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Autore: SayakaLatia    12/10/2016    1 recensioni
[Corrin x Elise] [Fire Emblem Conquest]
Lo smeraldino rimase un attimo paralizzato quando vide sua sorella in mezzo a tutti quei bellissimi fiori colorati. Con le sue guancette arrossate e il suo sorriso innocente e spontaneo, mentre immergeva le mani fra i petali profumati e la leggera brezza le smuoveva gli enormi ciuffi biondi, era come un raggio di sole in quel mondo impregnato dalla cattiveria. Era bellissima. Non la si poteva descrivere in altro modo. Il cuore di Mars tamburellò più veloce nel suo petto, e le sue guance divennero leggermente rosate. Cos'era? Tutto ad un tratto si sentiva felice, felice come non mai, toccava il cielo con un dito mentre la osservava sempre di più. Smaniava d'imprimere nella sua mente ogni suo gesto, ogni suo sorriso e ogni sua parola.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My sunshine in this world of darkness

-Fratellooneeee?- una voce cristallina e dolce come il miele risuonò da lontano nelle orecchie di Mars. Il principe dai capelli smeraldo era, ormai da ore, assorto nelle sue sudate carte, elaborando come sempre una strategia per la nuova, ed ennesima, missione che gli era stata affidata dal dispotico padre. Cercava di farsi meno domande possibili sulla quantità ingente di missioni che ogni volta ricadevano sulle sue spalle, ma ormai stavano cominciando a puzzargli. In ogni caso, come molto spesso gli aveva ricordato suo fratello Xander e molti altri, non aveva modo alcuno di opporsi alle sue insensate decisioni, quindi si era rassegnato ad eseguire semplicemente gli ordini. Questa battaglia in particolar modo lo accigliava, e aveva passato tutto il pomeriggio a studiare e ristudiare i dati che aveva raccolto, riuscendo a cavarci una qualche tattica. Quando sentì quella voce acuta e gioiosa sembrò rianimarsi. Si alzò di fretta dalla sedia della sua tenda e uscì, per poi essere letteralmente investito dalla sua amata sorellina sprizzante di gioia. L'impatto con cui però la biondina si lanciò nelle braccia del “fratellone” fu così forte da far finire tutti e due a terra.
-Scuuuusami fratellone!! Stai bene?- disse preoccupata Elise, guardando negli occhi Mars. Il principe restò un secondo ad immergersi in quegli occhi viola che conosceva fin troppo bene e che tanto amava, per poi scoppiare a ridere insieme alla biondina, una risata spontanea e allegra in quel mondo così cupo. La aiutò ad alzarsi e si ripulì velocemente le vesti. -Ti ho disturbato?-
-Oh no, assolutamente, è da tutto il pomeriggio che sono chiuso qua dentro, avevo decisamente bisogno di una pausa- disse Mars con un sorriso, cosa che non poteva mai evitare quando aveva di fronte a sé Elise. 
-Davvero?? Caspita, la situazione è grave! E' l'ora che la tua fantastica sorellina entri all'opera!- esclamò poi lei, afferrando la mano di suo fratello e, senza fornire nessun tipo di spiegazione, cominciando a correre e trascinarlo con lei. Il principe ormai era abituato a queste situazioni. Averebbe certamente potuto opporsi con nemmeno tanta fatica, ma ormai da tutta la vita si faceva trascinare allegramente dalla biondina ovunque lei lo stesse portando, sicuro che sarebbe andato a divertirsi. Era una cosa che andava oltre a ciò che ricordava. Aveva passato tutta la sua infanzia e adolescenza chiuso in quella dannata torre, ad allenarsi giorno e notte e, per la maggior parte del tempo, senza la compagnia dei suoi fratelli. Tranne Elise. Essendo la più piccola, molte volte i fratelli maggiori riuscivano, non con poca fatica s'intende, a convincerla a restare a casa, evitandole il pericolo di una battaglia, e non ci fu una singola volta in cui la principessa non usò quel tempo insieme allo smeraldino. Passavano giornate intere a giocare alle cose più assurde, come scappare da un'orda di mostri assassini immaginari, o rintanati nelle scuderie, dato che entrambi avevano un amore enorme per quegli animali così maestosi. Non a caso, alla fine, Mars aveva scelto di diventare cavaliere pegaso. In ogni caso, il principe era legato profondamente a quell'esserino così spensierato, forse più di quando immaginasse lui stesso. La recente scoperta che aveva fatto sulle sue vere radici l'aveva scioccato, e molto. All'inizio gli era sembrato come se tutto quello che aveva vissuto fin'ora con loro fosse stata solo mera illusione; solo dopo aveva realizzato che con tutti i suoi fratelli aveva una connessione profonda, che faceva di loro i suoi veri fratelli, o almeno spiritualmente. Però, quando guardava Elise, consapevole di questo fatto, sembrava quasi che si fosse sollevato di un peso enorme, chissà quale però. 
Finiti i suoi infiniti pensieri, finalmente la principessa si fermò, voltandosi a guardarlo con un sorrisino soddisfatto. Dietro di lei i loro cavalli, strigliati e sellati, stavano brucando allegramente. Mars la osservò con uno sguardo interrogativo.
-Che ne dici di una bella corsetta? Chi perde è una patata lessa!- esclamò lei, per poi balzare in groppa al suo cavallo e partire al galoppo.
-Ehi, ma così non vale!- gli aveva gridato dietro il principe, sorridendo d'istinto e, montato in groppa del suo fido destriero, era partito più veloce che mai a rincorrere la sorellina. Tutti e due s'impegnavano in scatti e balzi, riuscendo quasi a dimenticarsi la depressione del loro mondo ma soprattutto ridendo, ridendo come mai Mars faceva senza Elise, la sua amatissima Elise. Così, quando i loro cavalli sbuffarono accaldati, i due si fermavano, ridendo e scherzando fra loro su chi avesse vinto la sfida, e come sempre la spuntò la biondina. Scesero in un bellissimo prato fiorito e si sedettero lì, in attesa che i loro cavalli si riprendessero. Lo smeraldino rimase un attimo paralizzato quando vide sua sorella in mezzo a tutti quei bellissimi fiori colorati. Con le sue guancette arrossate e il suo sorriso innocente e spontaneo, mentre immergeva le mani fra i petali profumati e la leggera brezza le smuoveva gli enormi ciuffi biondi, era come un raggio di sole in quel mondo impregnato dalla cattiveria. Era bellissima. Non la si poteva descrivere in altro modo. Il cuore di Mars tamburellò più veloce nel suo petto, e le sue guance divennero leggermente rosate. Cos'era? Tutto ad un tratto si sentiva felice, felice come non mai, toccava il cielo con un dito mentre la osservava sempre di più. Smaniava d'imprimere nella sua mente ogni suo gesto, ogni suo sorriso e ogni sua parola. Fino a qualche tempo fa si, le voleva un gran bene, ma ultimamente le cose stavano cambiando. Ogni volta che lei lo chiamava “fratellone”, cosa che faceva da tempo immemore, sentiva come un piccolo stiletto pizzicargli il cuore, ma non capiva il motivo. Ogni volta che la vedeva sorrideva e non voleva pensare ad altro che a lei. Che si fosse... innamorato di lei? Il pensiero gli sembrava così strano; ormai aveva passato una vita a considerarla la sua sorellina, ma dopo i turbolenti eventi con la famiglia Hoshidese si era reso conto che non erano fratelli di sangue, e questo voleva dire che se avessero una relazione non ci sarebbero stati problemi... no? E in ogni caso si sentiva pronto per affrontare pure il suo pazzo “padre” di persona. 
-Fratellone? Fratellone mi sentii?- la vocina squillante di Elise lo riscosse dai suoi pensieri, accompagnato da un leggero sobbalzo. La principessa lo guardava incuriosita, con le mani misteriosamente nascoste dietro la schiena.
-Scusami Elise, ero assorto nei miei pensieri- le rispose Mars, con una risatina. Il candido viso di lei si allargò in uno dei suoi bellissimi sorrisi, e con un balzo felino gli appoggiò sulla testa qualcosa di morbido e profumato.
-Ti piace?- chiese con i suoi grandi occhioni spalancati ad osservarlo. Quando il principe tastò l'oggetto sopra la sua testa riconobbe facilmente una coroncina di fiori accuratamente intrecciata. Frettoloso la prese e la osservò, meravigliandosi della cura con cui la sua sorellina aveva disposto i vari tipi di fiori e colori.
-Elise ma è bellissima!- esclamò guardandola.
-Yuppii! Sono così felice che ti piaccia! Felicissimissima!- gridò felice per poi balzargli al collo. Rosso in tutta la faccia ma fortunatamente celato alla ragazza, Mars la strinse a sé, godendosi il tepore di quel piccolo corpicino stretto al suo, godendosi il suo profumo che lo circondava, il suo piccolo cuoricino che batteva contro il suo petto. -Ti voglio bene fratellone- gli sussurrò la bionda. Lo smeraldino fece un leggero sospiro, quel “fratellone” gli aveva bruciato leggermente, come aveva già cominciato a fare da un po'. Era palese ormai, si era innamorato di lei. Ma come era altrettanto palese, lei non sembrava nemmeno pensare ad un tipo di relazione del genere con lui. Dopotutto lui era il... “fratellone”. Quella parola cominciava ad innervosirlo.
-Anche io ti voglio bene Elise- le sussurrò. Più di quanto immagini pensò poi fra sé e sé.

Mars squadrò con occhi abbastanza critici l'edificio davanti a lui. Piccolo e semplice, con il tetto che tendeva ad un colore rosato e le pareti esterne perennemente scure, come tutti gli edifici che contornavano la sua base. Al centro svettava un enorme cartello con dipinto sopra “Negozio di Accessori”. Certo, non era come l'armeria o le terme, ma comunque un edificio utile a far distrarre i soldati dal ritmo opprimente delle battaglie e farli divertire un po'. E poi glielo aveva chiesto Elise, quindi per il principe era diventato una priorità.
-Cosa ne pensa, signore?- gli chiese Jakob al suo fianco, con il suo solito portamento elegante e la sua divisa da maggiordomo.
-Perfetto, ottimo lavoro Jakob, come sempre- gli disse, con un'amichevole pacca sulla spalla. -Ora ho degli impegni, ci vediamo dopo!- concluse in fretta, per poi recarsi velocemente in un luogo a lui assai familiare. Fermo davanti alla tenda di Elise, sorrideva come un bambino, emozionato per la sorpresa che stava per fare alla sua amata. Era strano pensarla così, ma ormai ci si stava abituando. -Toc toc?-
Una piccola testa con due lunghi ciuffi biondi sbucò dai lembi della tenda.
-Fratellone! Che bello vederti!- esclamò uscendo completamente e avvinghiandosi allo smeraldino. Mars ignorò il fratellone mordicchiandosi la lingua e si concentrò a stringerla.
-Sei impegnata?- le chiese.
-No, perché?-
-Vieni, ti porto in un posto che ti piacerà- le disse, prendendo la piccola mano della ragazza nella sua, molto più grande, e trascinandola con delicatezza verso la meta, come faceva sempre lei stessa. Elise rideva come non mai, stringendo con forza la sua mano e seguendolo con passo svelto, ma quando vide davanti a lei il negozio di accessori, si fermò di colpo, con gli occhi violetti spalancati dalla meraviglia. Poi si girò a guardare negli occhi il principe, come se gli stesse chiedendo se quell'insegna fosse un sogno. Alla visione di quegli occhi così gioiosi e felici, il cuore di lui fece qualche capovolta. Vederla così felice e piena di meraviglia era tutto ciò che chiedeva. 
-Ma tipo... posso entrare??- chiese alla fine Elise con la voce traballante.
-Certo che pu...- Mars non riuscì nemmeno a finire la frase che, dopo due urletti esuberanti, la bionda lo afferrò con tutta la forza che aveva e lo trascinò con lei nel negozio. Dentro c'era davvero di tutto. Merli, merletti, cappelli, code finte, maschere e molto altro. Gli occhi della ragazza brillavano dalla gioia e, senza dire nulla, si precipitò in mezzo ad uno scaffale altissimo di fiocchi di ogni sorta. Il principe ridacchiò, lo sapeva fin dall'inizio. Dopotutto, i fiocchi erano la passione di sua sorella.
-Mars li vedi anche tu? Non sto sognando vero?- disse, mentre scorreva gli occhi su ogni modello e colore per scegliere i migliori. Non lo aveva chiamato fratellone. Lo smeraldino sorrise come non mai, al sentirti chiamare per nome dalla sua amata. Non aveva mai provato quella sensazione, ed era bellissima. Vederla tutta intenta nello scegliere e provare una numerosa... numerosissima caterva di fiocchetti gli scaldava il cuore. Niente battaglie, sangue, sudore e disperazione, solo... la pace e l'innocenza di un gesto quotidiano, che da molto non vedeva. La spensieratezza bambina della sua amata Elise, in quei gesti così semplici che faceva. Si soffermò ad osservarla, in ogni particolare. La chioma fluente bionda, sempre ordinata in quei mastodontici ciuffi, il corpicino esile e minuto che gli mozzava il fiato più di qualunque altra forma femminile che vedesse (molto probabilmente dopo una vita passata con Camilla appiccicata ne aveva avute anche abbastanza, di forme), il suo visino angelico sempre impegnato in un qualche sorriso che rianimava le persone intorno a lei di luce, ma soprattutto i suoi occhi. Quelle bellissime perle violette incastonate nel gioiello prezioso che era lei. Non smetteva mai di perdercisi, in quegli occhi. Così sereni e puri, senza nessuna malizia o un qualche tratto adulto. Erano ancora giovani e ingenui, come li amava lui. Senza accorgersene era arrossito di nuovo, era troppo concentrato su di lei per capirlo. I suoi pensieri s'interruppero quando notò che Elise non era più intenta ad agitarsi qua e là sommersa dai fiocchi, ma era ferma davanti allo specchio ad osservarsi con uno sguardo incantato.
-Tutto bene El...- quando osservò anche lui lo specchio rimase di cera. Due elegantissimi fiocchi neri erano legati ai lati della testa della bionda, in cima ai suoi boccoli. Erano molto grandi, con un fermaglio in mezzo composto da un complesso merletto bianco ed una perla lucida che svettava in mezzo. Semplici, anzi semplicissimi, ma addosso alla piccola ragazza erano il miglior accessorio mai visto. Sembrava fossero stati cuciti addosso a lei, tanto la risaltavano. -... sei bellissima, Elise- riuscì infine a sussurrarle Mars, quando poi si rese conto di ciò che le aveva direttamente ed esplicitamente detto. Avvampò dalla punta ai piedi. Elise si voltò e lo guardò, le guancette leggermente rosse e un sorriso più timido degli altri dipinto meglio di qualunque altro quadro.
-Grazie Mars...- disse, lo sguardo puntato a terra e sempre quell'inconfondibile sorriso. D'istinto, il principe posò una sua mano sulla guancia della ragazza, sollevandole dolcemente il viso. I loro occhi si fusero insieme, timidi, incerti ma innamorati. Il cuore del ragazzo aveva cambiato ritmo, e ora martellava forte nel petto, ma quel momento di dolcezza e intimità fu interrotto dalla commessa, che apparve dal nulla alle loro spalle.
-Posso aiutarvi?- chiese. I due sobbalzarono e si allontanarono di un passo, imbarazzati e rossi dalla punta dei piedi a quella dei capelli.
-Ah no, grazie, li stavo provando e basta. Fratellone, vado a vedere i cappelli!- esclamò Elise slegandosi velocemente quei bellissimi fiocchi e scomparendo nel reparto accanto. L'ennesimo “fratellone”. Mars sospirò di nuovo. Era ufficiale, ora odiava quella parola. Ma osservando i fiocchi abbandonati sul bancone, al principe venne un'idea a dir poco geniale che lo fece tornare allegro. 
-Me li impacchetti di nascosto, ecco i soldi- sussurrò porgendole il denaro alla commessa, che complice prese i fiocchi e sparì dietro al bancone del negozio. Intanto la biondina era troppo intenta a provarsi i cappelli per accorgersene, e noncurante venne raggiunta dallo smeraldino, che la guardava ridacchiando come se niente fosse. Quando ritenne di aver provato quasi tutti gli oggetti dentro a quel negozio, decise che forse era il momento di uscire. Il principe, fingendo di discutere un momento di “roba seria”, come diceva sempre Elise, con la cassiera, prese furtivamente il pacchetto e se lo fece scivolare in tasca, per poi raggiungere a passo svelto la ragazza.
-Waa! Che negozio stupendo! Ci devo portare anche Camilla, poco ma sicuro!- esclamò la biondina con un sorriso a 32 denti.
-Oh, di sicuro le piacerebbe- le rispose Mars.
-E conoscendola cercherebbe subito un accessorio per te, che ti renda super-puccioso! Tipo una codina o un fiocchetto!-
-Già...- esordì il principe con un tono scoraggiato, suscitando le risate spontanee dei due.
-Fratellone, grazie della sorpresa ma or...-
-La sorpresa non è ancora finita, Elise- le disse il ragazzo, ingoiando anche quell'ultimo “fratellone” ma non dandolo a vedere. Prendendola per mano la portò non molto lontano dal negozio, dove il cavallo pegaso di Mars, sellato e preparato, li stava aspettando, brucando tranquillo. La principessa lo guardò interrogativo, e per tutta risposta lo smeraldino la sollevò con delicatezza e la fece montare in groppa al cavallo, cosa che fece anche lui subito dopo.
-Mars?- disse la biondina con tono interrogativo da dietro.
-Non mi avevi detto che ti sarebbe piaciuto volare?- le sussurrò il principe voltandosi a guardarla.
-Ma è successo tantissimi anni fa! Eravamo piccolissimi!-
-Pensi che me lo sia dimenticato?- un sorriso dolce ed un leggero rossore sulle gote del ragazzo accompagnarono questa frase. Elise arrossì, sorridendo anche lei e guardando in basso, come faceva ogni volta che era in imbarazzo, e il cuore di Mars accelerò. Vedere il suo angelo felice per una cosa che aveva detto lui... era indescrivibile. Si sentiva di aver realizzato lo scopo della sua vita, renderla felice. Si sentiva carico di energie, pronto ad affrontare tutto, se fosse stato per lei. Si sentiva di amarla, nel profondo del suo cuore, e nulla ormai poteva spegnere quella piccola fiamma che si stava trasformando in un incendio. -Reggiti forte!- gridò, per poi spronare energicamente il cavallo, che dopo un leggero sussultò partì immediatamente al galoppo. La ragazza tirò un piccolo urletto, avvinghiandosi allo smeraldino con quanta più forza aveva. Nascosto allo sguardo di lei, Mars si aprì in un sorriso enorme e dolce quando sentì le minute braccia di Elise avvolgerlo. Sentiva tutto il suo piccolo e fragile corpicino appiccicato totalmente a lui, come se più vicina  la ragazza fosse stata a lui, più sarebbe stata protetta da qualsivoglia pericolo, e questo lo faceva sentire come se stesse toccando il cielo con un dito. Sentiva il flusso dorato e puro della gioia invadere il suo corpo, si sentiva scaldare da un tepore puro e innocente, proveniente da quella piccola e dolce creatura che, con occhi spalancati, stava osservando l'accampamento diventare sempre più piccolo, gridando dalla gioia e dall'euforia. Continuarono a volare per un po', e quando Mars vide in lontananza la meta, cominciò ad abbassarsi di quota, accompagnato dalle risa cristalline della principessa Nohriana. Con un atterraggio morbido, i due arrivarono nel solito campo di fiori dove erano soliti passare buona parte del loro tempo, quando erano stufi di sentirsi sballottati dalla situazione in cui si trovavano. Il principe fece elegantemente scendere Elise da cavallo, porgendole la mano, e insieme a lei si sedette fra i fiori profumati, godendosi la leggera brezza che li accarezzava e l'idilliaca visione della piccola ragazza concentrata, anzi, concentratissima sulla miriade di fiori intorno a loro. Sorrise, impercettibilmente, e si mise più comodo ad osservarla, quando si ricordò dei fiocchi che, all'insaputa di Elise, le aveva comprato. Era il momento perfetto per darglieli. Quatto quatto si avvicinò a lei e fece scivolare le sue mani davanti agli occhioni della ragazza.
-Mars?- disse lei irrigidendosi, ma con un sorrisetto curioso. Non o aveva chiamato “fratellone”, tutto stava già andando a meraviglia.
-Tieni gli occhi chiusi Elise. Prometti di non sbirciare?- le sussurrò nell'orecchio. Riuscì ad avvertire un brivido che scorreva lungo la pelle della bionda, che annuì leggermente. Lo smeraldino tolse le mani, per cominciare ad armeggiare con la scatolina che aveva nascosto in tasca. Con delicatezza, legò i fiocchi sopra ai suoi enormi ciuffi biondi e violacei, sistemandoli con cura, finché non stabilì che erano assolutamente perfetti e che forse raggiungevano la metà della perfezione della principessa. Si godette il privilegio di sistemarle ancora i capelli, di sentirli, morbidi, fra le dita. Fremeva dalla voglia di abbracciarla a sé, di coccolarla e sentire ancora la sensazione dei suoi morbidi capelli sulla pelle, ma sapeva che non era ancora giunto il momento, così scostò le mani e, portate di nuovo le labbra vicino al suo orecchio, le sussurrò -ora puoi aprire gli occhi-. Elise portò subito le mani sulla sua testa, tastando leggermente le “cose” che il principe le aveva legato, e quando realizzò un gemito di sorpresa le uscì dalla bocca.
-Sono quelli neri??- quasi urlò, girandosi di scatto a guardare Mars, con gli occhi spalancati e le gote leggermente rosate. Lui ridacchiò guardandola, e la bionda si lanciò sopra di lui, facendolo finire totalmente in mezzo ai fiori. Continuò a stringerlo per un po', gridando ringraziamenti di ogni sorta con un sorriso quasi più grande di lei stessa, mentre il principe la stringeva a sé con forza, quasi non la volesse più lasciar andare, e in effetti così era. Quando lo smeraldino, a malincuore, si raddrizzò, Elise si sistemò con il capo appoggiato sulle sue gambe, e si mise a discutere e parlottare come faceva sempre con lui, nel suo modo spontaneo e buffo, cosa che faceva sempre ridere Mars fin da quando erano più piccoli. Con grande, anzi, enorme piacere, il ragazzo notò che la bionda stava cominciando a smettere di chiamarlo “fratellone”... che fosse successo qualcosa anche a lei? Che anche lei stesse cominciando a provare qualcosa di più per lui? In quel momento non ci fece caso, e continuò ad ascoltarla e parlare con lei, ma dopo un po' però la principessina assunse un tono più serio.
-Sai Mars... guardando te, Cami, Xandy e Leo e tutti gli altri del campo... a volte mi sembra di essere inutile... cioè, seriamente cosa so fare a parte curare? Sarà anche importante, certo, ma voi siete impegnati giorno e notte a pensare a nuove strategie, Effie e Arthur sono sempre impegnati a difendermi... mi sembra quasi di essere un peso per voi... ho anche provato ad esercitarmi con le armi ma... proprio non ci riesco...- disse, distogliendo lo sguardo dagli occhi preoccupati del principe. Se lo sentiva, per il principe era giunto il “momento”.
-Elise... come puoi pensare simili cose di te?- le disse, dolcemente, accarezzandole il capo. -Se non vuoi farlo per te allora fallo per me, non le pensare mai più! Ci starei troppo male-
-Ma è vero!- insistette lei, tirandosi su a sedere e guardandolo negli occhi. Dolcemente Mars portò una sua mano sulla sua guancia candida.
-Anche se non ti sembra, tu hai il ruolo più importante di tutti. Sai qual'è?- le chiese. La ragazza, con le guance arrossate, scosse la testa. -Hai mai notato che, ogni qualvolta tu ti presenti da qualcuno, chiunque esso sia, non smette mai di sorridere, o se non lo stava facendo, comincia automaticamente?-. Elise fissò il terreno, ragionando, ma quando lo smeraldino ricominciò a parlare tornò a fissarlo, attenta. -C'è un motivo ben preciso se accade. Elise, tu sei l'unica persona che riesce a riportare il sereno nelle nubi delle nostre vite. La guerra ci sta opprimendo, tutti noi, e ormai non riusciamo più a vedere la fine di questo loop infinito di battaglie e sangue ma tu... tu, con i tuoi modi e il tuo viso... tu riesci a riportarci la cosa più importante. La speranza. La speranza di ritornare alle nostre case, alle nostre vite, e di mettere la parola “fine” a questa inutile guerra. Sai bene più di me quanto odi farlo, quanto odi nostro padre quando mi affida quegli orrendi compiti. Vorrei solo scappare, e non andare a spargere ancora di più il veleno della guerra... ma poi ti guardo, e penso che devo farlo se voglio che un giorno torni la pace. Quindi Elise, non pensare mai di essere inutile, perché senza di te avremmo sicuramente già perso queste battaglie. Se ogni giorno, quando mi sveglio, trovo la forza di scendere in campo e combattere, è grazie a te-. Elise restò a guardarlo, ammutolita, e Mars si sentì avvampare. Forse aveva esagerato, o peggio... magari le aveva fatto capire i suoi sentimenti! Il suo imbarazzo però fu bloccato dalla bionda, che con uno scatto e una (strana) forza, lo strinse fra le sue braccine.
-Non... non pensavo di avere questo compito così importante...- sussurrò, tradendosi con un piccolo singhiozzo. La ragazza che amava stava piangendo sul suo petto. Non andava affatto bene. Non riusciva minimamente a sopportare quel suono, quei singhiozzi che non dovevano mai e poi mai toccare il dolce viso della sua amata. Con entrambe le mani le afferrò il volto e la fece sollevare. Le fece un dolce sorriso, e con i pollici le asciugò le leggere lacrime che stavano cominciando a rigarle il volto.
-Non voglio vedere quel broncino. Sorridimi, come solo tu sai fare. Amo il tuo sorriso- le sussurrò, dolcemente. Non riusciva a capire dove avesse trovato tutto quel coraggio. Di solito era anche abbastanza timido, riservato, e infatti era rosso fino alla punta dei capelli, ma con lei era tutto diverso. Averla accanto gli dava coraggio, coraggio di fare cose che normalmente non sarebbe mai riuscito a fare. Lo faceva stare bene, come mai stava. Lo faceva sentire vivo e felice. Anche Elise arrossì, guardandolo, e appoggiando lentamente una sua mano su quella di Mars sorrise, sorrise come mai aveva fatto fin'ora. Era un sorriso totalmente diverso dai suoi soliti. Era imbarazzato, e nascondeva un qualcosa... di nuovo, come se qualcosa la stesse iniziando a pervadere, qualcosa di molto positivo. L'amore. Il principe lo sentiva, si stava innamorando di lui, o lo era già da tempo. Quel sorriso lo colpì a fondo, sentì il suo cuore battere forte, talmente tanto forte che poteva percepirne il rimbombo in ogni angolo del suo corpo. Dopo quel sorriso così profondo la principessina schiudette gli occhi. Anche quelli furono un forte colpo per il ragazzo. Erano molto diversi, erano dolci, caldi, luminosi e non si distaccavano mai da lui, erano... innamorati. I due si guardarono intensamente, fondendosi, tuffandosi l'uno negli occhi dell'altro, ed Elise chiuse gli occhi, immobile ma rossa in ogni dove. Lo smeraldino perse un battito, sapeva bene cosa stava per accadere. Socchiuse gli occhi, mentre tutte le cellule del suo corpo tremavano ai battiti del suo cuore. Fremeva dalla gioia, non poteva credere che stesse accadendo davvero. Lentamente, si avvicinò a lei. Aveva paura che, da un momento all'altro, Elise potesse ritrarsi, scappare via e odiarlo per il resto della vita, e avrebbe dato la vita per garantire che non accadesse mai. Aveva paura, si, tanta paura, ma sentiva un'energia battere e sovrastare la paura. Erano tutti i sentimenti che provava per lei. La principessa, fin da quando erano bambini, era sempre stata il piccolo sole che faceva girare il sistema solare di Mars. Tutto quello che faceva era improntato a lei. Se doveva fare una scelta, pensava a lei. In ogni momento della sua piccola esistenza, lei dominava la sua mente. Era ufficiale, era seriamente innamorato, e questo sentimento schiacciava la paura che gli mordicchiava le budella. Fu proprio quel sentimento a spronarlo. Gli continuava a dire di far sparire quei pochi centimetri che separavano le loro bocche, e il principe aveva tutta l'intenzione di ascoltarlo. Con il cuore a mille, lentamente fece diminuire sempre di più quello spazio, mentre sentiva la piccola manina di Elise stringere la sua, come ad assicurargli che sarebbe andato tutto bene. Ma quando ormai le loro labbra avevano cominciato a sfiorarsi impercettibilmente, in lontananza echeggiò un urlo funesto di trombe. I due si separarono di scatto, scrutando in lontananza un qualche segnale che spiegasse quel suono. Per tutta risposta videro un grosso viavai di gente. Senza esitazioni Mars scattò in piedi, facendo alzare anche Elise.
-Cosa succede?- gli chiese preoccupata.
-Non ne sono sicuro... ma penso sia in corso un attacco al nostro accampamento. Dobbiamo sbrigarci Elise- senza altre parole la principessa balzò sul cavallo dello smeraldino, che la seguì a ruota, prendendo frettolosamente le redini e spronando la creatura alata, che partì a spron battuto. In un attimo si trovarono all'entrata dell'accampamento, e furono accolti da un marasma di soldati che, in fretta e furia, indossavano le armature e prendevano le armi. Mars scorse Jakob correre frettoloso e lo chiamò.
-Finalmente mio signore! I banditi hanno organizzato un attacco a sorpresa!- esclamò, agitato.
-Grazie Jakob, per ora lascia il comando a Camilla e Leo, noi li raggiungeremo subito- esordì serio, congedando il maggiordomo; poi si voltò a guardare Elise, che osservava preoccupata la situazione attorno a loro. -Elise corri anche te a prendere i tuoi bastoni e la tua armatura, ti aspetto all'entrata-. La ragazza annuì e con un balzo scese da cavallo, correndo velocemente verso la sua tenda. Lo smeraldino la osservò svanire nel tumulto di persone, con il cuore che lo punzecchiava, non volendo per nulla al mondo lasciarla da sola, anche solo per poco, ma sapeva che era necessario. Il più velocemente possibile, anche il principe si preparò e, dopo che la bionda, in groppa al suo cavallo, lo raggiunse, i due galopparono verso il campo di battaglia. Davanti a loro, un mare di soldati e amici intenti a difendersi o attaccare un esercito di banditi ben organizzati.
-Tesori, finalmente! Stavo cominciando a temere per voi! State attenti mi raccomando, o giuro che la vostra sorellona gliela farà pagare cara a queste brutte canaglie!- gli gridò Camilla dalla groppa della sua viverna, concentrandosi poi a balzare addosso ad un nemico che ebbe vita breve sotto la sua ascia e gli artigli della bestia. Anche Leo, più lontano, gli fece un cenno, concentrato nel preparare un potente incantesimo da lanciare addosso ai nemici. I due non se lo fecero ripetere e, in coppia come sempre, si unirono al gruppo. Mars, molto più motivato che mai, balzava da ogni parte, trafiggendo nemici su nemici, pur di non far nemmeno avvicinare uno di quei manigoldi al suo prezioso tesoro. Elise invece s'impegnava a sostenerlo e curarlo ogni qualvolta servisse, e, quando riusciva, a difenderlo dagli agguati nemici. Ogni bandito che osasse incrociare la spada con il principe non ne usciva vivo. Per colpa loro, il “magico momento” suo e di Elise era stato interrotto, e, a discapito dei suoi ideali pacifisti, aveva tutta l'intenzione di non fargliela passare liscia. Quando le sorti della battaglia erano quasi completamente a loro favore, da una selva dietro la principessa comparve un ninja nemico, che in un attimo disarcionò la bionda da cavallo e, dopo averla afferrata, le puntò la lama alla gola. Alla vista di quella scena e sentendo le grida disperate della ragazza, Mars si congelò. Con movimenti freddi e cinici, scese da cavallo, estraendo la sua Yato e camminando lentamente, quasi misurando ogni passo, si avvicinò.
-Altolà principe! Ancora un passo e la pelle bianca della tua principessina s'imbratterà tutta di rosso- gridò il ninja, avvicinando ancora di più la lama alla gola della bionda. Elise, disperata, gridava e si dimenava, piangendo, e invocando il suo aiuto. Una forza disumana pervase il principe, una forza infuocata e iraconda prese il comando.
-Togli immediatamente le tue luride mani da lei, inutile feccia umana- ghignò, con uno sguardo minaccioso e i muscoli contratti. Il nemico esitò un momento prima di rispondere.
-N-non penso che tu sia nella posizione di...- le parole del ninja furono interrotte da un potentissimo ruggito che squarciò il cielo. Avvolto da un fascio di luce, il corpo di Mars cominciò a cambiare, allungandosi, riempiendosi di squame dure e resistenti. Due grandi ali apparvero sul suo dorso, e i suoi arti divennero forti zampe munite di artigli acuminati, e con un ruggito che fece tremare le ossa a tutte le persone nel campo, il principe assunse la sua forma draconiana. Il nemico impallidì, e tremando tentò di fuggire dentro la selva da cui era apparso, ma gli artigli del ragazzo-drago furono molto più veloci, intrappolandolo. 
-Non ti permettere mai più, o stupido mortale, di allungare le tue zozze mani sulla purezza della ragazza che amo!- le sue parole echeggiarono tuonanti, mentre la sua furia si apprestava a scatenarsi contro quell'ormai fragile corpo. Un ruggito, un rumore sordo, e la vita del ninja terminò lì. Il drago restò  per un momento immobile, tremante, a fissare ossessivamente, ansimando, il cadavere del nemico. Troppa era stata la potenza con cui l'ira lo aveva pervaso, nel vedere il fragile corpo della sua amata nelle mani di quel soldato. Non si era nemmeno reso conto di quello che aveva detto e fatto, tutto gli era uscito automatico, dettato dall'ira. In un ennesimo fascio di luce, Mars tornò ad essere il Mars che tutti conoscevano e, pervaso dai tremori, rimase per qualche minuto immobile, cercando di riacquistare lucidità. Quando finalmente comprese cosa fosse accaduto e la testa gli smise di girare, si raddrizzò. Non gli era mai capitato di essere così sopraffatto dall'ira, ed erano ormai mesi che non assumeva più la sua forma draconiana. Nemmeno alla vista della morte di sua madre, Mikoto, era stato così tanto furioso. Dopo aver ragionato su questi fatti si ricordò una cosa fondamentale, anzi, vitale. Elise. Si voltò di scatto, e la vide, seduta a terra che lo fissava con le lacrime agli occhi. Ora si che aveva paura. Tanta paura. Paura di aver rovinato tutto con quel suo gesto animalesco e bestiale, con quella sua furia cieca. E soprattutto aveva paura che le parole che aveva detto in quel momento di totale accecamento avesse sancito la fine del suo rapporto con Elise. Lo vedeva, era spaventata, atterrita, e non muoveva un muscolo. Certo, quelle parole erano vere, verissime, ma le aveva dette con la rabbia nell'animo, e si era ripromesso che gliele avrebbe dette con calma e in un momento opportuno, non così. Tremando mosse qualche passo verso di lei.
-Elise... Elise scusami, non era mia intenzion...- le sue parole disperate vennero interrotte dalla ragazza stessa. Si tirò subito in piedi e, incespicando nei suoi piedi, corse verso di lui lanciandosi in braccio allo smeraldino. Piangeva a dirotto, stringendosi a lui.
-Ho avuto tanta paura Mars, tantissima. Avevo paura che mi avrebbe ucciso, grazie di avermi salvata- disse, interrotta dai singhiozzi, affondando le sue dita minute nella schiena del principe. Lui restò allibito. Pensava che sarebbe scappata via, che lo avrebbe guardato male e che non gli avrebbe mai più rivolto la parola, ma al contrario lei si era gettata nelle sue braccia, lo aveva cercato subito, non lo aveva abbandonato. La paura lasciò spazio alla felicità, mentre la stringeva al suo petto.
-Scusami, non avrei dovuto reagire così... l'ira mi ha accecato, vederti così... mi ha mandato in bestia, non sono riuscito a controllarmi...-
-Non importa Mars, mi hai salvata. Questo è l'importante. Grazie...- sussurrò, continuando a piangere. 
-Avanti... non c'è bisogno di piangere così, è tutto finito...- la consolò, cullandola fra le sue braccia. Le sollevò il viso e le asciugò, delicatamente, le lacrime, come se fosse il più prezioso e delicato dei tesori, come se ad un gesto leggermente più svogliato si potesse rompere. Quando finì di pulirle il volto la guardò nei suoi occhi rosati, serio. -Ti prometto sulla mia stessa vita, Elise, che ti proteggerò sempre, in ogni momento della tua vita. Metterò a rischio la mia esistenza, pur di garantire la tua incolumità. Non temere, sarò per sempre vicino a te a proteggerti- le sussurrò, accarezzandole la guancia. La principessa, con gli occhi gonfi, ricominciò a piangere, nascondendo il viso sull'ampio petto dello smeraldino. Lui non fece altro che tenerla stretta a sé, carezzandole la schiena e la testa, sussurrandole parole dolci e confortevoli. Ne era sicuro, certo che avrebbe mantenuto quella promessa. Lo aveva sempre fatto, di proteggerla, ma ora lo avrebbe fatto anche più di prima. Non poteva permettere che qualcun altro posasse mai le mani su quel suo corpo angelico e puro. Nessuno poteva toccarla, nessuno a parte lui, e nessuno si poteva permettere di far nascere in quella così perfetta creatura singhiozzi e paura. La sua amata... già, stava stringendo la sua amata. Poteva sentire il tepore del suo corpo contro il suo, il suo dolce profumo, la sua pelle liscia, i suoi capelli morbidi, il suo respiro... e tutto ciò lo portava ad un livello superiore. La strinse ancora di più e posò le labbra sul suo capo, circondandola, come a ricordarle che lui l'avrebbe protetta, sempre. Perché lui l'amava, e glielo avrebbe fatto capire molto presto.

Nervoso, teso ed emozionato, Mars si sistemò per l'ennesima volta la sua maglia. Controllò nuovamente l'enorme mazzo di fiori sulla sua scrivania. Rose, principalmente, di ogni colore, contornate da altri fiori di colori variopinti e allegri, il tutto tenuto con un vistoso fiocco rosa, il colore preferito di Elise. Si guardò allo specchio, sistemandosi velocemente i capelli verdi, e frugò nella tasca. Prese la piccola scatolina di velluto e la aprì. L'anello era perfetto e intatto. Al centro spiccava una bellissima pietra rosa-violacea, contornata da un gioco di argenteria che formava semplici e finissime volute intorno al gioiello. Richiuse la scatolina, la rimise in tasta e, preso un bel respiro, afferrò il mazzo di fiori e uscì dalla tenda. Gli tremavano le gambe come non mai, aveva il cuore a mille mentre ripercorreva l'ormai familiarissimo percorso che lo avrebbe portato alla tenda della principessa. Dopo due tende una svolta a destra, poi una a sinistra, un'altra a destra e si sarebbe trovato davanti quella tenda oramai tanto familiare. Ormai non poteva tornare indietro, e non voleva nemmeno. Si era accordato con Camilla per riuscire a trovare Elise, sola, nella sua tenda per il tramonto, e oramai il sole aveva cominciato a tingere il cielo con i suoi dolci colori rossi. Non sapeva quale sotterfugio avesse usato sua sorella per riuscire a convincere la bionda a restare nella sua tenda, dopotutto era una ragazza estremamente vivace e passava la maggior parte del suo tempo saltellando per il campo a portare il buonumore, ma, come si dice, meglio non metter mai becco fra sorelle. La cosa importante, ora, era che si trovava lì, davanti all'entrata della tenda della principessa, con un mazzo di fiori più grande di lui, e sentiva la sua dolce voce canticchiare allegra dall'interno. Con voce tremante, finalmente parlò.
-Elise? Posso entrare?-
-Certo Mars! Entra pure!- gli rispose. Quando varcò la soglia, sentì Elise emettere un grido di sorpresa davanti a quell'enorme mazzo di fiori. 
-Sono per me??- chiese, estasiata osservandolo con occhi spalancati.
-Eh già! Ti piacciono?- disse Mars, che ebbe come tutta risposta un altro gridolino di gioia accompagnato dalle sue braccia attorno a lui. Poi la principessina prese il mazzo e lo sistemò accuratamente sulla scrivania.
-Dopo gli cerco un vaso e dell'acqua. Sono bellissimi!!- esclamò, osservandoli e accarezzando la corolla delle rose, che Mars sapeva essere i suoi fiori preferiti. -Grazie mille Mars!- disse nuovamente, avvicinandosi a lui e dandogli un leggerissimo bacio sulla guancia. Il principe perse un battito, poi ricominciò a respirare, rosso come un peperone. -Come mai questo regalo?- gli chiese, in piedi davanti a lui e con il suo solito sorriso dolce e puro, che da un po' ormai era diventato diverso quando lo faceva a lui.
-Beh... è che oggi è un giorno molto speciale...- cominciò a dire lui, emozionato e tremante.
-Come mai? Non è il mio compleanno... e nemmeno il tuo...- ragionò Elise.
-No no, non è un compleanno... è che volevo chiederti una cosa... molto molto importante Elise- 
-Dimmi pure, lo sai che puoi dirmi tutto- gli disse, con il suo solito sguardo innocente. Lo smeraldino, rosso dai piedi alla punta dei capelli, prese un grosso respiro e cominciò a parlare.
-Vedi Elise... ti ricordi quando abbiamo fatto quel discorso nel prato accanto all'accampamento? Oppure durante lo scontro con i banditi?- disse, tutto d'un fiato.
-Certo che lo ricordo... ma come mai sei tutto rosso? Non è che hai la febbre?- chiese lei, innocentemente.
-Ehm... lascia perdere, sto bene, ma... ti ricordi... quello che ti ho detto?- balbettò, teso vedendo che lei non capiva dove volesse andare a parare.
-Si certo che me lo ricordo, sei stato molto carino e...- la principessa continuava a non capire, parlando tranquillamente come se non fosse successo nulla, e questo non faceva altro che accrescere la tensione di Mars. Balbettò ancora per un po', cercando d'indirizzarla sulla strada giusta, ma con scarsi risultati. Alla fine si decide ad andare dritto al punto. Le afferrò delicatamente le spalle, guardandola dritta negli occhi e prese un bel respiro.
-Mars... tutto bene...?-
-C'è una cosa che voglio dirti da tempo Elise. Tu sei sempre stata la mia dolce sorellina, ti ho sempre amata come se lo fossi realmente, a discapito di quali fossero in realtà le nostre vere parentele o non parentele... ma da tempo, ormai, ciò che provo per te è mutato, non è più quel sentimento che ho provato per tutti gli anni in cui siamo cresciuti insieme- fece una pausa. La principessa era immersa nei suoi occhi e lo guardava interrogativa, con le guance leggermente rosate. Stava cominciando a capire. -Da quando ho scoperto che non siamo realmente fratello e sorella... no, già da prima, io nutrivo dei sentimenti... forti per te, Elise. La tua purezza, la tua spensieratezza continuavano a colpirmi, ogni giorno di più. Ma per tutto questo tempo ho sempre cercato di sopprimere quei sentimenti. Ti credevo mia sorella, e non potevo minimamente sognarmi di provare qualcosa del genere per una mia parente! Ma ora... dal momento in cui ho appreso la verità... non sono più riuscito a soffocarli. Ogni tuo gesto, ogni tuo sguardo mi fa battere il cuore ogni giorno di più. Non posso più immaginarmi una vita senza le tue risa, i tuoi gesti... e i tuoi sorrisi...- sollevò una mano dalla spalla e, delicatamente, gli accarezzò la guancia. Stava di nuovo tremando, ma ormai era arrivato al punto di ritorno, doveva dare il tutto per tutto. La bionda, dal canto suo, era totalmente arrossita, ormai consapevole di cosa stesse dicendo, ma non stava cercando di ritrarsi da quella dolce presa in nessun modo. Il principe prese un respiro più profondo degli altri. Doveva dirglielo. -Io... io ti amo Elise. Ti amo dal profondo del mio cuore, ti amo ogni giorno di più, ti amo in ogni concezione dell'amore... ti amo da troppo tempo. Amo ogni tuo singolo dettaglio, ogni tuo cenno, movimento o parola. E anche se fossimo davvero fratello e sorella beh... non m'importerebbe. Non cambierebbe il fatto che ti amo- disse, in un fiato. Riusciva a sentire il piccolo cuoricino della ragazza che batteva all'impazzata mentre lei, totalmente rossa, continuava a guardarlo, ora dolcemente. -Lo so che potrai non ricambiare i miei sentimenti e continuerai a vedermi come il tuo fratellone, ma i...- Mars venne interrotto nella sua “orazione” dalle piccole dita di Elise.
-Certo che sei proprio sciocchino, Mar-Mar!- disse, con quella sua voce dolce e spontanea. Il ragazzo restò ammutolito. -Non c'è bisogno che tu ti crucci oltre, perché anche io ti amo, Mars. E anche io lo faccio da tanto tempo, ormai, ma non potevo manifestartelo chiaramente, chissà cosa avrebbero pensato Cami, Leo e Xandy! Ma sono sicura che lo accetteranno tranquillamente, e ora che te lo posso dire... ti amo!- disse infine, spensierata, sincera e con quella sua dolce voce angelica.
Il principe non riusciva a credere a ciò che aveva appena sentito. Rimase a guardarla, attonito, cercando un qualche segnale sul fatto che avesse mentito fino a quel momento. -Heeeey? C'è qualcuno lì? Elise chiama Mars!- scherzò la ragazza, scuotendogli leggermente la testa. Per tutta risposta lo smeraldino la prese in braccio e cominciò a farla roteare, felice, ridendo come non mai e stringendola a sé. Ora poteva fare il passo finale. La rimise a terra e, senza dire una parola, s'inginocchiò davanti a lei. Elise aveva capito, e si portò le mani alla bocca, mentre piccole lacrime cominciarono a formarsi agli angoli delle sue guance.
-Ora te lo posso chiedere, finalmente. Mia piccola e dolce Elise...- disse lentamente, scandendo le parole, mentre tirava fuori dalla tasca la scatolina e l'apriva davanti alla bionda. -... vuoi farmi il grandissimo onore di diventare la mia amata sposa?- le chiese, sorridendole come solo lui le faceva. La principessa scoppiò a piangere dalla gioia e si lanciò al suo collo, stringendolo, gridando quel “sì” che fece fare le capriole al cuore del ragazzo.
-Ti amo Mars- gli disse, stringendolo.
-Ti amo anche io, mia piccola Elise-  le rispose il principe. Lentamente Elise si sollevò, osservandolo, ancora rossa e bagnata di lacrime. Ridacchiando, lo smeraldino le asciugò le lacrime con le dita, accarezzandole la guancia. Poi si fecero ambedue seri e, socchiudendo gli occhi, le loro labbra si unirono finalmente in quel tanto desiderato bacio, un bacio puro, soffice e profondo che unì definitivamente le anime dei due, sigillando così il loro profondo amore.

Mars aveva il cuore in gola. Non era solito portare vestiti così eleganti, e infatti si sentiva come un pesce fuor d'acqua, ma in quel momento non gli interessava. Ora era concentrato solo su una cosa. Aveva lo sguardo fisso sulla fine della navata, se così si potesse chiamare, e stava aspettando che il suo bianco e puro angelo facesse la sua entrata. Davanti a lui l'intero esercito, vestito di tutto punto, aspettava trepidante la cerimonia. Avevano deciso di celebrarla nel loro personale prato, dove avevano trascorso quasi tutti i momenti più intensi della loro relazione, quindi avevano sistemato numerose sedie, addobbate con qualche fiocco, per i loro amici e un arco di rose rosse e rosa nel luogo dove ora si trovava il principe, aspettando la sua principessa trepidante. Jakob, vestito adeguatamente e in piedi al fianco di Mars, era stato eletto come “sacerdote” dell'occasione, e immediatamente dietro di lui Camilla e Leo, sorridenti, che lo guardavano, quasi fieri del loro piccolo fratellino. Finalmente si vide un drappo bianco fare la sua comparsa. Quando la vide riuscì a stento a rimanere in piedi. Elise, la sua Elise, con indosso un abito bianco degno di qualsiasi angelo e un piccolo bouquet di rose in mano, camminava lentamente verso l'altare, affiancata da Xander. Bellissima, splendida, mozzafiato e tanti altri aggettivi non sarebbero bastati per descrivere la sua perfezione. Sembrava di vedere una dea scesa in terra, che ora camminava lentamente spargendo meravigliosi sorrisi a tutti. Era rossa, come lo era Mars, e non mancava mai di immergere il suo sguardo in quello di lui. Arrivata al suo fianco, Xander si andò a sedere accanto ai fratelli, con un piccolo e celato sorriso allo smeraldino. Cominciarono le parole solenni del sacerdote, ma in quel momento il ragazzo non riusciva a seguirle. Era troppo concentrato dalla bellezza e perfezione della creature che ora stava al suo fianco. Elise alzò il viso e gli sorrise, come solo lei sapeva fare, timidamente ma spontaneamente. Un velo di candore e purezza l'avvolgeva, insieme con quell'abito così perfetto per lei e quel velo impalpabile che le cingeva la nuca. I capelli, raccolti appena sulla testa, ricadevano poi in una cascata bionda e violacea, piena di piccoli diamantini bianchi. Lo strascico, lunghissimo, le faceva da coda e da termine della sua perfezione, che per il principe invece non aveva fine. In poche parole, perchè, per Mars, non c'erano parole mortali giuste per esprimere tutte queste emozioni, era utopica, come un sogno che per molti rimane solamente una lontana ed impossibile speranza, ma che per il ragazzo, forse per dono divino, si era realizzato. Finalmente arrivarono le parole tanto attese dai due.
-Vuoi tu, Mars, prendere Elise come tua sposa, ed amarla e onorarla in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finchè morte non vi separi?- 
-Lo voglio- Mars accompagnò queste parole infilando lentamente la fede al dito di Elise, che continuava a sorridere.
-E vuoi tu Elise prendere Mars come tuo sposo, e amarlo e onorarlo finchè morte non vi separi?-
-Lo voglio- anche lei ripeté il gesto del compagno, infilando delicatamente l'anello al suo dito, e intrecciando la mano con la sua in un gesto affettuoso e puro.
-Allora vi dichiaro marito e moglie. Mars, puoi baciare la tua sposa-. Con queste parole il principe sollevò delicatamente il velo, facendolo ricadere dietro la nuca della bionda, e le poggiò una mano sul volto.
-Ti amo, amore mio, finalmente mia sposa-
-Ti amo anche io, Mars-, e le labbra dei due si unirono nuovamente, come avevano fatto per i giorni precedenti e come avrebbero fatto per molto tempo a venire, in un bacio ricco di sincerità, dedizione, ma soprattutto amore.

Angoletto dell'autrice spensierata e oramai persa nei meandri dei libri:
Ciriciao a tutti!! (??)
Siii non scrivo da... un'eternità è dire poco... facciamo 2 eternità, ma finalmente (non ci sperate) sono tornata!
Questa è una fic in onore della mia sicuramente coppia preferita di Fire Emblem Conquest, ma soprattutto in onore di quella palletta coccolosa di Elise!!! Avanti, come si fa a non amarla??
Elise: sorellonaaaaaaaaa!
AMORE MIOOOOOOOOOOO *la spupazza*
Iiiiiin ogni caso non perdiamoci in giuggiole (?????). Dedico questa fic al mio grande amico Espy (SIIII FINALMENTE L'HO FINITA SPERO CHE TU MI POSSA PERDONARE), che l'ha voluta tanto tanto ma che soprattutto ama ancora più tanto tanto la piccola Elise. Trattamela bene *prende una padella*
Scherzi a parte spero davvero che ti sia piaciuta, c'ho messo tutta me stessa, come ti avevo promesso. Ti voglio bene :3
Maaaaaa spero anche che sia piaciuta a voi! Non esitate a lasciarmi un commentino o qualche critichina! Per ora vi saluto!
Ci zampettiamo in giro! :3
SayakaLatia
  
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