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Autore: Duncneyforever    13/10/2016    1 recensioni
Estate, 1942.
Il mondo, da quasi tre anni, è precipitato nel terrore a causa dell'ennesima guerra, la più sanguinosa di cui l’uomo si sia mai reso partecipe.
Una ragazzina fuori dal comune, annoiata dalla vita di tutti i giorni e viziata dagli agi che l'era contemporanea le può offrire, si ritroverà catapultata in quel mondo, circondata da un male assoluto che metterà a dura prova le sue convinzioni.
Abbandonata la speranza, generatrice di nuovi dolori, combatterà per rimanere fedele a ciò in cui crede, sfidando la crudeltà dei suoi aguzzini per servire un ideale ormai estinto di giustizia. Fortunatamente o sfortunatamente non sarà sola e sarà proprio quella compagnia a metterla di fronte ad un nemico ben peggiore... Se stessa.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Guerre mondiali, Novecento/Dittature
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Appena fuori casa mi siedo sulle gradinate in marmo, riflettendo sulla partenza ormai vicina di Friederick. Il biondo in poco tempo si è conquistato la mia fiducia e, seppur non voglia ammetterlo apertamente, una parte del mio cuore: sono spaventata e non voglio perderlo, ma non posso seguirlo... Non ci credo. Non credo che il destino possa essere davvero così crudele con me. Che mai avrò fatto? Trovo una persona speciale e subito mi viene strappata via, come se non meritassi l'affetto di nessuno. Fried è un soldato, deve obbedire agli ordini, e in cuor mio ho sempre saputo che un giorno mi sarebbe venuto meno; solo non immaginavo che ciò sarebbe accaduto così presto. Dopo soli due giorni abbiamo saputo ( entrambi ) della sua partenza... Curioso, nevvero? La stessa sera vedo Rudy per la prima volta e poche ore dopo lo stesso Rudy comunica noi la notizia... Che il nazista sia stato così infame da portarmelo via per avermi con sè? Ne sarebbe anche capace, quel crucco maledetto.

Ecco... Un'altra stranezza del destino! Se un'ora fa iniziavo a credere che ci fosse del buono in lui, ora sospetto del rosso e sono assolutamente convinta che in quel corpo umano si celi l'anima del diavolo. Ammetto di non sapere cosa passi per quella mente criminale, ma sono sicura che il suo improvviso cambiamento è soltanto il preludio di un piano molto ben escogitato. Un piano pensato da un'uomo che, mi duole dirlo, oltre che grande malvagità sembra possedere anche notevole astuzia. Schneider mi ricorda proprio il Joker, furbissimo nella sua pazzia, l'anti eroe per eccellenza... I due si somigliano molto, ma come non parlare del sorriso diabolico che esibiscono come un trofeo! In qualità di ragazza degli anni duemila mi sono basata su film e fumetti per costruirmi un suo identikit e sono giunta alla conclusione che egli non sia altro che un cocktail in cui sono disciolte le personalità di molti celebri antagonisti. Inizio persino a pensare che Rüdiger sia il figlio tedesco di Jack lo squartatore... A che livelli siamo arrivati, eh? 

- Sasà? - Friederick arriva trafelato, con la camicia bianca sbottonata e i capelli scomposti; il suo look hipster improvvisato riesce a strapparmi un sorriso e conoscendo Fried sono quasi sicura che lo abbia fatto apposta per risollevarmi il morale. 

- Buongiorno, caro mio! Quest'oggi ti ha vestito un surfista americano? - Sinceramente è davvero divertente vederlo così, vorrei che si vestisse sempre in questo modo... In abiti casual, senza la divisa SS. 

È così bello, con i capelli sbarazzini e il viso rinvigorito. È semplicemente se stesso. E lo adoro.

- Beh, ecco, io, emm... Avevo caldo. - Alzo lo sguardo verso il cielo e vedo dei grandi nuvoloni grigio-azzurri, probabilmente carichi di pioggia: indosso un maglioncino di lana, dato il freddo vento polacco che tira da tutta la notte, e persino la pelle d'oca a causa del fastidioso spiffero che percepisco sulle caviglie. Caldissimo direi! 

Fried, il solito Fried, è imbarazzatissimo. 

- Andiamo? - Mi domanda, arrossendo, prima di porgermi galantemente la mano. 

Arrivati in stanza, troviamo Zeno sdraiato molto poco finemente sul letto, con il capo sotto il cuscino, le braccia a penzoloni e le gambe spalancate... Senza togliere nulla al corpo magro del moro, ma in mutande proprio non ce lo posso vedere. Mi volto, quindi, dall'altra parte, ridacchiando per cercare di nascondere la vergogna. 

- Zeno, wach auf: wir haben einen Gast! - Fried lo scuote per le spalle, ricevendo in risposta un sonoro sbuffo ( a mio parere molto più simile a un grugnito insofferente. ) Riesce ad alzare la testa e a borbottare un " buongiorno " con la bocca ancora impastata di saliva... 

- Mai visto un uomo nudo ragazzina? - Mi domanda, scherzosamente, prima di alzarsi dal letto e cercare un paio di pantaloni. Io incrocio le braccia al petto e corruccio la fronte, con leggero fastidio; 

- non si perde nulla... Con le chiappe secche che ti ritrovi. - Zohan riduce gli occhi color delle arance a due fessure, prima di spintonare amichevolmente l'amico. 

- Le chiappe secche ce le avrai tu, " ariano. " - Dopo essersi scambiati sguardi di sfida, i due si mettono a sghignazzare come bambini.

Chi riesce a capire le donne è bravo... Ma chi capisce gli uomini è ancor più bravo. 

- Ragazzi?! - Fossi stata al posto di Zeno, avrei buttato Fried a terra e lo avrei costretto a supplicare... Poi un gigantesco cuscino si sarebbe abbattuto sul sul bel viso. 

- Ja, mein Schatz? - 

- Sentirò la tua mancanza Fried... - Allaccio le braccia sui suoi fianchi e schiaccio la testa sul suo petto, fino a farmi mancare il respiro. Infondo, so già che soffrirò molto la sua lontananza e non mi resta che sperare che le due settimane passino il più in fretta possibile. Non mi converrà scrivere lettere, poiché sono a conoscenza del fatto che in questo periodo i servizi postali non sono dei migliori... Avessero inventato prima Whatsapp! Accidenti, in un secondo il messaggio gli sarebbe arrivato! Vuol dire che aspetterò impazientemente il suo ritorno, per comunicargli ciò che avrò da dire. 

- Piccolina, non essere triste per me; prometto che tornerò presto! - Il biondo mi sorride incoraggiante e si passa un braccio sul viso, per nascondere l'emozione. 

- Mädchen, fossi in te mi preoccuperei. Rüdiger Schneider, eh? Finirai per diventare pazza quanto lui. La cattiveria è una malattia contagiosa... - Zohan si stringe le spalle, ridendo, prima di guardarmi con pietà.

 - Non immagini neanche in che razza guaio il biondino ti abbia messa. - 

Sono a conoscenza del fatto che il Rothaarig sia un uomo pericoloso, ma davvero non riesco a capire le parole del moro. Prima che tutto questo accadesse, pensavo che i nazisti fossero delle persone molto ambigue, ossia che avessero un aspetto quasi rassicurate e un cuore nero come la morte, ma il rosso certamente rappresenta un'eccezione per me: egli è marcio dentro, ma possiede anche un aspetto che di rassicurante ha ben poco; i capelli rossi, gli occhi di quel colore indefinito e quel sorriso diabolico, tuttavia, trovo che abbiano un loro perché... Tutte sembrano amarlo profondamente, seppur il rosso si comporti come un vero bastardo. Rüdiger non pare nutrire alcun sentimento; nulla trabocca in lui, se non un'irrefrenabile lussuria. Provo profondo ribrezzo nei confronti di questo suo vizio... Ma com'è possibile che un uomo così imperfetto nella sua perfezione, possa risultare così affascinante agli occhi di quelle povere digraziate? Non sono neppure in grado di immaginare cosa si provi nell'aspettare fedelmente il ritorno di una persona così imprevedibile ( che per giunta non tornerà mai ). Deduco che Rüdiger non sia in grado di amare, dato che la sua voglia animalesca pare essere saziata dopo l'avventura di una sola notte. 

- Non ho paura di lui, Zeno: ha avuto ben più di un'occasione per mettermi le mani addosso, ma ciò non è avvenuto. In fondo, credo che Rudy non voglia di farmi del male... - 

 Il corvino si limita ad un'alzata di spalle, ormai certo di non poter cambiare il mio pensiero, mentre Fried mi guarda quasi con... Meraviglia? 

Domani non vedrò più il suo sorriso, ci resta poco ormai; 

- Fried, io ti voglio bene, ma c'è ancora una cosa che dobbiamo fare.. Ricordi? Mi devi ancora spiegare come trovare quel ragazzo! Io non so come fare, ma ho promesso ad Ariel che l'avrei trovato, capisci Frieddy? - Spiego, lasciando i due giovani basiti. Con difficoltà riesco a farmi comunicare l'area del campo in cui Max potrebbe trovarsi e tre baracche in cui sostano molti dei detenuti ebrei polacchi arrivati al campo pochi mesi fa: queste informazioni mi torneranno molto utili e la speranza di trovare Maxim si fa sempre più viva nella mia mente. Dio, sono così entusiasta! È così bello sapere di poter dare una mano, per quanto piccola sia... Potrei cambiare un anfratto di storia!

Dopo qualche ora passata a parlare con i due amici, sono costretta a rincasare poiché, data la natura impaziente di Rudy, preferirei davvero evitare che quest'ultimo si avventi di nuovo sul biondo...

- Sono pronta. - Uffa, non si può fare mai niente in questo " villaggio " infernale! Muoio di caldo, ma non posso neanche scoprirmi ( questi porci nazisti non aspettano altro! ) Detto ciò, mi congedo da Zeno e mi lascio scortare fin sulla soglia della porta, perché ho ancora il terrore che quel soldato, Sauer, voglia impossessarsi di ciò che non gli è stato permesso prendere: si può avere così paura di un semplice soldato mi chiedo? E si può non avere paura di un'ufficiale perennemente indisposto come il colonnello?

 Evidentemente sì. 

- Auf Wiedersehen, mein kleines Herz. Domani mattina verrò a salutarti. Te lo prometto. - Egli prende il mio viso tra le mani, senza calcare troppo la mano, e avvicina le labbra, fino a baciarmi castamente una guancia. Entrambi arrossiamo fino alla radice dei capelli e ci scostiamo l'uno dal'altra, per evitare ulteriore senso di vergogna. Sento le mani del biondo sfiorarmi le mani fredde per un'istante, come per donarmi calore prima di vedere la sua chioma color limone sparire insieme agli ultimi tiepidi raggi di sole. La governante mi apre la porta sfastidiata, delusa nel vedere me al posto del suo " amorino " germanico; non dice nulla e non emette verso se non una specie di mugugno indifferente. Entro in casa, mi tolgo il soprabito e mi siedo sulla poltrona in pelle nera, cercando il più possibile di non far notare la mia presenza. Mi faccio piccola piccola, sperando non attirare l'attenzione del tedesco al suo rientro: ciò non accade. Il rosso, appena entrato, congeda la bionda con un bacio privo di qualunque emozione e subito viene a sedersi sul divano, accanto alla poltrona su cui mi ero seduta. Si sbilancia in avanti e si frega le mani guantate, lamentando il freddo delle sere estive in Polonia. ( Come se in Germania non facesse freddo! ) 

- Rudy cosa vuoi da me? Mi inquieti quando mi guardi così - dico, senza troppi giri di parole. 

- Sprechen. Mit dir. - 

- Puoi almeno dire a quella tizia di non guardarmi come se volesse darmi fuoco? Mi fa più paura quella donna di te! - Alle mie parole, Schneider sorride sottilmente, come se volesse nascondere qualcosa. Ma cosa? Perché è così strana la gente in questo postaccio? Che almeno dicano le cose in faccia! Mi sembrano tutti dei ragazzini, altro che uomini! Dei ragazzini incazzati con il mondo senza alcun motivo, che sfogano i loro istinti su delle povere anime che nulla hanno fatto se non credere in un Dio diverso dal loro. 

Questa è la mia impressione. 

- Perché non vuoi parlare con me, ragazzina? Non mi pare di averti trattata irrispettosamente! Non parli con me perché sono tedesco? Sono uno sporco crucco bastardo secondo il tuo pensiero? Questo è razzismo, bimba. - 

Razzismo?! Questa è blasfemia, altrochè! Il bue che dice cornuto all'asino, insomma! Ogni giorno degli innocenti perdono la vita a causa sua e molti altri muoiono per il suo volere... Tutto questo perché egli crede che essi siano in qualche modo " sbagliati ". Non gli permetto di dire una cosa del genere, " genug ist genug "! 

- Vedo che oltre alla croce di ferro, porti al collo un'altra croce; deduco che tu sia cattolico o, quantomeno, cristiano. Non è così? - L'uomo annuisce, ma lo fermo subito. 

- Sai cosa significa? L'hai letta la Bibbia? Sai che abbiamo riconosciuto il dio degli ebrei come nostro e accettato il vecchio testamento, scritto da ebrei e che vede ebrei come protagonisti come nostro? Sai che il nostro Messìa era ebreo? Nato in Palestina, tra gli ebrei e cresciuto secondo le leggi ebraiche, lo sai? Gli apostoli erano ebrei e il cristianesimo è stato portato in Europa da ebrei che hanno seguito le parole di Cristo. Tu riconosci un dio ebreo, ma non accetti il popolo cui egli apparteneva... Non ha molto senso, se ci rifletti bene. - Per la prima volta vedo un cedimento negli occhi azzurrini di Rudy, un senso di perdizione, di smarrimento totale, poiché infondo il rosso sa bene che ciò che ho detto è il vero. Un solo attimo mi basta per vedere l'uomo comune, l'essere umano fatto di carne e ossa che c'è dentro di lui, dietro la maschera da dio immortale che si era creato. 

- Basta giocare a fare Dio, Rothaarig. Vedere uomini anziani che si prostrano ai piedi di un ragazzo per implorare pietà è abominevole... Disgustoso. - Gli occhi di Rudy si accendono d'ira e si colmano di rabbia, prima di condurre il loro proprietario al passo successivo: Rudy con una falcata mi raggiunge e si posiziona con violenza sopra di me, sovrastandomi e schiacciandomi sotto di lui fino a farmi male. Sento le sue mani intorno al collo, ma la cosa che mi colpisce è il fatto che lui non stia impiegando forza nel suo gesto; mi tiene giù e basta, con un tocco quasi delicato, sebbene prepotente. Me lo ritrovo addosso e il primo pensiero che mi passa per la testa è che lui voglia posare le sue sporche manacce su di me e prendermi. Mi viene l'impulso di gridare, ma la testa mi dice di non farlo. Vedo la sua collera e nervi a fior di pelle, ma se dopo minuti interminabili il crucco non mi ha fatto nulla, dubito seriamente che voglia uccidermi, o farmi male.

- Potrei ucciderti, per ciò che hai detto: mi basterebbe fare pressione, Italienerin. - Mi dice, sussurrandomi all'orecchio, prima di accarezzarmi una guancia. 

- Allora perché non lo fai? Non lo puoi fare, perché non ho detto nulla di male. Non è vero? La tua anima corrotta non vuole accettare ciò che ho detto... È questa la verità. - 

Il rosso mi guarda, indecifrabile come sempre, prima di avvicinare il suo viso al mio. Vicino, sempre più vicino, fin quando non sento le sue labbra sottili vicino alle mie e capisco, quindi, cosa intende fare. 

No. No. No. 

Scalcio con forza per liberarmi dalla sua presa, ma il rosso non vuole lasciarmi andare; sento le sue labbra sfiorare l'angolo della mia bocca, ma in un guizzo di pazzia mordo il suo labbro inferiore fino a farlo sanguinare. Rudy sussulta per via della ferita e si distrae, lasciandomi il tempo di fuggire dalla posizione in cui mi aveva costretta. Corro via spaventata e mi sistemo dietro una colonna, respirando affannosamente e sbirciando al di là di essa per vedere cosa lui stia facendo in questo momento. 

- Sei impazzito per caso? Ma cosa ti è preso?! - 

- Sei proprio una gattina selvaggia... Non l'avrei mai detto. - Il rosso si lecca maliziosamente la ferita, ripulendosi dal sangue che gli era colato sul mento, fino al collo, ove il colletto ( come parte della stessa divisa scura ) è sporcato da altre chiazze di sangue ancora fresco. Non voglio sapere, poiché pare proprio che prima di rincasare Herr Kommandant si sia divertito, torturando e uccidendo qualche malcapitato. 

- Sembravi così piccola e dolce - 

- credevi davvero che ti avrei lasciato fare? - Lo interrompo, uscendo allo scoperto. - Nie! / Mai! - 

- Hai la mia attenzione ragazzina. Mi sorprendi. - 

Non so cosa dire. Provo una strana morsa allo stomaco nel sentire queste parole, un senso di timore e irrequietezza che mi accompagna per tutto il resto della serata. La cena è stata un vero incubo, ma sul cibo nulla da ridire... Chissà come mai ( Ariel potrebbe seriamente vincere Masterchef ). Dopo aver " salutato " i tre sono corsa frettolosamente al piano superiore e le mie fedelissime cuffie mi hanno sostenuta. Arrivata notte sono sgusciata fuori dalla stanza e mi sono affrettata in bagno, prima di filare a letto avvolta soltanto dalla maglia larghissima che sono solita usare come pigiama. Dopo poco mi sono alzata, poiché l'aria che tirava dentro la stanza iniziava ad essere un po' troppo fredda; quindi mi sono avvicinata alla finestra e ho cercato di chiuderla. Perché tentato? Beh... Perché ora mi ritrovo con la maniglia in mano e senza la più pallida idea di cosa fare e, sopratutto, senza avere la benché minima idea di come spiegare l'accaduto al colonnello. 

Che delizia! 

- Ti vedo in difficoltà. - Mi ritrovo il padrone di casa alla porta e sento il sangue gelarmi nelle vene: come potrei spiegare? " Scusa, ti ho sfasciato la finestra! " Mi sembra ovvio che non io non possa dire una cosa del genere. 

- Ehm, si è rotta. - Balbetto con un tono infantile, nascondendo il pezzo rotto dietro la schiena. 

- Ja, ich verstehe. È sempre stata... Come dite voi in italiano? - 

- Difettosa. - 

- Sì, difettosa. Vedo che tremi, Sara. Hai freddo? - Il rosso si toglie la giacca della divisa e me la appoggia sulle spalle, cogliendomi di sorpresa. Francamente non so se essere più colpita dalla sua improvvisa generosità o dal fatto che, per una volta, lui mi abbia chiamata per nome. 

- Vieni con me. - 

- Scordatelo! Preferisco morire di freddo. - Sentenzio, facendo per togliermi la giacca di dosso. 

- Bitte... È solo una notte. - 

- Bleib bei mir. - 

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO AUTRICE ( con un ritardo mostruoso ) : 

Chiedo umilmente perdono per questo grandissimo ritardo; la connessione non ha avuto pietà di me... Ma, personalmente, mi auguro di essere quantomeno migliorata! 

Fatemi sapere cosa ne pensate, se potete... 

Ci terrei moltissimo ( ^^ ) 

NOTICINE:

Wach auf: wir haben einen Gast! = Svegliati: abbiamo un'ospite! 

Ich hab dich lieb = Ti voglio bene 

Bleib mit mir = Resta con me

 

 

 

 

 

 

 
  
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