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Autore: DadaOttantotto    13/10/2016    0 recensioni
Non ha senso. Non lo ha il posto vuoto in mensa, o la camera in cui non è stato toccato niente. Lui non ci è ancora entrato. Non ce la fa. I ricordi lo assalgono togliendogli il respiro, ricordi di un tempo passato che ha perso e che non può recuperare.
[Three; Accenni di Three/One e Three&Five]
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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This pain is just too real Scritta per "Piscina di prompt"
Fandom: Dark Matter
Prompt: (Orfano) "Monsters are real, and ghosts are real too. They live inside us, and sometimes, they win." (Stephen King)


This pain is just too real.


Finché si muove non lo sente.
Il sangue scorre piu veloce nelle vene, gli urla nelle orecchie, l'adrenalina lo pervade senza lasciare spazio ad altro. Le mani sono rapide, una sempre stretta attorno all'impugnatura di Buba.
Non ha tempo per pensare. Deve solo agire.
Dopo, però, quando è tutto finito, quando il resto dell'equipaggio si è ritirato nelle proprie stanze, Three si ritrova solo e allora non può più far finta di niente.
C'è qualcosa che manca, come una presenza intangibile che aleggia tra la squadra lasciandola incompleta. Sono una lista di numeri che non ha un inizio, adesso, e per lui non ha senso. Perché con One è partito tutto: è stato lui il primo a svegliarsi, il primo a trovare per loro un modo per riconoscersi. Il primo ad andarsene.
Non ha senso.
Three ci pensa mentre manda giù un'altra sorsata di whisky, di quello buono, preso 'in prestito' sull'ultimo pianeta su cui sono scesi. Forse l'alcol può sostitutire l'adrenalina, almeno in parte.
Non ha senso.
Perché, tra loro, One era il migliore. Non il miglior combattente, o il miglior tiratore. Era una persona buona che poco aveva a che fare con dei criminali. Una bontà del quale lui si è spesso preso gioco, ritenendola stupida. Ora capisce che non era un difetto. Che avrebbe dovuto apprezzarla di più. Che avrebbe dovuto apprezzare lui di più.
Non ha senso.
Non lo ha il posto vuoto in mensa, o la camera nella quale non è stato toccato niente. Lui non ci è ancora entrato. Non ce la fa. I ricordi lo assalgono togliendogli il respiro, ricordi di un tempo passato che ha perso e che non può recuperare. Ricordi di una cosa bella che avrebbe potuto avere ma che ha sempre dato per scontata. E questo lo rende nervoso, ancora più incazzato con sé stesso e con il mondo, perché è così che reagisce alla sofferenza. Facendo male a chi gli sta intorno e cerca solo di aiutarlo.
Non ha senso.
È colpa sua se One si trovava sulla Raza. Colpa sua perché apparentemente gli ha ucciso la moglie, ma non se ne ricorda. Forse non lo ha fatto, magari non lo scopriranno mai, ma Jace - no, Derrick, come diavolo si chiamava - ne era convinto. E come biasimarlo? Stando a quello che ha scoperto sul proprio passato, Three era un criminale. Uno dei peggiori. Perché non potrebbe essere colpevole anche di quello? One era in cerca di vendetta e ha trovato la morte. Tutto per colpa sua.
Non ha senso.
"Manca anche a me."
Three non solleva nemmeno lo sguardo dalla bottiglia ormai vuota. Lascia che braccia sottili e delicate si avvolgano intorno alle sue spalle, che un volto caldo gli prema contro il collo.
Non mi piace essere toccato, vorrebbe dirle; invece si aggrappa a lei come a un ancora, forse con più forza del necessario, dimenticando che è solo una ragazzina. Allora Five lo stringe più forte e lui glielo permette, di nuovo, perché a lei non ha mai potuto negare nulla.
E perché il dolore è forte, ma forse può condividerlo con qualcuno.
   
 
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