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Autore: Lady A    13/10/2016    1 recensioni
Mei Misaki alcuni mesi dopo la fine della calamità. I suoi pensieri, i suoi silenzi, le sue inaspettate emozioni.
[…] La Morte è parte della mia esistenza. Essa giace in me, come un piccolo oscuro germoglio, per corrompere con il suo perverso colore, la vacuità del mio occhio artificiale.
Vedo cose che dovrebbero restare celate per sempre all’umanità, per non scalfirne l’equilibrio equo, per non tramutare in pietra le loro emozioni.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kouichi Sakakibara, Mei Misaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vacua

 
Il cielo si veste di grigio; un mantello cupo e gravoso, spegne l’intera cittadina. Ancora una volta sono testimone dell’agonia del sole. Soffoca tra le nuvole, inerme e solitario.
La pioggia si riversa sulla terra umida; non basteranno giorni interi di lacrime, per ripulirla dal sangue versato, dall’innocenze corrosa per mano della calamità.
Pochi mesi e tutto avrà nuovamente inizio. Nuove morti e l’illusione per qualcuno, di una vita in realtà incompleta.
A chi toccherà stavolta?
A chi il fardello dello studente inesistente, da ignorare per la salvezza della classe?
Sono in piedi, vicino la finestra. Lo sguardo fermo nel respiro di dicembre, con le sue gocce gelide e incolori. Sono ritornata ad esistere per i miei compagni, ma in realtà, sono ancora invisibile ai loro occhi. Non che la cosa mi dispiaccia. Sono abituata alla loro indifferenza nei miei confronti, e non li biasimo per quella sete di condanna che li ha spinti a credere e a desiderare, che fossi proprio io la persona da riportare alla Morte.
La Morte è parte della mia esistenza. Essa giace in me, come un piccolo oscuro germoglio, per corrompere con il suo perverso colore, la vacuità del mio occhio artificiale.
Vedo cose che dovrebbero restare celate per sempre all’umanità, per non scalfirne l’equilibrio equo, per non tramutare in pietra le loro emozioni.
Ho visto il suo velo impietoso, posarsi sul corpo della mia triste metà, senza poter far nulla, come una tacita e incredula spettatrice; una bambola nuda e pallida ai freddi piedi della Morte. Il frutto irrazionale di questa maledizione, mi ha privato della persona più importante.
Non volevo crederci, non potevo farlo.
Forse sono morta con lei, quel giorno. Da allora ho conosciuto l’apatia, la prigione opaca e assoluta dei sentimenti. Il ruolo di studente inesistente scorreva dunque, perfetto su di me, e minimo era lo sforzo per la classe d’ignorarmi. Non avevo più nulla da perdere, ormai.
A chi poteva mai interessare la mia sorte, il dolore che cullavo dentro, i misteri che contenevo?
Uno sguardo cala su di me, d’improvviso. Un tocco leggero sul cuore, come pronto a risvegliare le mie più sopite emozioni.
Riconosco i suoi passi alle mie spalle.
«Misaki-chan?».
«Sakakibara-kun….».
Mi volto nel suo sorriso gentile, quiete.
E se l’unico in grado di vedermi fossi davvero tu, Sakakibara-kun?
Perché sembra non dispiacerti la mia vacua presenza?  
«Torniamo a casa insieme?».
Sembri non attendere altro da tutta la giornata, e mentirei se affermassi che per me è il contrario.
«Va bene».
Una risposta incontrollata come la pioggia invernale.
C’è ancora Vita in me?

 
 
  
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