Serie TV > Criminal Minds
Ricorda la storia  |      
Autore: DAlessiana    07/10/2016    3 recensioni
Questa storia partecipa alla sfida “A box full of prompts” sul gruppo di Facebook EFP: Famiglia, recensioni, consigli e discussioni.
***
“Non sempre esistono i lieto fine.” È l'unica cosa che ti viene in mente, la sola che fuoriesce dalle tue labbra.
“Per noi non ci sono mai stati.” Questa volta sei tu a vacillare, costatando la verità delle sue parole. Resti immobile, non ti viene in mente nulla di sensato per replicare a quella sua affermazione. Scavi in te stesso per trovare qualcosa da dire, non puoi arrenderti così. Non adesso che si stava aprendo.
“Ci sono ferite che ci provoca la vita che porteremo sempre con noi. Non esiste un modo per farle sparire, ma ci aiutano a farci comprendere che siamo degli essere umani. Sapevi a cosa andavi incontro scegliendo questo lavoro, allora perché lo hai fatto?”
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aaron Hotchner, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ti guardi un'ultima volta allo specchio, aggiustando il nodo della cravatta. Sorridi leggermente, mentre pensi al fatto che, da giovane, detestavi quell'accessorio. Pensare che adesso sono diventate indispensabili nel tuo stile.
Infili la giacca e ti volti a guardare tuo figlio, il bene più grande che possiedi. Si è appisolato sul divano mentre giocava ai supereroi. Ti avvicini piano e la tua mente riporta a galla quel giorno di halloween nel quale si travestì da agente dell'FBI, perché per lui, tu sei il migliore supereroe. Gli accarezzi la guancia, lasciandogli un delicato bacio sulla fronte. Sarebbe un peccato svegliarlo.
“Stai andando via?” una voce femminile, che sussurra piano, ti costringe a voltarti. È tua cognata, una delle poche persone a cui affidi Jack quando il tuo lavoro ti porta lontano.
“Sì. Devo andare a trovare Reid, dopo quello che è successo mi sento in dovere di dargli il mio conforto, non solo come suo capo. Ti dispiace tenere d'occhio Jack per qualche ora?” rispondi alla sua domanda, dicendole solo l'essenziale. Fa parte del tuo carattere, non sei uno che fa giri di parole. Ti piace essere concreto.
“Certo, vai pure. Noi staremo bene” dice sorridendo. Sa quanto ti costa allontanarti da Jack e sa che non lo faresti mai per cose futili.
“Grazie, davvero.” Ti senti in dovere di ringraziarla e non solo per questa volta, ma per tutte le altre nelle quale hai avuto bisogno di lei. C'è sempre stata.
“Non dirlo neanche. Siete voi, adesso, la mia famiglia.” Sorride amaramente e tu senti come un pugno nello stomaco. Anche se sono passati tre anni fa ancora male, ogni singola volta che ti ricordi che Haley, l'unica donna che abbia mai amato, non fa più parte delle vostre vite. Senza aggiungere altro, volgi un ultimo sguardo amorevole a Jack ed esci di casa.

Ci impieghi quindici minuti per arrivare all'appartamento del tuo agente. Il traffico a quell'ora è estenuante. Suoni piano il campanello, per paura di disturbare i suoi pensieri, non vuoi essere d'intralcio.
Passa qualche minuto prima che la porta si apra e la figura che è davanti a te non è neanche un terzo del Reid che conosci. Ha i capelli appiccicati alla fronte, segno di notti passate a sudare freddo in balia di incubi. Gli occhi arrossati ti fanno capire che, probabilmente, ha pianto fino a finire le lacrime.
“Che ci fai qui?” chiede, senza neanche degnarti di un saluto. Ha l'aria leggermente accigliata, probabilmente perché non hai tenuto fede alle sue condizioni. Dopo quella sera aveva detto esplicitamente che non voleva vedere né sentire nessuno, sarebbe tornato lui a lavoro quando l'avrebbe ritenuto opportuno.
“In questo momento non sono il tuo capo, quindi sei liberissimo di cacciarmi via se vuoi.” Dici, con il tono serio che ormai è parte di te. Lo guardi negli occhi e capti un segno di vulnerabilità, sta valutando seriamente se farti entrare o mandarti via.
“Entra!” esclama, sbuffando leggermente. Probabilmente sta maledicendo la sua scarsa forza di volontà in questo momento.
“Credo che tu abbia bisogno di parlare con qualcuno. Questo tuo chiuderti in te stesso non ti porterà a niente. Sarà sempre peggio se continui così...” inizi a parlare, sicuro del fatto che lui non avrebbe mai aperto il discorso. Lo osservi mentre si siede sul divano, svogliatamente, e ti invita a fare lo stesso. Ti accomodi anche tu.
“Questa frase l'ho già sentita, o meglio, letta almeno una ventina volte. È quella standard nei biglietti di Garcia...” replica e con la mano ti indica un punto dietro di te. Ti volti e lo sguardo cade sui numerosi cesti di dolci riposti sul tavolo. Vi sono le varietà più vaste di muffin e altri dolcetti da thé. La vostra stravagante informatica ha colpito ancora, sorridi leggermente pensando ciò.
“Ma non l'hai mai fatto, vero? Senti Reid, voglio essere chiaro, sai che detesto i giri di parole. Non sono qui per chiederti come stai, perché so che stai male, né per dirti di prenderti altri giorni di permesso. Sono venuto qui per starti accanto, perché so cosa si prova a vedere l'amore della tua vita morire davanti ai tuoi occhi.” Esclami, serio. I vostri sguardi si incrociano, il suo scudo si sta sgretolando pian piano sotto l'effetto delle tue parole.
“È qui che ti sbagli. Io non ho neanche avuto il tempo di dirle che l'amavo, di approfondire il nostro rapporto. Mi è stata strappata via senza che io potessi fare qualcosa per impedirlo” parole piene di disperazione ti arrivano alle orecchie, ci stai riuscendo, lo stai facendo aprire.
“Tu hai fatto tutto il possibile per salvarla, Reid. Non è stata colpa tua!” affermi con convinzione, non deve neanche lontanamente pensare di aver commesso qualche errore. Non deve fare la tua stessa fine.
“Anche tu lo hai fatto con Haley e non ha funzionato. A cosa serve fare questo lavoro se poi non riusciamo a salvare le persone che amiamo?” chiede, supplicandoti di dargli una spiegazione. Neanche tu hai la risposta a questa domanda. Appena hai sentito il nome di tua moglie, una lama invisibile si è infilzata nel tuo cuore. Sì, fa decisamente ancora troppo male.
“Non sempre esistono i lieto fine.” È l'unica cosa che ti viene in mente, la sola che fuoriesce dalle tue labbra.
“Per noi non ci sono mai stati.” Questa volta sei tu a vacillare, costatando la verità delle sue parole. Resti immobile, non ti viene in mente nulla di sensato per replicare a quella sua affermazione. Scavi in te stesso per trovare qualcosa da dire, non puoi arrenderti così. Non adesso che si stava aprendo.
“Ci sono ferite che ci provoca la vita che porteremo sempre con noi. Non esiste un modo per farle sparire, ma ci aiutano a farci comprendere che siamo degli essere umani. Sapevi a cosa andavi incontro scegliendo questo lavoro, allora perché lo hai fatto?” chiedi. Tutti coloro che intraprendono questa strada conoscono le conseguenze a cui andranno incontro e non parli solo di notti insonni.
“Aiutare le persone, dare giustizia alle vittime e portare la verità alle loro famiglie. Esserci, in qualche modo, per loro.” Risponde e dal suo sguardo intuisci che non ha capito il senso del tuo discorso. Ti fissa perplesso, quasi perso nei suoi pensieri.
“Non sei solo, Reid. Se non riesci a comprendere questo, allora tutti questi anni sono stati vani...” replichi, lasciando il discorso in sospeso e voltando il capo verso il tavolo stracolmo di dolci. Se davvero crede di essere solo ad affrontare il dolore, allora è stato tutto inutile, soprattutto la tua visita.
Il discorso sembra cadere lì e tu decidi che è ora di andare via, hai fatto del tuo meglio nonostante non sia servito a molto. Sospiri pesantemente mentre ti alzi dal divano, Spencer fa lo stesso.
“Perché non porti qualche muffin a Jack? Io non riuscirei a mangiarli tutti” dice, avviandosi al tavolo e prendendo due cesti, uno blu e l'altro verde con tanto di fiocco.
“Ne sarà felice” affermi, sorridendo piano, hai già immaginato la sua reazione quando ti vedrà tornare carico di doni.
“Allora, ci vediamo lunedì. A lavoro, sai ho bisogno di stare con la mia famiglia.” Sentendo queste parole ti volti cercando di mascherare lo stupore. Non è stato tutto vano e inutile. Lo guardi mentre si avvia alla porta per facilitarti l'uscita. Il suo volto è carico di gratitudine, anche se non lo ammetterà mai sa benissimo anche lui che aveva bisogno di parlare con qualcuno.
“La tua famiglia ci sarà sempre per te. Questa è una garanzia” sussurri, quando gli passi accanto. Non sarà facile, superare una perdita del genere non lo è mai, ma sa che ci sarai sempre per lui e questo ti basta.



-Salve a tutti!
Questa storia partecipa alla sfida “A box full of prompts” sul gruppo di Facebook EFP: Famiglia, recensioni, consigli e discussioni.
Il prompt era il seguente:
Fandom: Criminal Minds
Coppia: Nessuna
Avvertimenti: Nessuno
Rating: Verde/Giallo
Prompt: 8x13. Reid sta affrontando la perdita di Maeve, uccisa davanti ai suoi occhi. Hotch lo va a trovare e si confronta con lui, facendolo sfogare. Aaron ricorda anche la morte della moglie.
Spero di averlo svolto correttamente e che la storia vi sia piaciuta almeno un po'. Ringrazio tutti quelli che la leggeranno, chi la inserirà tra le preferite/seguite/ricordate e chi spenderà un minimo del suo tempo per recensirla.
Un bacio a tutti! :)

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: DAlessiana