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Autore: Stella_Potter394    13/10/2016    2 recensioni
[...]Un altro giorno, ancora. Mi chiedo ancora come abbia fatto a non diventare pazzo nelle mie condizioni, credo che se non avessi avuto una ragione per resistere, qualcosa, un pensiero, a cui aggrapparmi adesso sarei già scivolato da tanto nella pazzia o, peggio, avrei chiesto pietà e allora avrei dovuto vuotare il sacco. Solo al pensiero rabbrividivo. No, non avrei mai fatto nessuna delle due opzioni a costo di morire qui, da solo, solo per proteggerli.
Come un futuro può essere cambiato. Un intreccio di ricordi, sensazioni, sguardi e sentimenti che (spero) vi sorprenderà: è la storia di Jenna e di lui. Lui che le è sempre vicino e che deve proteggerla.
entrate e scoprirete il loro mondo
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

<< Dimmelo. >>

Mi alzò il mento così che potessi incontrare la sua faccia.

<< Te l'ho detto e te lo ripeto: mai. >> ringhiai puntando i suoi occhi, sfidandolo.

<< Tu credi che non possa farti niente di peggio di quel che ti ho fato fin'ora. Ma ti sbagli. >> concluse in un sibilo. Mi lasciò andare di scatto e mi diede un calcio. Gemetti per il dolore alle costole.

Inclinò di lato la testa, sinceramente curioso. << Perché ti ostini a mantenere il segreto? Ormai so che lei è da qualche parte nel mondo noioso >> mi guardò divertito. << Per lei ho ucciso la tua famiglia. Ti ho messo in gabbia, uccellino. Eppure continui a proteggerla anche se sai che la causa di tutti i tuoi mali è quella mocciosa. Quindi mi chiedo: perché? >>

Per tutta la durata del suo discorso mantenni uno sguardo neutro, celando tutti i sentimenti che albergavano in me: furia, angoscia, impotenza e dolore. Era un mix micidiale che mi stava corrodendo le vene come veleno, un veleno che cercava di uccidermi e che a poco a poco ci sarebbe riuscito. Non risposi.

<< Come vuoi. >> disse infine guardandomi come se fossi un insetto. Fece per allontanarsi ma ci ripensò. << Pensi che sia io il cattivo, me ne rendo conto. Ma ricorda, lei può essere la vostra salvezza. Ma anche la vostra condanna. Io cerco di ristabilire l'equilibrio tra bene e male che, grazie a quell'insulso essere venuto al mondo e a quel tuo stupido fratello, si è sgretolato. >>

Vidi rosso. In quel momento non mi importò se stessi facendo il suo gioco o se fosse esattamente quello che voleva. Non mi importava.

<< Tu per avere il potere hai fatto di tutto. Hai ucciso. Hai torturato. Hai demolito le nostre città. Ma io non mi arrenderò. Fin quando avrò vita continuerò ad esserle leale. Continuerò a pensare che non tutti in quella famiglia siano marci fino al midollo. Continuerò a credere che tu sia un essere spregevole che gode nel veder soffrire gli altri. E sta pur certo che godrò anche io quando vedrò con i miei occhi la vita abbandonare il tuo corpo. Godrò. E godranno tutti perché tu sei solo un niente in questo mondo. Tu, qui, ora e sempre, non vali niente. E te lo dice uno la cui vita si è ridotta in cenere prima ancora che potesse iniziare realmente proprio a causa tua. Quindi ridi, finché puoi. >> finii il mio discorso in tono calmo, come se avessi parlato del tempo.

Vidi con una certa soddisfazione che i suoi muscoli si erano irrigiditi, che quegli occhi fino a un momento prima velati di divertimento ora erano diventati di ghiaccio.

<< Interessante. >> disse solo. << E se invece ti dicessi che tuo fratello è ancora vivo, tu cosa diresti? >>

Spalancai gli occhi. Stava bluffando, non poteva...

<< Oh sì che posso. D'altro canto tu hai creduto a quello che io volevo che credessi. Ora, facciamo il punto. Tu mi detesti, io considero la tua vita pari a quella di un moscerino. Però hai qualcosa che io voglio. Proprio qui >> si abbassò alla mia altezza e mi toccò la fronte con un dito. Mi ritrassi. << In questo cervellino che ha ancora un po' di speranza. Quindi ti do una scelta: se me la consegni io libererò tuo fratello e lascerò che la tua miserabile vita continui, dimenticando ciò che hai detto qualche minuto fa. Oppure puoi restare rinchiuso in questo piccolo e silenzioso universo per il resto dei tuoi giorni e tuo fratello continuerà a ricevere il trattamento che si merita. La sua vita è letteralmente nelle tue mani, uccellino. >> rise.

Mantenni il suo sguardo. Dannazione, certo che avrei voluto liberare mio fratello ma non potevo tradirlo. E poi...

Gli sputai in faccia. Da quanto volevo farlo. << Fa di me quel che vuoi. Io rimango delle mie idee e neppure per riavere indietro tutta la mia famiglia io tradirei la loro fiducia per aiutare te. Va all'inferno. >> dissi con disprezzo.

Si pulì lo sputo con uno scatto deciso della mano, pulendosela poi sui miei luridi vestiti.

<< Peccato. >> si alzò di scatto dirigendosi verso la porta. << Saluterò tuo fratello da parte tua. >> mi fece un sorriso crudele uscendo. Nel silenziò che seguì si sentì solo il rumore delle catene che mi legavano.

 

Mi risvegliai dal torpore in cui ero caduto e mi guardai intorno. Ero ancora fuori al cortile della scuola. Dovevo fare qualcosa, qualunque cosa per distrarmi e smetterla di ricordare.

Automaticamente ripensai al colore degli occhi di Jenna, al modo in cui mi aveva guardato e sollevando la testa verso il cielo, verso il sole, sorrisi. Un sorriso appena accennato ma pur sempre un sorriso.

Per un piccolo infinito mi ero sentito di esistere.

***

<< … E quindi questo ragazzo è sparito così? Puff? >> mi chiese scettica Ronnie seduta sul mio letto. Appena tornate da scuola lei era venuta da me dicendo che se non ci fosse stata lei, io sarei caduta in depressione pensando al gran figo che stamattina mi fissava e che mi sono lasciata sfuggire. Ovviamente dopo tanti giri di parole lei era arrivata all'argomento che più le interessava.

<< Sì. Puff. >> sbuffai mentre cercavo di riordinare. La mia stanza in quel momento rifletteva quello che avevo in testa: il caos.

<< Ma almeno era carino questo tizio? >> chiese dopo aver borbottato per un po'. Nella mia mente si fece largo l'immagine del ragazzo misterioso. Quegli occhi e quelle labbra...

Fui risvegliata dai miei sogni ad occhi aperti da un cuscino arrivatomi diritto in faccia.

Ronnie rise. << Scusa, ma avevi una faccia così assorta! >>

<< Ah si? Beh... comunque, tornando alla tua domanda... ecco, sì era molto carino. >> arrossì di botto chinandomi per nascondere la mia reazione.

<< Solo “molto carino”? >> chiese maliziosa scoppiando poi a ridere per il cuscino che le rilanciai. Io feci finta di essermi innervosita anche se un sorrisetto mi tradì.

In quel momento la porta si aprì e rivelò la figura di Matt. Era appena tornato, fino a poco tempo fa io e Ro eravamo sole in casa.

<< Cosa c'è di tanto divertente? >> chiese sorridendo. Era un impiccione, ma del resto io e Harry approfittavamo di questa sua caratteristica per i nostri piccoli ed innocenti scherzetti.

<< Niente, ma quando sei tornato? >> Ro sviò il discorso e andò ad abbracciarlo. Io e Ronnie ci conoscevamo da quando eravamo alle medie per cui era normale amministrazione vederla in casa e Matt ormai la considerava una sorella acquisita, credo che se fosse stato per lui già avrebbe fatto a cambio con lei, ma ovviamente non ne ero certa.

<< Domenica. Perché, la principessa non ti ha detto del mio trionfale ritorno? >> rise. Adoravo mio fratello, ma il fare battute non era il suo forte. Inoltre mi chiamava principessa, un nomignolo che mi accapponava la pelle se riferito a me.

<< No, non ho ritenuto importante la cosa. >> risposi spiccia con aria di superiorità. In quel momento, oltre alle risate di Matt e Ronnie sentii un'altra risata maschile. Appena accennata, roca, come se chiunque la producesse non fosse abituato a ridere.

Il suono finì presto ma l'emozione che mi lasciò non se ne andò facilmente.

***

<< Chi sei? >>

Quando vidi che non rispose mi innervosii.

<< Maledizione, dimmi chi sei una buona volta! Perché continuo a sognarti? Perché continui a perseguitarmi?! Allora? Dannazione rispondi! >> quasi urlai.

Lui rimase fermo, in silenzio, come se non avessi parlato.

<< E' per il tuo bene. Per il nostro bene. Non posso dirtelo. >> odiavo ammetterlo ma la sua voce mi destabilizzava, mi sembrava una melodia sentita miliardi di volte ma mai ascoltata realmente.

<< E allora perché continui con questi sogni?! Perché... perché' non la smetti di farmi sognare te?! Dici che è per il mio bene non sapere ma intanto continui a esserci. >> mi fermai sentendo il peso di quelle ultime parole.

<< Io ci sarò sempre per te, jenna. Ma non chiedermi di non fare quel che faccio, è il mio solo modo per... >>

<< Per? >> lo incitai.

La luce mi accecò. Misi le braccia all'altezza degli occhi e urlai.

<< Aspetta! >> Mi alzai di colpo. Avevo il respiro affannato. Mi passai una mano sulla fronte madida di sudore. Perché era sempre più reale? Perché mi ricordavo tutto, come se fosse vero? E poi che diamine significava la sua ultima frase? Più ci pensavo e più mi veniva il mal di testa.

Con uno sbuffo mi rimisi supina e rimasi a guardare il soffitto. C'erano delle stelline fluorescenti, mi piaceva guardarle prima di addormentarmi mi ricordava quando ero piccola e Matt veniva a dormire con me perché diceva che aveva paura dei mostri. In realtà ero io ad averne ma lui usava questa scusa per non farmi rifiutare: anche da piccola ero molto orgogliosa.

Ci stendevamo, guardavamo le stelline e poi finiva sempre che la mattina io mi ritrovassi a terra a causa sua. Sospirando chiusi gli occhi. Morfeo non aveva intenzione di accogliermi tra le sue braccia, immaginai. Sbuffando mi rigirai dall'altro lato del letto, l'orologio segnava le tre del mattino. Sarebbe stata una lunga notte.

***

<< Ma hai dormito stanotte? Sembri uno zombi! >> mi bisbigliò molto delicatamente Ronnie. Negai col capo. Dopo aver avuto... quella specie di sogno non ero riuscita a riaddormentarmi, quindi avevo passato l'intera nottata a rigirarmi nel letto e a sbuffare. Quando era suonata la sveglia, mi ero alzata a fatica per prepararmi. Mi sentivo senza forze, come se qualcosa mi avesse improvvisamente risucchiato le forze. Quando avevo sceso le scale per andare a fare colazione, avevo incontrato Matthew che stava per salire per venirmi a chiamare, lui mi aveva guardata come se avessi dei tentacoli al posto dei capelli e gli stessi dando da mangiare. Quando a fatica ero arrivata in classe, trascinando le mie povere membra stanche fino al mio banco, avevo rivolto sì e no quattro parole a Ro restandomene con la testa sul banco fin quando quella pazza che avevo come professoressa non era entrata sbraitando di prima mattina che dovevamo aprire il libro.

<< Sono andata a dormire alla mezza e l'ho sognato di nuovo. Quando mi sono svegliata erano le tre e n... >>

<< Signorina Rogers, grazie per essersi offerta volontaria all'interrogazione, mi ha risparmiato molto tempo. Forza, mi raggiunga qui. >> mi indicò la sedia vuota al suo fianco. Ovviamente avevo studiato ma non riuscivo a muovermi dalla sedia. Proprio me doveva chiamare quand'era tutta la classe che parlava? Mi alzai stancamente. Non avevo quasi la forza di tenermi in piedi.

Ronnie venne in mio aiuto, guardandomi preoccupata. << Professoressa ma non vede che Jenna oggi sta male? Sarebbe meglio un'altra volta, no? >>

<< Signorina Michealson non è il suo avvocato. Le suggerisco di tenere la bocca chiusa se non vuole avere una nota disciplinare. >>

Nel frattempo io ero quasi arrivata alla cattedra quando sentii un forte dolore alla testa. Il libro mi scivolò di mano. Mi accovacciai a terra con le mani sulle tempie, respirando a fatica. Riconobbi il rumore delle sedie che si muovono in fretta e tante voci ma non capii niente di quello che stavano dicendo. La mia vista era annebbiata e di tanto in tanto vedevo delle scene: un bosco, una forte luce bianca, degli occhi rossi. Una voce urlava un nome: Jonathan. Lo urlava disperatamente. Mi portai una mano all'altezza del cuore, poi fu il buio.



Il mio angolino:
Salve a tutti, signore e signori, benvenuti! Allora, intanto vi ringrazio per essere arrivati a leggere fin qui, giuro vi sono immensamente grata!
Poi vorrei dire due paroline *si schiarisce la voce* 
La frase di Jenna "[...] 
 ma intanto continui a esserci." ecco questa frase mi sta molto a cuore, perché in un certo senso è l'essenza di tutta la storia: lei può anche non sapere ma lui le sarà sempre vicino. Spero di avervi fatto capire quello che intendevo e che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie! Per tutto, davvero.
Stella* 

   
 
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