Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: KillerKing    07/10/2016    7 recensioni
Rivisitazione in chiave moderna e demenziale dell'epica battaglia tra Seiya di Pegaso e Saga dei Gemelli alla fine della scalata delle Dodici Case, infarcita di tutti gli stereotipi "social" a cui siamo tristemente abituati.
Francamente non so se faccia più ridere o piangere, ma vuole solo tentare di essere divertente ed in nessun modo polemica o canzonatoria verso chicchessia.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gemini Saga, Pegasus Seiya, Saori Kido
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Seiya di Pegaso si voltò a guardare la scalinata che, quasi a costo della vita, aveva appena superato.
Alcuni petali di rosa velenosa ancora restavano adagiati sui gradini, dopo che il suo fulmine aveva spazzato via il venefico tappeto scarlatto. Sembravano guardarlo fisso, come ad esortarlo ad andare avanti.
Il Cosmo di Shun di Andromeda, pensò mestamente, non si avvertiva più. Probabilmente lui ed Aphrodite dei Pesci si erano uccisi a vicenda.
- Minchia, zio... - disse con gli occhi rivolti al cielo di Grecia – Cioè... che brutta fine 'sta smartbox... cioè... Sembravate fatti l'uno per l'altro. Rip, piccolo angelo. -
Vincendo lo scoramento, stornò gli occhi davanti a sé: il Tempio di Athena, la Tredicesima Casa, si stagliava imponente di fronte a lui.
Saori Kido, l'incantevole ragazza rinata come Athena, giaceva ancora col petto trafitto, ai piedi del Palazzo dell'Ariete. La battaglia decisiva per il destino del mondo presto si sarebbe consumata.
Con gesto solenne, il Cavaliere delle Tredici Stelle tirò fuori dalla tasca il suo smartphone, alzò due dita in segno di vittoria e si scattò un selfie inquadrando il Tempio.
Quindi, con abili mosse, lo pubblicò lesto su Facebook e su Instagram: #vacanzeingrecia #ciaopovery #spaccoculi #aphroditeXshun #voladragonevolalacurvasinnamora #elsagnoccaaltrochehyoga.
Indugiò ancora un momento, nell'attesa dei Big Likes. Ma, passato un poco, il telefono trillò solo per avvertirlo di un commento di Lamia.
“Sono tre giorni che non ti fai sentire. Chiamami, stronzo.”
- Sì, aspetta e spera nella friendzone, zia. - ridacchiò leggendo il post – Se la salvo anche oggi, stavolta Saori me la da! -
Senza attendere ancora oltre, il Cavaliere varcò la soglia della Tredicesima casa e si ritrovò ben presto al principio di un lungo corridoio, illuminato su entrambe le pareti da due serie di fiaccole ardenti. Un andito sinistro, al cui termine si intravedeva una doppia porta di legno.
Chiusa.
Oltre quei battenti serrati, il Grande Sacerdote, il nemico finale, lo aspettava.
- Cioè... che ansia... - balbettò.
Strinse i pugni. Possibile che il coraggio gli venisse meno proprio in quel momento? Alla fine?
Per ritrovare l'impeto, gonfiò il petto ed innalzò il canto di guerra che, sin dai Tempi del Mito, i Cavalieri di Athena intonavano per rendere saldi i loro cuori.
- Con Athena da salvare... andiamo a comandare!
Ho la Cloth da riparare... andiamo a comandare!
L'Unicorno fa cagare... ANDIAMO A COMANDARE! -
Dentro di sé sentì anche le voci dei compagni caduti accompagnarlo nel canto. E così, rinfrancato, si sistemò i risvoltini dell’Armatura e partì di corsa. Ad ampie falcate attraversò in pochi secondi il corridoio, giungendo alle porte.
Le spalancò ed irruppe in una grande sala, illuminata anch'essa da grosse torce sui muri, intervallate da alte colonne. Davanti a lui, un lungo tappeto oro e cremisi arrivava sino al fondo, dove si trovava un aureo trono. Su di esso, assiso e bardato dei paramenti sacerdotali, un uomo.
Indossava una lunga tunica blu ed un elmo scarlatto, con un demone alato a guisa di cresta. Sul volto, a nasconderne i lineamenti, un'inespressiva maschera scura dagli occhi di brace.
Nel guardarlo, Seiya deglutì. Quello era l'uomo che aveva dato inizio alla guerra.
Il Cavaliere prese ad incedere, ed il Sacerdote si alzò dal suo seggio, avanzando a sua volta.
I due si fermarono a pochi metri l'uno dall'altro, fronteggiandosi in silenzio.
Seiya si mise in guardia, mentre una goccia di sudore gli scendeva lungo la schiena e gli colava nel solco fra le chiappe.
Ma prima che riuscisse ad attaccare, il Sacerdote tirò fuori una tazzina fumante da sotto la tunica, riempiendo la sala con la sua voce stentorea.
- BUONGIORNISSIMOOOOOO!!! KAFFEEEEEEEEEE'? -
Pegaso abbassò le braccia.
- Cazzodici, zio?!? -
- Perdonami. - rispose il Sacerdote, mettendo via la tazzina – So che non hai tempo da perdere. -
A quel punto si sfilò l'elmo e si tolse la maschera, lasciandoli cadere a terra e rivelando un volto volitivo ed una lunga chioma azzurra.
- Il mio nome è Saga dei Gemelli. Ed è un onore per me trovarmi al cospetto di un eroe che per Athena è stato capace di superare le Dodici Case. Ma basta parlare. Oltre questa sala, una porta conduce ad una terrazza ove sorge un'antica statua della Dea. Prendi lo scudo d'oro alla sua sinistra ed orientalo verso il fondo della valle, in direzione del capezzale di Saori Kido. La luce dello scudo dissolverà la freccia che le trafigge il petto, ed Athena sarà salva. Hai capito bene le mie parole? -
Ma Seiya lo guardava ancora a bocca spalancata.
- Tu sei il Grande Sacerdote?!? - berciò costernato - Tu hai fatto tutto 'sto casino?!? E c'hai i capelli color puffo? Cioè, zio, ma ti ripigli?!? -
Saga s'incollerì.
- Non è il momento per le recriminazioni! E lascia stare i miei capelli! Cosa ne sai tu, sciocco duemila, di Mirko, Satomi e i Bee Hive?!? Il mio amore per loro è secondo solo a quello per la Dea Athena! -
- Figa, ma tu stai fuori di brutto, zio! Ci hai mandato contro millemila nemici, e adesso dovrei credere che sei buono?!? Hai sbocciato troppo tavernello?!? -
- Tu mi dai del bugiardo!!! - gridò sempre più furioso Gemelli – Ora ho kapito! Sei una perZona falZa!!! -
Con orrore crescente, Seiya vide l'uomo davanti a lui trasformarsi. I suoi occhi si fecero rossi come il sangue ed i capelli divennero grigi come cenere.
- Ora capisco! - esclamò il ragazzo – Sei uno di quei quarantenni su Facebook! -
Come sorta dal niente, l'Armatura d'Oro dei Gemelli apparve sopra la testa di Saga, scomponendosi un attimo dopo ed andando a rivestirlo.
- E' la fine per te, Kavaliere! PULIZZIA KONTATTIIIIIII!!11!1! DIMENZIONE OZKURA!1!11! -
Alle spalle di Seiya lo spazio si distorse e si lacerò, aprendosi come un telo strappato. All’interno dello squarcio, una voragine oscura come un cielo senza stelle, attraversata da corpi celesti fluttuanti e sconosciuti. Il Cavaliere fu risucchiato dentro di essa senza poter fare alcunché per opporsi, e cominciò a precipitare gridando verso un nulla infinito.
- Vagherai per Zempre nel limbo dell’altra dimenZione! – gli strillò Saga, già pregustando la vittoria.
Ma ad un tratto, e senza nessun preavviso, una nuova emanazione Cosmica si manifestò nella sala sotto forma di onde incandescenti d’energia, che circondarono il Cavaliere d’Oro avviluppandolo e costringendolo ad interrompere l’esecuzione del suo colpo.
- GOMBLODDOOOOOOOO!1!!1! – strillò furente – Chi oZa attakkarmi con queste scye kymyke?! -
Seiya ricadde sul pavimento della sala, scampato alle spire dell’altra dimensione. E, voltando un poco la testa, capì chi era stato a salvarlo.
- Ikki! Bella zio! -
Ikki della Fenice, creduto morto ed oscurato in un mondo di luce (anche se non aveva capito cosa volesse dire) insieme a Shaka della Vergine, era invece risorto ancora una volta, come voleva il suo nome.
Poi si accorse che, sopra l’Armatura, Ikki indossava una felpa verde con su scritto “ATENE”.
- No Maria, io esco. – sussurrò il giovane, vedendo come il compagno si era conciato.
- Kavaliere della Fenice! – tuonò Saga, rompendo la stasi – Anche tu ti ergi kontro di me? Anche tu dunque sei una perZona falZa? -
- Non parlare a me di falsità, Cavaliere dei Gemelli. – rispose l’interpellato, con altrettanta ira – Credi che abbia dimenticato cosa hai fatto? Hai messo gli immigrati dell’Isola della Regina Nera negli hotel a cinque stelle e gli hai dato quarantacinque euro al giorno! E i Cavalieri invece nelle tendopoli! E Athena che fa?!? E i marò?!? Prima i marò! -
E così dicendo, espanse ancora di più il suo Cosmo e si lanciò all’attacco.
- RONDA DELLA FENICE!!! -
Il colpo si abbatté contro Saga con tutta la sua potenza ma, con sommo stupore di colui che lo aveva lanciato, al Cavaliere della Terza Casa bastò solo alzare una mano per fermarlo.
- Kon uno stile di attakko kosì… - disse quindi sogghignando – La tua teknica può akkompagnare solo. Ma ora preparati falZone, è giunto il mio turno! DimenZione oskura!11!!1! -
Lo squarcio dimensionale si aprì di nuovo, attirando Ikki verso di esso come un gigantesco magnete avrebbe fatto con una monetina.
- Seiya! – gridò la Fenice – Aiutami!!! -
Ma Pegaso si era già rialzato e, smartphone in mano, correva inseguendo apparentemente il nulla.
- Ti catturerò Snorlax! – esclamava, del tutto dimentico della sorte dell’amico.
Ikki fu completamente assorbito dall’altra dimensione, e vi sparì dentro senza più scampo alcuno. Scomparve nelle tenebre, mentre la sua voce gridava nel buio.
- RUSPAAAAAAAaaaaaaa… -
Solo allora Seiya si avvide del fato occorso al compagno.
- Figa… cioè… ti hanno blastato duro, zio… - disse mesto – Ma vabbè, tanto ritorni sempre, come Fantaghirò a Natale. -
Ma Saga era ormai stanco di quel pietoso teatrino. Si volse verso Pegaso e cominciò ad inchiavicarlo di mazzate.
Ma più il Cavaliere d’Oro colpiva, più il suo avversario non cedeva. Più l’Armatura del ragazzo andava in pezzi, più questi tornava in piedi.
- Ma xké?!? – esclamò ad un certo punto il Grande Sacerdote, esasperato – Kosa ti spinge a non arrenderti?!? -
- Tu sei il simbolo del potere, zio! – gli rispose il giovane ostinatamente – Se non ti combatto sono un coglione! -
- Io? Tu hai le idee un po’ konfuse, razza di bimbominkia! La Dea ke difendi è stata allevata da una multinazionale! -
Ma Pegaso, sordo a quelle argomentazioni, allungò lo sguardo oltre Saga ed eruppe in un’esclamazione.
- Ah! Quelli della Kasta! -
- Dove?!? – strillò subito l’altro, voltandosi.
Ma quando si rese conto dell’astuto tranello in cui era caduto, era già troppo tardi. Seiya si era voltato e correva verso il fondo della sala, diretto alla statua di Athena.
Il Cavaliere della Terza Casa si lanciò all’inseguimento, maledicendo tutta la moussaka senza olio di palma che si era mangiato a pranzo. Ed infatti, appesantito dalla gustosa pietanza, non riuscì nel suo intento: Pegaso raggiunse la terrazza dove svettava l’effige marmorea della Dea e, preso lo scudo, lo orientò verso il fondo della vallata, lì dov’era la Casa dell’Ariete.
Una luce sfavillante fuoriuscì dall’arma, che, a guisa di faro, attraversò tutte le Dodici Case.
Al colmo della furia, il Cavaliere d’Oro raggiunse infine il suo nemico, riprendendo a gonfiarlo di botte.
- Maledetto!11! Tu e i tuoi amici delle lobby dei poteri forti!1!!1! -
Seiya non riusciva più a reagire. Ormai svuotato di ogni forza, subiva passivamente il pestaggio. Solo le voci dei suoi amici, che gli arrivavano attraverso il Cosmo, gli impedivano di morire.
- Coraggio Cavaliere! – gli disse Shiryu.
- Resisti! – lo implorò Shun.
- Let it gooooooo! Let it goooooooo! – cantò Hyoga.
- Vaffanculo! – aggiunse Ikki, con un certo risentimento.
Nel frattempo, davanti la Casa dell'Ariete, Saori si era effettivamente risvegliata. La luce dello scudo di Athena l'aveva investita avvolgendola come l'abbraccio di un tronista, e sia l'aureo dardo che le aveva trafitto il petto che la ferita da esso provocata erano spariti come se non fossero mai esistiti.
La ragazza stringeva mani e scattava selfie con tutta la milizia del Grande Tempio che era venuta subito a festeggiarla, del tutto incurante del fatto che, praticamente, tutti quei paraculi si erano augurati la sua morte fino a cinque minuti prima.
Ma l'amore di Athena era grande, ed ogni dissidio era già dimenticato. Dentro di sé la ragazza si riservava di parlarne, sempre e comunque con la serenità di chi ha perdonato, soltanto nei talk show della domenica pomeriggio ai quali sarebbe stata sicuramente invitata.
E non fece nemmeno mancare parole di elogio ai lì presenti Cavalieri dell'Unicorno, dell'Idra, del Leone Minore, del Lupo e dell'Orso, sottolineando la loro innegabile e fondamentale utilità alla sua causa.
Ad un certo punto, mentre disquisiva di serie tv con alcune Sacerdotesse Guerriero, le si avvicinò Mu dell'Ariete a ricordarle, con estrema deferenza, che la battaglia non era ancora vinta.
Saori si voltò a guardarlo e, con la sua migliore espressione da “bitch please”, si fece consegnare lo Scettro di Nike simbolo del potere e principiò la sua salita delle Dodici Case, seguita da tutti i Cavalieri presenti.
Arrivati alla Casa del Toro, Aldebaran era già in attesa col suo trattore d'oro a rimorchio acceso. Saliti sul prestigioso veicolo agricolo, la Dea ed i Cavalieri ripresero la loro scalata, intonando a gran voce lo stesso canto di guerra che aveva ridato vigore a Seiya di fronte al peristilio della Tredicesima Casa.
Jabu dell'Unicorno era l'unico che se ne stava in silenzio, misteriosamente adombrato (forse a causa del ritornello).
A mano a mano che l'ascesa continuava, i Cavalieri d'Oro sopravvissuti si unirono al corteo. E, nell'attraversare le ultime Case, furono recuperati, tutti inspiegabilmente ancora vivi, anche Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki (che era evidentemente riuscito a fuggire dall'altra dimensione).
L'ascetico Shaka della Vergine si preoccupò di riportarli presenti a loro stessi a suon di ceffoni.
Quando finalmente raggiunsero la terrazza dove la battaglia fra Pegaso e il Cavaliere dei Gemelli si stava svolgendo, Saga stava ormai saccagnando Seiya dritto sulla testa, a colpi di scudo di Athena e ignoranza.
- Falso Grande Sacerdote! - gridò Saori, vedendo il suo protetto ormai ridotto a un sacco dell'indifferenziato – Sei stato nominato! Ti ordino di lasciare le Dodici Case seduta stante! -
Col terrore dipinto sul viso, il Custode della Terza Casa si voltò. Ma la paura nel suo sguardo cinabro fu presto sostituita dalla rabbia nel vedere Saori ancora viva.
- Non mi arrenderò mai! - strepitò – Xké Zono una perZona vera! -
Senza esitare un solo momento Saga si lanciò all'attacco, caricando il pugno. Ma quando fu quasi sul punto di colpire, la sua personalità dai capelli puffosi riprese il sopravvento e si fermò.
Ma Athena, tenendo fede al suo titolo di Dea della guerra e della saggezza, stava già mettendo in atto la sua contromossa. Non poté fermarsi in tempo, pur accorgendosi del cambiamento in atto nel suo nemico.
Gli spruzzò in faccia mezza bomboletta di lacca per capelli.
Perché lei valeva.
Nell'uomo la personalità malvagia e complottara riprese subito il sopravvento, portandosi le mani al volto e bestemmiando come un pastore veneto.
Saori vide l'opportunità di concludere la contesa una volta per tutte. Tirò fuori una siringa piena di un liquido trasparente, e la conficcò nel collo del Cavaliere, premendo lo stantuffo.
- KoZa... koZa mi hai iniettato?!? - balbettò questo.
- Ciò che più temi, Gemelli. Un vaccino a caso. Ciaone. -
Saga si fece pallido come un cencio, mentre l'Armatura d'Oro si staccava da lui e lo abbandonava.
- Un vaccino!!1!! Lo Zapevo! Zei al Zervizio delle kase farmaceutike!!! Oggi puoi aver vinto, Athena!11!1 Ma altri verranno dopo di meeeeeeee!!11!!!11! -
E così urlando, raggiunse la balaustra della terrazza e si gettò nel vuoto.
Era finita.
Athena aveva trionfato.
Mentre tutti guardavano commossi la scena, Saori si avvicinò a Seiya, che giaceva a terra ormai esanime. Inginocchiatasi vicino a lui, lo prese tra le braccia.
- Grazie, Seiya. -
- Eccerto. - bisbigliò Hyoga qualche metro dietro – Noi non abbiamo fatto un cazzo. -
Milo dello Scorpione e Aiolia del Leone si voltarono verso il Cigno con sguardo grave ed eloquente. Uno sguardo che diceva “Stacce”.
Saori intanto, continuava a tenere il suo paladino cinto nel suo abbraccio.
- Di ho shalvato, gìa. - sospirò l'eroe, biascicando un poco le parole, dacché gli erano rimasti in bocca circa otto denti – Adessho me la dai... -
Gli occhi della Dea si inumidirono di lacrime.
- Seiya... avrei anche potuto amarti... ma tu un giorno mi hai detto “Se io avrei”.... -
- Ecco. Lo shapevo. Mainagioia, oh! -
Improvvisamente una nube oscura calò dal cielo di Grecia e si posò sulla terrazza. Nere volute circondarono il corpo della ragazza turbinandole intorno, costringendola a rialzarsi di colpo e a far dare a Pegaso l'ennesima craniata sul pavimento.
Tutto accadde troppo in fretta perché qualcuno potesse tentare una qualsiasi reazione: le tenebre giunte dal nulla riuscirono ad inglobare completamente Saori, nascondendola alla vista dei suoi Cavalieri.
Poi, repentina così com'era giunta, la nube sparì. E con lei, nello sgomento generale, era sparita anche la Dea Athena.

 

 

 

EPILOGO

 

Saori riaprì gli occhi e si ritrovò su di una spiaggia. Il mare davanti a lei aveva il colore di uno zaffiro, e la foresta alle sue spalle, confinante con la battigia, era verde e rigogliosa.
Frastornata, la donna fatta Dea si guardò intorno, non riuscendo però a riconoscere quel luogo. Si era ritrovata vicino al mare. Che ci fosse il Dio Poseidon dietro al suo rapimento?
- Benvenuta Athena! -
Al suono di quella voce, Saori si girò di scatto. Dalla foresta, un gruppo di persone, sia uomini che donne, le si faceva incontro. Erano tutti in costume da bagno e piuttosto smagriti, ed i loro volti le sembravano in qualche modo familiari. Come se fossero visi che un tempo conosceva, ma che progressivamente andavano abbandonando la sua memoria.
- Chi siete voi?!? - esclamò con tono di sfida – Che luogo è mai questo, e perché mi ci trovo? -
Gli astanti cominciarono a ridacchiare, guardandola con occhi malevoli. Fino a che un uomo di mezza età si fece avanti.
- Qui è dove tu sarai tenuta prigioniera. - le rispose sogghignando – Questo è l'inferno in cui il tuo corpo ed il tuo spirito dovranno sopportare prove, privazioni e sacrifici quali mai hai dovuto affrontare. Benvenuta Saori Kido. Benvenuta sull'Isola dei Famosi! -
Athena sgranò gli occhi al colmo del terrore.
- Un reality da sfigati?!? NOOOOOOOOOOOOOO!!!! -

 

 

 

 

EPILOGO DELL'EPILOGO

 

Attraverso il loro Cosmo, i Cavalieri rimasti ad Atene avvertirono chiaramente il grido della loro Dea.
Seiya stornò lo sguardo tumefatto verso il cielo e poi verso i suoi compagni.
La battaglia contro le Forze Oscure non era ancora conclusa.








 

 
  
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