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Autore: ness6_27    10/10/2016    0 recensioni
Perché proprio queste tra tante altre? Forse perché ci colgono in momenti in cui siamo maledettamente impreparati.
In ogni caso, "non ne caviamo un ragno dal buco".
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< M-ma adesso ci p-pensi che non so cosa s-succederà? >>

<< Non pensare ora. Devi solo avere la forza per salirmi a cavalcioni sulla schiena. >>

I due cercarono di afferrarsi a vicenda le mani, che scivolavano madide di sudore come fossero sapone. Qualche pezzo di vetro piantato nella carne dell’accasciato a terra rendeva il tutto più doloroso. Ogni stretta mancata scarnificava un lembo di pelle, e catalizzava i brividi di uno, e la fretta dell’altro.

<< Ti prego...alzami di peso...r-riuscirò a sorreggermi e ad aggrapparmi, ma non riesco...ad alzarmi... >>

<< Fai piano. Appoggiati al tavolino o al divano. >>

Una volta usciti, il solido e brullo cemento armato che li circondava in quei palazzi di periferia trasportava insensibile una statica luce dal colore ambrato, che nel cemento rendeva in un cachi proprio vomitevole.

Quella luce penetrò forte negli occhi del delirante, che non riuscì nemmeno a rimanere aggrappato.

Continuava a passargli le mani nella faccia insanguinata dal naso rotto. Aveva qualche altra ferita verso il basso: uno squarcio all’addome, uno stinco rotto. Era ridotto fin troppo male.

Tremava.

<< Vedi di muoverti, cazzo! >>

<< Ma dove p-pensi che possa andare ormai?! Non riesco nemmeno...a stare fermo. Sto tremando vero? Non me ne sto accorgendo, ma sono un fascio di nervi. E sento freddo... >>

<< Smettila! Stai tremando solo...solo perché ci siamo cacciati in questo casino! Tu credi che io non stia tremando in questo momento? È l’adrenalina, la paura, i colpi martellanti che mi sento in petto che mi fanno perdere la concentrazione, mi fanno parlare in questa maniera impazzita. Non riuscirei nemmeno a darti uno schiaffo, sbatterei la mano per terra! Guardami in faccia, ti sembro calmo o rilassato?! >>

Quello che si poteva vedere era una smorfia, un sorriso a trentadue denti che falliva nel suo tentativo di sembrare quanto meno addolcito o sincero. L’aria che passava tra i denti stretti produceva un fischio assordante che nessuno dei due riusciva però a cogliere, tanto il sangue alla testa. Gli occhi rossastri, sbarrati, una chiazza scura al centro.

<< È l’ebrezza! In questo momento siamo così euforici che potremmo alzarci in aria, toccare quella luna placida in cielo! Per questo stiamo tremando! Perché stiamo assaporando talmente tanta vita che la fisica ora come ora ci raccomanderebbe pure! >>

Quelle parole non sembravano sufficienti a calmarlo. Tanto più lui cedeva, più l’altro lo scrollava per la giacca.

<< Devi credermi! Prova a pensarci un attimo...la prima volta che hai combinato una cazzata nella tua vita? Come ti sentivi? Potente, no? Avresti potuto conquistare il mondo con la punta delle dita, sentivi direttamente l’aria che inspiravi andare a ossigenare il sangue che poi sarebbe andato a sbatterti freneticamente nelle tempie. Prova a ricordare una scena simile, a immaginarla...e guardati le mani. Tremano, no? Proprio perché c’è più vita in noi quando tremiamo che in qualsiasi altro momento! Il primo bacio, la tua medaglia, la prima scopat...no che dico! ogni scopata nella tua vita! Cosa facevi l’attimo prima? Tre-ma-vi! >>

Con la mano sporca e tremolante, lo tirò a sé, verso il basso, e gli sussurrò

<< T-tu lo sai che non è così. La vita è...routine. E tremiamo quando ci spingiamo un po’ più in alto...io tremavo perché mi sono spinto più in alto della vita. Ma ormai...non tremo p-più. >>

 
 
  
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