
-La ringrazio
signorina, è stato un piacere fare la sua conoscenza.-
sussurrò il ragazzo
alzandosi riferendosi al cadavere. Poi sentì di nuovo
l’impulso di
fotografarla. No! No! E poi no! Sei
riuscito a ottenere un’occasione per scappare, non puoi
perdere tempo in questo
modo! E così al malincuore il ragazzo se ne
andò cercando di non fare
rumore.
Morishige era
convinto di averlo finalmente seminato, così si mise seduto
a terra e cercò di
riprendere fiato, ma fu incuriosito da dei rumori provenienti dalla
parte più
oscura del corridoio e strisciando si avvicinò per
controllare.
-Ora tu ti potrai
finalmente riposare, tu potrai raggiungere il tuo amichetto e nessuno
di voi
due potrà più scocciarmi… HAAHAA-
disse una voce femminile con tono isterico e affannato, anche da
là, Morishige
non riusciva a vedere molto se non tre sagome, due spalmate contro il
pavimento
di cui una più piccola ed una in piedi. -Diciamoci la
verità, chi mai potrà
sentire la mancanza di una bambina viziata e di un rompiscatole che non
distingue un cadavere da una persona viva? Nessuno! Siete due persone
inutili!
Inutili e incapaci, non sapete fare nulla a parte scocciare gli altri!-
Morishige si strinse più che poteva al muro sperando di non
essere visto, non
voleva tornare indietro rischiando di rincontrare Kizami, ma nonostante
la
figura in piedi sembrasse di piccola statura di certo non era in buono
stato
mentale e c’erano buone possibilità che fosse
stata lei a sbarazzarsi delle
altre due sagome distese quindi era meglio non cercare lo scontro.
-N-nnn-nnnaa…- singhiozzò la ragazza
avvicinandosi alla figura più piccola.
-Naana, Naana, Naana perdonami! Perdonami, io non volevo ucciderla!- si
chinò
piangendo sulla piccola. -È
che lei era
già insopportabile per conto suo, poi è arrivato
anche questo idiota che voleva
che salvassimo il suo amico morto! Io non li ho retti più
così… c-così…
maledetta! Maledetta!- disse calciando il piccolo corpo e gesticolando
con
qualcosa in mano, poi si avvicinò all’altro corpo.
-HAAHAAA! Ma la colpa è
anche tua, forse anche tutta! Cretino! Se
una persona perde troppo sangue, poi non si muove più, non
gli senti più né il
cuore né respiro e diventa pallida e fredda, fidati,
è morta! Morta, morta,
morta! Non è ancora viva! Idiota! Se non fosse stato per te
Chihaya non avrebbe
cominciato a piangere alla vista del cadavere, io non sarei impazzita e
non
l’avrei ammazzata! I suoi orribili strilli… li ho
ancora in testa… Naana… tu
saresti stata più paziente, non è vero?
Perché non eri con me…? Perché
Naana?!-
sembrò portarsi le mani alla testa e cominciò a
sussurrare:- P-perdonami…
Chihaya mi perdoni?- il ragazzo era in agitazione, più
fissava quelle sagome
inermi più sentiva il bisogno di avvicinarsi, ormai sentiva
sempre meno di
poter controllare il suo corpo. Poi, la ragazza sentendolo strisciare
in avanti
voltò la testa verso lui che si rassegnò
all’idea che l’avesse visto. -C-che
c’è la?- urlò e prese il telefono
illuminando il ragazzo che si alzò con calma.
-Il maniaco a cui facevano ridere quei filmini macabri?- disse
lentamente la
ragazza, anche il ragazzo l’aveva riconosciuta.
-Hai ancora il
coraggio di crederti migliore di me quindi?- Ipocrita…
come me, come tutti gli altri del resto. L’oggetto
con
cui gesticolava la ragazza era un tagliacarte, Morishige non ne era
particolarmente spaventato più che altro non capiva come
quella ragazzina
avesse potuto uccidere due persone tra cui un ragazzo del liceo con
quello…
-Bene… un altro
essere inutile di cui nessuno sentirà la
mancanza…- disse lei puntando il taglia
carte nella sua direzione. -E stavolta non farò nulla di
male… è legittima
difesa… si…- forse al ragazzo conveniva evitare
lo scontro, ma non riusciva a
riflettere… quei due corpi lo attiravano a loro come la luce
attira una falena
o, sarebbe meglio dire in questo caso, come dei cadaveri attirano le
mosche…
La ragazza gli si
scagliò contro e cominciò a colpirlo col
tagliacarte, era vero… non era molto
pericolosa come arma, ma tagliava provocando molto dolore, se fosse
riuscita a
tagliargli qualche vena o qualche arteria superficiale come quelle che
si
trovano nei polsi sarebbe stato un bel problema. Morishige non riusciva
proprio
a togliersela di dosso, prima provò a spingerla via, ma lei
gli fece togliere
le mani graffiandole con la sua arma e gli morse il braccio. Non gli
aveva
fatto male, ma lo aveva fatto spazientire. Dopo diversi tentativi
riuscì a
prenderle l’arma e con essa la colpì al
gola… la ragazzina cadde lentamente a
terra… era stato come quando si sente una mosca ronzare e si
cerca inizialmente
di ignorarla poi non se ne può più e la zittisce
per sempre uccidendola… o
forse no? Era una scena così irreale…
l’aveva sul serio uccisa? Il ragazzo le
prese l’id e lesse il suo nome: -Nari Amatoya…
Nari… Nari?- disse inizialmente
con tono monocorde mentre scuoteva il corpicino. -N-nari! Nari
svegliati!- la
sua voce prese una piega isterica, ma dopo poco si fermò. È inutile… le hai tagliato la
gola... Come potrebbe mai svegliarsi?
Rimase fermo a fissarla incredulo per un po’…
-B-beh… è
semplicemente l-legittima difesa, lei avrebbe fatto lo stesso. Del
resto era
un’assassina e… e ha avuto proprio ciò
che si meritava.- disse balbettando con
voce rotta e tirò fuori il cellulare per scattare foto come
al suo solito e
fingere che fosse tutto a posto, ma non si sentiva tranquillo e
qualcuno lo
stava osservando o perlomeno la sua impressione era questa.
“Lasciala in pace,
poverina…” disse una voce femminile e familiare di
cui non si capiva la
provenienza. Morishige cominciò a sudare freddo e a
guardarsi in torno
nervosamente, qualunque cosa avesse sentito sperava di essersi
sbagliato,
avrebbe dato qualunque cosa per essersi sbagliato...
“Poverina, non
dovevi farlo. Lei era solo spaventata da te e da ciò che
aveva fatto prima che
arrivassi” singhiozzò la voce.
-Mayu?- sussurrò
nel panico il ragazzo.
“Mettila accanto
alla sua amica, sarà più felice,
d’accordo? Metti anche lui vicino al suo
amico, è nell’angolo a destra, sono sicura che ti
sarà grato…” il ragazzo dopo
un primo momento di paralisi cominciò a correre avanti e
indietro per il
corridoio illuminando ogni angolo con il cellulare sperando di, o forse
temendo
di trovarla.
-Mayu! Mayu! Dove
sei?! Non è come pensi, non avevo altra scelta. M-mi
dispiace, ma non avevo
altra scelta! Lei mi avrebbe ucciso! Ti prego esci fuori!-
singhiozzò
istericamente, lei non era da nessuna parte, non riusciva a trovarla.
Sperava
di essersi sbagliato e che quelle voci che aveva sentito fossero solo
un’illusione, l’ultima cosa che avrebbe mai voluto
era che proprio Mayu
l’avesse visto uccidere una ragazzina, non avrebbe saputo
come affrontarla. Devo stare
calmo… non ho sentito dei passi,
no? Se lei fosse davvero stata qui l’avrei sentita andarsene
via o l’avrei
trovata. Era solo un monito della mia mente. Se lei mi vedesse uccidere
qualcuno o anche solo fotografarne il cadavere cosa accadrebbe? Sarebbe
un
disastro… scapperebbe via, non si fiderebbe
più… Devo smetterla! Il ragazzo
prese dei respiri profondi cercando di calmarsi. Doveva per forza
essersi
trattato di uno scherzo della sua mente… che altre
spiegazioni c’erano? Era
forse morta e quello che aveva sentito era il suo spirito?
Non può essere morta, non può essere morta, non
può essere morta. Cominciò
a ripetere nella sua testa come un mantra. Si alzò e passo
oltre i tre cadaveri.
Indietro da Kizami non ci voleva tornare e dopo tutto il rumore che
aveva fatto
sperava vivamente che lui non l’avesse sentito. Vide un altro
cadavere dietro
l’angolo ma evitò di fissarlo, in
realtà non era affatto sicuro di riuscire a
non scattare altre foto, ma voleva farcela per più tempo che
poteva. Si girò un
attimo verso il corpo Nari. Ormai quel
che fatto è fatto… e comunque… non
avevo altra scelta, niente di personale, sul
serio… Si girò e continuò
per la sua strada, ma sentì dei passi proprio davanti
a lui. No! Basta persone! Ricordò
una
porta nelle vicinanze del corpo di Nari così
tornò indietro sperando di potersi
nascondere dentro quella stanza per un po’.
-Uhm… Quindi volevi
uccidere qualcuno senza di me?- chiese Kizami messo lì ad
aspettarlo a braccia
conserte. -Due bambine e un ragazzo… Uhm? Ohkawa…
in realtà lui lo volevo
uccidere io…- E cosa hai
intenzione di
fare ora? Uccidermi perché ti ho rubato la preda?!
Note: (i
tagliacarte sono armi di distruzione di massa!!)
-questo capitolo è
diviso in due parti e questa e la prima.
Riferimenti
al gioco
-alcuni dialoghi
iniziali tra Morishige e Kizami sono ripresi dal loro breve
incontro(senza
pedinamenti) del secondo capitolo extra di blood covered.
-Sachiko costringe
Morishige ad aspettare dei minuti perché non potendo fare in
modo che incontri
Kizami come in blood covered dopo l’inseguimento ai danni di
Yuka che scappa
spaventata perché ha visto Morishige fotografare il cadavere
di Mitsuki(che qui
invece è rimasta in vita) vuole fare in modo che i due si
scontrino in un altro
modo e per questo deve aspettare un po’ prima che Kizami
passi di li.
In book of shadows
ci sono diversi resoconti di vittime che impazziscono e uccidono gli
amici, ma
questo nei fatti non è mai successo ai personaggi che
vengono visti in vita.
No, Kizami è pazzo di suo, quindi non vale... Quando in book
of shadows ho
visto comparire Nari e Chihaya e ho visto come non
andavano d’accordo, ho pensato che Nari avrebbe ucciso
Chihaya…
no, non è successo e a dire la verità mi
è piaciuto come è andata a finire, ma
mi è rimasta in mente questa cosa… e Ohkawa ci
è andato di mezzo perché…
perché
sì.
Comunque quando ho
iniziato questa storia pensavo di aggiornare normalmente ma, prima
c’è stata
una pausa, poi essendo d’esami ho avuto un anno infernale e
pochissimo tempo
libero (ne sono uscita stanca morta), poi il wifi e il computer hanno
deciso di
suicidarsi e infine ci sono stati i malori estivi(anche mentre studiavo
per gli
esami), seriamente chi ha detto che se nasci d’estate tolleri
meglio il caldo?
Comunque mi scuso (anche se francamente non penso che possa fregare a
qualcuno)
spero di poter aggiornare normalmente. Se volete recensire mi fa molto
piacere.
Visto che c’ero ho ricontrollato il primo capitolo, ma mi
sono limitata a
correggere e cambiare qualche dialogo.(a chi importa?)