Ciao a tutte.
Ho iniziato questa
nuova ff su alcuni dei miei personaggi preferiti.
Stavolta si tratta
di telefilm però.
Spero che questo
miscuglio di storie vi piaccia, infatti è una crossover.
Protagonisti
saranno i personaggi di Roswell, in particolare Michael e Maria(io li amooooo!)
e poi Pacey di Dowson’s creek e Brooke di One tree hill, più gli altri dei due
telefilm, che però faranno da contorno.
Ovviamente ho
fatto alcuni cambiamenti, se alcuni punti non vi risultassero chiari fatemelo
sapere e provvederò a chiarirli..ovviamente nella mia testa è tutto chiaro ma
temo di poter saltare passaggi essenziali scrivendolo, quindi non fatevi
scrupoli a dirmelo.
Spero che mi
seguirete anche in questa nuova avventura e soprattutto fatemi sapere che ne
pensate.
Baci Sole.
PRIMA CHE MI INONADATE DI MAIL DI PROTESTA COME L’ALTRA VOLTA.
TRANQUILLE, FINIRO’
”AFTER DAWN”.
PER QUANTO RIGUARDA
“ MY BREAKING DAWN” VI HO GIA’ DETTO CHE HO INTENZIONE DI FINIRLA, MA NON AL
MOMENTO. DAVVERO SONO BLOCCATA. MA LA FINIRO’ PROMESSO.
Il vialetto d’accesso era
completamente intasato. Calcinacci ovunque.
Stavolta quell’idiota mi
avrebbe sentita, Oh sì!!
Parcheggiai in doppia fila,
dietro il furgone degli operai e mi diressi a passo di carica dentro la casa.
“La mia casa” mi corressi automaticamente
e quel pensiero mi bastò per darmi una calmata ..salvo poi inciampare in una
cassetta degli attrezzi e quasi schiantarmi a terra.
Il quasi era dovuto all’intervento
tempestivo del mio salvatore, meglio noto al resto del mondo come Pacey Witter,
che
mi rimise in piedi
ridacchiando.
-‘giorno Maria.
Io gli borbottai contro
qualcosa di poco carino e poi gli chiesi dove si trovava l’infida creatura che
aveva ridotto così il mio vialetto.
-Non ti aspetterai davvero
che io te lo dica vero? –maledetto cameratismo maschile.
-Meglio per te se parli
Witter -gli dissi puntandogli contro un dito cercando di essere
minacciosa..quanto possibile, certo!!!
Cosa non facile se si
considerava che mi sovrastava di almeno venti centimetri e di un numero non
meglio precisato di chili.
Ma una provvidenziale
imprecazione proveniente dal piano di sopra mi rivelò lo stesso dove si trovava
l’oggetto della mia rabbia.
Cercando di non sfracellarmi
ancora mi recai al piano di sopra, Pacey mi seguì continuando a ridacchiare.
-Credevo non volessi assistere
a quello che farò adesso a tuo fratello .-gli dissi.
-Ohhh, ma tu vuoi
scherzare..non me lo perderei per nulla al mondo. -Uomini!!!- ..ma non volevo
fare la spia..
Ed eccolo lì, il distruttore
della mia pace domestica, intento a demolire..cosa? Oh mio Dio!!!!! –Michael
!!!!-trillai del tutto dimentica dalla rabbia di poco prima – Ma quella non
è..non sarà…è quello che penso io??
-Sì.- disse conciso come al
solito.
Mi fiondai nella mia
nuovissima, bellissima e capientissima cabina armadio saltellando come una
bambina la mattina di Natale. –Ma è PERFETTA!!!-gli gettai le braccia al collo
rischiando di rimanere vittima della sparachiodi che aveva in mano.
-Sta attenta Maria!! –passò
l’attrezzo a Pacey e poi ricambiò il mi abbraccio.
Tutto imbarazzato si grattò
il sopracciglio, ancora non sapeva gestire bene i suoi sentimenti..ma faceva
progressi il mio Spaceboy.-Doveva essere una sorpresa. –brontolò.
-Ma è una BELLISSIMA
sorpresa. –lo rassicurai.
-Come mai già a casa? - mi
sciolsi dal suo abbraccio e iniziai insistentemente a fissare la cabina.
-Hai messo anche una
scarpiera. –commentai cercando di cambiare discorso. Ma la risatina nervosa mi
tradì.
-Che nascondi Maria?
Uffa!! Perché non sapevo
mentire meglio?
Rialzai lo sguardo e li
trovai tutti e due a fissarmi.
Stessa posa ma espressioni
diverse.
Pacey aspettava sorridente di
sapere cosa avessi combinato, Michael invece era decisamente meno entusiasta.
Davanti a quei due energumeni
a braccia conserte mi sentivo ancora più piccola, e sì che avevo anche dei tacchi notevoli.
-Ehm..ma niente..che vuoi che
sia successo..-tentai nervosa.
L’occhiata che si scambiarono
fu molto eloquente.
-Tu non sai dire bugie.
–sentenziò Michael, come se io non lo sapessi già poi!!!-Su sputa il rospo.
Cavolo!! Adesso dovevo
proprio dirglielo..non che avessi potuto realmente non farlo poi..ma cercavo di
rimandare il più possibile..soprattutto aspettavo che non avesse a tiro i suoi
attrezzi, a mio avviso tutte armi potenziali..e il suo personale scagnozzo,
Pacey.
Da che si erano incontrati
erano diventati come Batman e Robin, sempre insieme a lottare contro il male.
E qui il male era una persona
in carne ed ossa. Il mio capo..EX capo.
-Ma niente Michael ..te lo
dico dopo..
Irremovibile. Sospirando mi
decisi a sganciare la bomba.
-Ok..ma cerca di restare
calmo,prometti? –poi guardai Pacey che aveva smesso di sorridere – E anche tu
devi prometterlo.- aggiunsi.
Se Michael era protettivo nei
miei confronti, Pacey non scherzava affatto.
Mi era stato subito
simpatico. E la cosa era stata reciproca. Un caso di “amicizia a prima vista”.
Lo avevamo incontrato circa
un anno dopo la nostra fuga da Roswell.
Tutto era iniziato con una
visita agli alieni di New York.
Cercavamo un rifugio, ma
trovammo ben altro.
Dopo qualche incentivazione
da parte di Michael, Max e Isabel, che non è il caso di rivangare, era venuta
fuori una sconvolgente verità.
Loro non erano chi avevano
detto di essere. Erano alieni certo..ma non i cloni dei reali.
Da lì avevamo scoperto poi,
che c’erano davvero altri reali e per circa un anno appunto portammo avanti la
loro ricerca.
Ricerca che si era conclusa con
l’incontro con Pacey.
Era da solo. Non aveva idea
di quello che era.
Sapeva della sua diversa e
particolare condizione, di cui ovviamente
non aveva fatto parola con nessuno,ma non ne conosceva il motivo.
Era stato presto chiaro che
lui era “il Michael “ di quel quartetto reale, degli altri, invece, non avevamo
tuttora traccia.
Lui e Michael condividevano
il DNA di Rath. Per quello ora si consideravano fratelli..e in un certo senso
lo erano in fondo,no? Cioè in un senso alieno.
Ma per arrivare a questo
considerando il carattere di Michael ce n’era voluto di tempo.
Fortuna che Pacey da questo
punto di vista era più simile a me che al mio Spaceboy.
Comunque alla fine il
miracolo era avvenuto..e così ora avevo a che fare con due alieni super
protettivi.
-Sto aspettando Maria. –disse
spazientito.
-Sono stata licenziata. –sussurrai.
Silenzio totale da lassù dove
i loro cervellini cercavano di capire cosa non stessi ancora dicendo loro.
Una specie di ringhio mal
trattenuto mi avvertì del momento in cui arrivarono a scoprirlo. –Gli spezzo le
gambe. –sbraitò Michael facendomi sussultare.
Quando afferrò il grosso martello
poggiato sul ripiano accanto a lui, ritrovai la voce. –Avevi promesso!! –gli
posai le mani sul petto cercando di trattenerlo. –Non fare così.
-Ti aspetto in
macchina.-cominciò quell’altro.
Cavolo!! Come potevo fermarli
tutti e due!!!
-Oh ma per favore!!!
-Maria non ti intromettere.
Questa poi!! Adesso ero io
che mi intromettevo? –Si da il caso che quello sia il MIO ex capo.
-Dovevi chiamarmi!!-mi urlò
in faccia Michael.
Dio, non lo vedevo così
arrabbiato da.. da tantissimo tempo.
-Non è successo niente di
grave..troverò un altro lavoro..
-Ti ha messo le mani addosso?
–disse ignorando del tutto le mie parole. Sibilava come un serpente. Un
serpente molto grosso e molto arrabbiato.
Dirglielo o non dirglielo?
Questo era il problema.
-Ci ha provato..-mentii al
mio meglio. –Ma io ho alzato i tacchi e me ne sono andata. –beh, questo era
vero. –E lui mi ha licenziata.
-Adesso vediamo se ha il
coraggio di fare il gradasso anche con me. –gli trotterellai dietro fino alla
macchina in cui già si trovava anche Pacey.
-Tu aspettami qui. –mi disse
salendo in auto.
Oddio, lo stavano facendo
davvero. Già mi vedevo a dover andare a pagare la cauzione per tirarli fuori di
galera.
Mi piazzai davanti alla
macchina per impedirgli di andare.
-Adesso finitela di giocare
agli uomini delle caverne e uscite da questa macchina.
-Non si doveva permettere.
–sentenziò.
-Ma non è successo niente di
così spiacevole che un bel bagno caldo e una cenetta non possano cancellare.
–optai per un’altra via.
Lessi l’interesse nei suoi
occhi. Solo un bagliore certo, ma sapevo che potevo spuntarla.
Mi avvicinai al suo
finestrino e gli passai le braccia intorno al collo mentre gli baciavo piano il
lato del collo. –Davvero preferisci andare in città a cercare vendetta invece
di stare qui con me a consolarmi? –il bagliore si era acceso di nuovo.
Pacey capì al volo il cambio
di piani e spense la macchina scuotendo la testa.
Non condivideva il cambio di
programmi, ma si arrese all’inevitabile.
Sesso batteva rissa nella
personale morra di Michael, e questo non era un mistero per nessuno.
-Vado a dire agli operai che
per oggi abbiamo finito.-disse rientrando in casa. Io gli risposi con un cenno
del capo.
-Perché non mi hai chiamato?
–continuò il mio cocciuto alieno, anche se orami i progetti di vendetta erano
stati accantonati.
-Perché.. –dissi mentre
passavo a mordicchiargli il lobo dell’orecchio, strappandogli un gemito -..non
possiamo permetterci di pagare una cauzione con tutto quello che ci costa
rimettere a nuovo la casa.. –riconobbi nell’oscuro suono che produsse un
accenno di risata. Finchè era arrabbiato non avrebbe concesso di più, ma mi
bastava perché significava che il pericolo era passato.
I fischi degli operai mi
indussero ad accantonare momentaneamente quello che stavo facendo.
Rossa come un peperone
risposi cercando di mantenere un minimo di dignità ai loro coloriti saluti.
Persino Michael non riuscì a
non ridere vedendomi così.
E LUI lo sapeva benissimo
perché ero così in imbarazzo.
Solo una settimana prima
infatti ci avevano beccati in flagrante mentre si preparavano a lavorare.
Al solo pensiero diventai
ancora più rossa. Le guance praticamente mi bruciavano.
Niente li aveva fermati dal
fare battutine per il resto della giornata..e saltuariamente ne facevano
ancora.
Nemmeno il fatto che Michael
fosse il loro capo.
Michael e Pacey infatti
avevano messo su una impresa di costruzioni, che inaspettatamente si era
rivelata un’idea illuminata .
Il lavoro calzava a pennello
a tutti e due, e forse anche per questo erano piuttosto richiesti.
Adesso avevano circa una
decina di operai alle loro dipendenze e molti più contratti di lavoro.
Per questo avevamo deciso che
era arrivato il momento di mettere su una vera casa.
Ci eravamo innamorati subito
di quella specie di rudere che adesso stavamo cercando di riportare allo stato
di casa.
L’opera ci stava costando un
impiego di soldi e tempo notevole..ma stava diventando davvero quello che
volevamo.
Era un po’ fuori il centro
del paese, ma aveva una vista spettacolare..e un accesso diretto a un grazioso
laghetto.
Per due che come noi erano
cresciuti nel secco New Mexico il paesaggio dell’ East Cost era un paradiso.
Michael aveva intenzione di
costruire un piccolo molo. L’idea gli era venuta dopo aver visitato il posto in
cui era cresciuto Pacey. Capeside ovvero l’opposto di Roswell.
Ma forse ora che avevo perso
il lavoro avremmo dovuto rimandare.
-Non è proprio il momento
migliore per perdere il mio stipendio .-sospirai.
Lui aprì lo sportello e mi
tirò dentro facendomi sedere sulle sue ginocchia.
-Gli affari vanno bene.
–disse scrollando le spalle.
-Lo so..ma un’entrata in più
ci faceva comodo. –affondai la faccia nella sua spalla e lui mi accarezzò piano
la schiena.
Gli era più facile essere
dolce e affettuoso se non c’era nessuno intorno.
-Puoi sempre cercare
qualcos’altro.
-Ci avevo già pensato. Lo
farò domani come prima cosa.
Che rabbia!! Oltre a servirmi,
avevo adorato davvero quel lavoro.
Mi piaceva lavorare nella
musica. E lavorare nella musica a New York anche di più.
-Non credo che mi daranno le
referenze. –dissi tirandomi su.
Gli passai una mano fra i
capelli. Si erano allungati di nuovo.
-Mi sa tanto che sia arrivata
l’ora della serata consolatoria.
Annuii mentre imbronciavo le
labbra. –Peccato che non abbiate ancora installato la vasca. –sopirai sognando
il giorno in cui mi sarei potuta immergere in quell’enorme vasca che ci era
costata..meglio non pensarci!!
Le sua sopracciglia si
sollevarono insieme agli angoli della sua bocca attirando la mia curiosità. –Che
c’è?
Lui non parlava ma continuava
a guardarmi tutto soddisfatto. –Non è vero!!-esclamai appena capii il motivo
della sua evidente soddisfazione.
-Controlla da te allora.
-OH MICHAEL!!! Mi hai montato
la vasca!!!-urlai di nuovo mentre mi fiondavo in casa.
Ed eccola lì!! Due interi
miei stipendi..ma li valeva tutti.
Un idromassaggio grande quasi
quanto il bagno stesso. Super mega deluxe.
Ero incantata a guardarla
dalla porta del bagno. Sentii le sue braccia che mi passavano intorno alla vita
e le coprii subito con le mie mani. –Ma funziona già?
-Sì.-mi disse vicinissimo
all’orecchio. Rabbrividii. –Vuoi provarla?
Che domande!!-Tu inizia a
riempirla , io prendo un po’ di candele.
Avevo tutte le intenzioni di
inaugurarla come meritava quello spettacolo di vasca.
Se lo meritava lei e me lo
meritavo anche io.
Stavo andando a recuperare le
varie candele che avevamo in casa ma poi tornai sui miei passi.
-Ti ho ringraziato per la
bella sorpresa? –chiesi strofinando il naso alla base del suo collo.
-Non ancora. – mi disse
allusivo. –Ma di sicuro stai per farlo.
Sentii le sue mani risalire
per la mia schiena. Una si portò fino alla mia nuca.
Poi Michael mi spinse verso
di sé per potermi baciare.
Quando iniziò ad approfondire
la situazione IMPROVVISAMENTE decisi che in fondo non avevamo davvero bisogno
delle candele per scaldare l’atmosfera.