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Autore: paolaferrario    08/10/2016    0 recensioni
Questo mondo cela mille misteri. La magia è la chiave di questi enigmi. La magia è tutto, ma per il corpo, la mente e l'anima, è solo una fantasia, una favola da raccontare ai bambini: una storia, ben composta, per spiegare ciò che anche in una vita, non verrà mai svelato.
Questa storia la sto pubblicando anche su wattpad!
Vi auguro una buona lettura ;)
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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POV SETH

A passi lesti mi addentro nella foresta, il fiato corto, le mani che tremano… -e se mi prendessero!?-.
Il freddo pungente mi solletica il naso, appoggio la schiena contro il tronco di un albero per riprendere fiato.
Da secoli i Blender scappano dagli umani, cacciati per le loro capacità, perché l’uomo ha paura di ciò che non conosce, di ciò che non può essere contrastato.
Io sono uno di loro, un blender.
Al contrario di quelli come me, non ho un potere unico, non controllo un singolo elemento, bensì tutti: ho la capacità di manipolare la materia.
Percepisco la presenza di qualcuno, istintivamente chiudo gli occhi per sentire meglio…
“i-io non lo so!! Lo giuro!” 
Un urlo straziante ed il nulla.
Sento gli occhi che lentamente si inumidiscono, riconosco quella voce:
“trovatelo! Cercate ovunque, prendetelo e portatemelo vivo!!!”.
So che si riferiscono a me.
A capo di quell’esercito c’è Thomas, un mio vecchio amico, anche lui è un blender, non ho ancora ben capito per quale motivo, ma si è schierato dalla loro parte.
Mi sporgo leggermente in avanti per vederlo: un ragazzo alto, abbastanza muscoloso.
Ricordo che qualche anno fa, quando ero un po’ più alto di lui e più forte fisicamente, lottavamo con le spade per vedere chi era più poderoso… Vincevo sempre io.
Eravamo conosciuti come il duo inseparabile: Thomas e Seth; lui capelli biondo cenere ed occhi neri come la pece, io capelli neri e occhi blu come il mare in tempesta.
Lo ricordo come fosse ieri, ma ora, ora è cambiato tutto: è più forte, fisicamente e mentalmente, più alto, non è più dalla nostra parte, ma soprattutto non è più mio amico.
La sua voce mi scuote provocandomi brividi di terrore misti a solitudine lungo tutto il corpo,
“Seth… so che sei qui… vieni fuori, non mangio mica!”
Un sorriso sadico si dipinge sul suo volto.
Tremo, non so perché, ma non vederlo vicino a me, mi fa star male, mi sento vuoto, incompleto, solo e vulnerabile; mi dava sicurezza.
“SHET!! VIENI FUORI O GIURO… Giuro che la pagherai!”.
Non capisco a cosa si riferisca, non gli ho mai provocato dolore, non gli ho mai fatto nulla di male! I miei occhi si bagnano nuovamente, devo andar via di qui! Come mi diceva sempre, è inutile piangersi addosso, soprattutto se la colpa non è tua; inspira, pensa ed agisci.
Prendo fiato e con tutto il coraggio che mi è rimasto, mettendo da parte la paura, muovo il primo passo, poi il secondo, il terzo ed il quarto.
Senza neanche rendermene conto sto correndo, mi sto allontanando sempre di più da lui.
Mi fermo annaspando, respiro rumorosamente a bocca aperta cercando di riprendere fiato e deglutisco.
Mi volto a destra e sinistra per assicurarmi che nessuno mi stia seguendo.
Scoppio in un pianto inarrestabile, mi lascio cadere poggiando la schiena su di un muro e, coprendomi il viso, sprofondo nella più totale solitudine.
In questo ultimo secolo sono cambiate diverse cose: re Celsius, del Regno di Sesmer, ha dato la possibilità di cacciare i Blender anche alle persone comuni, ha raddoppiato gli eserciti e dato fuoco ai nostri villaggi.
Tutti i miei amici, i miei parenti, sono tutti morti.
Dei villaggi non sono rimaste che macerie, come quelle alle mie spalle.
Improvvisamente mi ricordo di Nazvar, mio vecchio amico e tutore: un uomo di mezza età, panciuto e goffo, poco più basso di me, ma di un intelligenza concessa a pochi.
Nazvar è umano, ma al contrario di loro, non ci vede come una minaccia anzi, ci ammira per le nostre qualità ed è incuriosito da noi.
Con la manica della maglia mi asciugo le lacrime, tiro su con il naso e mi alzo.
Da quando sono corso via, non li ho più sentiti, di conseguenza mi sento più sicuro.
La mia meta ora è la città di Crisal, dove si trova Nazvar.
La città non dista molto da qui, quattro giorni a piedi, nel caso poi fossi così fortunato da trovare qualcuno a cavallo disposto a darmi un passaggio, ci metterei massimo due giorni.
Escludendo già in precedenza questa possibilità, mi incammino a passo sostenuto, determinato ad arrivare il prima possibile.
Non potevo certo sapere che da qui a poco, mi sarei trovato faccia a faccia con il mio incubo peggiore.


Perdonatemi per eventuali errori! Se ci sono vi sarei infinitamente grata se me li segnalaste... così imparo ^^

   
 
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