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Autore: elleonora    09/10/2016    0 recensioni
Virginia, da poco laureata in psicologia, decide di trascorrere l'estate in compagnia dei suoi amici di sempre. Una sera in discoteca vede un ragazzo dagli occhi ipnotici che la stregano, ma purtroppo viene trascinato via da un amico. Riuscirà la dolce Virginia a rivedere quegli smeraldi che tanto l'hanno colpita? Ma soprattutto, lui si sarà accorto di lei?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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INASPETTATAMENTE_ cap.12



Vivere – Capitolo 12

 

 

23 Gennaio.
 
Ore 14:02
 
 
V’s POV.
 
 
«Virginia pensi di calmarti?» chiede un’esasperata Rose sbucando dalla porta di camera mia.
Le sorrido, nego chiaramente l’evidenza scandendo un «Rose, sono calmissima.» e tentando di convincere soprattutto me stessa piuttosto che lei.
Sbuffa sonoramente dicendo «E io dovrei crederti?»
Annuisco con aria innocente.
«Sei una pessima bugiarda, tesoro.» mi rimprovera lei.
«Ma…» inizio a ribattere.
«Niente ma. Hai un appuntamento, uno di quelli seri e sei lì impalata in camera tua non sapendo più cosa inventarti per placare l’ansia. Prima ti sei perfino fatta una tisana al posto del solito caffè!» e niente mi sa che quella donna ha effettivamente ragione. Prosegue imperterrita con un «Ti ho preparato un bagno caldo. Vai, forza, rilassati. C’è tutto il tempo del mondo, tesoro.»
Ma ho il tempo anche per diventare bella per lui?
Eh no, per quello servirebbe una sorta di miracolo!
«Grazie mamma!» le dico con un sorriso. Ogni tanto è bello essere coccolate e calmate dalla propria madre.
«Forza! Ti ho messo anche gli oli essenziali!» aggiunge Rose.
La guardo fingendomi allarmata e scherzando le chiedo «Quelli che puzzano?»
«Ovviamente no, sciocchina, profumerai solo di te stessa!» Ok, prima o poi quella donna verrà psicoanalizzata da me. O forse è meglio di no. Anzi, no. Decisamente no. Non è possibile psicoanalizzare la propria madre. «Bambina vai in bagno ora che l’acqua è calda!» prosegue lei uscendo da camera mia con un super sorriso sul volto.
 
Poco dopo seguo il consiglio di mia madre ed entro in bagno, una fragranza di muschio bianco invade tutto il mio essere. Ha scelto un buon profumo per l’appuntamento. Oh, l’appuntamento. Basta quella semplice parola e un sorriso ebete mi spunta immediatamente sul viso.
Tolgo i pantaloni della tuta, felpa, maglietta e intimo e mi immergo in quell’acqua profumata e meravigliosa. Mi lascio coccolare e avvolgere da quella sensazione di tepore sul mio corpo.
Sì, ne avevo decisamente bisogno.
Ascoltare sempre, o meglio quasi, i consigli di Rose.
Devo ricordarmelo più spesso.
Sciolgo i capelli che erano racchiusi in uno chignon morbido e immergo anche la testa nell’acqua calda.
Svuoto la mente il più possibile e cerco di rilassarmi.
Cerco di far scivolare via tutto.
Piano piano, tutto l’affollamento che avevo in testa sparisce.
Rimane solo una persona.
Con il suo sorriso.
La sua gentilezza.
I suoi occhi così verdi.
Lui.
Solo Matteo.
E’ il primo ragazzo che dopo parecchio tempo sia riuscito e riesce a sorprendermi.
Non sto solo parlando da un punto di vista puramente di aspetto fisico, che devo ammettere è davvero molto notevole, ma anche e soprattutto dal suo modo di fare.
Il pomeriggio e il pranzo di due giorni fa con lui continuano a tornarmi in mente.
Immagini, gesti, profumi, parole…
E poi la telefonata e i messaggi su WhastApp.
Mi sembra che sia così diverso dagli altri.
Credo sia davvero un ragazzo speciale.
Riesce a farmi sentire una ragazzina che saltellerebbe in giro cantilenando «Io ho un appuntamento e tu no-o, io ho un appuntamento e tu no-o», il che è piuttosto preoccupante, ne sono pienamente consapevole. Ma è così, e c’è davvero poco da fare.
Virginia, non avevi detto a te stessa che non volevi aprire il cuore a nessuno?
Sì, però….
Però lui c’è riuscito.
E non ha fatto nulla.
E’ riuscito a forzare alcune catene che ora stanno cedendo lentamente.
E se ti illude e basta?
Ho pensato anche a questa eventualità e voglio chiarezze e un’assoluta trasparenza con lui, direi che di fraintendimenti ce ne sono stati abbastanza a lungo. Ok, non avrà più una fidanzata bionda che si chiama Monica, ma ha i suoi istinti, dopotutto è pur sempre un uomo! E dato che “andava a casa di tutte” potrei quasi scommettere che ha, come dire, delle amichette che possano provvedere ai suoi istinti quando e come vuole, sono certa che qualcuna la avrà sicuramente. E se invece non le ha e facesse sul serio con te? Oh cazzo. Allora sì che la faccenda si fa interessante. Nessuna fidanzata, niente amichette… Che sia in cerca di una ragazza con la R maiuscola? Virginia, come sempre il tuo cervello sta lavorando troppo di fantasia e corre in posti che non conosci neanche tu.
E quindi, durante l’appuntamento…
Oh sì, ecco, ho un appuntamento con Matteo, che non è più il ragazzo dagli occhi verdi che ho visto casualmente al mare, ora ho addirittura un appuntamento con lui.
Virginia, però, termina il discorso con te stessa, almeno quello.
Ecco, quindi durante l’appuntamento, con calma e senza affrettare i tempi gli chiedi se si frequenta con qualcuna.
Dopotutto inizialmente era un “caffè per farsi perdonare”, magari davvero mi vuole solo offrire un caffè. E “appuntamento” può benissimo essere inteso come appuntamento con la psicologa, che sarei io. Avrà davvero bisogno di un consulto e/o di un supporto psicologico?
Virginia, dai, smettila.
Accetta semplicemente il fatto che lui voglia uscire con te e come andrà Lo scopriremo solo vivendo” come dice la canzone di Battisti.
Ti metti pure a fare le citazioni?
Sì, tutti i cattivi pensieri sono andati via.
Ho un appuntamento con lui.
E sono particolarmente ispirata ed euforica.
E se l’appuntamento fosse una sorta di flop?
Non lo è stato il pranzo, il pomeriggio con lui e la telefonata…
Proprio l’appuntamento deve andare male?
Certo, spero vada bene, ma…
Alla fine non ne posso essere sicura al cento per cento.
Mai essere sicuri di qualcosa al cento per cento.
Anche perché poi arriva giusto quell’eccezione che ti fa cambiare idea.
Se sarà un totale disastro, evidentemente, era destino così.
Questo pomeriggio sarò me stessa.
Matteo conoscerà ancora una volta la vera Virginia.
Quella Virginia che conoscono le persone vere della mia vita: i miei veri amici, le mie vere amiche e soprattutto i miei familiari.
Virginia, vorresti aprirti totalmente con lui, vero?
Vorrei, sì.
Ma forse un po’ di paura rimane.
Un po’ di titubanza c’è, insomma, la paura di soffrire ancora non scompare così improvvisamente.
Anche perché, a me piacerebbe aprire il mio cuore a qualcuno, ma quel qualcuno se lo deve meritare.
Matteo, tu puoi?
Soprattutto, vuoi?
Oggi lasciati scoprire da me.
 
«Virginia, tesoro, io vado.» riemergo dalla vasca con la voce di mia mamma che proviene giusto dalla porta del bagno.
«Ciao mamma!» la saluto io.
«Dalla voce ti sento già più rilassata…» e ha ragione «...ma, torni per cena?»
«Ci sentiamo più tardi, Rose! Non so nulla per il pomeriggio!» ammetto.
«Uh, sorprese. Io le adoro!» dice ridendo Rose. «Ciao bambina, in bocca al lupo!»
«Crepi, ciao mamma!» le dico sorridendo e immergendomi ancora nella vasca.
 
Ormai l’idea di questo appuntamento è fissa nel mio cervello.
Nonostante sia cosciente che è un qualcosa di veramente reale, non mi sembra ancora vero. Lo percepisco come un qualcosa che non so come potrà andare, non so quello che farò, dove andrò… Se qualcuno dovesse chiedermi «Dove andrai alle quattro?» la mia risposta sarebbe un secchissimo e sincero «Non ne ho la minima idea!» perché davvero non lo so, e per quanto possa apprezzare questo genere di sorprese, sono comunque spaventata e un po’ a disagio.
Non so quello che mi aspetta.
So chi mi aspetta.
Matteo.
Non so cosa aspettarmi.
Da lui.
Da me.
Dall’appuntamento.
 
Per fortuna ieri sera, dopo la telefonata di Marco e prima di quella notturna di Cristian, mi sono ricordata di rispondere al suo WhastApp. Forse sono stata un po’ troppo audace con quel “Piazza Cavour, ore 16.00, ci sarò!” o forse anche fredda, ma mi sono trattenuta dall’aggiungere “Hai intenzione di rapirmi per il resto della giornata? Se così fosse, per me non c’è alcun problema”.
Mi sono sentita anche un pochino idiota, devo ammetterlo.
Cosa c’entra il rapimento con un appuntamento?
Assolutamente nulla.
Alla fine è “Solo un appuntamento”, giusto?
E allora perché l’idea mi fa venire una strana sensazione allo stomaco?
Perché questo appuntamento mi sembra così importante.
Perché è il primo appuntamento vero.
Per me e per lui.
Forse un po’ più per lui, se le sue storie, a detta di Marco, comprendevano il sesso e poi l’addio, le mie… Ammettilo Virginia, le tue tante volte arrivavano direttamente alla fase addio. Alcune, molto poche a dire la verità, avrebbero potuto comprendere anche il sesso ma: punto uno non avevo, né ho, intenzione di “regalare il mio corpo” a tutti quelli che passano, utilizzo questa citazione di Cristian per rendere l’idea. Punto due: il sesso, il coinvolgimento fisico, al primo appuntamento così subito, non piace. Mi sento in dovere di conoscere una persona prima di donargli una parte di me. Poi chiaramente, tutto è possibile nella vita e potrà accadere, ma al momento ho questa linea d’azione. Infine c’è anche un terzo punto che mi martella in testa già da un po’ ed è quello che mi piacerebbe davvero avere una storia vera.
Storia. Non storiella passeggera. Voglio innamorarmi, innamorarmi davvero di qualcuno che se lo meriti. Sono una completa romantica, disillusa a volte, ma lo sono. Ho voglia di regalare me stessa a qualcuno che farebbe di tutto per me.
 
Tornando al punto due.
Oh, il sesso.
Il sesso e Matteo.
Effettivamente con Matteo ci finirei a letto più che volentieri, dopotutto non è la prima volta che lo vedo.
Però, ammetto questo: ho intenzione di fare le cose fatte bene.
Virginia ti stai comportando come una sottospecie di femme fatale e tu non sei la classica ragazza sexy che tutti si mettono a guardare per le movenze, la camminata o il tono di voce.
Quindi smettila.
Non riusciresti ad essere sexy nemmeno se ti impegnassi.
Audace, sì.
Forse, per lo meno.
Sexy, uhm, no.
Virginia tu sei assolutamente una ragazza normale, anzi normalissima che sfiora la banalità.
Comunque, ogni ragazza normale e sana di mente entrerebbe più che volentieri nel letto di Matteo.
Lo farei anche io, senza pensarci due volte.
Ecco spiegata la semplicità dei suoi rapporti?
Per il suo essere irresistibile?
Forse.
Ok, le posso capire, molto bene.
Forse lui non si è mai posto il problema, da quanto posso dedurre da Marco forse, e ripeto forse, non si è mai innamorato.
Forse non voleva avere una relazione stabile con le sue compagne di letto?
Magari glielo chiedo.
Sì, e ci fai pure una bella figura di merda.
Smettila su.
Smettila anche di fare congetture e pianificazioni varie su un appuntamento in cui ti sei fidata ciecamente di lui.
Smettila anche di stare a mollo nella vasca, non sei un pesciolino e ti devi preparare, non puoi stare tutto il pomeriggio qui.
No? Non posso?
Devi andare a un appuntamento.
E’ da troppo tempo che non vado a un appuntamento.
Un appuntamento che ti cambierà la vita, forse.
Forse, con calma.
O forse la tua teoria del “maschio pseudo principe azzurro super hot inesistente” verrà ancora una volta riconfermata.
Questa volta però, c’è da dire un qualcosa di positivo su di lui ed è che mi ha già sorpreso, non solo una volta, quindi si aggiungono punti in più a lui. Oltre ad essere bello da far impazzire chiunque e dolcissimo. In aggiunta tu, cara Virginia, non sai cosa aspettarti da lui, e quindi, è tutto a suo favore. Merda.
Basta pensare.
Devo prepararmi.
Basta elucubrazioni mentali.
Virginia, preparati, diventa carina per quanto ti sia possibile e poi…
Il resto “Lo scopriremo solo vivendo”, giusto?
Oh sì.
E ho tutta l’intenzione di viverlo nella sua totalità questo appuntamento.
Con i suoi aspetti positivi e negativi.
 
Vivere.
E’ questo quello che farò durante l’appuntamento.
 
 
Ore 14:05
 
M’s POV.
 
 
Mh, magari uccido Stella.
Toglitelo dalla testa Matteo, non puoi uccidere tua sorella.
La tua dolcissima e carinissima sorella.
Però magari la uccido.
O forse mi uccido io.
Non posso essere preso dall’ansia perché non ho idee sul pomeriggio.
Non so dove portare Virginia.
Non so dove fare l’appuntamento.
Non so cosa fare all’appuntamento.
Non so fare un appuntamento.
Non so nulla.
E’ mai possibile?
Un ragazzo di quasi venticinque anni non sa dove portare una meravigliosa ragazza per un appuntamento.
Forse perché tu non hai mai avuto un appuntamento?
Come no?
A quindici anni ho portato fuori una mia compagna di classe…
Matteo, sii serio per favore.
Ok, lo ammetto.
E’ da una vita che non ho un appuntamento serio.
Ecco perché ho proposto come orario le quattro del pomeriggio.
Perché l’avrei invitata volentieri a cena ma… Ecco quello lo voglio riservare per un prossimo appuntamento con lei, per quello ho già in mente tutto.
Chiaramente anche il dopo cena a casa mia.
Per quello i sogni hanno aiutato molto.
Matteo ti sembra il momento adatto per immaginarti Virginia nuda tra le tue braccia?
Bhe sì, ad essere molto sincero.
Sembra così giusto.
E nei sogni è davvero piacevole.
Dal vivo deve essere...
Cazzo.
Bhe, dal vivo, dev’essere davvero un qualcosa di straordinario.
Matteo riprenditi, stai sorridendo come un idiota all’aria da circa dieci minuti.
E sei nel piazzale di un liceo classico ad aspettare tua sorella.
Esce da scuola e la uccido.
L’idea è allettante.
Ma…
La porterò solo a pranzo e pagherà lei.
Perché deve espiare le sue “colpe”.
Tanto alla fine so già che pagherò io, sono molto protettivo nei suoi confronti e non posso far pagare mia sorella liceale.
Non è colpa sua se ieri pomeriggio è uscita con le sue amiche e alla sera doveva studiare con me. Ed è chiaramente tornata tardi senza avvisare, così io sono stato alzato fino a tardi per interrogarla. Ecco perché per frasi perdonare mi ha proposto «Un pranzo, Matte! Ti aiuto a mettere il cuore in pace senza ansia da appuntamento e a rifinire le ultime cose. Potrei stupirti con effetti speciali. Andata?» Mi ha comprato con poco e io ho decisamente ceduto, del resto, come potevo dirle di no?
Mia sorella aveva già il chiaro sentore che sarei stato in panico per un semplice, che non tanto “semplice” non è quando vuoi fare bella impressione, appuntamento. Inoltre lei sa che è la prima volta che chiedo il suo consiglio per un appuntamento, forse perché prima non mi importava più di tanto.
Proprio perché è il mio primo appuntamento non potevo di certo esordire con un «Ehy baby, domani vengo a casa tua.»
Non posso farlo.
E’ contro natura.
E’ contro l’entità che rappresenta Virginia.
Con le altre ragazze le parole non sono state proprio quelle perché alla fine mi chiedevano di “Andarle a trovare” o “Passare per un salutino veloce”, quindi era decisamente più semplice. Gli appuntamenti sono stati davvero sporadici, l’unica con cui andavo a pranzo era Monica, credo che i pranzi con lei siano stati tre in totale.
Dio mio, sembro davvero un latin lover.
Alla fine di ragazze “di letto” ce ne sono state parecchie ma…
Virginia non è così.
Non può essere così.
Non voglio che sia così.
Voglio un coinvolgimento fisico con lei, e lo voglio davvero, la desidero davvero molto ma prima, prima voglio conoscerla, sento proprio la necessità di conoscerla a fondo prima di passare allo step successivo.
Voglio conoscerla anima e corpo.
Voglio che con lei sia speciale.
Perché lei è speciale.
Voglio che lei conosca quel Matteo che conosce Stella, quel Matteo che non ho permesso a nessuna delle altre di conoscere.
Perché?
Me lo dice il mio istinto.
Me l’ha detto la prima volta che l’ho vista in quella discoteca e ne ho avuto la certezza durante lo scontro, il pranzo, il pomeriggio e la telefonata.
Sì, lei è speciale.
E fa sentire me speciale.
Sei pirla Matteo, te ne rendi conto?
Sì.
Sei pienamente consapevole che sta uscendo quel lato romantico in te che non sapevi neanche di avere?
Purtroppo, o per fortuna, è così.
 
«Matte!» sento la voce di mia sorella in lontananza, mi volto verso la fonte del richiamo e le sorrido.
Prima di girarsi verso il gruppetto di sue amiche alza il dito di una mano e mima con le labbra «Un attimo e arrivo» e annuisco silenziosamente.
Mentre aspetto Stellina sento dei mormorii alle mie spalle di ragazze che passano accanto a me, acutizzo l’udito solo perché sono estremamente curioso.
«Ma quello chi è?»
«Il nuovo ragazzo di Stella?»
«Però, è così figo!»
«Sssh, guarda che ti sente!»
«Ma Stella non stava con Diego?»
Attenzione, chi è Diego? Dopo faccio un bel terzo grado a mia sorella.
«Mmm, ma quel bocconcino succulento chi è?»
Mi hanno davvero dato del bocconcino succulento?
Stanno scherzando, vero?
«Matteo, fratello di Stella. Possibile che in quella famiglia siano tutti usciti bene?”»
Oddio ma quante sono?
Quanto parlano?
Mi sento come Mel Gibson in “What Women Want”.
Eppure non ho preso nessuna scossa.
«Ha proprio un bel culo!»
Non ci credo.
C’è per caso nascosto Marco da qualche parte?
Stella muoviti, ti prego.
Ok gli apprezzamenti, fanno bene e servono a tirare su l’autostima vista la giornata, ma così inizio ad esserne inquietato.
Non credevo potesse mai accadere una cosa del genere.
Lo ammetto.
Voglio capire se anche Stella fa degli apprezzamenti del genere sui nuovi personaggi” che appaiono nel piazzale del liceo.
E poi, chi sarebbe Diego?
 
«Eccomi Matte!» si avvicina, si alza sulle punte degli stivali e mi dà un bacio sulla guancia.
«Ciao Stellina, per fortuna ci hai messo poco!» le dico con un mezzo sorriso di sollievo.
«Stavano commentando pesantemente, vero?» chiede chiaramente divertita.
«Eh già!» ammetto.
«Dovresti venire più spesso a prendermi, sai?» scherza dandomi una finta spinta.
«Appena sono in carenza d’autostima vengo, fidati!» le dico sorridendo.
Sgrana gli occhi e dice «No, davvero? Ti sei anche tagliato i capelli!»
«Sì, li ho accorciati.» ammetto in imbarazzo.
«Bhe, fratello, lasciatelo dire, stai proprio bene!» risponde.
«Smettila su! Andiamo o hai intenzione di farmi arrivare tardi all’appuntamento?»
«L’appuntamento: una questione di vita e/o di morte. Dov’è la macchina?» chiede curiosa.
«L’ho parcheggiata nella via in fondo.»
«Quindi hai intenzione di portarla a fare un giro in macchina?» le si sono appena illuminati gli occhi? Intanto iniziamo a camminare in direzione del parcheggio.
«A dire la verità non lo so, non ne ho idea. Di certo non un giro in macchina al pomeriggio.» dico certo della cosa.
«Benissimo. Hai fatto bene a prendere la macchina, sai? Almeno se fate tardi la puoi accompagnare a casa.» commenta tutta emozionata quasi saltellando.
Già, ci avevo pensato anche io. Decisamente meglio l’opzione macchina rispetto all’opzione mezzi pubblici. Così potrei addirittura scoprire dove abita.
«Vedremo che cosa accadrà.» dico io con un mezzo sorriso.
«Vedremo proprio nulla, io non vedrò nulla! Quando hai intenzione di portarla a casa?» chiede lei mettendo quasi il broncio.
«Stellina, è il primo appuntamento e tu vuoi che io la porti a casa?»
«Sì, mamma sarebbe contenta di vederti con qualcuna a casa!»
«Povera ragazza se la porto al cospetto di mamma al primo appuntamento!» e rido.
«Tanto lo farai…» cantilena lei.
«Sai, non è detto che vada così bene!» No, ma ci spero.
«Voglio vedere chi oserebbe far andare male un appuntamento con te.»
«Sei troppo fiduciosa!» siamo arrivati alla macchina, la apro e dico a Stella prima di entrare nella vettura «Sali dai, ho in mente un posticino molto carino.»
Apre la portiera e mi raggiunge chiedendo «Pizza o piadina?»
«Cosa preferisci?» chiedo io.
«Piadina! Matte, mi porti a mangiare quella piadina buonissima?»
«Direi di sì!»
«Sei il fratello più bravo del mondo!» sta facendo la ruffiana?
«Tanto paghi tu!» le dico ridendo.
«Me lo merito, sarei potuta rientrare prima a casa…» dice con aria triste.
«Non ti preoccupare Stellina. Io in mente qualcosa ce l’ho già, anche se ho paura che l’idea sia orrenda.» ammetto.
«Tu non hai mai idee orrende! Matteo, basta che fai vedere il vero te stesso ed è fatta! Crollerà ai tuoi piedi!» dice lei convinta.
«Mi fai quasi paura!» le dico.
«No, sei tu che devi essere più determinato. La vuoi?» chiede.
Annuisco.
«Bene, allora devi conquistarla, come se fosse uno stato del Risiko!» continua lei.
«Stai davvero paragonando Virginia alla Kamchatka?» chiedo incredulo.
«Ovviamente no, però, il tuo obiettivo deve essere quello della conquista suprema del mondo!»
Ora sì, mi fa davvero paura.
«Ci proverò…» ed è quello che farò.
«Bravo Matte!» risponde con un sorriso soddisfatto.
«Siamo arrivati! Parcheggio e poi finalmente si mangia!» comunico sorridendo a mia sorella.
 
«Allora, è buona?» chiedo a mia sorella che sta praticamente divorando la sua piadina.
«Oh sì, deliziosa. Tu, fratello, conosci i posti giusti.» risponde lei con un sorriso.
«Ovviamente.» dico con finta modestia addentando la mia piadina.
«Ora parliamo di Virginia, dell’appuntamento e di tutto!» mi comunica lei.
Certo, sì, ne parlerò con lei, ma prima…
«Stellina, aspetta un attimo…»
«Cosa?» chiede lei.
«Senti, ma chi è Diego?» chiedo curioso.
«Nessuno…»
«Mh, ci credo poco, sputa il rospo!»
«No, davvero! Non c’è nessun Diego, almeno non nella mia vita.» ha un’aria innocente quando lo dice.
«E allora perché le tue compagne di scuola hanno detto qualcosa a tal proposito?»
«Allora, Diego è quello che è innamorato perso di Elisa! La mia compagna di classe!»
«E allora perché loro credevano che tu stessi con lui?» Le sto facendo il terzo il grado? Amen. Voglio sapere se questo qua ha iniziato a gironzolare intorno a mia sorella.
«Perché settimana scorsa c’era lui che mi aspettava fuori da scuola e lui va a scuola qui vicino. Poi, abbiamo stabilito un piano d’attacco per lui ed Elisa! Infatti domani sera escono insieme! Non sono una piccola Cupida?»
«Mh, quindi non è uscito con te?»
«Matte, no. Sono libera e felice e attendo con ansia il principe sul cavallo bianco.»
«Prima di uscire con te dovrà passare sotto le mie grinfie, lo sai?»
«E la stessa cosa dovrebbe fare Virginia con me… Anche se mi sembra molto tenerezza. Senti, non è che la posso conoscere oggi?»
«No.» ribadisco.
«Ma dai, non è giusto!» cantilena lei.
«Stellina, la vita è ingiusta. Se andrà tutto bene, la potrai conoscere!»
«Quindi vedi di far andare bene l’appuntamento. Falla innamorare di te!» mi comunica lei decisa.
«Ci proverò Stellina…»
 
Ci proverò davvero tanto.
 
 
Ore 15:58
 
V’s POV.
 
 
Ok, ci siamo.
Ci siamo per davvero.
Non sono in ritardo.
Sono puntualissima.
Sono anche in anticipo.
Guardo l’orologio.
Di ben due minuti.
Non saranno moltissimi, ma almeno non sono in ritardo.
E spero che anche lui non lo sia.
Se no partiamo già male.
Virginia, stampati un sorriso sul viso.
Stai andando a un appuntamento, non al patibolo.
Ecco appunto.
Sorridi.
Prendo un respiro profondo.
Abbasso le spalle.
Sciolgo tutti i muscoli vicino al collo.
Rilasso i muscoli della faccia.
Sorrido.
 
Il mio sorriso si allarga naturalmente ancora di più quando lo vedo.
Lui.
Matteo.
Appoggiato a un muro di piazza Cavour.
Con lo sguardo rivolto verso il basso.
Matteo.
Lui.
Allora non è in ritardo.
No, non lo è.
Ed è lì per te, Virginia.
Per me?
Sì.
Allora è venuto davvero.
Dubitavi che ti avesse fatto uno scherzo?
Sì.
Lui.
Matteo.
Lo guardo meglio.
Sì è anche tagliato i capelli.
Per me?
Scordatelo Virginia.
Sembra, teso?
Sembra rigido, appoggiato al muro, non sorride.
Tesa come sei tu, Virginia?
No, io non sono tesa.
Ma ogni passo che compio per raggiungere lui, il cuore accelera.
Matteo.
Lui.
Ed aspetta te, Virginia.
Non ti ha vista?
No, non ancora.
Continua a guardare verso il basso.
Merda.
Devo smettere di pensare.
Ti ha vista.
I suoi meravigliosi occhi verdi sono puntati verso di me.
E sorride.
Merda.
Non può sorridere così.
Che qualcuno lo denunci.
Non può sorridere e farmi dimenticare dove sono, cosa sono, dove sto andando.
Quello lo sai.
Stai andando verso di lui.
Come minimo ora scivolo, cado, mi faccio del male serio.
I battiti accelerano.
Le guance diventano più rosse.
Il cuore sembra impazzito.
Respira, Virginia, respira.
Vado verso di lui.
Lo raggiungo.
Lo devo raggiungere.
E lui continua a sorridere.
Dio, non puoi fare così.
Sono già da lui.
Come ho fatto?
Lui si è avvicinato.
Ecco spiegato tutto.
 
Prima che i miei neuroni si cerchino e facciano qualche sinapsi collegando il tutto, Matteo è vicino a me, davanti a me e prende la parola.
«Ciao Virginia.» lui però non può dire il mio nome in quel modo.
«Ciao Matteo.» gli rispondo sorridendo.
Le mie guance sono totalmente rosse.
Merda.
Anzi, merdissima.
«Sei in perfetto orario!» dice lui guardando l’orologio che ha al suo polso spostando il giubbotto.
Mai perfetto quanto lo sei tu Matteo.
Virginia stai zitta.
«Avevo scritto che alle quattro ci sarei stata, ed eccomi qui!» dico io.
Ecco che la Fiera dell’Ovvietà ha inizio.
Virginia, potevi rispondere meglio, no?
«Allora dimmi, dove preferiresti andare?» dice sorridendo Matteo.
Puoi smettere di sorridere?
Grazie.
Altrimenti i miei neuroni non lavorano correttamente.
«Credevo avessi un programma… O un qualcosa di simile!» ammetto il più sinceramente possibile senza calibrare le parole.
«Infatti ce l’ho! Ma volevo che tu scegliessi dove andare per prima. Magari avevi qualcosa da fare qui in centro. Così non ho stabilito un vero e proprio programma stile gita turistica.» mi risponde lui tutto d’un fiato.
E’ imbarazzato?
E’ imbarazzato e ha un’immensa ragione.
Volevi davvero che avesse programmato ogni piccolo detaglio?
Oh, no.
Così è decisamente meglio.
Me lo sposo questo ragazzo.
Sì, nei tuoi sogni Virginia.
Nei miei sogni fa altro.
E lo fa molto bene.
Virginia non ora.
«Uh…» sono sorpresa. «Molto… Carino da parte tua, grazie.» guance non diventate rosse ora.
«Attendo signorina, dove vogliamo andare?» dice sorridendo e allargando il braccio flesso nella mia direzione.
Oh cazzo.
Mi vuole portare sotto braccio?
Battiti rallentate ora.
Dopotutto è un appuntamento.
E come inizio è…
Sti cazzi.
E’ meraviglioso!
«Facciamo una passeggiata dai, qualcosa da fare la troveremo…» rispondo a Matteo aggrappandomi al suo braccio.
 
Mi sento al sicuro.
Merda.
Molto al sicuro.
Matteo.
Dio mio.
Come puoi essere così perfetto?
Puoi.
Eccome se puoi.
Ho deciso.
Matteo, ho deciso di scommettere su di te.
Sto scommettendo molto, però, ti prego di non fare solo una cosa.
Un’unica cosa.
Non farmi pentire delle mie scelte.
“Lui non lo farà” dice una piccola voce dentro di me.
Speriamo.
Lo spero davvero tanto.
“Lo scopriremo solo vivendo…”
 
Viviti questo appuntamento, Virginia, vivitelo davvero.
 
 
 
**
 
Buona sera e ben trovati carissime lettrici di “Inaspettatamente” aka “Schiffy”. Siamo giunti al dodicesimo capitolo. Chiedo perdono per il ritardo nell’editing ma ultimamente la vita vera prende il sopravvento e non riesco a trovare la tranquillità adatta e soprattutto il tempo per fare tutto.
 
Parliamo di cose riguardanti questo capitolo e quindi “Dov’è l’appuntamento?”. Ebbene sì, non ci sono ancora arrivata a questo appuntamento. Ho preferito spiegare e raccontare dell’ansia ansiosa di Virginia, delle sue domande, delle sue insicurezze, della sua preparazione all’appuntamento. Ho preferito così perché era come se mi mancasse qualcosa nella storia. Non potevo passare direttamente dalla fine della telefonata con Cristian all’appuntamento. Ripeto, spero che vi sia piaciuto in ogni modo. Parlando poi del POV di Matteo, ecco. Mi sono divertita come una pazza a scriverlo! In questo capitolo sono comparse di nuovo Rose e Stella e devo ammettere che sono due personaggi che mi piacciono molto. Costituiscono un supporto grande per Virginia e per Matteo, quindi mi sembrava giusto farle comparire. Un’altra cosa è che in questo capitolo, come nell’undicesimo, non compare la musica… Ma tornerà presto, ve l’assicuro!
 
Vi volevo ringraziare infinitamente per leggere Schiffy e per aver letto questo dodicesimo capitolo.
State accompagnando Virginia e Matteo nel loro viaggio e spero che vi abbiano fatto sorridere ed emozionare come fanno fare a me sempre... Mi fanno inzuccherare il cuoricino, anche quello.
 
Grazie davvero.
Grazie a te che leggi.
(Te, si, ogni te che in questo momento ti stai chiedendo se sto parlando con te. La risposta è sì! Tu, tu tu e ancora tu! Tu significa ogni persona che legge, quindi grazie. Grazie a te.)
 
Vi abbraccio forte tutti.
Grazie ancora.
 
E
   
 
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