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Autore: Alessia Krum    09/10/2016    1 recensioni
Acquamarina aveva continuato a vedere immagini, immagini brutte e spaventose, che non avrebbe mai voluto vedere. Acqua poteva pensare e vedere quelle figure, ma non stava né dormendo, né era svenuta, non era sveglia e non poteva svegliarsi. Voleva vedere e capire che cosa stava succedendo. Vide un villaggio, un piccolo villaggio sormontato da un castello. Il paesino sembrava tranquillo, ma fuori dalle mura si stava svolgendo una feroce battaglia. Persone con la pelle blu e le pinne combattevano con tutto quello che avevano e una grande speranza contro eserciti interi di mostri viscidi, squamosi e rivestiti da armature pesanti che mandavano bagliori sinistri. La battaglia infuriava. Per ogni mostro abbattuto, morivano almeno due uomini. Poi Acqua vide un uomo, protetto da un cerchio di mostri, che sembravano i più potenti e i più grossi. Quell’uomo aveva un qualcosa di sinistro e malvagio. Indossava un pesante mantello nero e continuava a dare ordini e a lanciare fiamme ovunque.- Avanti, Cavalieri, sopprimete Atlantis e l’oceano intero sarà mio! –
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22
Il Consiglio di Guerra

 
Acqua aspettava appoggiata all’arco di pietra che introduceva al giardino del tempio. La signora De Orchis non era ancora arrivata per la lezione di magia e lei si stava annoiando un sacco. Vide una sagoma arrivare da lontano e sperò ardentemente che fosse lei, ma dopo pochi secondi scartò l’ipotesi. Troppo alta e slanciata per essere lei. In effetti più si avvicinava, più Acqua distingueva una figura maschile che, dopo aver varcato la soglia della scuola, riuscì a riconoscere: era Henri.
- Ciao Acqua! - la salutò, deponendo la sacca dei libri a terra.
- Ciao! - la ragazza era contenta di avere qualcuno con cui passare il tempo. - Che fai di bello? - gli chiese.
- Sono venuto perché devo chiedere una cosa alla signora De Orchis, ma lei non è ancora qui, vero? -
- Esatto, hai indovinato. - Seguì un momento di silenzio, dato che nessuno dei due sembrava avere un interessante argomento di conversazione.
- Senti, non per essere impicciona, ma cosa devi chiederle? Perché se ci metti poco ti lascio andare prima di me, io ho la mia lezione di magia e ti farei aspettare troppo... - disse Acqua. Non le sembrava il caso di lasciarlo lì in piedi per un'ora ad aspettare.
- Grazie, sarò velocissimo, devo solo chiederle una cosa per il Consiglio di Guerra...- rispose lui, distratto, e si accorse solo dopo di aver detto troppo. Acqua lo stava già guardando con occhi confusi, ma lui le disse subito, agitato:
- No, non ti dirò cos'é. Non guardarmi con quegli occhi, non avrei nemmeno dovuto parlarne. - e si limitò a fissare un angolo della stanza.
- Eddai, ti prego... - ma, vedendo che le sue suppliche non sortivano l'effetto desiderato e forse la facevano sembrare una bambina capricciosa, Acqua cambiò strategia.
- Tu non tu puoi immaginare quanto ci sentiamo escluse da tutto questo io e Corallina, siamo sempre fuori dalle cose importanti, nessuno ci dice mai niente... - ma non fece in tempo a finire la frase, che Henri ribatté:
- Non é assolutamente vero, tutti i ragazzi al di sotto dei diciotto anni non ne sanno nulla, perciò non siete le uniche. -
- E allora come mai tu ci sei dentro? - chiese la ragazza, sapendo di aver colto nel segno. In effetti Henri rimase spiazzato per qualche secondo, prima di rispondere. Lui aveva sedici anni.
- Beh, suppongo che sia per via dei miei poteri... - disse, riluttante. Acqua rimase di stucco.
- Che...cosa? Io...non sapevo che tu avessi dei poteri! - esclamò, sorpresa.
- Lo so, lo tengo segreto apposta... - rise lui - Diciamo che non ne vado molto fiero, ma almeno mi danno la possibilità di dare una mano. Sai, io sono sempre stato un bambino sincero, non mi piaceva mentire. Poi, quando avevo nove anni ho sentito il canto del Dragone, e indovina il potere che mi capita? Illusione. Menzogna, in poche parole. Guarda. - chiuse gli occhi, e in un attimo il suo viso cambiò. Era diventato biondo, le lentiggini e gli occhiali erano spariti e gli occhi azzurri ora erano molto più scuri. - Ora tu mi vedi in modo diverso. Ma in fondo sono sempre io. Se mi specchiassi, il vetro manderebbe indietro la mia immagine normale. - e ritornò sé stesso storcendo il naso - Vedi perché non vorrei che tutti lo sapessero? Penserebbero tutti che sono un bugiardo. Insomma, potrei anche essere travestito da Cavaliere e ammazzare metà della gente che c'é qui, poi tornare nei miei panni e fare l'innocente. -
- Ma bisogna essere veramente stupidi per pensare una cosa del genere di te! - ribatté Acqua.
- Aspetta a dirlo, alcuni lo pensavano. É stato Max a convincerli del contrario quando mi ha ammesso al Consiglio. -
- Anche Max...? -
- É il presidente. - disse Henri d'un fiato.
- Cosa? Ma...lui non me l' aveva mai detto... - provò a protestare Acqua.
- É quella stupida regola dei diciotto anni...nessuno la vuole cambiare a parte me, Max e un altro paio di persone. Ma al Consiglio siamo più di cinquanta, quindi dobbiamo stare alla maggioranza... -
- E cosa fate quando vi riunite? - chiese Acqua, sempre più incuriosita. Henri si rifiutò di rispondere, ma la ragazza gli fece notare che ormai gli aveva detto quasi tutto.
- Ok, ma non dire a Max che sono stato io a dirtelo...digli che lo hai sentito da delle signore che parlavano o una cosa del genere. - Acqua giurò.
- Bene, intanto io non sono l'unico sotto i diciotto ammesso, ma ce ne sono anche altri. Durante le riunioni parliamo principalmente di strategie di guerra o cose simili e organizziamo spedizioni o le cure per i feriti, i funerali eccetera...la volta prima dell'ultima battaglia abbiamo provato questa strategia dove io ero il centro e diciamo che non é finita benissimo, quindi abbiamo lasciato perdere. - disse indicandosi il braccio fasciato.
- Oh. E cosa prevedeva questa strategia? -
- In teoria dovevo travestirmi da Cavaliere e attirare un po' di quei bestioni senza cervello in un vicolo cieco dove mi aspettavano gli altri per ammazzarli tutti... Intanto stavo mantenendo sotto copertura altra gente e mi sono distratto. Sono passato davanti a una finestra e un Cavaliere mi ha visto...puoi immaginare il finimondo che si é scatenato,mi erano tutti addosso. Non avranno cervello, ma sono fatti per uccidere, quei maledetti mostri...ero sicuro che non ne sarei uscito vivo, invece sono arrivati gli altri. E per fortuna! Ora però preferirei non parlarne più... - Acqua annuì, mogia. Altro silenzio interminabile. Poi la ragazza parve risvegliarsi.
- E invece come vanno le cose con Corallina? - disse con la voce da angioletto, ammiccando. Henri diventò rosso come un pomodoro.
- B-bene. - balbettò, ma fu salvato in extremis dalla signora De Orchis che stava arrivando. Il ragazzo si fiondò da lei, lasciando Acqua, che rideva sotto i baffi, da sola.
 
***
 
Acqua non disse nulla a Max, perché non voleva mettere nei guai Henri, ma non si astenne dal manifestargli il proprio risentimento, dato che l'aveva tenuta all'oscuro di tutto. Lui non capiva il perché di tanta ostilità, non gli sembrava di aver fatto cose particolari, per cui alla fine si spazientì delle rispostacce e dell'umore nero di Acqua.
- Mi vuoi dire perché ti comporti così? Non ti ho fatto niente! - le disse un giorno, dopo che lei gli aveva risposto male.
- Sì, hai ragione. - rispose lei, rassegnata, ormai le era passata la rabbia - Sono solo stanca. Probabilmente é perché non sono più abituata a non dormire, dopo due settimane normali durante l'attacco. Però non sono convinta, anche sulla Terra ero così stanca e là dormivo... -
Acqua diceva sul serio. Dall'ultimo attacco si sentiva stanchissima, come se qualcosa le stesse prosciugando le forze. Max propose una settimana di solo Atlantis, così si misero d'accordo con Lyliana (con largo anticipo) per qualche giorno in montagna. Il primo giorno di "vacanza" era talmente contenta di potersi riposare che si mise a cantare mentre andava a scuola. La mattinata passò in un soffio, e così il resto del giorno. La notte dormì benissimo, sebbene dalla piazza venissero strani rumori che probabilmente avevano a che fare con la ricostruzione, ma il giorno dopo il senso di stanchezza non era passato. Così Max si offrì di farle una visita, per capire cosa non andava. Fece un sacco di prove, ma non riuscì a tirarne fuori nulla.
- Proviamo con l'ultima cosa. - disse, rassegnato. - Sdraiati sul letto. - Acqua obbedì. Max le poggiò le mani sul collo e lei sussultò, non perchè fossero fredde, ma perché i polpastrelli di lui le avevano sfiorato le branchie e aveva sentito una strana sensazione. Era come solletico, ma diverso. E non avrebbe saputo dire perché, ma non le piaceva per niente. Max sorrise.
- Lo so, é strano. Dà fastidio anche a me, sai? Però é un po' diverso...a me prudono le dita. - anche Acqua sorrise e Max sospirò - Bene, iniziamo. Adesso farò una cosa strana, non ti preoccupare però, stai tranquilla e non dire niente. - al minuscolo accenno di Acqua, Max iniziò il conto alla rovescia - Tre...due...uno... - il ragazzò serrò delicatamente le dita attorno al collo di Acqua, le tappò per un attimo le branchie, fece una leggera pressione e alzò lentamente le mani. Incrociò per un attimo lo sguardo della ragazza. Non aveva paura, Max sapeva che si fidava di lui, ma quando dai suoi palmi cominciò a formarsi una bolla gialla che si ingrandiva sempre di più, Acqua sgranò gli occhi.
La bolla si estese fino a diventare grande esattamente quanto Acqua. Max ormai faceva fatica a non farla scoppiare, era fragilissima. La bolla inglobò il corpo della ragazza e lo sforzo divenne ancora più grande per Max. Non si era ancora abituato, malgrado lo facesse praticamente tutti i giorni.
- Dammi le mani! - disse ad Acqua e lei alzò le braccia, confusa da quello che stava succedendo, ma non disse nulla. Le loro dita si intrecciarono e finalmente la bolla si stabilizzò. Max continuò a stringere le mani di Acqua fra le sue, in attesa di vedere una cosa precisa, poi avrebbe fatto scoppiare la bolla. Sapeva esattamente cosa avrebbe potuto vedere e sapeva ancora meglio cosa voleva vedere. Fissò Acqua negli occhi e attese insieme a lei. Passarono alcuni minuti, poi improvvisamente la bolla divenne nera. Era successo esattamente l'opposto di quello che avrebbe voluto. - Che succede, Max? - urlò la ragazza dall'interno e la bolla si ruppe.
- Era questo lo scopo di quello che ho fatto. Purtroppo non sono notizie belle, né utili. - disse, mollando la presa sulle mani di Acqua e aiutandola a rialzarsi. É una cosa che serve per capire l'origine delle malattie o di strani sintomi come il tuo. Se la bolla diventa verde, sono cause normali, se diventa nera, l'origine di queste cose é un incantesimo. - spiegò.
- Ma come é possibile? Nessuno avrebbe potuto colpirmi! Durante tutta la battaglia sono stata sulla Terra... - protestò la ragazza.
- Sì, é quello che penso anche io. A meno che...non ci siano dei Cavalieri infiltrati dentro alle mura. Proverò ad organizzare qualche rastrellamento per trovarli. Intanto tu prova a riposarti, magari ti passa. - rispose Max, con un sorriso incoraggiante. Ma, in fondo, non ci credeva nemmeno lui.


- - - Angolo autrice - - -
É da molto che non pubblicavo e mi dispiace molto per questo ritardo, però ora che è iniziata la scuola non riesco più ad avere il tempo necessario per correggere e pubblicare. Mi dispiace, ma credo che per un po' non riuscirò ad aggiungere capitoli su efp, mentre invece la scrittura va avanti! Pubblicherò qualche capitolo saltuariamente, quando ne avrò il tempo...per adesso vi saluto e, come sempre, grazie per essere arrivati qui! <3

Alessia Krum
   
 
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