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Autore: Yugi95    06/10/2016    3 recensioni
Immaginate di scoprire che la realtà, in cui avete da sempre vissuto e conosciuto, non sia altro che una parte di un qualche cosa di più grande. Immaginate di scoprire un nuovo mondo di cui ignoravate persino l'esistenza e che adesso è lì, dinanzi a voi, pronto a rivelare i propri segreti. La Dimensione Magica nasconde un terribile segreto, una storia così scellerata che si è addirittura voluta dimenticare. Per Bloom e le sue amiche sarà quasi impossibile risolvere il mistero. Nuovi e vecchi nemici, provenienti dalle tenebre più profonde dell'universo magico, sono pronti a colpire e, questa volta, non ne risentirà solo il corpo ma anche l'anima. Tuttavia una luce, fioca e debole, brilla nell'oscurità. La luce racchiude l'unica speranza di salvezza, ma, per poter ardere, ha bisogno di essere alimentata dai venti dell'amicizia, della fiducia e dell'amore. La battaglia finale è alle porte e l'esito dello scontro deciderà non solo le sorti di Magix ma di tutti i mondi conosciuti.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Winx
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Winx Club - Cassiopea's Chronicles'
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Capitolo I - L'inizio di un nuovo anno
 

L’ispettrice Griselda camminava a passo svelto lungo il corridoio, che dagli alloggi dello staff portava all’ufficio del preside. Si arrestò dinanzi la stanza e con fare impaziente bussò alla porta. Dall’interno una voce dolce, ma allo stesso tempo sicura, disse:
 «Avanti».
Griselda entrò nell’ufficio e chiuse dietro di sé la porta. Faragonda era seduta alla sua scrivania con la testa china, tra le mani stringeva una pergamena dorata.
 «Le ragazze sono arrivate, è il caso che la preside della scuola vada ad accoglierle» esordì, perentoria, l’ispettrice.
La direttrice, persa nei suoi pensieri, sembrò non ascoltare minimamente le parole di Griselda e continuò ad ammirare la pergamena. L’ispettrice, allora, si avvicinò alla scrivania e con fare amichevole chiese alla preside:
«Faragonda cara, ci sono problemi?».
 La donna uscì dalla trance e con il sorriso sulle labbra le rispose:
 «Niente di preoccupante Griselda, stavo pensando al discorso d’inizio anno».
 «Capisco, ma preside le ragazze aspettano» la incalzò Griselda.
Faragonda fece un cenno di assenso con la testa, poi, dopo aver riposto la pergamena in uno dei cassetti della scrivania, si alzò dalla sedia e si diresse con Griselda nel cortile della scuola. Ragazze di tutte le età affollavano il luogo, la confusione era totale: voci festanti si sovrapponevano tra loro dando vita ad una cacofonia insopportabile per le povere orecchie di Griselda. Le studentesse, che tornavano a frequentare la scuola, dopo aver trascorso le vacanze estive, si abbracciavano tra loro scambiandosi i soliti convenevoli di rito. Altre ragazze, che quel giorno avrebbero cominciato il loro primo anno, si tenevano in disparte, la maggior parte avvinghiata alle braccia dei genitori, guardandosi intorno spaesate. Nel cortile era presente anche tutto il corpo docenti, intento a salutare le vecchie allieve e le nuove arrivate. Griselda cercò invano di calmare tutta quella confusione.
 «Mi dispiace preside, ma oggi sono tutti particolarmente eccitati, professori compresi» si scusò Griselda, lanciando allo stesso tempo un’occhiataccia al professor Wizgiz che si era messo a sparare fuochi d’artificio dalle mani.
Faragonda le sorrise e con tono pacato esclamò:
 «Tranquilla Griselda è giusto far festa. Comunque sappiamo bene che il peggio deve ancora arrivare».
In fin dei conti la direttrice non aveva tutti i torti e di questo Griselda ne era consapevole. L’ispettrice sapeva benissimo che le cose di lì a breve sarebbero peggiorate. Come volevasi dimostrare, neanche cinque minuti dopo la conclusione del dialogo tra le due donne, la situazione degenerò. Le voci delle studentesse si trasformarono in urla degne dei migliori concerti, gridolini d’eccitazione erano lanciati in tutte le direzioni, si assistette anche a numerosi svenimenti. Tutto ciò stava a significare una cosa sola: le Winx erano arrivate ad Alfea, Wizgiz e i suoi fuochi avevano perso tutto il loro fascino. Le ragazze, accompagnate dagli specialisti, entrarono dal cancello principale acclamate dalla folla; erano tutte visibilmente imbarazzate… tutte tranne Stella. La principessa di Solaria si sentiva a suo agio in quella bolgia di persone, da lei considerate “i suoi ammiratori”. La ragazza stava per far apparire una penna, in modo tale da poter firmare tutti gli autografi che le avessero chiesto, quando Aisha, prendendola per un orecchio, la spinse via dalla calca tra le risate delle amiche e lo stupore della folla.
«Mi fai male Aisha, smettila subito!» gracchiò Stella.
 «Ti lascio andare, ma prometti di farla finita con questa storia della diva» rispose la Fata dei Fluidi, lasciando la presa.
«Non è colpa mia se sono bella, popolare e tutti mi adorano» gridò la Fata del Sole, per poi correre tra le braccia del suo amato Brandon, Aisha scosse il capo piena di sconforto.
 «Non ti abbattere Aisha. Lo sai Stella è fatta così, ma in fondo, davvero in fondo, le cose che dice non le pensa veramente» la rincuorò Flora, ricevendo in cambio un sorriso sincero da parte dell’amica.
 «Ragazze sbrighiamoci! La direttrice Faragonda sta per tenere il suo discorso» esclamò, euforica, Tecna.
Le Winx, seguite dai loro fidanzati, si avvicinarono al grande palco, sul quale la preside era appena salita. Tutti i presenti si ammutolirono Stella inclusa e attesero con trepidazione le parole della direttrice. Faragonda si avvicinò al microfono ed iniziò a parlare:
 «Una felice giornata a tutti voi e benvenuti ad Alfea. Un nuovo anno sta per cominciare, un anno di nuove scoperte, un anno di nuove amicizie, un anno di insicurezze e, poiché non mancano mai, un anno di problemi. Vedete in un anno possono capitare davvero tante cose: dalle più belle alle più brutte, ma l’importante è sapere che...».
Per un istante i dolci occhi di Faragonda si posarono su Bloom, intenta ad ascoltarla in prima fila, la quale ricambiò con uno sguardo indagatore. La direttrice si fermò per pochi secondi, che alle persone in ascolto sembrarono ore interminabili.
 «Forse non si sente bene? Mi sta facendo preoccupare» bisbigliò Flora ad Helia, stringendosi alla sua vita.
Faragonda si schiarì la gola e riprese:
 «…l’importante è sapere che non si è mai soli; nello sconforto, nella solitudine, nella rabbia non siamo mai soli e niente e nessuno potrà mai convincervi del contrario. Abbiate sempre speranza, abbiate sempre fede nelle persone al vostro fianco, anche quando commettono degli errori, anche quando sembra che vi abbiano voltato le spalle. Abbiate fede nel prossimo e nelle sue capacità di poter rendere per voi il mondo un posto migliore. Grazie a tutti».
Faragonda smise di parlare e, senza neanche aspettare che gli applausi terminassero, si allontanò dal parco rientrando nella scuola.
«Chissà perché ha preso quella pausa durante il discorso? Di solito è un fiume in piena» domandò Musa ai suoi amici.
 «Evidentemente si era dimenticata quello che doveva dire» tagliò corto Stella, «Alla sua età può capitare» aggiunse subito dopo. Gli altri la guardarono con seria disapprovazione.
 «Stella non sono cose che si dicono, non è un comportamento da principessa» la rimproverò Flora.
«Ragazzi c’è qualche cosa non mi convince, dobbiamo parlare con Faragonda» propose Bloom.
 «Va bene, va bene parleremo con la direttrice» disse rassegnata la principessa di Solaria, la quale, però, tornata immediatamente nel pieno delle forze, esclamò: «Adesso godiamoci la festa».
 Gli altri risero di gusto e si diressero sulla pista da ballo allestista per l’occasione.
«Bloom aspetta un attimo, devo parlarti» Sky fermò la ragazza, tirandola dolcemente a sé per un braccio.
 «Dimmi pure Sky» cinguettò la principessa di Domino.
«Non qui Bloom. Allontaniamoci da tutta questa confusione» propose lo Specialista.
I due si diressero sotto uno dei due portici della scuola e si sedettero su una panchina.
 «Allora Sky cosa volevi dirmi?» chiese, ansiosa, la ragazza.
 Il principe di Eraklyon le prese le mani e con la voce piena d’emozione cercò di parlarle:
 «Bloom è complicato. Vediamo da dove posso iniziare? Allora, credo che tu sappia che questo e il mio ultimo anno alla scuola di Fonterossa».
 Bloom annuì con un po’ d’invidia, chissà quando li avrebbe terminati lei gli studi. Il ragazzo continuò:
 «Di conseguenza, una volta terminato il mio percorso da Specialista, come da accordo con mio padre, diventerò Re di Eraklyon».
 «Sky non capisco dove sia il problema, questo già lo sapevamo e io non ho il benché minimo problema ad essere la fidanzata di un re» lo rassicurò, sorridendo, Bloom.
 «Lo so, infatti non è di questo che volevo parlarti. Mio padre prima di me e mio nonno prima di lui, quando furono incoronati, avevano una persona speciale al loro fianco ed io vorrei te» spiegò Sky.
 La ragazza dai capelli rossi lo guardò perplessa e con fare scherzoso gli disse:
 «Scusami Sky sono la tua ragazza, è normale che sarò presente all’incoronazione. Spiegami chi pensavi venisse? Diaspro forse?».
Il principe, invece, divenne serio in volto e corrugò la fronte:
 «Perdonami Bloom, forse non mi sono spiegato bene. Io non voglio che tu mi accompagni come mia fidanzata all’incoronazione, io vorrei che tu mi accompagnassi…beh…ecco».
 Bloom lo guardò incuriosita, non riusciva a capire cosa volesse dire Sky. Il ragazzo, ormai rassegnato, riprese a parlare:
 «Ho capito è meglio essere diretti, anche se mi sarebbe piaciuto essere più romantico di così».
 Sky si alzò dalla panchina e si mise in ginocchio davanti a Bloom, la quale rimase a bocca aperta per lo stupore.
 «Bloom, principessa di Domino, luce del mio cuore, vorresti farmi dono della tua mano e diventare mia moglie?» chiese, emozionato, il giovane principe.
Bloom, nell’immediato, non proferì parola, poi, saltandogli al collo e baciandolo, urlò:
 «Sì, sì, sì! Un miliardo di volte sì».
I due si strinsero in un tenero abbraccio e, in un secondo momento, si rimisero in piedi.
 «Non sapevo proprio come dirtelo. Pensavo che avresti voluto prenderti più tempo per pensarci o che avresti addirittura rifiutato» le bisbigliò Sky.
 «Amore mio, stiamo insieme da otto anni ormai, io non vedevo l’ora che tu me lo chiedessi. Fare la fidanzata a vita non fa per me» puntualizzò Bloom.
 A quelle parole il principe di Eraklyon scoppiò a ridere e lo stesso fece la sua futura sposa.
 «Bene a questo punto io direi di tornare dagli altri alla festa. Si staranno sicuramente chiedendo dove siamo finiti» propose Sky.
La ragazza annuì e insieme si apprestarono ad uscire dal portico.
 «Bloom, Bloom! Finalmente ti ho trovata, è mezz’ora che ti cerco».
I due si voltarono di scatto. Daphne si era appoggiata alla panchina, sulla quale erano stati seduti fino a poco tempo prima, e rispirava affannosamente.
«Daphne ma cosa hai combinato? Sei sfinita! Non avrai mica sfidato Aisha ad una gara d’atletica?» le chiese la sorella, senza riuscire a trattenere un risolino.
 «Spiritosa… la colpa è dell’ispettrice Griselda. Mi ha chiesto di cercarti in modo tale che potessi consegnarti questo messaggio da parte della direttrice» spiegò Daphne, porgendole un piccolo bigliettino ripiegato.
 «Che strana coincidenza, io e le ragazze avevamo intenzione di raggiungerla più tardi. Comunque non ti è stato detto che cosa voglia da me?» domandò, curiosa, Bloom.
 «Niente di niente, anche Griselda non sapeva il perché della convocazione. Mi ha anche avvisato di non aprire il bigliettino, poiché solo tu devi leggerne il contenuto» rispose Daphne.
 Sky si portò la mano al mento e mugugnò pensieroso:
 «Chissà il perché di tutto questo mistero».
 «Adesso lo scopriremo» esclamò Bloom aprendo il bigliettino e leggendone ad alta voce il contenuto.

 
Bloom appena puoi raggiungimi nel mio ufficio, dobbiamo parlare di una questione importante.
Mi raccomando vieni da sola!
                                                                                                       Faragonda
 

«Non dice nient’altro?» chiese Daphne.
 «Nulla più» replicò la sorella.
«È molto strano. È innegabile che la direttrice sia circondata da un alone di perpetuo mistero, ma qui si esagera» esclamò Sky.
 Bloom richiuse il bigliettino e lo ripose nel taschino del maglioncino, poi riprese a parlare:
 «Ragazzi non so che dirvi. Facciamo così: io raggiungo Faragonda nel suo ufficio, mentre voi tornate alla festa e avvisate gli altri della cosa. Mi raccomando però non creiamo allarmismi».
 Daphne e Sky annuirono ed insieme tornarono dai loro amici, intenti a divertirsi sulla pista da ballo. Bloom, invece, si strinse nelle spalle e con fare deciso si diresse all’ingresso dell’edificio. Senza farsi notare da nessuno, entrò nel grande salone della scuola e si apprestò a saliere l’imponente scalinata che portava al primo piano. Era a metà della salita quando sentì una voce a lei familiare. Nex, il ragazzo di Aisha, era entrato nel salone da uno dei due corridoi laterali e stava parlando a bassa voce con qualcuno al cellulare. La ragazza, pur sapendo che origliare le conversazioni altrui è sbagliato e che avrebbe dovuto far sapere al ragazzo della sua presenza, decise istantaneamente di accovacciarsi e di nascondersi dietro al corrimano della scalinata in modo tale da non essere vista.
«Ho capito! Non ci sono problemi, so bene cosa devo fare. Adesso devo andare, avrai presto mie notizie» bisbigliò Nex al cellulare, per poi chiudere subito dopo la chiamata.
Il paladino ripose il telefono nella tasca dei pantaloni, poi, dopo essersi accertato che non ci fosse nessuno intorno, uscì dal salone passando per l’ingresso principale. Bloom non capì molto della conversazione anche perché era stata davvero breve, quindi si rialzò e senza più pensarci continuò a salire al primo piano. Percorse il corridoio che portava all’ufficio della preside e, una volta arrivata, si arrestò dinanzi la porta. La ragazza non ebbe neanche il tempo di bussare che l’anta si aprì magicamente da sola. La direttrice era in piedi, intenta ad osservare il vasto bosco che circondava Alfea dalla grande vetrata del suo ufficio; sulla scrivania della preside era poggiato il rotolo di pergamena dorato.
«Ti stavo aspettando mia cara» esordì Faragonda.
 Bloom entrò nella stanza e le chiese: «Come mai voleva vedermi direttrice Faragonda?».
 La donna non parlò, continuava a fissare la selva dalle lastre di vetro. Bloom, allora, la incalzò:
 «Faragonda che cosa sta succedendo? Non mi tenga sule spine, la prego».
 La direttrice sospirò lievemente, poi senza voltarsi riprese a parlare:
 «Bloom vedi quella pergamena sulla scrivania?».
 La ragazza si stava innervosendo, sperava che la preside potesse spiegarle il motivo di quella strana convocazione, invece si limitava a parlare a spezzoni.
«Non l’avevo notata quando sono entrata. Comunque si, la vedo è sulla sua scrivania» rispose Bloom perplessa.
 «Sai dirmi che cos’è?» chiese la direttrice voltandosi verso Bloom, la quale rimase alquanto sorpresa nel vedere la donna negli occhi. Il suo volto era lo specchio di emozioni contrastanti, la Principessa di Domino poteva percepire serietà, paura, felicità ed ansia.
 «No direttrice Faragonda, non so cosa sia» le rispose un ormai esasperata Bloom.
 Faragonda abbozzò un sorriso e le spiegò la vera natura di quella pergamena:
 «Quella, mia cara Bloom, è una convocazione per te».
«Una convocazione per me? Da parte di chi sarei stata convocata?» domandò incuriosita la Fata della Fiamma del Drago.
Faragonda si fece scura in volto:
 «Da Arcadia».
 
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Note dell’autore: Ben ritrovati a tutti. Che cosa si può dire su questo primo capitolo? Come avrete notato il tono della narrazione cerca di essere spensierato a tratti diverte, la differenza con il prologo, soprattutto con la seconda parte, è evidente. Tuttavia nella contentezza generale si fa strada un’ombra di preoccupazione, dovuta allo strano atteggiamento di Faragonda. Di conseguenza si crea una sorta di mistero all’interno della storia, che ne costituisce in definitiva il cuore. Alla fine del capitolo la verità viene alla luce, ma essa è una verità incompleta, fuorviante. Questo perché, benché un mistero sia stato risolto, un altro ancora più grande si fa strada nella vita dei protagonisti. Spero che questa piccola analisi in calce al capitolo non vi abbia annoiato troppo, anche perché ho pensato di continuare ad inserirle nei capitoli successi. Qualora non fossero di vostro gradimento fatemelo sapere senza farvi troppi problemi. Ah, un’ultima cosa e poi vi saluto; è più che altro una precisazione che mi sento in dovere di fare. Tranquilli non è spoiler! La precisazione è la seguente: il personaggio “Brendon”, presente nel prologo, è diverso da “Brandon” il fidanzato di Stella. So che questo può creare confusione, ma ho preso tale decisione per due motivi. Primo: Poiché sono particolarmente affezionato al nome “Brendon”, non me la sono sentita di escluderlo dalla storia. Secondo: Questa quasi omonimia è funzionale alla trama generale della storia, non fatemi dire altro. Questo è tutto, a presto :D :D :D.
                                                                                                                                                                                 
Yugi95
   
 
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