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Autore: Recchan8    12/10/2016    3 recensioni
"Dopo la fine ci sono sempre speranza e rinascita".
La comparsa di Master Pharoh 90 risvegliò la bella Guerriera della Morte e della Rinascita. La falce di Sailor Saturn venne puntata verso il basso e la Terra venne distrutta e ricreata, e con lei tutte le anime presenti sulla sua superficie.
Kunibert è al primo anno di università; ancora non sa di essere la reincarnazione del comandante degli Shitennou, Kunzite, e di aver ricevuto in dono dalla silenziosa guerriera una preziosa seconda possibilità.
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inner Senshi, Shitennou/Generali
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Kunibert si sentì afferrare con forza per un polso. Mackenzie lo guidò attraverso il negozio; con un salto scavalcarono la vetrina infranta e si precipitarono in strada. L'essere nero si voltò di scatto verso di loro, gli occhi che brillavano come due rubini colpiti dalla luce del sole; il suo corpo, a causa del fulmine di Mackenzie, produceva piccole e frequenti scariche elettriche.
-”Prima lo eliminiamo e meglio è”- disse la ragazza togliendosi il grembiule di dosso e gettandolo di lato. -”Sei d'accordo con me, Generale?”-.
Kunibert osservò la creatura prestando attenzione a ogni suo minimo particolare. Sentiva i muscoli in tensione e i sensi amplificati. Inspirò dalle narici la pesante tensione che aleggiava attorno a loro e si sentì, dopo tanto, tanto tempo, vivo.
-”No”- rispose.
-”No?!”- ripeté Mackenzie sorpresa.
Il mostro scattò fuori dal negozio e si frappose tra i ragazzi. Kunibert schivò il fendente con un salto, mentre Mackenzie approfittò dell'occasione per bloccare il braccio del mostro con una presa di arti marziali.
-”Sei proprio una femminuccia!”- ripeté la ragazza lanciando un'occhiata tagliente a Kunibert. Si voltò, piantò i piedi per terra e, usando il braccio dell'essere come una leva, lo fece scivolare sulla propria schiena e lo sbatté a terra. Il rumore del tonfo sordo riecheggiò nell'aria.
Per un momento le labbra di Kunibert si incurvarono in un fugace sorriso. Aveva avuto fortuna ad aver incontrato Jupiter: tra tutte le Guerriere Sailor era quella che possedeva più forza d'animo e coraggio delle altre.
-”A terra!”- ordinò Mackenzie al mostro puntandogli un dito contro. Si spolverò le mani e si voltò verso Kunibert. -”Hai visto? Non ho neppure avuto bisogno di trasformarmi. E' stata una passeggiata!”-.
L'essere, inaspettatamente, si sciolse in una pozza nera e si solidificò in posizione eretta alle spalle di Mackenzie. Kunibert scattò verso la ragazza, la afferrò per la vita e la tirò via dalle grinfie del mostro. I due rotolarono per terra per qualche metro.
-”Stai bene?”- le domandò allarmato.
Mackenzie annuì. Guardò il nemico e si morse il labbro inferiore. Forse lo aveva sottovalutato. Un corpo fatto di una sostanza in grado di passare in pochi secondi dallo stato liquido a quello solido (e viceversa) costituiva una gran bella rogna.
-”Dobbiamo costringerlo a tornare allo stato liquido”- disse Mackenzie rialzandosi. -”Solo allora i miei fulmini potrebbero avere effetto”-.
-”Trasformati”- rispose Kunibert, gli occhi grigi fissi sul mostro che, lentamente, avanzava strascicando i piedi.
Mackenzie interpretò l'ordine di Kunibert come una risposta d'assenso e alzò la mano destra verso il cielo; ancora non poteva sapere che il ragazzo dai capelli argentati, in realtà, aveva un altro piano in mente.
-”Jupiter Power, Make Up!”- gridò Mackenzie. Il suo corpo venne avvolto da brillanti e fragorosi fulmini, e quando questi si diradarono la Bella Guerriera dell'Amore e del Coraggio fece la sua comparsa.
-”Un diversivo”- disse Kunibert prima che Sailor Jupiter potesse parlare. -”Ho bisogno di guadagnare tempo”-.
Sailor Jupiter fece oscillare lo sguardo dalla creatura nera a Kunibert. Aggrottò le sopracciglia, un poco stupita dalla richiesta del Comandante dei Quattro Generali Celesti. Quando poi i suoi occhi verdi scivolarono sulle mani strette a pugno di Kunibert, capì: il giovane stava cercando di evocare i propri poteri da tempo sopiti. Sailor Jupiter si batté un pugno sul cuore, con fare mascolino, e sorrise.
-”Lascia fare a me!”-.
Kunibert la ringraziò silenziosamente. La guardò pararsi di fronte al mostro e spalancare la braccia.
-”Flower Hurricane!”-.
In mezzo a quell'uragano di petali di rose rosse Kunibert, per un momento, vide Venus danzare: i lunghi capelli dorati mossi dal vento, l'elegante e raffinato abito del colore del sole che si muoveva seguendo le linee sinuose del suo corpo, i suoi movimenti ipnotizzanti e i bellissimi occhi blu come due zaffiri che si riducevano a due fessure divertite. Avrebbe donato la sua vita pur di rivedere la sua dea.
Io te l'ho restituita a tale scopo”, gli fece notare la voce debole di Sailor Saturn.
Il miraggio si infranse e gli occhi grigi di Kunibert tornarono a vedere lo scontro tra la protetta di Giove e la misteriosa creatura dal sinistro simbolo scarlatto tatuato sul petto. Il ragazzo si guardò i palmi delle mani e, dopo aver preso un bel respiro, chiuse gli occhi. Sapeva di poterlo fare, era nelle sue capacità; si trattava solamente di ricordare come attivare i suoi poteri.
Creare una bolla contenitiva... Non dovrebbe essere così difficile”, si spronò.
Spalancò gli occhi e alzò un indice contro il mostro.
Niente.
Ci riprovò.
Ancora niente.
Sailor Jupiter, nel frattempo, era passata agli attacchi elettrici.
-”E' più resistente di quanto pensassi!”- gridò per sovrastare il fragore dei suoi fulmini.
O forse siamo noi a essere un po' arrugginiti” si ritrovarono a pensare entrambi.
-”Adesso passiamo alle maniere forti! Jupiter Coconut Cyclone!”-.
La potente sfera che Sailor Jupiter lanciò sembrò andare a segno. Colpì il mostro all'altezza dello stomaco e lo trascinò all'indietro per qualche metro. Una nuvola di polvere e detriti si alzò dalla strada e sia Kunibert che Sailor Jupiter si coprirono il volto con un braccio. La Bella Guardiana balzò all'indietro e affiancò il Generale. I due si scambiarono un'occhiata perplessa che, pochi istanti dopo, ebbe una risposta: non appena il polverone si diradò, videro il Jupiter Coconut Cyclone inglobato nell'addome del nemico.
-”Ha liquefatto solamente una parte di sé mantenendo solido tutto il resto...”- constatò Sailor Jupiter con gli occhi verdi sbarrati.
La sfera di energia ed elettricità risalì lungo il petto del mostro, attraversò la spalla e discese lungo il braccio destro, fino a piazzarsi al posto della mano.
-”Lo sta per lanciare!”- gridò Sailor Jupiter.
Ora o mai più”.
Kunibert puntò nuovamente l'indice contro il mostro e sperò di riuscire nel proprio intento. Una barriera a forma di sfera si materializzò attorno all'essere e lo intrappolò al suo interno.
-”Ci sei riuscito!”- esultò la ragazza.
Ce l'aveva fatta. Strinse i pugni lungo i fianchi e osservò la sua creazione librarsi da terra di qualche metro. Al suo interno il mostro si era liquefatto e come una prorompente onda di pece nera stava tentando di infrangere la barriera. A ogni suo colpo il corpo di Kunibert veniva scosso da lievi tremiti. Doveva concentrarsi e fare appello a tutte le sue forze per impedire al nemico di liberarsi. Mackenzie abbandonò i panni da Sailor Jupiter, si mise le mani sui fianchi e fece un grande sospiro di sollievo.
-”E adesso?”- domandò al ragazzo.
-”Voglio sapere se possiede il dono della parola”- rispose.
Mackenzie strinse le labbra e corrugò la fronte. Pensò si trattasse di un desiderio insolito da parte di Kunzite, ma lo accontentò: si avvicinò alla bolla sospesa a mezz'aria e vi diede un paio di colpetti con le nocche. L'impazzita pozza nera assunse subito la sua forma solida umanoide e si spiaccicò contro la barriera in un fallito tentativo di attacco. Mackenzie si lasciò sfuggire un gridolino di spavento e fece un balzo all'indietro. Si voltò verso Kunibert e scosse la testa.
-”Non ha nemmeno una bocca”- gli fece notare. -”Non penso sappia parlare”-.
Kunibert tentò di nascondere la propria delusione. Se l'essere non era in grado di fornire informazioni sulla sua natura, sui suoi simili o su di un eventuale “capo”, costituiva solo spazzatura inutile. Mackenzie vide gli occhi grigi del ragazzo adombrarsi, ma prima che potesse impedirgli di compiere quel gesto troppo impulsivo era già troppo tardi: Kunibert alzò la mano destra verso la barriera e la chiuse di scatto; la bolla si rimpicciolì di colpo, stritolando al suo interno la creatura nera, fino a scomparire nel nulla. Mackenzie spalancò gli occhi e aprì le braccia, totalmente contrariata.
-”L'hai detto tu stessa che non poteva parlare”- le fece notare Kunibert con leggerezza.
-”Però...!”- provò a ribattere.
Kunibert coprì in pochi passi la distanza che li separava e le posò pesantemente una mano sulla spalla; Mackenzie trasalì a quel contatto.
-”Devi raccontarmi ciò che sai”- le ordinò con voce ferma.
Mackenzie abbassò lo sguardo a terra.
-”Non c'è molto da dire... Per giorni e giorni ho sentito dentro la mia testa la voce di Sailor Saturn. Allora non l'avevo riconosciuta, non avevo alcuna memoria delle mie vite passate. Ho compreso tutto solo nel momento in cui ti ho sfiorato. Il contatto con te mi ha illuminata: so chi sono e so cosa è successo in passato...”-.
-”Mi stai dicendo che non hai la più pallida idea di dove si trovino le altre Guerriere?”-.
Mackenzie scosse la testa.
-”E tu non sai dove siano i tuoi compagni?”- gli domandò con un velo di tristezza nella voce. -”Dove si trovi... Nephrite?”-.

 

 

Nehemias si mise la tracolla in spalla e uscì dal bar tramite la porta sul retro, quella riservata al personale. Fece il giro del locale e si piazzò davanti all'ingresso in trepidante attesa della collega. Attraverso la porta a vetro la vide dare un'ultima e rapida pulita ai tavoli, mettere a posto le tazzine da caffé che Nehemias aveva dimenticato nella lavastoviglie, e lanciargli una veloce e timida occhiata. Il ragazzo si ficcò una sigaretta tra le labbra e sorrise, distogliendo lo sguardo. Amava stare fermo a guardarla, lo avrebbe fatto per ore e ore, senza stancarsi mai. La giovane, dopo aver tirato giù la saracinesca, sparì nel retro e ne uscì qualche minuto dopo. Nehemias gettò a terra il mozzicone di sigaretta e la abbracciò stretta, affondando il viso nei suoi capelli azzurri. Si attorcigliò attorno alle mani le sue due code basse, la tirò dolcemente verso di sé e la baciò.
Avrebbe passato tutta la sua vita al suo fianco se non fosse stato per quella misteriosa voce suadente che da giorni continuava a ripetergli che quello che stava facendo era sbagliato.

 









NOTE DELL'AUTRICE:
Non essendo un genio nello descrivere le scene di combattimento, questo capitolo mi ha richiesto molto più tempo del previsto. Vi chiedo scusa >w< 
Finalmente Kunibert ha trovato uno dei suoi alleati, o meglio, una, che, purtroppo, non sa niente degli altri loro compagni. Nehemias è sospetto, così come la sua ragazza *ride*
Chissà che origine ha il fantomatico mostro dal simbolo scarlatto...
Grazie a tutti per aver letto anche questo nuovo capitolo :>
Alla prossima! ^^

 

   
 
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