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Autore: Scarlett_Tennant_Greeny    14/10/2016    0 recensioni
Tutte le nostre azioni hanno delle conseguenze. Spesso vorremmo tornare indietro e cambiare qualcosa per evitare che avvenga il peggio, ma il tempo è un cerchio. E nessuno può scappare dalla propria vita. Amore e odio faranno sempre parte di noi, e Samara, all'alba dei suoi 28 anni, lotta ancora per trovare un equilibrio tra i due. Da un lato il Caos che le ha rovinato la vita, dall'altro l'Amore per quello stesso Caos, in un turbinio di emozioni che la porteranno a riflettere.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Come stai?" chiese Raffaele. "Bene, bene" risposte Samara. "Credevo che non avresti mai più voluto incontrarmi, conoscendoti" disse lui. La guardava con occhi curiosi, e lei si sentiva a disagio. "Perché dovrei non volerti incontrare? " " Perché tu sei così. Credevo che ce l'avessi a morte con me. Odio profondo. " " Ma no. Tranquillo. " La squadrò dall'altro in basso, si soffermò sulle sue scarpe, erano delle snickers alte Adidas grige con particolari rosa. " Vedo che ti piacciono ancora le cose rosa! " Lei rimase colpita. Che importanza aveva? " Si, come sempre! " " E questi capelli rossi? Così 'aggressive'? Samara ormai da qualche anno portava i capelli rossi, le davano forza e li reputava molto più belli dei sui castani e banali. Per quell'occasione li aveva piastrati frisé in modo da avere una massa scompigliata e caotica. "Si mi piacciono molto, devo dire. A te no? " Raffaele fece un mezzo sorriso e disse  "Si, perché no. " Si vedeva che erano entrambi in imbarazzo. Come se non sapessero come comportarsi. Samara si sentiva un'idiota. Non capiva come mai fosse così incuriosito dal suo aspetto. Alla fine lui propose di andare a sedersi in una panchina di un giardinetto li nei dintorni. Camminavano. Qualche parola, discorsi superflui. Si sedettero. Raffaele raccontò a Samara di come stava per laurearsi di nuovo, a Trieste, in fisica sperimentale. E che sperava di andare a lavorare o in Svizzera o in Brasile. Lei si sentiva inferiore come sempre davanti a lui, scienziato ormai fatto. Le chiese come stavano i suoi. Rispose che stavano bene. Non contraccambiò la domanda, perché non voleva sapere.. Era un momento così irreale.. Raffaele uscì dalla giacca tabacco e cartine e si fece una sigaretta. Samara rimase colpita da questa scoperta. Quando stavano insieme si facevano qualche sigaretta, qualche canna, ma non era un fumatore. All'epoca non lo era nemmeno lei. E adesso erano lì, dopo 5 anni di totale silenzio, su una panchina al parco a farsi entrambi una sigaretta. "Sai adesso suono il basso" disse lui. "Davvero? Che figata! Io canto in un gruppo rock " rispose Samara. Silenzio. Poi Raffaele, come preso coraggio, si alzò dalla panchina. E si mise in piedi di fronte a lei. Fece gli ultimi tiri, e disse: "Samara, ti ho voluto vedere per spiegarti quello che intendevo quando ho detto che non siamo mai stati amici. Io penso che non lo siamo mai stati. Siamo stati amanti, sei stata la mia prima ragazza, ma l'amicizia è altro. Quando mi hai detto se potevamo riprendere un rapporto di amicizia ho pensato che è impossibile e assurdo! Ho pochissimi amici, sto a Trieste e già mi viene difficile restare in contatto con quelli che ho già qui a Palermo. E poi, non credo che tra ex possa esserci amicizia. Con la mia ex Giulia - (Samara rabbrividí) - ad esempio, ho provato a restare amico ma è stato impossibile. Mi parlava di ragazzi e di cose che non volevo sapere!" Samara ascoltava. In silenzio. Non sapeva cosa dire.. Non riusciva a guardarlo. Alla fine disse "capisco.." Raffaele restava in piedi. Si vedeva che era nervoso. Poi disse - "So che tra noi è finita male. Ma non potevo fare altrimenti. Mi sentivo in trappola. Era un rapporto Malato. Non adeguato ad un ragazzo di 20 anni. Se ti ricordi ti ho pure chiesto di sposarmi! " " Certo che mi ricordo.. " poteva dimenticarlo? " E l'ho fatto perché ti amavo! E sentivo che era l'unica cosa da fare per non farti soffrire! Ma poi ho capito che non potevo. Che non ero più felice. Samara, io non ero più felice da almeno due anni quando ti ho lasciato. Ma non volevo farti soffrire e così portavo avanti la storia. Fino a chiederti di sposarmi! Ma non potevo. E so che sei stata malissimo. Ti chiedo scusa. " Samara alzò lo sguardo, si sentiva presa per i fondelli. Gli disse - " Raffaele,  ti ringrazio per queste scuse. Ma cosa dovrei farmene adesso, dopo 5 anni? Lo sai cosa ho passato? Quanto sono stata male? Cosa vuol dire amare qualcuno alla follia e perderlo per sempre? Arrivare a pensare alla morte! " " Ho capito, Samara, ma pensa a quali sono davvero i problemi di questo mondo! Bambini in Africa che muoiono di fame! Alle donne arabe che non hanno diritti e vengono abusate ogni giorno! " Lei si guardava i piedi che stavano calciando nervosamente il terreno sabbioso. Era impazzito? Come poteva dire questo? Paragonare il suo dolore ai bambini poveri africani? Poi lui continuò. " Ti ricordi mia cugina Carla? " " Certo che si. " " Sai che stava con uno che un giorno è entrato in casa, nella sua stanza mentre dormiva e l'ha minacciata con un coltello perché lei l'aveva lasciato? E adesso è in Inghilterra che si nasconde perché non l'hanno arrestato e questo continuava a minacciarla ed è dovuta scappare! " " Questo mi dispiace molto, ma cosa c'entra con me? " " Per farti capire che i tuoi non sono veri problemi. " " Non potrò mai dire che i miei problemi sono inferiori ad altri. So io quanto sono stata male. E quanto la mia vita ne è stata rovinata! " " Lo capisco. Ma tu devi capire che è solo un tuo problema. Il male che hai passato è dipeso solo da te. " A questo punto Samara tremava di rabbia. Avrebbe voluto picchiarlo. Ma represse le emozioni e lo guardò negli occhi. " Ok. Va bene. " Raffaele prese il telefono che gli squillava nella tasca del giaccone. Rispose e iniziò a parlare con sua cugina, da quello che Samara evinse dalla conversazione. Quando attaccò, disse - " Samara io devo andare. È stato bello rivederti. Ti auguro ogni bene. " Le diede un bacio sulla guancia. E andò via. Dal momento in cui lui le voltò le spalle, lei capì. Capí che aveva voluto vederla solo per allegerirsi la coscienza. La rabbia le bolliva dentro. Che stupido idiota senza emozioni era diventato? Era solo colpa di Samara se era stata così male? Assurdo. Si alzò dalla panchina dove Raffaele l'aveva lasciata. E si incamminò verso casa, nervosa e irata. Che diamine. L'aveva rivisto dopo 5 lunghi anni solo per scaraventarle addosso la sua verità, in modo che i sensi di colpa che probabilmente lo attanagliavano si attenuassero! E fu in quel momento che Samara tornò ad odiarlo. E fu dopo quel incontro che iniziò a pianificare di ucciderlo. Via il dente, via il dolore. È così che si dice, no? Il Caos era ricomparso e aveva trascinato con sé Samara negli abissi, in fondo in fondo nel più bassi meandri dell'odio. E dell'amore. Che poi, alla fine, sono sempre la stessa cosa. 
   
 
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