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Autore: SuicideCircus    09/10/2016    0 recensioni
Reila è una ragazza normale che conduce una vita normale. O almeno così credeva.
Da un giorno all'altro la sua vita viene completamente stravolta dal momento in cui si ritrova inseguita dai demoni.
Scoprirà come combatterli e di non essere affatto una persona normale, anzi, tutt'altro.
Riuscirà ad evitare che la porta per l'inferno venga aperta?
Riuscirà ad accettare il suo destino?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 - Sharon
 
 
‘EHI, SVEGLIATI, SCEMA’
Reila riaprì gli occhi e si ritrovò stesa sul letto nella sua cameretta.
Li per lì penso di essersi sognata tutto, ma il pensiero durò ben poco poiché gli arrivò una fitta tremenda che le trafisse le tempie.
Istintivamente allungò una mano alla testa e si rese conto che era bendata.
Si tirò su a sedere e si guardò intorno. La sua stanza era quella di sempre, alla sua sinistra la finestra, rigorosamente chiusa, in quanto essendo al piano terra aveva sempre paura che potesse entrare qualcuno, nel mezzo della stanza il suo letto, con le sue amate lenzuola coi gattini, contornato da mobili a soppalco di un blu acceso, alla destra la scrivania con i mille blocchi da disegno, la tavoletta grafica gelosamente custodita nella custodia accanto al suo portatile.
Sharon la fissava dai piedi del letto ‘BENSVEGLIATA CAPA’
Sgranò gli occhi stupefatta, possibile che fosse il gatto a parlarle? Na, decisamente impossibile, ma per scrupolo provò a risponderle.
-Sh-Sharon? Cosa hai detto?-
‘BENSVEGLIATA DORMIGLIONA’
No, decisamente stava ancora sognando. Fece per rimettersi giù a finire il suo sogno assurdo quando dalla stanza entrò Miryo.
-Buongiorno, tutto ok? Stiamo cercando di dare una sistemata di là ma è mission impossible-
No, non era possibile, doveva essere un sogno per forza. Non poteva essere accaduto tutto realmente.
Chiuse gli occhi -Ora io mi sveglierò e tutto questo non sarà mai successo-
Miryo le si avvicinò e le schiaffò un pizzico sul braccio -Non stai sognando, ancora ti ostini a non crederci?-
-Ahio, brutta baldracca, mi hai fatto male- Disse mentre si tirava su a sedere sconsolata massaggiandosi la parte dolente.
-Cretina, non ci hai voluto dare ascolto ed hai visto che casino è successo? Dai, riesci a tirarti su?- Miryo le si affiancò tendendogli un braccio per aiutarla ad alzarsi.
-Sempre tutti gentilissimi, vedo- Si sa perché le stavano arrivando insulti a gratis e la cosa iniziava a darle leggermente fastidio ma si aggrappò comunque al suo braccio e si tirò su in fretta, troppo in fretta.
-Brutta idea, brutta idea- Ebbe un improvviso giramento e ricascò sul letto come una pera secca, tirandosi dietro l'amica che le cadde addosso inondandole il viso coi lunghi capelli biondi.
-Che succede di qua? Oh, devo lasciarvi sole?- Danny, che era appena entrato nella stanza arrossì vistosamente alla vista delle due stese sul letto e fece per andarsene.
-NOOOO! Gridarono all'unisono cercando di rialzarsi.
-Che diavolo ti salta in mente Dan?- Reila, che ormai di rosso non aveva solo i capelli, finalmente riuscita ad alzarsi in piedi, gli passò di fianco tirandogli una spallata che lo tirò quasi dall'altra parte della stanza, e raggiunse la sua sala per fare la conta dei danni.
La sala che in condizioni normali era pulita in maniera maniacale era un disastro, mobili rotti, il divano distrutto, sembrava ci fosse esplosa una bomba. Per poco non svenne nuovamente. I suoi amati mobili distrutti, aveva girato almeno 3 negozi prima di trovarli come piacessero a lei e li aveva pagati un occhio.
Si mise istintivamente le mani nei capelli, ma Sunny la abbracciò immediatamente -Tranquilla, sistemeremo tutto, però ora dovrai ascoltarci, e stavolta veramente, così eviteremo di nuovo qualcosa del genere-
Reila annuì lievemente.
In quel momento la raggiunse Sharon, che prese a girargli attorno alle caviglie ‘SENTI, GRANDE CAPA, QUANDO HAI FATTO HO FAME’
-Ti pare il momento? La mia sala è completamente distrutta e tu pensi a mangiare???- Sbottò, con Danny, Miryo, Sunny e il ragazzo misterioso che la fissavano sbigottiti.
-Cosa? Stai parlando col gatto?- Il ragazzo, che poi scoprì chiamarsi Seungri, le si avvicinò scrutandola.
-Non ho bisogno di qualcuno che mi ricordi quanto pazza stia diventando. Parlo coi gatti, vengo attaccata dai demoni, si sa che altro diavolo debba accadermi- La disperazione che iniziava a farsi strada.
Fino a soli 2 giorni prima era una ragazza normalissima che conduceva una vita normalissima, come era possibile che tutto questo stesse accadendo a lei? Come ci era finita in quello stato?
Seungri continuava a guardarla, ma non come si guarda un pazzo, anzi, sembrava interessato. Rivolse agli altri un cenno d’assenso che lei non capì.
Decise che non ci voleva pensare e lasciò la stanza facendo felice una piccola gatta invadente e rompipalle prendendo la scatola dei croccantini nel mobiletto della cucina e riempiendole la ciotola.
Sharon la ringraziò a modo suo: mettendosi a mangiare e borbottando un ‘ERA ORA’
Si sa come si era già abituata a questa ‘stranezza’ se così si poteva definire, anche se ancora non gli era chiaro se stesse diventando pazza o cos’altro.
Tornò dagli altri che si erano spostati nella sua stanza attendendola.
Quando fece il suo ingresso li trovò comodamente seduti sul letto che parlottavano tra di loro. Fece un leggero colpo di tosse per far notare il suo arrivo e tutti subito si zittirono.
Seungri si alzò dal letto e le si avvicinò -Non penso questo sia il posto ideale per parlare, forse è meglio se vieni al quartier generale, noi intanto ci avviamo, Miryo rimarrà qui con te e quando ti sarai cambiata..- La squadrò da capo a piedi, era veramente ridicola nel suo kigurumi da panda -… beh.. quando sarai più presentabile ci raggiungerete-
Reila arrossì una seconda volta vergognandosi terribilmente per il suo pigiama, ma d’altronde chi poteva prevedere un attacco demoniaco nel mezzo della notte?
-Non dimenticare Sharon,  mi raccomando, portala con te.. sempre- Danny mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia e con gli altri si diresse alla porta.
 
-
 
Un’ora dopo Reila, Miryo e Sharon erano pronte per uscire. La prima si era messa dei semplici leggins tipo jeans che le fasciavano i fianchi snelli e la sua adorata maglietta dei Linkin Park, una delle sue tante band preferite, mentre l’amica aveva dei leggins neri di pelle super aderenti e una leggera t-shirt nera, e ora che ci pensava era esattamente lo stesso abbigliamento che avevano gli altri quando erano arrivati a salvarla, ovvio, magari senza leggins super aderenti, comunque abbigliamento rigorosamente nero e comodo.
Sharon se ne stava davanti la porta fissando la padrona con quegli occhioni color cielo ‘BEH? CHE ASPETTI, CAPA? CHE FACCIA NUOVAMENTE NOTTE? ANDIAMO’
La ragazza annuì impercettibilmente e si avviò verso la porta, aprendola e facendo uscire tutti, si rigirò per chiudere a chiave e rivolse un ultimo sguardo sconsolato alla sala: Le ci sarebbe voluta una fortuna per ricomprarsi tutto.
Uscirono in silenzio nel pianerottolo e uscirono dall’enorme portone d’ingresso.
Sicuramente una volta tornata a casa avrebbe dovuto rendere conto agli altri condomini dell’assurdo casino di quella notte. Scosse la testa scacciando via quel pensiero, ci avrebbe pensato a tempo debito, ora aveva decisamente altro a cui pensare.
Appena uscirono dal portone furono investite dalla leggera brezza del mattino, quel giorno era abbastanza fresco, nonostante fossero in giugno.
Reila rivolse uno sguardo al cielo, oramai stava facendo giorno, saranno state sì e no le 5.30 e lei aveva dormito praticamente un cavolo. Rallentò il passo e fece andare avanti l’amica che sapeva bene la strada, mentre lei, talmente era presa a correre via il giorno prima, non aveva fatto minimamente caso alla strada per arrivare al quartier generale. Sharon le stava al passo col suo solito passo felino da miss. Adorava i gatti. Avevano un atteggiamento così fiero. Ne aveva sempre desiderato uno, ma finché aveva abitato coi suoi le era stato proibito un qualsiasi animale domestico, per cui, il giorno che si trasferì nel suo nuovo appartamento, quando trovò Sharon davanti al portone del palazzo non esitò un secondo a prenderla con se. Senza contare che anche la gatta le aveva lasciato ben poca scelta dal momento che come la vide iniziò a strusciarsi contro le caviglie senza la minima intenzione di lasciarla. Era stato amore a prima vista per entrambe.
Il viaggio proseguì nel completo silenzio, ma non ci volle molto ad arrivare a destinazione. Finalmente riconobbe il vicolo dove era rimasta incastrata la sera prima e la piccola porticina sulla destra. Si avvicinarono e diedero una bussata. Una soltanto.
Dall’altra parte Sunny aprì immediatamente, quasi come fosse stata lì davanti ad aspettarle per tutto il tempo.
-Entrate, entrate – cinguettò la mora – prendete pure posto.
Veramente non capiva come una persona potesse essere così felice e tranquilla a quell’ora del mattino, le se avesse potuto avrebbe tirato testate contro al muro. La fulminò con lo sguardo e si sedette al grande tavolo, nello stesso posto della volta precedente, la stanchezza che iniziava a prendere possesso del suo corpo.
La bionda prese posto accanto a lei e la sua fidata gatta, preso un leggero slanciò, atterrò dolcemente sul tavolo davanti al suo viso, e lì si acciambellò.
Passarono due lunghissimi minuti a fissarsi nelle palle degli occhi senza avere la minima idea di chi dovesse iniziare a parlare poi finalmente Seungri ruppe il silenzio.
-Dunque, tu e Miryo avete già parlato di qualcosa?- Chiede guardando le dirette interessate.
Scossi la testa e vidi lei fare lo stesso –No, Seungri, ho pensato fosse da discutere insieme quindi non ho detto nulla- disse, rigirandosi i pollici leggermente imbarazzata.
Ed era vero, sia nel tempo che erano state a casa insieme che durante il viaggio non avevano praticamente aperto bocca e lei non aveva neanche pensato a fargli qualche domanda a riguardo.
-Va benissimo così- il biondo si alzò in piedi e mi si avvicinò – dunque, come ti abbiamo detto ieri sera, eri inseguita da demoni, ancora non sappiamo per certo perché ti cerchino ma di una cosa siamo certi- E si interruppe cercando aiuto da parte degli altri seduti al tavolo.
Reila lo guardò con fare interrogativo. Odiava le frasi in sospeso. Inizi una frase e la finisci. Non che la lasci a metà. Proprio non lo sopportava – Scusi, Big Boss, finisci o cosa?- Sbottò stizzita. La mandava in bestia proprio.
Lui sgranò leggermente gli occhi, non seppe se per il tono o il Big Boss ma se ne fregò ugualmente – ti prego calmati, non vedo perché agitarci, comunque, sei come noi-.
-Come…. Voi???- Non capiva cosa volesse dire con questa affermazione, che significava?
-Fermi fermi, iniziamo tutto dall’inizio se no non ci capisce niente- Miryo si era alzata e ora era al suo fianco con una mano sulla sua spalla – Vedi, noi siamo cacciatori. Questo è il nostro lavoro. Cacciamo i demoni-
-CAPA, NON INIZIARE AD AGITARTI, SE NO TI PRENDO AD UNGHIATE- Sharon, che ormai conosceva la sua padrona fin troppo bene mise subito le mani… ehm.. zampe avanti.
-Ecco, a proposito, perché diavolo tu mi parli? Sei un gatto! Dovresti miagolare, non parlare!!!- Le sembrava tutto così assurdo, se non fosse per la sera prima li avrebbe abbandonati tutti quanti un’altra volta!
-Ecco, sinceramente questo ce lo chiediamo anche noi- Danny finalmente disse la sua, quasi un miracolo – non del perché ti parla, ma perché solamente ora? Da quanti anni è con te?-.
-DUE E CREDIMI, AVVICINARTI E’ STATA FATICA, SOPRATTUTTO QUANDO MI SONO RESA CONTO DELLA TUA STUPIDITA’- Sempre così carina e gentile sta gatta.
Danny continuava a fissarla interrogativo.
-Danny? Perché mi fissi?- Lo fissò di rimando con la testa inclinata.
-Da quanti anni è con te?-
-Due, te lo ha già detto- Ma era sordo?
-Ehm.. Rei… Noi non possiamo sentirla. E’ i tuo famiglio, solo a te è concesso, avete un collegamento speciale- A parlare era stata Sunny, che per tutto il tempo se ne era rimasta seduta fissando il vuoto.
E lei che pensava che neanche stesse seguendo la conversazione, a  dire il vero.
-Sono pazza, dunque- Lo disse stranamente calma, ormai con tutte le stranezze era l’unica. DOVEVA essere pazza. Decisamente.
-OH, MA QUANTO VITTIMISMO, BALDRACCA. NON SEI PAZZA. SCEMA MAGARI. ADESSO FINISCITELA CON STA TIRITERA E STAI UN PO A SENTIRE O TI PRENDO AD UNGHIATE- Si alzò e si mise seduta davanti a lei, alzando la zampetta davanti al suo viso e tirando fuori un unghietta a mo’ di avvertimento.
- Non sei paz… ok, vedere un gatto fare questo è parecchio divertente però- Miryo scoppiò a ridere seguita dagli altri.
-Io non ci trovo niente di divertente ma va bene- Non c’era mai fine alla stupidità. Annuì tra se e sé mentre Sharon riprese la parola.
-DUNQUE, SONO IL TUO FAMIGLIO. E QUESTO SI E’ CAPITO.  COSA NON TI E’ CHIARO?-
-Perché tu parli? Cos’è un famiglio? E perché diamine ho un famiglio?- Decisamente la calma non era il suo forte.
-DUNQUE, UN FAM..-
-Dunque, un famiglio è- Seungri stava partendo a spiegare ma Reila lo zittì velocemente facendogli segno con la mano di aspettare e guardando il gatto –Scusa, continuate pure- Tornò silenziosamente a sedere al suo posto e lo stesso fece la bionda.
-DICEVO, UN FAMIGLIO è UNA CREATURA MAGICO. TI SONO STATA AFFIDATA PER GUIDARDI, AIUTARTI, AVVISARTI DEI PERICOLI E DARTI MESSAGGI. NON CREDERAI MICA ALLA COINCIDENZA CHE TROVI UN GATTO SOTTO CASA E QUELLO TI AMA? I GATTI NON AMANO, SIAMO CREATURE SOLITARIE. E POI CHI MAI VORREBBE VENIRE CON UNA PIATTOLINA COME TE? MA TI SONO STATA AFFIDATA E DOVRO’ PROTEGGERTI A QUALUNQUE COSTO. ORA TI E’ TUTTO CHIARO?- Si riaccovacciò tranquilla come se nulla fosse.
Era proprio strana quella creatura.
-Guidarmi? Aiutarmi? Darmi messaggi?- La tirò su di peso e la riappoggiò davanti a se –Non crederai mica di lasciarmi così! Devi guidarmi dove? Darmi messaggi di chi? E che significa che devi aiutarti e avvisarmi dei pericoli?-.
-QUESTO NON TI E’ DATO SAPERLO-.
-Ma perché?- Si puntellò sui gomiti e affondò la testa fra le mani –Siete tutti così criptici-
-NON TI IMMISCHIARE IN AFFARI PIU’ GRANDI DI TE-
Non ci stava capendo una cippa –Allora perché ti sento parlare solo ora?-
Sharon si leccò un zampa lasciandola in sospeso due secondi poi la fissò intensamente negli occhi. Affondando quegli occhioni blu cielo nei suoi –SEMPLICEMENTE PRIMA NON CREDEVI ALL’ESISTENZA DEI DEMONI, E NEANCHE AVEVI INTENZIONE DI CREDERCI, VISTO COME HAI TRATTATO I TUOI COMPAGNI, E NEANCHE SAPEVI DEL TUO DESTINO, DI CERTO NON POTEVO PRENDERE E INIZIARE A PARLARTI TRANQUILLAMENTE- Si avvicinò col muso al suo viso e la guardò aprendo la bocca.
-C-cosa vuoi?- Sempre più strana sta bestiola.
-INSERIRE CROCCANTINO PER CONTINUARE- Le diede una leggera testa contro la fronte e poi tornò lì, impala, a bocca aperta.
-Ma… pensi sempre a mangiare? Finisci il discorso, i croccantini sono a casa non li ho qui con me- Girò i palmi all’insù e glieli mise davanti al muso.
-BALDRACCA, IMPARA A PORTARLI SEMPRE CON TE, SE VUOI IL MIO AIUTO. COMUNQUE ARRIVACI UN PO ANCHE DA SOLA, CAPA, SE NO MI FARAI ESAURIRE. NEL MOMENTO IN CUI ERI IN PERICOLO HO DOVUTO FARLO, PER SALVARTI. POI SEMPLICEMENTE HAI INIZIATO A CREDERCI E PER CUI ORA HAI IL PRIVILEGIO DI ASCOLTARE LA MIA VOCE SUPERBA-.
Ciò che gli piaceva di più era la modestia. Già la adorava proprio.
 
-
Reila spiegò velocemente agli altri le parti mancanti della discussione tra lei e Sharon e loro annuirono tutto il tempo mentre spiegava. A quanto pareva sapevano già tutto tutti. Tranne lei. Fantastico.
All’improvviso si riscosse e cominciò a tastarsi i pantaloni – Cazzo, ho lasciato il cellulare a casa. Sapete dirmi che ore sono?- Non aveva guardato l’orologio nemmeno quando era uscita di casa per cui non aveva la minima idea di che ora fosse, però aveva il terribile sospetto di essere in ritardo apocalittico.
Miryo tirò fuori il cellulare con calma e perpiacere – Rei, sei e dieci-
Sei e dieci? Merda
Era in ritardo per il lavoro, stavolta il suo capo le avrebbe dato una bella grattata di capo!
Si avvicinò alla porta poi si ricordò della gatta – Mh… vediamo…. Ah si! Ci sono! Miryo, tieni…- le lanciò le chiavi di casa che l’altra prese al volo – porta a casa Sharon, anzi PORTATE, e vedete di dare una sistemata alla sala. Io Arrivo alla mezza. Ciaoooo- E prese una corsa della miseria alla volta del lavoro ignorando bellamente il ‘’BASTARDA’’ della sua gatta ben poco entusiasta di essere stata sbolognata così.
-

Ecco a voi il secondo capitolo!
Fatemi sapere che ne pensate ^^
Alla prossima,
Reila
  
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