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Autore: Odinforce    07/10/2016    2 recensioni
Quell’ultima edizione aveva visto arrivare ben tre ragazze in finale, ma solo una sarebbe diventata “la più bella di Konoha”. Il caso aveva voluto che tutte e tre fossero ragazze ninja ma, cosa più importante, erano grandi amiche.
Sakura, Ino e Hinata erano a pochi passi dalla vittoria... ma anche da una trappola.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 5
 
Ino Yamanaka aveva smesso di gridare e di dimenarsi da pochi secondi, crollando a terra sfinita. I suoi amici, Naruto, Sakura, Sai e Hinata la fissarono preoccupati, cercando di capire cosa fare. Per quanto ne sapevano, Inori poteva aver infine avuto il sopravvento sulla malcapitata, prendendo completamente il controllo del suo corpo.
Nel frattempo il vecchio corpo di Inori era tenuto d’occhio dalla tigre Illustrata di Sai. L’animale d’inchiostro la teneva bloccata al pavimento con una zampa, per impedirle di scappare qualora Inori avesse deciso di tornare indietro.
Ma i quattro ninja non potevano restare fermi senza far niente, così Sakura si avvicinò per prima e afferrò il corpo esanime di Ino, scuotendola con forza.
« Ino! » gridò con decisione. « Ino! Riesci a sentirmi? »
« Ti prego, ritorna in te! » aggiunse Hinata.
« Coraggio Ino... prendi a calci quella stronza! » insistette Naruto.
Sai s’inginocchiò accanto alla sua ragazza, ancora priva di conoscenza, e la prese per mano.
« Resta con noi, Ino... resta con me! » disse, pacato.
Per alcuni secondi non accadde nulla. Poi, gli occhi di Ino si spalancarono di colpo ed emise un nuovo urlo, più forte dei precedenti. Una luce abbagliante scaturì dal suo corpo, e quando prese forma i quattro ragazzi capirono cosa fosse in realtà: l’anima di Inori era venuta fuori!
« Occavolo... attenti! » avvertì Naruto.
Lo spirito urlò ancora e si fiondò in avanti, dritto verso il corpo che aveva lasciato poco prima. La tigre di Sai fu investita in pieno ed esplose in una pioggia d’inchiostro che macchiò le pareti e i ragazzi, distraendoli.
Un attimo dopo si era acquietato tutto.
« Mmm... »
I ragazzi si voltarono ancora. Ino stava riprendendo i sensi, sotto il loro sguardo incredulo.
« Ino! Grazie al cielo... come ti senti? » chiese Sai per primo.
« Ugh... uno schifo. Come i protagonisti di “Una notte da leoni”. »
Sakura sospirò, sollevata.
« Meno male... per un attimo abbiamo temuto che fosse troppo tardi. Bentornata tra noi, Maial-Ino! »
Nel frattempo, anche Inori stava riprendendo i sensi. Naruto e Hinata si avvicinarono a lei con cautela mentre cercava di reggersi sulle ginocchia.
« Non le resta molto chakra » dichiarò Hinata, esaminandola con il Byakugan. « Deve averne consumato parecchio con la Tecnica dell’Evanescenza. »
« Buono a sapersi » commentò Naruto. « Capisci che significa, stronza? Significa che per te è finita... così impari a minacciare la vita della mia fidanzata e delle mie amiche! »
Inori lo fissò con uno sguardo carico d’odio, aggiungendoci anche un orrendo ghigno. Nel frattempo le sue mani tremanti si univano a formare il segno del cinghiale... troppo in fretta perché qualcuno potesse impedirglielo.
« Non è... finita » dichiarò ansimando. « Tecnica dell’impulso mentale! »
All’improvviso, una fitta di dolore trapassò la testa di Naruto e di tutti gli altri, facendoli urlare. I cinque ragazzi rimasero disorientati per mezzo minuto, incapaci di muoversi e di pensare; poi, lentamente, l’effetto svanì, permettendo a tutti di riprendere fiato.
« Cazzo... cos’era quella tecnica? Per poco non mi friggeva il cervello! » lamentò Naruto.
« Sì, l’idea era quella... » rispose Ino, ansimando. « È una tecnica del mio clan... ma aveva troppo poco chakra per nuocerci a lungo. »
« Ma le ha permesso di darsela a gambe, purtroppo. »
Sakura aveva ragione. I ragazzi guardarono in ogni direzione, ma di Inori non c’era traccia nella stanza: era riuscita a fuggire dopo averli colpiti con la sua tecnica.
« Come ha fatto? » chiese Sai, incredulo. « Non si reggeva in piedi... da dove ha preso la forza per scappare? »
« Guardate! » esclamò Hinata, indicando una scatoletta di pillole nere rovesciata a terra. « Sono “pillole del soldato”... deve averne ingerita una per ricaricare il chakra. »
« Dov’è andata? » chiese Naruto. « Hinata, riesci a localizzarla? »
« Sì... la vedo chiaramente. Sta correndo verso la foresta, a ore undici, a cinquecento metri di distanza. »
« Bene... vado a prenderla! »
Sotto lo sguardo sorpreso di tutti, Naruto si trasformò: il suo corpo fu avvolto da un’aura dorata fiammeggiante, tipica della sua Modalità Eremitica delle Sei Vie. Un attimo dopo aveva già lasciato la stanza, rapido come un fulmine, lanciandosi all’inseguimento del nemico.
« Be’... non per niente è figlio del Quarto Hokage, no? » commentò Hinata.
 
Cinquecento metri più avanti...
Inori correva a tutta velocità, diretta verso la foresta. Disperazione e amarezza dominavano i suoi pensieri: il suo piano era andato in fumo, e poteva considerarsi fortunata se era riuscita a scappare. Non aveva speranze contro un gruppo di eroi della Foglia... e con loro c’era anche Naruto Uzumaki, che aveva salvato il mondo intero.
Doveva fuggire il più lontano possibile, sparire dalla circolazione. Forse avrebbe dovuto lasciare la Nazione del Fuoco. Solo così avrebbe avuto scampo... e magari l’anno prossimo avrebbe potuto riprovarci.
Dovrò solo pazientare... e tornerò ad essere la più bella!
Un lampo arancione le apparve davanti, cogliendola di sorpresa.
« Ah! »
« Cucù! Fine della corsa! »
Inori cadde a terra per lo spavento. Naruto l’aveva raggiunta, ponendosi di fronte a lei a braccia incrociate. I suoi occhi brillavano in quel momento di rosso, con le pupille tramutate in fessure verticali; li usò per fissare la ragazza in modo minaccioso, pronto a reagire alla minima reazione.
« Per l’ultima volta, arrenditi » dichiarò Naruto. « O passerai i primi giorni in cella con un bel po’ di ossa rotte. »
Inori restò a terra per alcuni lunghi secondi, ansimando forte. Poi, lentamente, alzo le mani con evidente rassegnazione.
« D’accordo... mi arrendo. »
« Saggia decisione. Adesso... uhm... mani sopra la testa e non tentare scherzi, ti riporto a... »
« Tecnica dell’Evanescenza! »
« Uh? »
Accadde in un attimo. L’anima di Inori uscì di nuovo dal suo corpo, infilandosi in un istante in quello di Naruto. Il ragazzo non riuscì a impedirlo, e sprofondò nell’oblio.
Inori si ritrovò improvvisamente in un luogo diverso. Era un’enorme stanza illuminata da una luce fioca, il cui pavimento era ricoperto d’acqua che le bagnava i piedi. Non riusciva a vedere molto lontano, a causa dell’oscurità che regnava di fronte a lei. Avanzò con cautela: non le era mai capitato di finire in un posto del genere quando possedeva il corpo di qualcuno. Cosa diavolo conteneva la mente di Naruto Uzumaki?
Sentì improvvisamente un rumore, così inquietante da gelare il sangue. Sembrava il ringhio di una bestia.
« Questo posto è già occupato, ragazza. »
Inori si fermò, mentre i suoi occhi increduli scorgevano qualcosa di enorme venir fuori dall’oscurità: era una volpe gigantesca, dotata d’inquietanti occhi rossi e nove code, che la fissava minaccioso.
Aveva di fronte Kurama, la Volpe a Nove Code. L’antico demone sigillato nel corpo di Naruto Uzumaki.
« Rrrr... dunque sei tu la causa di tutto questo trambusto » osservò la Volpe con aria irritata. « Hai minacciato gli amici e la ragazza di Naruto... e ora osi persino arrivare fin quaggiù a disturbare il mio sonno. Così non va, ragazza... non va proprio bene. »
« Oh... oh... » balbettò Inori, ormai dominata dalla paura.
« Ora scoprirai cosa succede ai cattivi che arrivano al mio cospetto! »
Il demone si erse in tutta la sua possanza, ed emise un ruggito enorme. Tutta la furia e la potenza della bestia, dritta contro l’inerme Inori ai suoi piedi.
« NOOOOOOOOOOO!!!! »
 
Naruto riaprì gli occhi, con aria frastornata. Scoprì di essere caduto a faccia in giù contro l’erba, dopo aver perso i sensi per l’ultimo attacco subito. I suoi occhi individuarono subito Inori, accanto a sé, ancora immobile e priva di sensi. L’afferrò con cautela, cercando di capire se fosse viva.
Sapeva cos’era successo, anche se non era stato presente personalmente. Non era la prima volta che un estraneo penetrasse nella sua testa così a fondo da incontrare Kurama... ma non avrebbe mai immaginato conseguenze simili.
Stavolta Inori aveva scelto la persona sbagliata sui cui usare la sua tecnica.
« Naruto! »
La voce di Hinata attirò la sua attenzione. Il ragazzo alzò lo sguardo: la sua fidanzata e gli altri amici lo avevano infine raggiunto, dopo una breve corsa.
« Stai bene? » chiese Sakura, preoccupata. « Cos’è successo? »
Naruto esitò a rispondere, mentre fissava il corpo di Inori. Non era un esperto, ma con i suoi poteri non poteva sbagliarsi su una cosa del genere.
« È finita, ormai » disse infine. « Questa tipa non ci darà più problemi. »
 
Più tardi...       
Il sole stava tramontando sul Villaggio della Foglia, dando un buon motivo alla maggior parte dei suoi cittadini di staccare dal lavoro e tornare a casa. Lo stesso non si poteva dire per Kakashi Hatake: il Sesto Hokage era ancora nel suo ufficio, intento a compilare l’ennesima scartoffia, quando all’improvviso sentì bussare alla porta.
« Avanti » disse tranquillo, e vide entrare subito una donna dai corti capelli neri.
« Ah, Shizune. Novità dal caso Inori? »
« Poche, signore » rispose Shizune con serietà. « Ho appena parlato con la signorina Tsunade all’ospedale, e dalle ultime analisi effettuate il verdetto rimane lo stesso. Purtroppo non c’è nulla da fare per Inori... la sua mente è collassata dopo il suo contatto con l’Enneacoda; la Volpe ha praticamente distrutto la sua anima. Il corpo della ragazza vive ancora... ma è ridotta a un vegetale, ormai. Dubito che potrà mai riprendersi del tutto. »
Kakashi rimase in silenzio, assimilando con calma quanto aveva appena udito.
« Capisco » disse infine. « Be’, quella donna era certamente una minaccia alla sicurezza del villaggio, doveva essere fermata... ma mi dispiace che sia finita così. »
Shizune tacque a sua volta, con un’espressione amara dipinta sul suo volto.
« Bisognerà avvisare la famiglia della vittima, in ogni caso » riprese Kakashi. « Mi riferisco a Mei Kusakabe... i suoi cari meritano di sapere la verità, dopotutto: il fatto che quella poveretta sia già morta da tempo, e che il suo corpo è stato controllato finora da un’impostora. »
« Già... mi sembra ancora incredibile tutto ciò » commentò Shizune.
« Mia cara, io ho smesso di usare la parola “incredibile” dal giorno in cui è scoppiata la Quarta Guerra Mondiale. »
Ci fu un’altra pausa, durante la quale entrambi sospirarono con aria grave.
« C’è dell’altro? » chiese Kakashi.
« Oh! Sì, in verità... la squadra investigativa ha ripulito il nascondiglio di Inori, dove è avvenuto il misfatto. Hanno portato via tutto ciò che ritenevano sospetto: c’era una gran quantità di armi e attrezzature appartenuti alla Radice... è sorprendente quanta roba Inori fosse riuscita a portare via prima che il gruppo fosse disciolto e sottoposto a sequestri massicci. Non è stato trovato nulla d’insolito, a parte questo. »
Shizune porse all’Hokage quello che sembrava un normale foglio di carta. Kakashi lo afferrò: era un volantino, che raffigurava una luna rossa su uno sfondo nero. La luna mostrava un simbolo fin troppo familiare, quello dello Sharingan, e al di sotto era riportata a caratteri cubitali la parola ‘MAR’.
« Uhm... il M.A.R. » disse Kakashi, riflettendo ad alta voce. « “Madara Aveva Ragione”... quel gruppo di fanatici. Questo deve essere uno dei loro manifesti, senza dubbio. »
« Dunque sono ancora attivi? » chiese Shizune, dubbiosa.
« Sembrerebbe proprio di sì. I membri del M.A.R. sono tutti uomini che hanno subìto l’esperienza dello Tsukuyomi Infinito: la vita illusoria fornita dal genjutsu in quell’occasione era migliore, secondo loro, di quella reale che possedevano... e a cui non sono stati contenti di tornare, dopo la fine della guerra. Purtroppo le cose stanno così... là fuori ci sono centinaia di persone – se non migliaia – insoddisfatte della propria vita, e che darebbero qualsiasi cosa pur di tornare nell’illusione scagliata da Madara. Il M.A.R. cerca di reclutare e manovrare queste persone da ogni nazione, allo scopo di convincere il mondo che “Madara aveva ragione”. »
« È terribile » commentò Shizune. « Come si può arrivare a credere una cosa del genere? »
« Mah... sappiamo entrambi fino a che punto si può spingere una persona frustrata o disperata. Inori Yamanaka ce lo ha dimostrato ancora una volta, con le sue azioni. »
« Quindi Inori era legata al M.A.R.? »
« È possibile. In base al rapporto di Ino, anche Inori preferiva di gran lunga la vita illusoria dello Tsukuyomi Infinito... cosa che l’ha spinta poi a fare ciò che ha fatto. Forse è entrata in contatto con il M.A.R., a un certo punto... ma, viste le attuali condizioni in cui versa, temo che non lo sapremo mai.
« Ad ogni modo » riprese Kakashi dopo una breve pausa, « non c’è molto da preoccuparsi. Quelli del M.A.R. sono solo un branco di fanatici, nulla di più. Per quanto possano sembrare organizzati, non troveranno mai il modo per ripristinare lo Tsukuyomi Infinito. Finora i loro “attentati” hanno fatto più rumore che danni. Ben pochi sono disposti a dargli retta, nonostante tutto... perché di questi tempi esiste ancora quella cosa chiamata “buon senso”. »
« Ah be’... meglio così, allora » sospirò Shizune.
« Meglio così. »
« Per ora è tutto, signore... non ho altre novità da riferire. »
« Ok, Shizune. Torna pure a casa. Ah, a proposito, toglimi una curiosità... tu per chi avevi tenuto al concorso di “La più bella di Konoha”? »
« Heh... per Sakura, ovviamente. »
« Uhm, anch’io... dopotutto era una mia allieva. È un vero peccato che non abbia vinto. »
L’Hokage sospirò ancora, gettando nel frattempo il volantino del M.A.R. nel cestino dei rifiuti. Quella, come si suol dire in certi casi, era un’altra storia.
 
Nel frattempo, i nostri eroi si godevano finalmente un meritato momento di pace. Dopo aver affidato Inori alle cure di Tsunade e aver fatto rapporto all’Hokage, i ragazzi si erano recati in un buon ristorante del villaggio, con l’intento di festeggiare finalmente per la vittoria di Ino al concorso di bellezza. Ino aveva mantenuto la parola e aveva offerto la cena a tutti, ordinando di riempire una tavola intera con un sacco di leccornie. A loro si erano uniti gli altri membri del gruppo che non erano stati coinvolti dalla minaccia di Inori: Kiba, Shino, Shikamaru, Rock Lee, TenTen e Choji; questi era accompagnato inoltre da Karui, una ragazza della Nuvola con cui si stava frequentando da poche settimane.
Ognuno faceva la sua parte, a modo suo, durante la cena: Sakura raccontava agli altri amici di quanto era accaduto poco prima; Ino e Sai cenavano in silenzio, scambiandosi occhiate profonde; Naruto e Hinata stavano in un angolo, chiacchierando e scambiandosi coccole tra un boccone e l’altro.
« Che carini » commentò Karui, fissandoli. « Vi sposate fra due mesi, se non sbaglio. »
« Eh già » ammise Naruto con orgoglio.
« E non vedete l’ora! » aggiunse Kiba divertito.
Hinata arrossì parecchio, e la cosa parve contagiare anche il suo futuro marito.
« ...e poi sono arrivati Naruto e Sai, appena in tempo per spegnere la macchina » raccontava Sakura nel frattempo. « Gli inibitori di chakra avevano impedito di localizzarci con precisione, ma per fortuna hanno trovato una soluzione alternativa. Hanno seguito un falco che li ha condotti fino al nascondiglio di Inori... un falco inviato da Sasuke. »
Rock Lee sputò l’acqua che stava bevendo per la sorpresa.
« Sasuke? »
« Heh... sembra che il nostro amico solitario voglia tenere d’occhio qualcuno da queste parti, mentre lui continua a girovagare » osservò Shikamaru con un sorrisetto.
Sakura annuì.
« Eh già » aggiunse Naruto in quel momento. « Se non fosse stato per Sasuke, non avremmo trovato in tempo il nascondiglio. Ricordatemi di ringraziarlo, non appena si rifà vivo da queste parti... mi ha permesso di ritrovarti prima che fosse troppo tardi » aggiunse, cingendo le spalle di Hinata con il suo braccio.
« G-già » rispose piano la ragazza.
L’atmosfera era allegra, ma l’entusiasmo non era ai massimi livelli. Per quanto Ino fosse contenta di aver vinto il titolo di “Più bella di Konoha”, non se la sentiva di festeggiare come se non fosse accaduto nulla. Portava ancora la corona e la fascia del concorso, ma in quel momento le trattava come parte del suo abbigliamento ordinario. Non poteva fingere di non provare pena per quella donna che stava per rubarle tutto, e questa sensazione perdurò durante la cena con gli amici. Per questo i suoi sorrisi erano smorzati, privi della giusta dose di felicità.
« Tutto bene, Ino? » chiese Shikamaru, preoccupato.
« Be’... di certo non mi aspettavo un simile episodio proprio oggi » ammise la bionda. « Il rapimento e tutto il resto... e il mio scontro mentale con Inori, poi, ha reso tutto ancora peggiore. Tutta la rabbia, i dolori, le ossessioni di quella donna... mi hanno fatto ricordare qualcosa di molto importante, che ha reso più amaro il sapore della mia vittoria al concorso. »
« E sarebbe? »
« La bellezza non è tutto » disse Ino. « Ma un sacco di persone, là fuori, pensano il contrario, a danno di coloro che non sono così fortunate da averla. Persone che potrebbero diventare come Inori, se sono spinte nella direzione sbagliata. Per questo ho preso una decisione: donerò i soldi del premio alle associazioni di volontariato, quelle al sostegno degli emarginati e i disagiati. Non volterò loro le spalle, non li dimenticherò e sosterrò il loro diritto... il diritto di avere una vita felice. Farò tutto il possibile per aiutarli. »
L’avevano ascoltata tutti, con evidente ammirazione.
Ino sentì il tocco gentile di Sai sulla sua spalla, che le rivolse un sorriso orgoglioso.
« Ben detto » disse il ragazzo, e sollevò il suo bicchiere. « In tal caso propongo un brindisi. In alto, i calici, ragazzi! A Ino... la più bella benefattrice di Konoha. »
I ragazzi ridacchiarono un poco, ma poi risposero al brindisi, alzando i loro bicchieri all’unisono.
« A Ino! »
La bionda sembrò ritrovare il sorriso, e si strinse commossa al fianco del suo amato. Aveva appena posato il suo bicchiere dopo aver bevuto, quando notò l’improvvisa, strana espressione sul volto di Sakura. Come se avesse visto un fantasma.
« Sakura...? »
« Sa... Sasuke! »
Ino si voltò, e lo stesso fecero tutti gli altri, rivolgendo lo sguardo verso l’ingresso del locale. Sasuke Uchiha era appena entrato nel ristorante, avvolto nel suo poncho da viaggio.
Sotto lo sguardo incredulo di tutti, il ninja si avvicinò in silenzio alla loro tavolata; Sakura si alzò e lo raggiunse, ammutolita per lo stupore di vederlo apparire all’improvviso. Ci fu ancora un istante di doloroso silenzio, poi lui disse, rigido: « Ciao, Sakura. »
« Sasuke, ma... cosa ci fai qui? »
« Il mio falco » rispose. « Tramite lui ho saputo che eri in pericolo, e ho fatto subito ritorno al villaggio. Ho fatto più in fretta che ho potuto, mi dispiace. »
« Be’, meglio tardi che m...! » iniziò Naruto, ma Hinata lo zittì tappandogli la bocca.
Ci fu una pausa. Sasuke fissò Sakura negli occhi, non sapendo che altro aggiungere.
« Stai bene? » chiese infine, sebbene la risposta fosse scontata.
« Oh, Sasuke! » esclamò Sakura, gettandosi in avanti per abbracciarlo. Sasuke non batté ciglio per un attimo, poi lentamente la strinse a sé con il suo unico braccio buono; ma la ragazza non aveva ancora finito, e catturò le sue labbra in un bacio mozzafiato.
Gli amici intorno a loro li osservarono soddisfatti.
« Bentornato, amico » annunciò Shikamaru con un sorrisetto, quando i due si separarono.
« Grazie » fece Sasuke. « Allora... cosa state festeggiando? Mi sono perso qualcosa? »
« Oh, nulla di che » commentò un’ironica Ino. « Solo la mia vittoria al più importante concorso di bellezza del villaggio. Be’, non restare lì impalato, unisciti a noi! Sto offrendo la cena a tutti, ti consiglio di approfittarne finché sei nei paraggi! »
E con somma sorpresa della maggioranza – Sakura compresa – Sasuke accettò. Il ragazzo prese posto a tavola come se nulla fosse, accolto con allegria dai membri più festosi del gruppo.
« Dattebayo! È bello riaverti qui con noi, Sasuke » esclamò Naruto.
« Non ti ci abituare » ribatté Sasuke. « Mi rimetterò in viaggio appena possibile. »
« Allora dovrò approfittare il più possibile della tua sosta » dichiarò Sakura, stringendosi al suo fianco.
« Oho! Hai capito miss Fronte Spaziosa! » fece Ino con un ghigno.
Scoppiarono tutti a ridere, anche se su Shino non si poteva essere sicuri.
« A proposito, Ino » intervenne Sasuke. « Congratulazioni per la vittoria. »
E la serata proseguì in allegria per i nostri eroi di Konoha.
 
FINE
   
 
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