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Autore: Nidhogr    08/10/2016    1 recensioni
Il mondo dei Demoni Nobili non è di certo qualcosa in cui è facile sopravvivere: faide familiari, intrighi, alleanze segrete... E tradimenti. I sacrifici, necessari per porre termine al conflitto che divise le genti degli inferi e che avevano anche lo scopo di eleggere i nuovi Sovrani, furono ingenti.
Purtroppo però nessuno lo venne mai a sapere, nemmeno la maggior parte dei diretti interessati. Questo perché il sangue che venne fatto scorrere e che, nel silenzio generale, continua a scorrere ancora oggi non venne mai alla luce...
Tutto questo però era destinato a cambiare dal momento in cui un giovane ragazzo, sbucato dal nulla, entrò nella vita dell'erede del casato Gremory, iniziando a ficcare il naso nelle faccende di quell'antichissimo casato senza alcun apparente motivo logico.
Nemmeno la giovane Rias Gremory, futuro capo della famiglia, sospettava che l'identità di quel ragazzo avrebbe turbato profondamente la vita di una certa famiglia di Demoni Nobili...
Tratto dalla Storia:
"Allora? Cosa si prova a scoprire di essere la preda e non il cacciatore? Piuttosto frustante non è vero?"
...
"Considerando come alla fin fine le tue azioni mi sono tornate utili ti concederò perlomeno una morte rapida e indolore: addio..."
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Dichiaro di non avere alcun diritto sul mondo di High School DxD e sui personaggi da esso tratto, a parte personaggi da me inventati e inseriti in tale ambientazione in questa Fan Fiction, inoltre dichiaro che nel caso qualcuno riconosca in ambientazioni o personaggi accenni o ispirazioni a qualcosa su cui hanno diritto e non dovessero approvare allora non esitino a contattarmi: tali evenienze non sono atte a rubare idee o altro e provvederò immediatamente a rimuovere qualsiasi cosa consideriate come un furto di idee o di diritti, dal momento che scrivo questa Fan Fiction solo come svago senza alcun fine collegato al lucro o ad altro di simile.
 
Life 3
 
Come al solito stavo prestando quel minimo d’attenzione necessaria a potermi ricordare inseguito la lezione, ma i miei pensieri al momento erano diretti a ben altro: come avevo sospettato quella suora non aveva per nulla un bel passato e questo non per colpa sua…
O per meglio dire, il fatto che le sue azioni avessero portato a ciò dimostrava quanto la chiesa potesse essere ipocrita e non giusta, cosa che io avevo costatato da tempo ed escludendo i pregiudizi derivanti dall’essere un demone.
“Come pensavo: quella ragazza è troppo ingenua e buona di cuore…”
Anche se vi erano dei dettagli che mancavano, il succo della questione era che quella biondina fosse stata etichetta come eretica per aver curato un demone ferito e bisognoso d’aiuto, o per essere più precisi il fatto che possedesse un potere in grado di curare non solo i credenti in Dio, ma anche i nemici di esso come i demoni, aveva fatto si che dall’essere considerata una santa fosse passata a venir etichettata come una strega.
Tutto ciò, oltre al fatto che inoltre sembrasse ancora avere molta fede in Dio, significava anche che quasi certamente stava con quel gruppo di reietti più per necessità che perché lo volesse davvero: per la chiesa era un’eretica da eliminare, mentre per i demoni era una potenziale minaccia dal momento che restava una credente di Dio…
“Effettivamente penso che lui starebbe dalla parte di quella ragazza…”
Per quanto fosse mia intenzione passare ancora un po’ di tempo a riflettere su ciò che ero venuto a sapere dai documenti lasciatimi da Asami, la campanella mi costrinse ad accantonare quei pensieri e non per via del suo che mi desse fastidio: la notte prima mi ero preso un appuntamento a cui non potevo mancare, anche perché se non ci fossi andato mi sarei ritrovato con una taglia sulla testa molto probabilmente…
Infatti, proprio come la principessina dei Gremory aveva detto, quando mi voltai verso la porta dell’aula dopo aver finito di sistemare le mie cose, mi ritrovai a fissare uno dei suoi servi: Kiba Yuuto. L’identificazione dei suoi servi era una delle cose che avevo fatto di persona dopo essermi trasferito, dal momento che non volevo correre rischi facendo avvicinare troppo Asami a loro, per quanto avessi piena fiducia nelle sue capacità, ma fortunatamente non era stato un problema dal momento che non solo la loro padrona, ma anche tutti i suoi servi erano delle specie di celebrità in quella scuola.
“Ecco il ragazzo più popolare del secondo anno, nonché una delle persone che Yosuke invidia di più.”
Infatti, non appena lo vide, il ragazzo divenne immediatamente di umore nero, dal momento che l’avere in classe l’amico fidanzato e me, che per quanto non fossi vanitoso riconoscevo di essere messo discretamente bene esteticamente, era già il massimo che poteva sopportare.
Detto questo, adesso non avevo tempo per unirmi a Takeichi nel prendere in giro il poveretto, per cui senza dire una parola presi la mia cartella e mi diressi alla porta, dove una volta giunto il ragazzo biondo mi fece un cenno di saluto per poi indicarmi di seguirlo.
<< Rias Gremory-senpai mi ha ordinato di farvi da guida, Zimmer-senpai. >>
Io iniziai a seguirlo senza dire una parola, ma purtroppo prima di poter fare anche solo un metro sentii arrivare da dentro la classe dei commenti che non mi piacquero per nulla!
<< Kya! Zimmer-kun e Kiba-kun!? >>
<< Come copia sarebbe interessante… >>
<< Buon fortuna Zimmer-kun! >>
L’ultimo commento compresi che arrivasse da Masuo e inoltre, all’udire quella montagna di scemenze indirizzate a me Yosuke scoppiò a ridere…
Ma che diamine! Per quale motivo certe ragazze dovevano essere fissate con quel genere di cose?!
Poteva ancora passare Masuo che sapevo lo avesse detto solo per scherzare, ma tra i commenti che avevo udito ve ne erano che sembrano davvero seri!
“Che se la rida quello: può star certo che incasserò anche gli interessi…”
Così, cercando di far finta di non aver udito nulla continuai a seguire quel ragazzo, maledicendo mentalmente la Gremory per aver mandato proprio lui a farmi da guida…
 
*
 
Seguendo il ragazzo del secondo anno finì con l’arrivare sul retro dell’edificio scolastico, dove ci addentrammo un po’ negli alberi per raggiungere un vecchio edificio, il quale da quello che sapevo era ormai da diversi anni che non fungeva più come parte attiva della scuola…
Se non per il fatto di essere la sede del Club di Ricerca dell’Occulto, ovvero quello stesso club che faceva da copertura per il gruppo dell’Erede dei Gremory.
“Sinceramente trovo insensato mettere su una tale pagliacciata: ci sarebbero ruoli che fornirebbero loro maggior influenza sulla città e meno fastidi del tutto inutili come il dover frequentare una scuola umana.”
Comunque, anche se il fatto che fosse chiaramente vecchio poteva far pensare a prima vista che fosse decadente, se si osservava attentamente si poteva notare che neanche una delle finestre dell’edificio fosse danneggiata e attualmente, per quanto il legno con cui era fatto fosse ormai discretamente logoro, non dava l’impressione di essere instabile come edificio.
Ma tornando a noi, non ero li per ammirare la struttura, per cui lasciai stare ciò e ripresi a seguire Kiba, entrando nella suddetta costruzione per poi salire fino al secondo piano e per quanto non persi più tempo ad esaminarlo nel dettaglio, comunque dal come l’interno fosse pulito, comprese le camere inutilizzate che avevano la porta aperta, si poteva chiaramente capire che fosse mantenuto a dovere.
“Beh, se ci fossero Asami o la zia sono abbastanza certo che qualcosa da criticare lo troverebbero…”
Infine giungemmo davanti a una porta che aveva riportato sopra il nome del club, un qualcosa di tanto normale per i criteri di una scuola da farmi quasi ridere, dove il ragazzo bussò un attimo per poi informare chi vi era all’interno che eravamo arrivati.
<< *Buchou, l’ho portato. >>
<< Fallo pure entrare… >>
A questo punto Kiba aprì la porta e mi fece cenno di entrare, per cui senza perdere altro tempo mi portai all’interno della stanza con qualche passo per poi iniziare a guardarmi attorno: si trattava di una vecchia aula arredata a nuovo con della mobilia che attualmente sapeva un poco di vecchio, con qualche divano e alcune scrivanie sparse in giro…
Ah, e ovviamente vari simboli e un cerchio posto proprio in mezzo alla stanza, ma ad essi non prestai molta attenzione dal momento che sarei stato molto più sorpreso se non ci fossero stati, essendo quella la base di un gruppo di demoni.
“L’arredamento non è proprio moderno, ma non lo trovo per nulla sgradevole…?”
Mentre mi guardavo in giro, notai che su uno dei divani vi era seduta Toujou Koneko, la quale tra l’altro era intenta a mangiare dello *youkan in tutta tranquillità: lei, come Kiba, era discretamente famosa nella scuola dal momento che per via del suo fisico minuto era divenuta una specie di mascotte, per quanto risultasse essere davvero popolare solo con un ristretto gruppo di ragazzi...
Cosa non proprio positiva visto gli individui in questione.
<< Grazie per ieri… >>
Quando disse ciò chinando leggermente la testa, mi ricordai di come la notte prima il fatto che fosse stata catturata avesse creato le condizioni ideali affinché io potessi entrare in scena, ma dal momento che non potevo rispondergli con ciò, gli feci un cenno per farle capire che non vi era bisogno che arrivasse anche a chinare il capo per ringraziarmi.
Comunque dopo ciò lei riprese a mangiare senza più dire neanche una parola, per quanto continuasse ad osservarmi: a quanto pareva non era proprio molto loquace…
<< Ara, ara, benvenuto… Gradiresti una tazza di tè? >>
Questa volta colei che aveva parlato si trovava di fianco alla scrivania più grossa in quella stanza e davanti a se aveva un classico carrello del tè, sul quale vi erano delle tazzine in cui stava versando per l’appunto del tè fumante: ecco un’altra delle celebrità della scuola, Himejima Akeno. Insieme a Rias Gremory e Masuo, era una delle tre ragazze più famose della scuola e che davvero molti ragazzi avrebbero voluto avere come fidanzate, per quanto la mia compagna di classe fosse leggermente in svantaggio rispetto alle altre due in merito a curve, anche se di poco.
<< Puoi prenderne una tranquillamente: ti assicuro che dentro non ci abbiamo messo nulla di strano. >>
Infine ecco colei che comandava quel gruppo di demoni e che al momento si trovava dietro alla suddetta scrivania già menzionata: Rias Gremory. Come la sua regina lei era molto popolare nella scuola, anche se in realtà non era una semplice ragazza con discendenza europea, ma bensì l’erede di uno dei casati di demoni nobili al momento più influenti.
<< Allora penso che ne prenderò volentieri una tazza. >>
Detto ciò mi avvicinai al carello, dove misi una zolletta di zucchero nella tazzina offertami da Himejima per poi andare a sedermi su un divano vuoto mentre allo stesso tempo giravo il tè per aiutare la zolletta a sciogliersi: a quanto pareva prima di dare il via all’interrogatorio volevano farmi abbassare la guardia facendomi sentire a mio agio.
“Beh, dal momento che questo tè ha un ottimo aroma penso che ne approfitterò…”
In questo modo passarono all’incirca cinque minuti di totale silenzio fatta eccezione per il lieve rumore che facevo ogni tanto quando prendevo un sorso di tè o quello fatto da Kiba quando chiuse la porta prima di mettersi in un angolo della stanza, poi, mentre io di tanto in tanto sorseggiavo ancora dalla tazzina, finalmente la rossa si decise a parlare.
<< Bene, verrò subito al dunque: cosa ci fai qui in città? Chi è il tuo padrone? E per quale motivo ti sei avvicinato a noi? >>
<< Non c’è che dire: non sei tipa da girare attorno alle questioni… >>
In tutta risposta, io mi presi ancora qualche minuto per finire il mio tè, cosa che fece irritare la Gremory mentre invece la sua regina sembrava quasi divertirsi, dopodiché posai la tazzina con tanto di piattino sul tavolino posto in mezzo ai divani e finalmente mi decisi a rispondere.
<< Per rispondere in ordine alle tue domande: sono in città semplicemente perché ho cambiato scuola, inoltre non ho un padrone e se ieri sono entrato in contatto con voi è stato solamene perché era già da un po’ che avevo l’impressione che in quell’edificio di fosse qualcosa di strano. >>
Ovviamente a parte la risposta sulla questione del padrone, tutte le altre erano false ma lei non aveva modo di saperlo per certo, per cui anche se non sembrava del tutto convinta non mi preoccupai: ero abbastanza certo che l’erede dei Gremory avrebbe ascoltato un po’ prima di saltare a conclusioni avventate, almeno che non si trattasse di minacce imminenti dal momento che come avevo potuto constatare la notte prima in momenti simili tendeva a perdere facilmente la calma.
<< Mi stai dicendo che sia solo un caso che tu ti sia trasferito nella stessa città e nella stessa scuola che frequento io, che sono l’erede del casato dei Gremory? E cosa significa che non hai un padrone? Non mi sembri per metà umano… >>
Beh, come mi aspettavo non era tanto sciocca da credermi subito senza approfondire la questione, ma nuovamente era qualcosa di facilmente prevedibile, per cui non mi scomposi e mi apprestai a risponderle senza farla attendere troppo, dal momento che se avessi continuato a fare pause lunghe come prima probabilmente avrebbe perso le staffe.
<< Ti posso assicurare che prima di trasferirmi qua non sapevo della tua presenza… O della presenza dell’erede dei Sitri. >>
<< Cosa!? Sai anche di Sona?! >>
<< Scusa se lo dico, ma Shitori non è proprio una buona copertura come cognome, soprattutto se sta nella stessa scuola di una con il cognome Gremory. >>
A quanto pareva questo ultimo commento l’aveva un po’ irritata, ma ciò che avevo detto non aveva per nulla l’obbiettivo di deridere lei e la sua amica: era la pura verità.
Sinceramente mi era venuto da ridere quando avevo scoperto che utilizzava un simile cognome al posto del vero, dal momento che sinceramente non vi era molta differenza dal se avesse usato esso.
<< Comunque, si, sono un demone al cento per cento: non conosco i dettagli, ma i miei genitori, demoni civili di bassa classe, si trasferirono nel mondo umano qualche secolo fa insieme a una mia zia e qualche anno fa ebbero me… Fine della storia. >>
Ovviamente, anche questa era in buona parte una menzogna, per quanto non del tutto, ma su questo argomento in particolare ero estremamente fiducioso che non avesse modo di scoprire la verità, per quanto vi fosse un particolare che probabilmente le avrebbe reso difficile credere nella mia storia.
<< Per essere un demone figlio di due di bassa classe hai un potere demoniaco di tutto rispetto… >>
<< Beh, sai com’è: quando si cresce nel mondo umano si deve imparare a cavarsela con le proprie forze contro gli agenti della chiesa o dei caduti. >>
Dal suo sguardo potevo capire che non fosse del tutto convinta, ma forse giungendo alla conclusione che tanto non le avrei detto altro in merito, sembrò decidere di lasciar stare l’argomento, il che era un buon passo in avanti per me…
Tuttavia restava ancora un fatto da chiarire prima che l’interrogatorio fosse concluso.
<< Comunque, mi piacerebbe sapere come hai fatto a non farti notare così a lungo da noi… E anche perché ne hai sentito la necessità. >>
<< Sul come ho fatto, scusa, ma dovresti poterci arrivare da sola: oltre all’avere un discreto potere demoniaco, per poter sopravvivere in pace nel mondo umano bisogna anche saper nasconderlo … Mi pare una cosa elementare. >>
Nuovamente la ragazza si irritò alle mie parole, intese questa volta proprio a far ciò dal momento che quell’interrogatorio mi stava un po’ annoiando e stuzzicarla era gradevole, anche se il come la sua regina sembrasse trovare tutto ciò divertente mi sorprendeva un po’: a modo suo era possibile che avesse un carattere abbastanza complicato con cui avere a che fare.
<< Sul perché, beh, sinceramente mi è stato insegnato di non farmi coinvolgere con gli affari dei demoni di alta classe… >>
<< Eppure ieri notte non hai sembrato avere esitazioni nell’intrometterti nella nostra missione. >>
<< Intendi forse quando ho salvato il culo a te e ai tuoi servi? >>
Questa volta sembrava seriamente intenzionata a controbattere in qualche modo, ma dal momento che sapeva come io avessi detto il vero, visto che se non fosse stato per me almeno Toujou per certo adesso non sarebbe li con noi, si trattenne e lasciò che continuassi…
Per quanto ormai il suo sguardo si potesse senz’altro definire truce, cosa che mi divertiva ad essere sincero.
<< Come ti ho già detto avevo comunque in programma di far luce su cosa ci fosse in quel posto, senza contare che non sono il genere di rifiuto che lascia morire una ragazza contro cui non ho nulla. >>
Dopo aver sentito ciò, la Gremory se ne restò in silenzio per un paio di minuti, nei quali io mi feci versare un altro po’ di te da Himejima, dopodiché il suo sguardo perse un po’ della sua irritazione e lo stesso sembrò fare il suo tono quando mi rivolse nuovamente la parola.
<< Sinceramente ci sono dei punti della tua storia che non mi convincono del tutto… Ma visto come una dei miei amati servi ti deve la vita per il momento non indagherò oltre. >>
Bene, sembrava proprio che il primo contatto fosse andato a buon fine e che mi fossi guadagnato un minimo della sua fiducia, proprio ciò che volevo, per cui felice di ciò mi portai la tazzina alle labbra e presi un sorso di tè…
Cosa che avrei fatto meglio a non fare, sinceramente.
<< Per cui passiamo a un’altra questione… Che ne diresti di divenire un mio servo? >>
Quando udì tali parole fui tanto sorpreso che per un istante rischia di sputare fuori il tè che avevo in bocca, ma dal momento che la zia mi aveva insegnato, quasi inculcato a forza, che una cosa simile era qualcosa che non andava mai fatto, riuscì a stento a buttarlo giù…
Ma purtroppo esso decise di andarmi di traverso!
Di positivo vi fu che Toujou, che si trovava sul divano dall’altro lato del tavolino, fece il giro e cercò di aiutarmi dandomi qualche pacca sulla schiena, le quali per quanto sinceramente molto più forti di quanto normalmente ci si potrebbe aspettare da una con il suo fisico, mi aiutarono davvero.
<< Ara, ara, a quanto pare lo hai colto un po’ di sorpresa, fufufu. >>
Dire che mi avesse sorpreso era un misero eufemismo!
Quella tizia aveva appena chiesto a un demone che aveva appena incontrato, sul cui conto per di più aveva diversi sospetti, di divenire un suo servo di punto in bianco! Che diamine le frullava per la testa!?
<< Vorrei che tu ci riflettessi bene: come servo dell’erede dei Gremory di certo avresti davanti a te un futuro più promettente di quello che hai adesso… Soprattutto con il tuo potenziale. >>
<< Coff! Grazie Toujou… Scusami Riasi Gremory, ma sinceramente questo è fuori discussione. >>
Dopo aver visto che ormai mi ero ripreso, la minuta ragazza se ne tornò al suo posto dove si mise a finire il suo dolce, mentre l’espressione della rossa si faceva di nuovo infastidita…
Ma che diamine!
Davvero si aspettava che gli rispondessi in maniera positiva a una simile domanda!?
<< Come scusa? Per quale motivo questo dovrebbe essere fuori questione? Sinceramente non trovo che sia qualcosa di sfavorevole per te… >>
<< Te l’ho già detto prima: i miei genitori si sono stabiliti nel mondo umano e dal fatto che ti ho anche detto come mi sia stato insegnato di evitare contatti con i demoni nobili, mi pare piuttosto chiaro che sia fuori questione divenire servo di uno di essi. >>
Di nuovo, era quasi tutto una bugia, ma questa volta ci avevo messo un po’ più convinzione ed emozione dal momento che sinceramente ero stato colto completamente alla sprovvista: seriamente, quella era una piega che non avevo minimamente previsto quando avevo pensato al cosa dire nel corso di questo incontro.
<< Sono lusingato che l’erede dei Gremory mi tenga tanto in considerazione da farmi una simile richiesta, ma la mia risposta non cambia: non ho intenzione di accettare. >>
Dopo aver sentito ciò, la ragazza sembrò rimuginare per qualche minuto su qualcosa, poi alla fine sospiro e si fece portare una tazza di tè dalla sua regina, sorseggiandone qualche sorso prima di riprendere a parlare.
<< Per il momento temo di dover lasciar perdere, visto che sembri essere piuttosto cocciuto… Ma nel caso tu dovessi cambiare idea fammelo sapere. >>
Sinceramente mi pareva strano che cedesse così facilmente, dal momento che da quanto ne sapevo lei si che era testarda, ma per il momento decisi di accontentarmi che perlomeno avesse accettato di lasciar perdere quel discorso per me piuttosto scomodo.
Comunque, anche se la conversazione di per se non era affatto stata sgradevole, dal moment che stuzzicarla si era dimostrato un discreto passatempo, avrei preferito non finire sin da subito con l’essere troppo coinvolto con loro dal momento che temevo che lasciandoli avvicinare prima di aver consolidato la loro fiducia nei miei confronti avrebbero potuto causarmi problemi…
<< Il tè era ottimo e la compagnia non mi è dispiaciuta, anche perché non mi capita spesso di poter parlare con dei miei simili, ma se non vi offendete adesso io mi congederei. >>
<< Nessun problema: per il momento ho stabilito che non sembri essere un pericolo per il noi… Comunque gradirei se ogni tanto passassi a farci una visita. >>
<< Mi assicurerò che in quelle occasioni ci sia del tè pronto, fufufu. >>
A questo punto, dopo aver riposto la tazzina sul tavolino e alzatomi dal divano, feci un cenno di saluto verso ognuno dei presenti per poi uscre dalla stanza, chiudendomi la porta dietro e incamminandomi per lasciare l’edificio…
 
*
 
[Narratore: Rias ]
 
Dopo che quel ragazzo ebbe chiuso la porta, attesi che il suono dei suoi passi e la sua presenza si fossero affievoliti, poi mi voltai verso Akeno in modo da poterle parlare meglio: era il momento di sentire l’opinione del mio gruppo.
<< Allora, cosa ne pensi? >>
Quando gli domandai questo, la mia amica inclinò leggermente di lato la testa e appoggiò una guancia sulla mano, mentre in volto aveva un’espressione pensierosa: effettivamente era abbastanza difficile inquadrare quel ragazzo, motivo per il quale stavo per l’appunto chiedendo il parere della mia regina.
<< Non penso che ci abbia detto tutto, ma perlomeno non mi è sembrato che stesse nascondendo dell’ostilità nei nostri confronti. >>
Effettivamente, sembrava che potessimo escludere del tutto l’ipotesi che volesse nuocerci, almeno fisicamente, dal momento che se no la notte prima invece di soccorrerci avrebbe potuto benissimo lasciarci fronteggiare quei mostri con le nostre sole forze o addirittura assisterli.
Tuttavia non riuscivo ancora a fidarmi del tutto di quel ragazzo, dal momento che il tempismo con cui era entrato in contatto con noi era decisamente strano, o per meglio dire troppo adeguato.
<< Se posso parlare, sono stato piuttosto sorpreso che gli abbiate chiesto se voleva divenire un vostro servitore. >>
Quando sentii queste parole mi voltai subito verso Yuuto, il quale adesso non stava in un angolo ma bensì si era seduto dove prima stava Xylon Zimmer: ero stata io a dirgli di stare in guardia fino a che quel ragazzo fosse stato qua, dal momento che non avevo ancora idea del cosa gli passasse effettivamente per la testa.
<< In parte ero sincera, dal momento che un individuo come lui sarebbe senz’altro un’ottima aggiunta… Ma se avesse accettato troppo volentieri allora avrei ritirato l’offerta. >>
<< Ara, ara, volevate vedere se era qualcuno che sperava di fa carriera ingraziandosi l’erede dei Gremory? A volte sapete essere davvero subdola. >>
Come aveva appena detto Akeno, quella parte era un test per controllare se il suo motivo per avvicinarsi a noi era cercare di entrare nelle mie grazie in modo da avere la strada verso il successo spianata, ma in base alla sua reazione e al come si sia categoricamente rifiutato di divenire un mio servo, cosa che sinceramente parlando mi aveva anche un po’ irritata, non sembrava che fosse quello il caso…
Detto questo, ero ancora dell’idea che dietro alle sue azioni ci fosse un qualche motivo ben preciso, per quanto non riuscissi ad immaginare quale visto che molti erano già stati esclusi.
<< Tu quindi cosa ne pensi, Yuuto? >>
Come Akeno, anche il mio cavallo si prese un attimo per riflettere, ma alla fine scosse la testa e alzò le mani: sembrava che neanche lui avesse idea di come potessero effettivamente stare le cose, purtroppo.
<< Non ho proprio idea di cosa gli possa passare per la testa, tuttavia… >>
Qui Yuuto si fece improvvisamente più serio e sembrò nuovamente riflettere su qualcosa, per poi riprendere a parlare con un tono un po’ più grave di quanto non avesse fatto prima.
<< Sono alquanto certo che non mentisse sul fatto che è abituato al combattere: ne avevo già avuto l’impressione durante la lotta nel magazzino, ma oggi ho nuovamente avuto conferma che persino quando si sta rilassando non mostri praticamente alcuna apertura. >>
In quanto a tecnica in combattimento mi doleva un po’ ammetterlo ma Yuuto era superiore persino a me, per cui se lui diceva una cosa simile allora ciò doveva significare che perlomeno la parte inerente al come avesse raggiunto un tale livello per sopravvivere agli agenti della chiesa e dei caduti, fosse veritiera…
Il che confermava anche che fosse un individuo che se possibile non avrei voluto avere come mio nemico.
<< Tu invece che ne pensi, Koneko?...? >>
Stranamente la mia graziosa torre inizialmente non mi diede alcuna risposta e non sembrò neanche riflettere nello stesso modo degli altri due: più che altro sembrava indecisa sul se rispondermi o no, il che era un qualcosa che non mi aspettavo proprio a dover essere sincera.
<< Personalmente… Non penso che sia una cattiva persona. >>
Ora che ci pensavo, effettivamente la notte prima Zimmer le aveva salvato la vita e anche nel corso del resto del combattimento l’aveva assistita più volte: era abbastanza comprensibile che lei avesse un buona visione di lui e quindi non potevo biasimarla per questo.
<< Uhm, sembra che per il momento non ci resti che osservarlo ancora per un po’… >>
Detto questo, feci segno ad Akeno di versarmi dell’altro tè, mentre invece Yuuto e Koneko iniziarono a parlare tra di loro di alcuni errori che avevano fatto durante lo scontro nell’edificio abbandonato…
 
*
 
[Narratore: Xylon ]
 
“Uhm, capisco… Beh, direi che non posso lamentarmi…”
Questo era quello che pensavo mentre me ne stavo con la schiena appoggiata alla porta dell’aula del Club di Ricerca dell’Occulto, dopo aver ascoltato la conversazione tra Rias Gremory e i suoi servi: sembrava che per il momento non avessero pesanti sospetti su di me, per cui potevo definitivamente considerare quell’incontro come un totale successo.
“Sarà meglio che adesso me ne vada: preferisco non correre rischi.”
Così iniziai a percorrere il corridoio senza emettere nemmeno un suono, dal momento che stavo usando un incantesimo d’aria per tenere i miei piedi a pochi millimetri dal pavimento per evitare scricchiolii o simili, lo stesso che avevo usato per tornare indietro dopo essermi allontanato quel tanto da far credere loro che me ne fossi andato.
Comunque, per quanto avessi confidenza in quell’incantesimo e nel fatto di saper cancellare a dovere la mia presenza, prolungare oltre il dovuto la mia permanenza li sarebbe stato rischioso e per tale motivo adesso me ne stavo davvero andando da quell’edificio.
“Comunque devo riconoscerle che è stata una bella idea quella di testarmi con la proposta di divenire un suo servo…”
Effettivamente se fossi stato qualcuno intenzionato ad usarla per fare carriera, allora quello avrebbe potuto seriamente fregarmi se avessi avuto la guardia abbassata, ma per sua sfortuna non era quello il mio obbiettivo ultimo…
Per quanto dovevo ammettere che un po’ ci si era avvicinata.
“Con questo la prima parte è andata a buon fine… Peccato che non finisca qua.”
Con gli avvenimenti della notte precedente e quell’incontro che era appena finito, ero riuscito a portare a termine la prima fase del mio piano, ma purtroppo a voler essere sinceri quello era solo l’inizio, la base per poter mettere in atto ciò per cui ero venuto in quella città…
Ma per il momento potevo rilassarmi un po’ e godermi i primi frutti del mio lavoro: bisognava anche sapere quando era il caso di staccare un po’.
“Beh, non che abbia intenzione di starmene a dormire rinchiuso in casa… E non solo perché Asami non me lo permetterebbe…”
 
*
 
Tornato nel mio alloggio, dopo essere riuscito con successo ad andarmene da quel vecchio edificio senza che notassero il come avessi prolungato la mia permanenza, poggia la mia cartella sulla scrivania in camera per poi iniziare subito a cambiarmi, indossando una tuta leggermente diversa da quella che mettevo a casa, per quanto su di essa fossero sempre presenti varie tonalità di verde.
[ Esce di già? Pensavo che dopo i recenti avvenimenti volesse poltrire un po’… ]
“Aha, molto divertente Asami: questa battuta quasi mi fa dimenticare come qualcuno avesse tentato di piantarmi un kunai dove non batte il sole, l’ultima volta che avevo provato a poltrire…”
Non che non mi fosse permesso riposarmi, non sia mai, ma almeno che non fossi davvero provato le due donne che si prendevano cura di me sin da quando avevo memoria non erano propense a lasciare che non mi dedicassi a nulla di costruttivo: sinceramente parlando l’episodio del kunai era ancora uno dei meno sgradevoli…
“Comunque sto andando a fare una corsetta aggiuntiva oltre a quella che faccio di solito il mattino: ieri al magazzino ho constatato di star perdente un po’ colpi…”
[ Dal momento che è più di un mese che non si allena con nessuno di noi, sinceramente è plausibile, ma non vi era altra scelta se volevamo limitare al minimo i rischi. ]
Anche tralasciando il come nell’ultimo periodo il mio gruppo fosse stato intento a dare la caccia alla tribù di Racknos, sin dall’inizio si era già deciso che a parte Asami e la zia nessuno sarebbe dovuto venire da me e viceversa valeva per il mio conto: se avessimo esagerato con l’andare e il venire il rischio di venir scoperti sarebbe solamente aumentato.
Inoltre, adesso che di certo l’erede dei Gremory mi avrebbe tenuto d’occhio, non potevo permettermi di insospettirla sparendo per ore e a dirla tutta, anche se mi fossi preso il rischio di far venire qualcuno li per allenarsi, purtroppo non avevamo lo spazio necessario per farlo…
“Comunque mi limiterò a fare sette o otto kilometri prima di cena, nulla di che.”
[ Comprendo: al vostro ritorno provvederemo a mandarvi la cena. ]
A questo punto chiudemmo la comunicazione e dopo che ebbi finito di allacciarmi le scarpe, uscì dal mio alloggio e sceso in strada iniziai una corsetta leggera, la quale accelerò leggermente dopo il primo centinaio di metri.
Di mattina prima di andare a scuola era già una mia abitudine farne una, ma anche se nell’occasione in cui avevo raggirato quella donna angelo caduto non lo avevo notato, sembrava che nonostante tale abitudine stessi perdendo un po' i colpi: infatti durante lo scontro in quel magazzino i miei tempi di reazione erano più lenti del previsto e ci avevo messo anche un po’ a perfezionare il cambio di direzione dei fulmini di Himejima, il che prima di quel mese sarei riuscito a fare più rapidamente.
“Non posso permettermi di arrugginirmi troppo, altrimenti prima o poi potrei trovarmi nei casini…”
Motivandomi con tale pensiero, accelerai nuovamente il mio passo e continuai a correre seguendo il mio solito percorso abituale, che fino a quel momento non mi aveva mai riservato sorprese indesiderate…
Almeno fino a quel momento, a quanto pareva.
<< Hm?...! Ohi! Ma quello non è Xylon!? Ohi! >>
Dopo aver percorso all’incirca due kilometri, improvvisamente sentì una voce familiare chiamare il mio nome e infatti, quando mi fermai e guardai dall’altro lato della strada, i miei timori furono confermati: sul marciapiede, intendi a farmi segni per farsi notare, vi erano Yosuke, Takeichi e persino Masuo!
Sinceramente stentavo a credere di aver avuto un tale pessimo tempismo da incontrare proprio loro, soprattutto tenendo conto degli avvenimenti di quell’oggi a fine lezione, ma dal momento che ormai mi avevano notato e loro si erano resi conto che li avessi sentiti, non vi era alcuna valida scusa per ignorarli e quindi controvoglia decisi di accantonare la mia corsetta per andare a salutarli.
<< Ehehe, il tuo appuntamento con Kiba è già finito? >>
<< Tu invece? Avuto finalmente successo con qualche ragazza? >>
Sinceramente a quel punto avrebbe potuto tranquillamente rispondermi per le rime, ma come mi aspettavo, trattandosi di Yosuke, questi perse subito la calma quando andai a toccare il suo nervo scoperto e iniziò a mordersi la maglia mentre la tirava con le mani nel tentativo di sopprimere la sua irritazione.
<< Questa è solo colpa tua per aver provato a stuzzicarlo. >>
<< Taci Take! Da te non voglio sentire manco una parola! >>
Ed ecco che nuovamente ricominciava l’inseguimento tra i due amici d’infanzia, per quanto come al solito Takeichi fosse più veloce e riuscisse sempre all’ultimo a sfuggire all’amico, il che tuttavia era uno spettacolo abbastanza gradevole da guardare…
O almeno lo era quando non avevo altro da fare, situazione nella quale al momento non mi trovavo.
<< Eeeh? Non mi aspettavo di trovare Zimmer-kun intento a correre. >>
Da parte sua invece, Masuo stava ignorando quei due e invece mi girava attorno osservando attentamente la tuta che stavo indossando, anche se non avevo idea del se lo stesse facendo perché le piacesse o semplicemente perché era la prima volta che mi vedeva con dei vestiti non scolastici, tuttavia non mi era sfuggito il sorrisetto che aveva fatto a quella prima punzecchiata di Yosuke: in fin dei conti non mi ero scordato del come lei a fine lezione si fosse unita a quel coro di ragazze per cercare di mettermi un po’ in imbarazzo.
<< Oggi non vai in giro con le tue amiche? Quelle di oggi? >>
<< Oh cielo! Non vorrai dirmi che te la sei presa per quello? Kukuku… >>
Di norma quella ragazza dava l’impressione di essere una studentessa modello, ma non rare volte se ne usciva con dei comportamenti piuttosto maliziosi e in quei casi poteva essere complicato trattare con lei…
Fortunatamente per una volta Yosuke decise di rendersi utile e cambiò discorso prima che quella ragazza potesse fare altri commenti.
<< Alla fine hai deciso di ascoltare il mio consiglio, eh? Fare un po’ di attività fisica fuori dalla scuola ti farà bene… Anche se c’è di meglio del correre. >>
<< Io non sono d’accordo: correre è molto meglio di azzuffarsi mentre si emettono certi grugniti. >>
<< Hah?! Che hai detto!? >>
Beh, di positivo in tutto ciò vi era il fatto che perlomeno quel gruppo riuscisse a divertirmi, cosa che mi aveva anche aiutato a sopportare quella scuola umana, per cui alla fin fine dovevo ammettere che quell’imprevisto non era poi tanto male.
<< Parlando d’altro, Masuo, è raro vederti andare in giro con loro… Alla fine hai ceduto alle supplice di Yosuke? >>
<< Eh? No, no! Non capiterà mai! Hahaha! >>
Al sentire quelle parole, il ragazzo si scordò completamente del come stesse cercando di afferrare l’amico e andò dritto tirato per terra, dove iniziò a bagnare il marciapiede con le sue lacrime: vedere quelle sue reazioni era un vero toccasana per me, non c’era che dire.
Detto questo, in realtà era abbastanza strano vedere quei tre insieme, dal momento che per quanto andassero d’accordo, la ragazza da quanto sapevo aveva sempre preferito andare in giro con le sue amiche, piuttosto che stare in compagnia di ragazzi.
<< Ah, per quello, è molto semplice: stiamo andando a dare un’occhiata alla vecchia chiesa abbandonata. >>
Quando sentì quelle parole sembrò quasi che il tempo attorno a me si fosse fermato: avevo udito bene?
Sperando nel fatto che il mio udito stesse perdendo colpi, seriamente, inclinai la testa e mi diedi qualche colpo per vedere se per caso qualcosa mi ostruiva il padiglione auricolare, dopodiché chiesi a Takeichi di ripetere ciò che aveva appena detto.
<< Scusa, che hai detto? >>
<< Ha detto, sniff, che stiamo andando, snif, a vedere la vecchia chiesa… Uwaaah! >>
<< Piangi o parla, fa solo una cosa alla volta dannazione! >>
Vedendo il mio scatto improvvisto tutti e tre mi fissarono sorpresi, ma sinceramente questo al momento era la mia preoccupazione minore: di sto passo sarebbero andati dritti verso il covo di un gruppo di angeli caduti che non dava molto valore alle vite umane!
Come diamine era che proprio adesso che le cose sembravano andarmi bene spuntava fuori sto casino!?
<< Ultimamente gira voce che sia infestata, così ho convinto loro due a venire con me per scoprirlo! Bella idea, eh?! >>
All’udire tali parole mi voltai verso Takeichi e Masuo, diffidente che quell’idiota fosse davvero riusciti a convincerli come aveva detto: che lo stessero facendo per pietà nei suoi confronti?
<< Mi conosci: cerco di tenerlo d’occhio per evitare che si ficchi in brutti casini, Masuo invece… >>
<< Sarò sincera: il poveretto mi faceva pena! >>
Ecco un altro colpo critico che mandò nuovamente al tappeto il ragazzo, dove speravo che sta volta sarebbe rimasto dal momento che a quanto pareva quel casino era tutta colpa sua!
Che diamine, uno che se l’è quasi fatta sotto quando nella tv esposta in un negozio era improvvisamente apparso il fantasma del film che andava in onda, francamente non avrebbe dovuto avere tutta sta voglia di andare in un vecchio edificio infestato!
“Sono quasi pronto a scommettere che sperava nell’effetto ponte sospeso con Masuo…”
Normalmente, mi sarei limitato a farmi una risata per poi lasciar stare, ma dal momento che se fossero andati in quel luogo allora molto probabilmente non ne sarebbero usciti vivi, sinceramente non potevo far finta di nulla e tornarmene alla mia corsetta.
<< Oh! Idea! Xylon, che ne dici di venire anch- >>
<< No e non dovreste andarci nemmeno voi: quel posto non è molto lontano dal mio alloggio e ultimamente gira voce che dei brutti ceffi ci siano stabiliti. >>
Questa era la pura verità, anche se avevo omesso il come tali tipi fossero esseri soprannaturali e in effetti ultimamente nel mio vicinato girava proprio tale voce…
Voce che avevo messo in giro io stesso per accertarmi che gli umani avessero il buon senso di tenersi alla larga da quel posto!
<< Pff! Sai che roba: se davvero ci sono ci penseranno i miei pugni. >>
<< Takeichi, Masuo, cercate di farlo ragionare: se le voci sono vere rischiate seriamente di farvi del male andando la… In particolar modo tu Masuo, dal momento che non si sa mai cosa potrebbero farti essendo tu una ragazza. >>
L’ultima parte era solamente per mettere più paura alla ragazza, dal momento che dovevo assolutamente riuscire a farli desistere, ma inaspettatamente ebbe un certo effetto anche su Yosuke: alla fin fine forse non era solamente un’idiota disperato in merito di ragazze.
<< Cosa!? Non sia mai! Nessuno deve toccare Fuyuko-chan! >>
<< Allora ascoltate il consiglio di un amico e lasciate stare. >>
Dopo ciò, occorsero ancora un paio di minuti, ma infine riuscì a convincere tutti e tre a lasciar perdere, dal momento che i rischi erano concreti e i benefici inesistenti, per cui dopo essermi accertato che ognuno di loro si fosse incamminato verso casa propria, ripresi il mio giro…
“Asami, mi senti?”
[ Si Xylon-sama… Per caso è successo qualcosa? ]
“È successo che a causa di un’idiota vi è il rischio che tre miei compagni di classe possano avere un incontro ravvicinato con i caduti.”
Mentre continuavo la corsa come se nulla fosse, tramite il collegamento mentale spiegavo ad Asami la situazione, la quale se sfuggiva di mano poteva causarci non poche grane: proprio adesso che ero riuscito ad entrare in contatto con il gruppo Gremory, l’ultima cosa che mi serviva era che dei miei compagni di scuola venissero trovarti morti.
“Per il resto della giornata potresti lasciare dei famigli a controllarli?”
[ Sarà fatto… Tuttavia ne è certo? Potremmo attirare l’attenzione della principessa dei Gremory e anche il comunicare così incautamente con me non mi pare una buona idea… ]
“In effetti sto correndo qualche rischio, ma finché si tratta di cose simili posso sempre inventarmi una scusa convincente: come ad esempio che stessi comunicando con la zia, mentre dubito che possano individuare i tuoi famigli.”
Detto ciò, stabilimmo ancora qualche dettaglio e infine Asami chiuse la comunicazione per mettersi all’opera, mentre io continuai con il mio giro, dal momento che a causa di quel contrattempo rischiavo di portarlo a termine già a tarda ora…
 
*
 
A causa del nervoso causato dall’incontro con quei tre, o per meglio dire dalla prospettiva che se non li avessi incrociati per caso allora sarebbero andati dritti verso la morte, alla fine decisi di allungare di un po’ il giro che avevo inizialmente pianificato, in modo da smaltire un po’ di tensione.
“Quella dannata testa vuota: pur di far colpo su una ragazza va a trovare le cazzate peggiori che si possano immaginare…”
Seriamente parlando, viste le voci che avevo messo in giro, chiunque con un cervello funzionante si sarebbe tenuto alla larga da quella chiesa, ma un po’ per mancanza di esso e un po’ per via della sua fiducia nelle sue doti come karateka, le quali gli riconoscevo non fossero male per un umano della sua età che lo praticava per sport, sembrava che purtroppo Yosuke non rientrasse in tale categoria…
E il fatto che l’amico d’infanzia lo assecondasse sempre per vedere in che casini si cacciava e che Masuo, beh, volesse anche lei divertirsi dal momento che anche lei era a conoscenza di come quel tipo non sopportasse il soprannaturale, non aiutava per nulla.
“Beh, adesso ci sta penando Asami, per cui posso starmene tranquillo… Almeno per il momento.”
Non volendo rendere futile l’aver allungato il percorso, ricacciai quei pensieri in un angolo della mia mente e mi concentrai invece sulla corsa, la quale tuttavia non si poteva negare che non fosse sufficiente a sostituire un vero allenamento…
Ma pazienza, per il momento avevo già deciso che mi sarei aggiustato in quel modo.
Così continuai il mio giro e prima che me ne potessi rendere conto era già calata la notte, ma anche così continuai per la mia strada senza farci caso, dal momento che quando iniziavo ad allenarmi non smettevo fino a che non raggiungevo il traguardo che mi ero prefissato.
“Alla fin fine una bella sudata non fa mai male…!”
Sentendo qualcosa nell’aria, qualcosa di anomalo, mi fermai subito e iniziai a guardarmi attorno, per poi concentrarmi ed acuire il più possibile i miei sensi: ciò che mi era parso di percepire non era un bene…
E infatti, quando controllai meglio, non ebbi più dubbi sull’odore che sentivo.
“Questo odore… È sangue umano e se l’ho sentito senza stare particolarmente concentrato, allora non deve essere poco.”
Il mio olfatto a dirla tutta non era particolarmente sviluppato, perlomeno non al livello di quello di Toujou, ma comunque era abbastanza allenato da riuscire a cogliere odori particolari e preoccupanti come quello del sangue fresco, per quanto ce ne volesse almeno una certa quantità, ovvero quella che di norma se persa porta a morte certa un umano e normalmente persino un demone.
“La cosa non mi piace, meglio se vado a controllare…”
Non potendo ignorare una cosa simile, senza perdere altro tempo cercai di individuare la fonte di quel preoccupante odore e una volta fatto ciò iniziai subito a dirigermici, constatando come immaginavo che fosse giusto qualche abitazione più in la, per quanto si trovasse già al di fuori di quello che sarebbe dovuto essere il mio giro.
Sembrava che ci abitasse una copia sposata con il bambino, il che non faceva che peggiorare ulteriormente il mio umore, dal momento che se le cose stavano così allora la situazione poteva davvero essere sgradevole.
“Che si tratti di un ladro? Anche se non sono di certo un paladino della giustizia, di certo non sono il genere di feccia da non far nulla se gli capita qualcosa davanti agli occhi…”
Normalmente non mi sarei immischiato nelle faccende degli umani, dal momento che fare ciò non solo non era ben visto dalla mia razza, ma speso finiva anche con l’attirare attenzioni indesiderate, ma la questione cambiava se ciò avveniva a portata delle mie mani: per il momento avrei controllato la situazione, poi avrei deciso il miglior modo in cui agire…
“La porta è aperta, brutto segno.”
Spalancando la porta, stando attento a fare meno rumore possibile, entrai nella suddetta dimora, ritrovandomi subito con una sensazione sgradevole: nel corridoio non vi era neanche una luce accesa, infatti l’unica fonte veniva dalla stanza in fondo ad esso e inoltre vi era anche delle scale che portavano al piano di sopra, le quali probabilmente non avrei notato se noi demoni non fossimo in grado di vedere al buio come se fosse giorno.
Qualsiasi cosa fosse, li vi era qualcosa di strano.
“In questi casi vorrei che il mio istinto fosse meno affidabile…”
Dopo aver dato un’ultima occhiata al corridoio, iniziai a camminare verso la stanza dalla quale usciva luce, dal momento che era da li che sentivo arrivare l’odore di sangue e una volta arrivatoci ci guardai dentro…
Vedendo uno spettacolo veramente disgustoso: inchiodato alla parete, vi era un cadavere a testa giù tanto martoriato che le sue budella erano in parte a penzoloni e in parte per terra, per non contare poi la scritta fatta con il sangue.
<< Che ne dici di smetterla di giocare a nascondino e uscire fuori? >>
<< Oh? Bene, bene! A quanto pare qui abbiamo un demone-kun piuttosto sveglio! >>
Parlando con un fastidioso tono allegro, finalmente il tipo che mi stava spiando dalla cima delle scale quando ero entrato decise di smetterla di nascondersi, cosa alquanto futile dal momento che sin dall’inizio sapevo che in quella casa vi era una presenza di troppo, il che unito a quell’odore di sangue non poteva promettere nulla di buono.
Comunque, facendo finta di non prestare attenzione alle sue parole, feci ancora qualche passo dentro a quella stanza, la quale altro non era che un soggiorno con tanto di cose come un televisore e un divano, per poi riprendere a rivolgermi al tipo a cui davo ancora le spalle e che sapevo stesse sull’entrata, o per meglio dire uscita dal suo punto di vista, della stanza.
<< Questa è opera tua? Cosa fai di professione, il macellaio? >>
<< Yahahaha! Bella questa, no davvero: mi fai pisciare dalle risate! Comunque, no, sono un prete… Uhm, in effetti potrei definirmi un prete macellaio, visto ce macello demoni, tu che ne dici? >>
<< Penso che un eretico che si definisce prete sia ridicolo quanto lo sarei io a farti una predica per sto macello. >>
Dicendo ciò, finalmente mi voltai e fissai in volto il mio interlocutore, il quale era un ragazzo che ad occhio non avrebbe dovuto avere molti anni più di me, chiaramente non giapponese e con degli strani capelli bianchi: inoltre, probabilmente, se non fosse stato per quella sua espressione distorta da folle probabilmente sarebbe potuto essere definito un bel ragazzo…
Ah, da no scordare come indossasse un abito da prete: come avevo temuto si trattava di uno del gruppo di Reynalle.
<< Un demone che mi fa una predica? Si, quello sarebbe ridicolo, ma tu non intendi farla? Bene! Ti dispiace se passiamo subito alla parte dove di taglio? Eh? Non ti dispiace, vero? >>
Se non mi ricordavo male, nel rapporto di Asami vi era scritto che quel tipo di nome si chiamava Freed ed era stato scomunicato perché, beh, era abbastanza palese: amava un po’ troppo sminuzzare i demoni, persino per uno della chiesa e come ciliegina sulla torta probabilmente non aveva manco più un neurone al suo posto.
Anche se la cosa più problematica era che non si facesse il benché minimo problema a trucidare qualsiasi umano si avvicinasse ai demoni, cosa che probabilmente era accaduto a quell’uomo, dal momento che alla fin fine quello che lui voleva era solo avere un pretesto per poter uccidere.
<< Freed Zelzan, giusto? La prossima volta, se vuoi tendere un’imboscata assicurati di coprire le tracce d’acqua santa: quella roba mi dava i brividi sin da quando ho aperto la porta. >>
Sentersi chiamare per nome quando non si era ancora presentato, sembrò essere abbastanza da far mettere in guardia persino quel povero mentecatto che nella vita non sapeva far altro che dare la caccia ai demoni, per quanto dopo qualche attimo sembrò comprendere qualcosa e allora sul suo volto tornò quel fastidioso sorriso gioioso: era ufficiale, la sua vista non mi andava minimamente a genio.
<< Ah, quindi sei tu? Sei il demone-kun che ha fottuto quella troietta del mio capo? >>
<< Ti pregherei di non far sembrare come se avessi fatto qualcosa di strano con quella strega… Comunque, come se la passa la mia ex? Passa le giornate a digrignare i denti o a lanciarmi imprecazioni? >>
A questo punto il prete scoppiò in una risata decisamente azzeccata per un pazzo, finendo ben presto con lo stringersi lo stomaco mentre dagli occhi gli scendevano delle lacrime…
Seriamente, quel tipo aveva dei seri problemi, forse anche di più di quelli riportati da Asami nel suo rapporto.
<< Ahaha! Per essere un demone di merda sei divertente!... Ok, adesso però basta con le chiacchere tra ragazze: it’s showtime! Tralalalala… La! >>
Canticchiando in maniera davvero fastidiosa, quel tipo tirò fuori una specie di spada laser e mi si gettò addosso senza attendere una mia replica, cercando subito di mozzarmi la testa senza fare tante storie: dovevo ammettere che perlomeno sapeva fare il suo lavoro.
Comunque, ciò sarebbe bastato per mandare nel panico qualche demone alle prime armi, ma per sua sfortuna non era la prima volta che mi ritrovavo a fronteggiare un esorcista, per cui senza muovermi da dove mi trovavo mi limitai a creare una barriera di pochi centimetri di diametro, nel quale avevo concentrato il potere che di norma applicavo per crearne una sufficiente a coprire tutto il mio corpo, fermando la spada e costringendo il prete ad indietreggiare per pensare alla prossima mossa.
<< Oh, yeah! Questo è quello che volevo! Finalmente un ammasso di spazzatura che sa come farmi eccitare! Allora, lo facciamo, eh? Eh!? >>
Seriamente, come faceva il suo gruppo a reggerlo tutto il tempo? Se fosse stato un mio subordinato a quest’ora sarebbe in un manicomio oppure lo avrei già pestato tanto da fargli dare una calmata, cose che chiaramente quella donna non aveva avuto il buon senso di fare…
Comunque in quel momento vi era altro che mi preoccupava: che era quella spada?
“Ho già visto spade la cui lama è creata dalla luce di angeli o angeli caduti… Ma questa non è formata solamente da luce.”
La lama di suddetta spada, anche se era fatta senza ombra di dubbio di luce, aveva attorno a se un inquietante alone nero pece che mi trasmetteva delle sensazioni davvero sgradevoli, senza poi contare che il potere che sentivo provenire da essa era tutt’altro che irrisorio: sinceramente parlando, non riuscivo a credere che Reynalle o uno die suoi potesse aver generato una lama così potente.
<< Hah? Guardi la mia spada? Il mio giocattolino ti ha spaventato? O ti ha fatto eccitare? Se è la seconda scopri il culo! Yahahaha! >>
Al momento quella lama mi preoccupava a tal punto da farmi scordare il fastidio dovuto a quelle squallide battute: non solo come potenza era quasi paragonabile a uno dei miei colpi o a uno di quelli di Himejima, motivo per il quale avevo deciso di concentrare il mio potere in un punto ristretto piuttosto che optare per una barriera più larga, ma oltre a ciò vi era quell’innaturale aura maligna che mi metteva assai a disagio.
Di norma la luce dei caduti era in effetti meno pura di quella degli angeli veri e propri, ma anche così restava luce, ma quel potere che emanava mischiato ad essa non assomigliava di certo a qualcosa di sacro e francamente neanche al potere demoniaco, per cui la situazione non mi garbava per nulla.
<< Quella spada ha un’aura piuttosto maligna, anche per essere di un prete degenerato come te: che diamine ci avete fatto tu e quella gallina? >>
<< Haaaaah!? Pensi che lo venga a dire a un demone di merda come te? Piuttosto lascio che mi baci le chiappe! Yahahaha! >>
<< Dovevo aspettarmi una risposta del genere, pazienza: la esaminerò dopo averti eliminato. >>
Notando come adesso fossi divenuto serio, quel tipo provò ad attaccare preventivamente nel tentativo di impedirmi di avere la prima mossa, avvicinandosi tenendosi quasi a raso del suolo per sferrare un montante con la spada mirando alla mia testa…
Ma ciò era solamente una finta.
<< Un! Due! Tre! Ecco un nuovo buco per te! >>
All’ultimo istante il prete scattò indietro e tirò fuori da sotto la sua tonaca una pistola che emanava la stessa aura della spada, con la quale poi sparo un proiettile mirando al mio cuore, cosa che tuttavia non mi preoccupò particolarmente: come in precedenza generai una barriera dal diametro di pochi centimetri sulla traiettoria del colpo, per poi fare un paso di lato mentre il proiettile andava a piantarsi nel muro, esattamente in corrispondenza del dove un attimo prima vi era la mia spalla.
 << Oh? Questa è una sorpresa: non sembri proprio essere la solita spazzatura. >>
Al momento le parole del prete non mi arrivavano neanche alle orecchie: proprio come avevo pensato, il potere che componeva quel proiettile di luce era lo stesso di quello della spada, sia come intensità che come caratteristiche, dal momento che dal buco nel muro percepivo quell’aura malsana.
Inoltre, questa era anche la conferma che questa volta io fossi giusto un po’ in vantaggio come potere, dal momento che un barriera in cui avevo concentrato il mio potere in un punto ristretto era stata solamente sufficiente a deviare quel colpo, il quale a sua volta aveva tano potere quanto la spada ma concentrato in un solo punto.
“Qui la faccenda non mi piace: le armi si questo qui sono troppo anomale… E i problemi non finiscono qua.”
Come se quel tipo dotato di quelle armi con quella strana aura non fosse già un problema sufficiente di suo, dal momento che li vi era il padre di famiglia morto ciò significava che la terza presenza che percepivo al piano di sopra non ci sarebbe dovuta essere…
E quando focalizzai un attimo la mia attenzione su di essa perché sembrava che si stesse accingendo a scendere le scale, la situazione ai miei occhi peggiorò ulteriormente, dal momento che si trattava di qualcuno che già conoscevo.
“Guarda in che razza di situazione mi dovevo andare a cacciare…”
Mentre io e il prete ci fissavamo in attesa del momento giusto in cui agire, dall’ingresso della porta entrò una ragazza con indosso un vestito da suora, la quale anche se sembrava sul punto di dire qualcosa si interruppe immediatamente quando vide il cadavere inchiodato alla parete, per poi emettere un grido.
<< No… Nooooooooooooooo! >>
<< Oh, yeah! Grazie per l’adorabile urlo! Ah, già, questa è la prima volta che vedi un cadavere come questo: ti ha fatta bagnare? Yahahaha! Comunque questo è quello che capita agli umani che si lasciano affascinare da demoni, si, spazzatura attratta da altra spazzatura, no? >>
La ragazza, che altro non era che Asia, la suora che avevo scortato fino ai paraggi della chiesa abbandonata il giorno prima, per un po’ guardò ancora il cadaver, iniziando anche a versare qualche lacrima, poi sembrò improvvisamente accorgersi di me e mi fissò sorpresa.
<< X-Xylon-san? >>
<< Hah? Vi conoscete? Seriamente? Wow! Che è questo? Una storia d’amore proibito tra un demone e una suora!? Il mio cuore di fanciulla sta fremendo, yahahaha! >>
Seriamente, quel tipo non chiudeva mai quella dannata bocca? Ora ne avevo davvero le tasche piene della sua voce e per quanto la presenza di Asia complicasse le cose, non sarei stato in grado di reggere se non mi fossi sbrigato a togliere di mezzo quell’essere umano molesto.
Per cui, dal momento che la storia era durata anche troppo a lungo, rilasciai il mio potere facendo vibrare leggermene l’aria e diressi il mio intento omicida contro il prete, il quale in tutta risposta tornò in posizione di combattimento…
Con un’espressione ancor più eccitata di quanto non fosse prima.
<< Wow! Questo si che è un intento omicida! Se continui in sto modo finirò con l’innamorarmi, yahahaha! >>
Nuovamente quell’uomo fu sul punto di scagliarsi contro di me, questa volta impugnando sin da subito sia la spada che la pistola, ma proprio quando stava per scattare la ragazza gli si pose davanti a braccia spalancate, cercando seriamente di impedirgli di fare ciò che voleva: sembrava che la sua presenza avrebbe complicato le cose persino più del previsto…
<< Hey, hey… Fai sul serio? Asia-tan, ti rendi conto di quello che stai facendo? >>
<< Si, Padre Freed, so quello che sto facendo. Ti prego, lascia andare questa persona, perdonalo, ti prego. >>
Sinceramente, di positivo in quella situazione vi era solo che ormai non fossi più sorpreso dal comportamento di quella ragazza, avendola inquadrata, ma per il resto era letteralmente una situazione di merda: avrebbe solamente dovuto restare da parte e lasciare che io e il prete risolvessimo la cosa tra di noi.
<< Non puoi uccidere le persone solo perché sono affascinate dai demoni! E non è neanche giusto uccidere indiscriminatamente tutti i demoni: anche tra di loro ci sono brave persone! >>
<< Haaah!? Chiudi quella bocca, merda, puttana! In chiesa ti hanno insegnato che i demoni sono spazzatura da uccidere, no!? Tu hai seri problemi alla testa! >>
Ecco un chiaro esempio, uno di quelli estremi, di qualcuno cresciuto dalla chiesa a cui è stato inculcato fino nelle profondità del cervello che tutti i demoni vanno trucidati, senza se o ma, per quanto in questo caso quel tipo fosse suonato già di suo.
<< Xylon-san non è spazzatura! Mi ha aiutato quando ne avevo bisogno e non ha provato a prendere nulla in cambio! Uccidere qualcuno è imperdonabile! Dio non permetterebbe tali att-Kya! >>
In quel momento, sorprendendo un po’ anche me, Freed tirò uno schiaffo alla ragazza, spedendola lunga tirata per terra: non si era minimamente trattenuto, era palese.
<< Il mio capo ha detto che gli servi viva… Sinceramente mi sto incazzando: anche se stuprata dovresti ancora andare bene fintanto che respiri. Giusto? Ne ho bisogno per guarire il mio cuore dopo le tu par-! >>
Improvvisamente il prete si interruppe dal dire tutte quelle cretinate e fece per voltarsi di nuovo verso di me, ma prima che finisse di far ciò un’ondata di vento che avevo appena generato lo investì spedendolo fuori dalla stanza a sbattere violentemente la schiena contro il muro del corridoio.
Sinceramente parlando, ora come ora ero io quello incazzato e se non ci fossimo trovati in una casa allora non avrei esitato a far ricorso al fuoco o ai fulmini per eliminare quello stronzo: avrebbe rimpianto di aver colpito quella ragazza.
<< Gah!... Eh? Eeeeh!? Sbaglio o l’intento omicida è peggiorato? Questo è male! Finirò con il pisciarmi addosso! Yahahaha! >>
In quel momento effettivamente stavo emanando tutt’altra sete di sangue rispetto a prima e questo per un semplice motivo: adesso avevo un motivo più personale per avercela con lui. Anche se al nostro primo incontro io stesso avevo valutato l’ipotesi di eliminarla, dopo essere venuto a conoscenza delle sue circostanze sinceramente avevo iniziato a compatire quella povera suora, dal momento che sinceramente l’unica colpa che potesse avere era quella di essere troppo buona di cuore, senza poi contare che per quanto io stesso in combattimento non esitavo a far sul serio contro delle donne, il discorso cambiava se si parlava di usare la violenza contro una ragazza indifesa.
<< Non perderò tempo a sfogarmi con le parole: mi limiterò ad ucciderti. >>
<< Yahaha! Te la sei presa per la suora? State davvero insieme!? Questo è esilarante! Yahahaha!... Muori demone di merda! >>
Dopo essersi esibito in un altro dei suoi comportamenti lunatici, il prete provò a partire nuovamente all’attacco contro di me iniziando con il puntarmi contro la pistola mentre si avvicinava…
Ma questa volta non riuscì a fare fuoco: dopo aver circondato la mia mano con delle raffiche di vento, mi limitai a fare il gesto come se tagliassi qualcosa di immaginario in direzione di Freed e a una velocità che questi non poté seguire si generò una lama di vento che gli tagliò mezza mano, iniziando a far zampillare schizzi di sangue dal moncone.
<< …Eh?...! Gyaaaah! Cosa!? Cazzo! Cazzo! Cazzo!! >>
Assalito da forti fitte di dolore alla mano il prete per poco lasciò cadere la spada che teneva con l’altra, ma facendosi forza con l’odio che in quel momento era visibile persino nei suoi occhi, strinse i denti e tenne duro, per quanto il sangue stesse iniziando a scorrere copiosamente dalla mano in buona parte amputata.
<< Tu non sei in grado di battermi, sai il perché? >>
<< Zitto! Zitto! Zitto!! I demoni di merda come te dovrebbero solamente farsi tagliare! >>
Sinceramente ero un po’ deluso: da come parlava sembrava che avesse una certa esperienza nel combattere i demoni, eppure adesso si stava lasciando annebbiare tanto facilmente dalla rabbia e dall’odio in un momento così critico, il che sinceramente era un qualcosa che solamente un pessimo combattente avrebbe fatto.
Detto questo, alla fin fine tornava a mio favore che fosse tanto schiumante di rabbia da provare ad attaccarmi con tutto se stesso, finendo con lo scordarsi la difesa, così io mi limitai a puntare un dito verso la sua coscia sinistra mentre concentravo il mio potere demoniaco, per poi rilasciarlo sotto forma di un fulmine concentrato al punto tale da sembrare un raggio laser, il quale perforò il muscolo del prete ustionandone anche l’interno.
<< Gyaaah! Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!! >>
Dal momento che la gamba non fu in grado di continuare a reggere il peso del suo corpo, lui finì con il cadere per terra e a causa dello slancio che si era dato ruzzolò fino ai miei piedi, dove io poco dopo gli pestai la mano ancora sana quando tentò di riafferrare la spada finita poco distante da lui…
E a questo punto iniziai a parlargli mentre continuavo a mettere forza nel piede, causando man mano un rumore di ossa che cedevano.
<< Te lo ripeto: sai perché non mi puoi battere anche se il potere di quella spada e dei proiettili eguaglia praticamente il mio? >>
<< Guh! Crepa! Sai che me ne frega!? Vatti a far fott-Gyaaa! >>
Adesso che ero riuscito a bloccarlo un po’, potevo concentrarmi di più sul contenere i miei attacchi e meno su dover prendere la mira, motivo per il quale iniziai a scaldare il sotto del mio piede fino a un punto dove dalla sua mano si iniziò a sollevare un odore di carne bruciata, insieme alle sue grida di dolore.
<< Te lo dirò lo stesso: perché tu sei debole. Potrai anche avere armi che si avvicinano al mio livello, ma tu non arrivi neanche a metà della mia forza, motivo per cui non sei in grado di stare al mio passo. >>
Quando il dorso della sua mano si era ormai annerito, Freed cercò di azzannarmi la gamba con la bocca, ma a questo punto io mi limitai a smettere di pestargli i piedi per poi colpirlo in faccia con un calcio carico di fulmini, ustionandogli la faccia e facendogli perdere i sensi, oltre a scaraventandolo nuovamente nel corridoio.
Comunque, quello che avevo detto non era stato per deriderlo: era la pura e semplice verità.
Anche con un potere offensivo in grado di competere con il mio, la sua velocità, la qualità dei suoi movimenti e tutto il resto era nettamente inferiore alle mie capacità e le sue armi erano del tutto inutili se non riuscivano a raggiungermi, mentre io potevo facilmente colpirlo.
“Comunque per essere un umano è abbastanza resistente: è ancora vivo… Per quanto penso abbia una bella commozione celebrale.”
Adesso che quell’elemento così molesto era stato tolto di mezzo, purtroppo vi era ancora una questione di cui occuparsi: la suora, Asia Argento.
Nel mentre io mi occupavo di ridurre a quello stato pietoso il prete, lei si era ripresa dallo schiaffo e aveva visto anche parte della scena, motivo per il quale al momento sembrava alquanto a disagio, per quanto tutt’ora non desse alcun cenno di voler fuggire o di provare disprezzo nei miei confronti…
<< Lo dirò solo una volta: vattene da qua prima che io abbia finito di sistemare quello stronzo… E vedi di prendere le dovute precauzioni per quel livido. >>
Adesso che la osservavo meglio, lo schiaffo di quel tipo era stato sufficientemente forte da causare la formazione di un brutto livido sul volto della ragazza, il che non faceva altro che farmi venir ancor più voglia di porre fine alla vita del prete: non avrei detto nulla se fosse stata una sua nemica, ma non ero il tipo che perdonava chi trattava in quel modo un’alleata…
E nuovamente, il fatto che mi ricordasse qualcuno di a me caro non faceva che peggiorare la situazione.
<< I-intendi ucciderlo? Non puoi! >>
<< … Sei seria? Quell’ammasso di merda ti ha appena colpita e se non fossi intervenuto probabilmente di avrebbe anche stuprata… E tu non vuoi che io lo uccida? >>
Come già pensavo, quella ragazza era davvero troppo di buon cuore, se riusciva persino a perdonare uno stronzo come quello dopo ciò che era accaduto, ma anche se lei fosse stata contraria, ciò non mi avrebbe fermato: non sopportavo l’esistenza di un simile elemento e basandomi sul suo carattere, certamente se in quel momento lo avessi lasciato andare allora prima o poi sarebbe tornato per vendicarsi.
“Non posso aver pietà di questo rifiuto: devo eliminarlo adesso.”
Senza dire un’altra parola, circondai nuovamente una mia mano con delle raffiche di vento, formando questa volta come una lama tutt’attorno ad essa e senza perdere altro tempo iniziai ad avvicinarmi al prete per dargli il colpo di grazia…
Ma sembrava proprio che la suora non intendesse lasciarmelo fare, infatti proprio come aveva fatto con Freed, si pose davanti a me a braccia aperte intenzionata a fermarmi, per quanto forse rammentando come era stata colpita dal prete adesso sembrava un po’ più timorosa.
<< Tranquilla, io non sono come quel tipo… Ti posso superare senza doverti far del male. >>
A queste miei parole lei sembrò alquanto confusa, ma non persi tempo a darle altre spiegazioni e mi preparai a lanciare il mio attacco: agitando la mano in direzione di Asia avrei rilasciato le raffiche di vento che avevo concentrato e che sarebbero andate oltre la ragazza senza farle più danno di quanto le potessero fare delle normali folate di vento, dopodiché controllando il potere demoniaco con cui le avevo create, le avrei fatte ricongiungere formando un fendente che avrebbe aperto in due la testa di Freed…
O perlomeno era questa la mia intenzione, dal momento che accadde qualcosa che mi costrinse a spostare la mia attenzione da quello che stavo facendo.
“…!? Dannazione!”
Percependo una presenza al di fuori dell’edificio, ovvero qualche metro più in la rispetto al muro a cui davo le spalle, mi voltai subito mentre disperdevo il vento per passare invece a formare una barriera grande quanto il palmo della mia mano, dietro alla quale andai poi a raggruppare il vento che si stava disperdendo per formare un vortice delle stesse dimensioni e feci giusto in tempo: il suddetto muro venne sfondato prima ancora che finissi di voltarmi e riuscì a mettermi in posizione con la mano e gli incantesimi posti in avanti giusto all’ultimo secondo, intercettando così ciò che mi era stato lanciato contro.
“Dietro di me c’è la ragazza… Cazzo!”
Non potendo schivare senza che quel colpo finisse con il colpire la suora, mi ritrovai costretto a cercare di deviarlo, anche se mi resi subito conto che non fosse una cosa tanto semplice: il potere concentrato in esso era alla pari, no, forse persino leggermente superiore al mio!
Infatti, dopo a malapena due secondi la mia barriera si stava già iniziando a crepare, segno che non fossi in condizioni di bloccarlo decentemente, per cui non mi restava che affidarmi al vortice di vento: continuai a reggere la barriera il più a lungo possibile, in modo da indebolire perlomeno un po’ quel colpo e nel momento in cui essa cedette feci esplodere il vortice di vento causando forti folate in tutta la stanza, con le quali riuscì a deviare il minimo indispensabile l’attacco.
“Certo che più minimo di così non si può…! Ku! Cazzo se brucia!”
Per giusto il minimo indispensabile, intendevo proprio ciò, dal momento che il colpo era stato deviato quel tanto da evitare che mi trafiggesse, ma comunque riuscì a causarmi dei danni: infatti mi era passato a raso del braccio, distruggendomi la manica fino alla spalla e causandomi una lunga ferita che partiva dal polso fino sempre alla spalla.
E per quanto tale ferita non fosse particolarmente profondo, purtroppo era discretamente dolorosa e stava emettendo un po’ di fumo, dal momento che l’attacco in questione che avevo appena deviato era nient’altro che una lancia di luce modellata in modo da ottenere la massima penetrazione possibile, il che spiegava come la mia barriera non aveva retto manco dieci secondi nonostante avessi concentrato il mio potere in una superficie discretamente ristretta.
<< Oh? Sei riuscito a prenderla faccia a faccia e a deviarla? Devo ammettere di essere impressionata… >>
Colei che si fece avanti passando attraverso la polvere causata dal crollo del muro, altri non era che qualcuno che avevo conosciuto non tanto tempo prima: Reynalle.
Non so quando, ma sembrava che quel dannato prete fosse riuscito a mandare un qualche segnale alla sua superiore, dal momento che se non vedevo come quella donna fosse venuta li di persona a quel punto, il che sinceramente era uno scenario che avrei volentieri evitato.
<< Capisco che tu volessi provare a riconquistarmi migliorandoti un po’… Ma non ti pare di aver esagerato? >>
Nonostante lo avessi detto con tono sarcastico, sinceramente in quella situazione non vi era nulla che trovassi divertente: che diamine era successo a quella donna?
Dal come, nonostante la potenza, il suo colpo mi avesse causato dei lievi danni anche se fatto di luce, ero certo che il suo potere come angelo caduto non fosse aumentato, ma sia il potere complessivo in quella lancia che quello che stava emanando adesso non erano neanche lontanamente paragonabili a quello che aveva durante il nostro appuntamento fittizio, il che sembrava dipendere da qualcosa che avevo già avuto modo di vedere.
“Avrei dovuto aspettarmelo quando ho visto quella spada… Emana la stessa aura maligna.”
Proprio come le armi di quel prete, la donna che mi stava davanti aveva sia la sua aura da angelo caduto che una seconda tipologia di colore nerastro, la quale sinceramente parlando era persino più sinistra di quella di un demone e questo era semplicemente innaturale se proveniva da un angelo caduto.
Non avevo idea di cosa le fosse successo, ma il disagio che mi dava quel potere non mi piaceva per nulla: era sufficiente a farmi accapponare la pelle.
<< Fufufu, impressionante, non è vero? Con questo potere penso proprio di potermi vendicare su di te per la tua maleducazione di quella sera. >>
<< Suvvia, il passato è passato, no? Dopo un po’ certe cose andrebbero lasciate alle spal-! >>
Non ebbi neanche il tempo di finire di parlare che lei già mi era saltata addosso brandendo una lancia di luce come se fosse una spada, cercando di decapitarmi, cosa che riuscii ad evitare inclinandomi di scatto all’indietro e facendo andare la lama un po’ più in alto di quanto lei avesse voluto, grazie al fatto che avessi nuovamente usato una combinazione di barriera e vento per deviarla un po’.
Comunque, dopo ciò diedi la priorità a rimettere un po’ di distanza tra di noi dal momento che non ci tenevo a ritrovarmi in uno scontro serrato mentre non avevo idea di contro che diavolo stessi combattendo, per cui la costrinsi ad allontanarsi con una folata di vento alla quale avevo mischiato dei fulmini e ne approfittai per spostarmi in modo da avere di nuovo una discreta distanza tra me e lei…
Facendo anche in modo di non aver più dietro di me Asia, dal momento che fintanto che anche lei fosse stata sulla traiettoria allora vi era il rischio che non potessi permettermi di schivare.
<< … Hm? Tu? Quindi era li che ti nascondevi…? Vedo che quell’umano si è dimostrato del tutto inutile: perlomeno mi ha chiamato… >>
Nel vedere il corpo gravemente ferito del prete, ovvero un suo sottoposto, Reynalle mostrò solamente disgusto sul suo volto, proprio come se stesse guardando un qualche insetto: a quanto pareva in quel gruppo era l’ordinario trattarsi a vicenda come merda, cosa che trovavo davvero irritante.
Comunque, mettendo un attimo da parte l’irritazione e tutto il resto, mi misi a riflettere sulla situazione, giungendo alla conclusione che fossi abbastanza in svantaggio: da quello che percepivo quella donna mi superava leggermente come potere e in più non era da escludere che Asia la potesse curare in caso di bisogno.
“Per la miseria, non so che sia quell’aura maligna ma è davvero un diavolo di power up…!”
Per quanto quella situazione fosse decisamente critica, non potei fare a meno di distogliere un attimo lo sguardo da Reynalle per guardare prima un po’ in lontananza e poi giusto pochi metri più in la rispetto a me, dove si stava generando un cerchio di teletrasporto cremisi che presentava un simbolo inequivocabile: ovvero quello della famiglia Gremory.
“Guarda un po’ che razza di tempismo ha…”
Per via della nuova piega che stava prendendo la situazione, la donna sembrò non accorgersi neanche di come per un attimo la mia attenzione fosse stata focalizzata altrove, dal momento che anche lei era stata distratta dal cerchio magico che ben presto fu completo e fece materializzare in quella stanza Rias Gremory con i suoi servi.
<< … Che cosa sta succedendo? >>
<< Non è abbastanza palese? Degli angeli caduti hanno preso di mira uno dei vostri contraenti abituali. >>
Come avevo sospettato, l’uomo ucciso con molta probabilità doveva essere un individuo che in precedenza aveva già stretto dei patti con il gruppo della Gremory o della Sitri, vista la situazione più probabile con quello della rossa e se lei era venuta li a controllare la situazione, era probabile che fosse in programma che quella notte l’uomo li contattasse per un altro contratto, cosa ormai non più fattibile.
<< Una suora, un prete praticamente morto e un angel-! >>
<< Ara, ara, quella non è l’aura che dovrebbe avere un angelo caduto… >>
Notando l’anomalo potere che Reynalle emanava, l’intero gruppo appena giunto si mise subito in posizione combattiva, dal momento che avevano capito che quella donna potesse rivelarsi una seria minaccia.
Detto questo, sinceramente il mettere su uno scontro al momento non era di certo l’opzione migliore, per quanto la rossa superasse di certo come potere quella strega, dal momento che a breve ci saremo seriamente potuti trovare in svantaggio, cosa che avrei voluto evitare.
<< Gremory, suggerirei di ritirarci per il momento… >>
<< Come scusa? Pensi forse che non possiamo batterla? >>
<< Buchou, non penso che si riferisca a questo. >>
Vedendo come la sua regina mi desse ragione, la rossa sembrò calmare i bollenti spiriti che avevano iniziato a bollire quando avevo dato il mio suggerimento e quando Himejima le disse che un gruppo di angeli caduti si stava avvicinando allora comprese bene la mia scelta…
A dirla tutta, dal momento che probabilmente si trattava del gruppo che avevo incontrato al parco normalmente non mi sarei ritirato, ma questo sarebbe valso solamente fino a prima di quella notte: se Reynalle aveva ottenuto quello strano potere, allora non era da escludere che anche gli altri potessero aver fatto lo stesso e sinceramente affrontare quattro avversari al livello della regina della Gremory non era qualcosa che potessimo fare in quelle condizioni.
<< Oh? Vi volete ritirare? Beh, per me cambia poco: mi basterà venire a cercavi quando avrò finito… >>
Quando disse questa frase, sinceramente la cosa mi piacque ben poco, dal momento che di certo non era un bene che lei avesse ancora qualcos’altro in ballo oltre a qualsiasi cosa le avesse permesso di ottenere quel potere.
Senza poi contare che sinceramente quello era uno scenario abbastanza ideale, dal momento che aveva con se anche la guaritrice, cosa che la prossima volta sarebbe potuto non capitare.
<< Sicura di quello che dici? La prossima volta potresti non avere la guaritrice a portata di mano. >>
<< Chi? Quest’inutile pezzente? Tanto non resterà in questo mondo a lungo… Anzi, a breve il suo potere mi sarà notevolmente più utile. >>
Mentre diceva quello, afferrò Asia per i lunghi capelli biondi e la strattonò per tirarla a se, gesto che non piacque non solo a me, ma neanche al gruppo Gremory, per quanto al momento io avessi altre priorità: quello che aveva appena detto era davvero preoccupante.
Anche se facendole quella domanda rischiavo di far notare a quella scema come quella fosse una delle migliori situazioni possibili per occuparsi di noi, lo avevo fatto per vedere se mi avrebbe dato qualche indizio sulle sue vere intenzioni, per quanto non mi aspettassi che mi dicesse così tanto.
“Non sono un esperto di *Sacred Gear, ma quello che ha detto lascia poco spazio ai dubbi… Dannata puttana!”
Tempo fa una mia conoscenza mi aveva parlato di come esistesse un modo per estrarre una Sacred Gear dal suo possessore e per di più erano proprio gli angeli caduti ad essere pratici di quel genere di cose, per cui se Reynalle era convinta che la prossima volta sarebbe stata ancora più in vantaggio, unito al commento sul come quella suora non avrebbe ancora vissuto a lungo e a quello sull’utilità dei suoi poteri, temevo proprio che avesse in mente di impossessarsi del suo potere di guarigione…
Il che in effetti sarebbe diventato un vero problema se oltre a quella aura avesse anche acquisito il potere di curarsi da sola.
<< Vorrei sbagliarmi, ma stai pianificando di estrargli la Sacred Gear, vero? >>
Sentendomi chiedere conferma di ciò, sia la nostra nemica che i membri del gruppo Gremory restarono alquanto sorpresi, per quanto Reynalle recuperò rapidamente la compostezza e mise su un sorrisetto compiaciuto, il che era irritante quanto le ciance di quel prete che era ancora riverso a terra.
<< Oh? Sai del rituale? Sei più interessante del previsto… Comunque, sicuro di avere il tempo di fermarti per chiacchierare? >>
Per quanto mi rodesse darle ragione, questa volta vi ero costretto: i suoi compagni si stavano avvicinando e da quello che percepivo ormai ero piuttosto certo che qualsiasi cosa avesse fatto quella donna per ottenere quell’aura maligna, era assai probabile che lo avessero fatto anche loro.
<< Per il momento è davvero meglio ritirarsi… Gremory. >>
<< Cosa c’è? Non hai detto che è meglio ritirarsi? >>
<< Domani mattina verrò da voi: farete meglio a tenere pronto il tè dell’altra volta! >>
A questo punto, senza alcun preavviso, scattai verso l’apertura che Reynalle aveva fatto nel muro quando mi aveva lanciato contro il primo attacco, in modo da poter iniziare ad allontanarmi da li e dal momento che prima che l’interno della stanza uscisse dalla mia visuale riuscì a scorgere con la coda dell’occhio il bagliore del cerchio di teletrasporto della Gremory, mi dedicai al correre via da li senza voltarmi indietro, anche perché ormai i simili di quella donna erano vicini…
 
*
 
Dopo neanche una decina di minuti, in cui avevo corso a tutt’altro passo rispetto alla corsetta fatta per tenermi in allenamento, fui finalmente di ritorno al condominio dove si trovava il mio alloggio, nel quale una volta entrato non persi tempo e mi tolsi subito di dosso la maglia della tuta, per poi tirare fuori una boccetta e metterla sul tavolo prima di sedermi.
“Asami, rispondimi: è un’emergenza.”
[ Eccomi, mi dica pure cosa è successo.]
Mentre mi spalmavo sulla ferita al braccio il contenuto di quella boccetta, una specie di pomata verdastra dall’odore acidulo e sgradevole, raccontai ad Asami ciò che era avvenuto alla fine del mio giro di allenamento, cercando nel mentre di soffocare i mugugni di dolore dovuti al fatto che quella crema stesse iniziando a fare effetto sulla ferita.
“Diamine! Anche se lievi le ferite da luce sono sempre una rottura!”
[ Cosa!? Siete stato ferito!? In tal caso è meglio se vi raggiungo sub- ]
“Non ci provare. Ora come ora in questa città c’è già troppo trambusto: fino a nuovi ordini tu e la zia non dovrete più venire qui.”
[ Xylon-sama! Con tutto il rispetto, scusate ma non posso restare in disparte mentre voi venite ferito! ]
Dopo qualche attimo quella specie di pomata era stata completamente assorbita dal mio corpo e poco dopo la ferita inizio a rimarginarsi lentamente: in un’oretta sarebbe dovuta guarire, dal momento che anche se era poco più profonda di un graffio il fatto che fosse stata causata da potere sacro aumentava non di poco il tempo richiesto perché guarisse.
Detto questo, in quel momento la mia preoccupazione maggiore era riuscire a convincere Asami a restare dove si trovava e a non venire in città, dal momento che per come si sarebbero messe le cose di li a poco la sua presenza avrebbe potuto seriamente rischiare di compromettere il lavoro che avevamo fatto fino a quel momento.
“Asami, te lo ripeto: resta li dove ti trovi. Un avversario con un simile potere non è sufficiente a farmi fuori facilmente…”
[ …! Capisco, se le cose stanno così… ]
Anche se aveva detto ciò, dal suo tono sapevo che non fosse ancora del tutto convinta, ma sinceramente conoscendola sapevo di non poter ottenere di più, per cui tutto quello che potevo fare era riporre fiducia nel fatto che di norma fosse una subordinata alquanto competente.
“Se proprio vuoi fare qualcosa, prova ad ripassare a setaccio tutte le informazioni che hai raccolto per cercare di capire in che razza di modo quelli hanno ottenuto un’aura così maligna.”
[ Purtroppo mi duole informarla che dubito ci sia qualcosa di utile, ma farò come dite… Faccia attenzione. ]
“Tranquilla: se bastasse qualcosa di simile a fermarmi, allora non potrei mai raggiungere i miei obbiettivi…”
A questo punto chiudemmo la comunicazione e io restai li nel silenzio del mio alloggio, con nient’altro da fare se non riflettere sui recenti avvenimenti e su ciò che avrei dovuto fare l’indomani, dal momento che con molta probabilità non restava molto tempo: se non era proprio un caso del tutto irrecuperabile, allora Reynalle avrebbe svolto il rituale per estrarre a Sacred Gear di Asia il prima possibile.
“Purtroppo non ho idea di quanto ci vada di preciso per preparare tutto, ma se aveva già in programma di farlo, allora potrebbe anche farlo nel giro di due giorni o meno…”
Se quella donna avesse messo le mani direttamente sul potere di curare, tenendo conto di quella strana aura maligna vi era il serio rischio che la questione prendesse davvero una brutta piega, per cui lasciarle il tempo di completare il tutto non era un’opzione…
Ma sinceramente non era solo per quello che intendevo fermarla prima che portasse a completamente l’estrazione: coloro che venivano privati della loro Sacred Gear non sopravvivevano.
“Sinceramente non mi garba per nulla l’idea di far morire quella suora.”
Contro i miei nemici non ero tanto sciocco da mostrare pietà, ma non ero il tipo da lasciar morire qualcuno che non vi aveva mai arrecato torto, soprattutto se ciò sarebbe avvenuto per mano di un essere soprannaturale con cui ero in pessimi rapporti, senza poi contare che in un certo senso fossi quasi indebito con lei: anche se era stato qualcosa di inutile, aveva comunque provato a fermare quel prete dall’attaccarmi, per cui gli dovevo perlomeno un segno di ringraziamento.
“Inoltre se la lasciassi morire poi Rob non ci passerebbe sopra: inizierebbe ad insistere che all’epoca che lo incontrai lo salvai solo per interesse personale…”
La chiesa e gli angeli caduti erano nostri nemici, ma per quanto mi riguardava ciò era vero solamente perché loro mostravano ostilità verso tutti noi demoni: non ero il tipo da andare ad attaccare briga per primo se non erano loro a mostrare intenzioni ostili per primi.
Beh, in un certo senso con Reynalle ero stato io ad iniziare, ma quello era uno di quei casi dove se non avessi fatto io la prima mossa allora ci avrebbe pensato lei, per cui non valeva la pena perdere tempo a rifletterci.
“Domani dovrò cercare di farmi ascoltare dall’erede dei Gremory… E possibilmente anche da quella dei Sitri: si prospetta una giornata impegnativa già dalla mattina, diamine.”
Dal momento che l’indomani avrei avuto bisogno come non mi capitava da tempo si essere seriamente in buone condizioni, misi via la boccetta dalla quale avevo preso quella specie di pomata per poi mangiare il cibo che mi era stato preparato e spedito poco prima del mio ritorno, mentre ragionavo anche sul come finalmente avessi la risposta al quesito che mi restava in mente sin da quella sera al parco con Reynalle.
“Ora capisco perché voleva scartare una potenziale recluta: aveva in programma di mettere le mani sul potere della guarigione di Asia, cosa alquanto utile per i caduti visto che avevano perso la benedizione di Dio..”
Se a ciò ci aggiungevamo anche quella strana aura, allora era comprensibile come si volesse sbarazzare di tutti i moscerini che avrebbero potuto farle perdere tempo, per quanto ciò mi faceva sospettare che stesse agendo per conto proprio e non per via di ordini dall’alto…
Ma purtroppo non era un qualcosa su cui potevo avere certezze, per cui finito di mangiare attesi ancora per una quarantina di minuti che la ferita finisse di rimarginarsi, senza lasciare alcun segno e a questo punto me ne andai in camera da letto, dove dopo essermi cambiato mi misi a dormire senza sprecare tempo…
 
Note:
*Buchou: in questo caso presidente del club
*youkan: è un dessert gelatinoso compatto di origine giapponese, composto da pasta di fagioli rossi, agar agar e zucchero
*Sacred Gear: sono oggetti speciali creati da Dio che vengono acquisiti da alcune persone alla nascita e conferiscono loro dei poteri
 
Eccomi qua con un nuovo capitolo.
Come prevedibile dal precedente, questo è iniziato con un colloquio tra il gruppo di Rias e Xylon, nel quale la prima ha messo alla prova il ragazzo…
Peccato che non si sia resa conto che poi lui ha origliato la conversazione tra i membri del suo gruppo XD
Per il come Xyl sia in grado di nascondere così bene la sua presenza, dovrete ancora aspettare un po’ per scoprirlo.
Dopo di questo vi è stato un frangente dove si è visto un altro modo in cui Asami tiene buono il ragazzo e un piccolo problema con i tre compagni di classe di Xylon, eventi sui quali però sorvolo per passare a parlare della parte che penso abbiate trovato più interessante di questo capitolo: ovvero il pestaggio di Freed e l’arrivo di Reynalle.
Per quanto riguarda il prete schizofrenico, spero di essere riuscito a restare in tema con quello della Novel, perché sinceramente mi è venuto un po’ difficile pensare a frasi che avrebbe detto lui e spero anche che come io ho avuto una certa soddisfazione nello scrivere mentre Xylon lo pestava, lo stesso sia valso per voi nel leggere XD
Per Reynalle, ecco che si iniziano a vedere sostanziali differenze dall’opera originale, infatti qui quella strega presenta un potere persino un po’ superiore a quello di Xyl o Akeno, mentre nella Novel non sarebbe nemmeno in grado di impensierire quest’ultima.
Ciò dipende da quell’aura nera che viene menzionata e che vi dico già avrà un gran rilievo nella storia della mia Fan Fiction, per quanto per il momento non scenderò ancora nei dettagli per non rovinarvi la sorpresa…
Beh, per il momento penso sia tutto: spero di sentire le vostre opinioni delle recensioni.
Alla prossima ^^
   
 
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