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Autore: Captain Willard    06/10/2016    1 recensioni
La vita è semplice per James O'Connor: docente di storia alla Finnegan High School, dedica metà del suo tempo a torturare gli studenti e l'altra metà a disprezzare gli esseri umani in generale. Alla sua già chilometrica lista nera, tuttavia, si ritrova un giorno ad aggiungere il nome di Billie Brennan, giovane insegnante di letteratura e sua nuova collega: con i suoi piercing, i suoi metodi d'insegnamento inusuali e il suo perpetuo ottimismo, fin dal primo momento si attira l'odio di James, ignaro che le cose siano presto destinate a cambiare.
Perché anche gli stronzi non sono immuni all'amore, per quanto provino ad affogarlo nel caffè (col whiskey).
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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A Loren ed Elisa,

per tutti i deliri su Daddy Lannister


 

 

 

Prologo

- ghiaccioli, whiskey e pensieri omicidi -

 

 

 

 

James aveva sempre odiato quelle riunioni.

Ore perse a sentire i colleghi sciorinare la solita conferenzina sul programma che ognuno si era preparato per l'anno scolastico, dover esporre il proprio – e già gli pareva di sentire quel semplicione di Mulligan borbottare «ma non li caricherai troppo, O'Connor?», «Voi insegnate ginnastica, cosa volete saperne.» - per poi sorbettarsi il discorso d'incoraggiamento del preside, sneza dubbio l'uomo più prolisso del mondo.

 

La riunione era fissata per le cinque del pomeriggio: giunse in aula insegnanti puntuale come sempre, scoprendo senza stupore d'essere il primo, ma aveva appena fatto in tempo a sedersi al solito posto che la porta si aprì di nuovo e nell'aula si catapultò una giovane donna trafelata. Si guardò intorno a occhi sgranati, prima di individuare James, seduto elegantemente a gambe accavallate presso la grande tavolata al centro della stanza.

«Oh... allora non sono in ritardo!» sospirò sollevata, lasciandosi cadere nella sedia vicino a lui. Gli porse la mano con un sorriso cordiale. «Billie Brennan, molto piacere!»

«James O'Connor» replicò asciutto l'uomo, stringendogliela malvolentieri. Normalmente sarebbe stato più gentile – quantomeno, secondo i suoi standard di individuo colmo di disprezzo per il genere umano in generale – ma non gli erano mai piaciute le persone eccentriche, e quella Billie Brennan lo era senza dubbio; bassa, cicciottella, con un naso a patata e una chioma di crespi capelli castani, la si sarebbe potuta definire graziosa non fosse stato per il resto: una sfilza di piercing lungo il profilo dell'orecchio sinistro, un anello al sopracciglio destro, un altro ancora le spuntava dalla parte inferiore del naso. Sotto al cappottino turchese indossava un maglione panna e un'oscena sciarpona di lana arcobaleno, piena di bozzi (James sospettava se la fosse sferruzzata da sola) ma anche così inatabarrata si intravedevano tatuaggi, scritte o piccoli disegni che le spuntavano dal collo e le mani.

Una squinternata senza dubbio, decretò mentalmente l'uomo, scostando un poco la sedia da lei che tuttavia non se ne accorse, presa com'era a trafficare con un thermos pescato dalla grossa borsa in tartan che si portava dietro.

Ne versò il contenuto in un grosso bicchiere di carta e lanciò a James un altro sorriso. «Volete un po' di caffè? E' fatto con la moka, non quella robaccia solubile.»

Moka era la parolina magica per James, che dovette fare un enorme sforzo di autodisciplina per obbligarsi a rispondere «No, grazie». Con una così non c'era da stare tranquilli, magari ci aveva messo qualche droga.

 

«Come vuole» fece spallucce Billie, rimettendo a posto il thermos, pescando poi dall'interno del cappotto una fiaschetta. James la guardò allibito mentre versava nel caffè una dose vergognosa di quello che il suo naso fine riconobbe come whisky, peraltro di ottima qualità. Stava per fare un commento riguardo i rischi dell'alcolismo, quando la porta si aprì per l'ennesima volta ed entrò il resto del corpo insegnanti, seguito dal preside Hines che si illuminò vedendo Billie; corse a stringerle le mano, facendola alzare.

«Stimati colleghi, vi presento Miss Brennan, sarà la nuova insegnante di letteratura inglese!»

«Ma... e Mrs Riordan?» domandò Mulligan, grattandosi confuso i baffoni sale e pepe.

«In maternità.»

«Meno male» ghignò Foley, il professore di teatro. James sollevò un sopracciglio, i suoi occhi azzurri si fecero ancora più glaciali.

«Meno male?» gli fece eco, la voce più bassa di due toni. Tutti tacquero, Foley si fece bianco come un cencio.

«Be', diciamo che... ecco, io e Mrs Riordan abbiamo punti di vista opposti per quanto concerne l'insegnamento...?» tentò di salvarsi. James emise un lieve sospiro che fece sentire il collega ancora più piccolo di quanto già non lo rendesse il nanismo.

«Questo, caro Foley, è l'ennesima conferma che voi siete l'anello di congiunzione tra l'uomo e la scimmia ragno. Fosse stato altrimenti, avreste saputo apprezzare i metodi della professoressa Riordan. Quantomeno, i suoi sono ortodossi.»

«Moderiamo i termini, signori» intervenne il preside, già impanicato. «Su, sedetevi. Professor Mulligan, sareste così gentile da iniziare per primo?»

 

***

 

«Interessante, il tuo programma» commentò Foley, avvicinandosi a Billie mentre tutti raccoglievano le proprie cose, pronti a tornare a casa e riposare in vista dell'indomani.

«Grazie! Anche il tuo mi piace...»

«Peter» sorrise l'uomo, porgendole la mano.

«Billie. Posso chiederti una cosa?»

«Certo» fece Peter, infilandosi la giacca mentre uscivano dalla scuola, diretti al parcheggio.

«Ma il professore O'Connor è sempre stato...»

Il collega scoppiò a ridere. «Avanti, dillo. Lo so che lo vuoi dire.»

Billie arrossì appena. «Ecco... antipatico?»

«Va bene, lo dico io per te: stronzo. Comunque sì, almeno da quando lo conosco. E fanno dieci anni.»

«E lui quanti ne ha?»

«Billie, ci stai facendo un pensierino?» sghignazzò Peter, malizioso.

«Ma no» sorrise la donna. «Sono solo curiosa. Peraltro non penso di avergli fatto una buona impressione, quando ho accennato agli autori contemporanei mi ha guardato malissimo.»

«Oh, tranquilla, lui guarda malissimo chiunque non sia come lui: il ghiacciolo sfigato alla menta dimenticato in fondo al freezer.»

Billie dovette premersi una mano sulla bocca per evitare di grugnire dal ridere. «Che crudeltà.»

«Aspetta di vedere come tratta i suoi studenti: quella è crudeltà.»

«Sapevo foste un maleducato,» risuonò una voce gelida alle loro spalle. «Ma non vi facevo un pettegolo, Foley.»

Entrambi si girarono, incontrando lo sguardo torvo di James O'Connor: appostato alle loro spalle, slanciato dal cappotto nero, sembrava un avvoltoio pronto a saltar loro alla gola.

«Io...» esitò Peter, sgonfiandosi come un palloncino bucato.

«Allora?»

«Ma no, lei ha frainteso!» intervenne Billie, premendo una mano dietro la schiena di James ad allontanarlo da Foley, che intanto corse alla propria macchina. James sgranò gli occhi, oltraggiato, ma prima che potesse aprir bocca la donna riprese a parlare.

«Stavamo solo scherzando, senza malignità.»

«Ma davvero?» ribatté seccamente l'uomo, scostandosi. «Strano, perché mi pareva d'aver capito bene quando il nano mi ha definito ghiacciolo sfigato alla menta.»

«Dimenticato in fondo al freezer» completò Billie, prima di rendersi conto che era una pessima idea. Esibì un sorrisino nervoso, tormentandosi le mani. «Posso... offrirvi qualcosa da bere?»

James alzò gli occhi al cielo a quel patetico tentativo di scuse e si avviò verso la propria auto. «Buona serata, Miss Brennan. E auguri per domani... sempre che una come voi riesca a tenersi il lavoro.»

«Una come me?!» esclamò lei. «Brutto figlio di...»

Il resto della frase si perse nel rombo della BMW che le sfrecciò accanto. James le rivolse un'ultima occhiata dal finestrino retrovisore: forse avrebbe dovuto investirla, sicuramente avrebbe fatto un favore al mondo e soprattutto a se stesso... ma non ne valeva la pena. Ne era certo: tempo un mese e l'avrebbero licenziata.

 

 

***

 

 

 

Spazio autore

Solo due cosine: primo, non so ogni quanto aggiornerò questa nuova long, al momento è una cosa molto poco definita ma ci lavorerò. Secondo, di solito non uso PV ma stavolta non posso farne a meno: James O'Connor reca il benedetto volto di Charles Dance. Sì, quello che ha fatto tra le tante cose la miniserie del Phantom of the Opera. Sì, quello che interpreta Tywin Lannister in Game of Thrones, che gli dei lo benedicano. Sì, quello che c'ha settant'anni ma sticazzi, a me e mia moglie fa troppo sangue comunque.

 

[sì, lo so che c'ho da finire Un posto dove essere. Lo so, non lapidatemi.]

  
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