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Autore: GiulizTheBat    14/10/2016    0 recensioni
Un prequel di due anni de "Il Richiamo dello Spettro" dove si saprà come sia nato il mercato nero di Crow e le origini del Corvo Torvo
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Crow, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Crow aveva dieci anni ormai e ancora sua madre gli sconsigliava di uscire di casa da solo se non accompagnato da suo fratello Pecker o uno dei suoi genitori. Il problema era che tutti in famiglia erano sempre impegnati con il lavoro, e ciò non gli dava certo molta probabilità di girare fuori.
I suoi genitori lavoravano ormai giorni interi in quella fabbrica mentre Pecker faceva commissioni e si distraeva a corteggiare ragazze.
Era da quando aveva cinque anni che sua madre lo tratta come un gioiello prezioso da proteggere, da quando era uscito da solo senza farlo sapere agli altri e qualcuno aveva cercato di rapirlo causando tutte quelle preoccupazioni. In una situazione così e una immensa solitudine per Crow non restava che giocare con qualche giocattolo, leggere dei libri e crearsi un amico immaginario chiamato Corvo Torvo nato da una leggenda della città che gli aveva raccontato suo padre, di certo era divertente per lui, ma non per i vecchi coniugi della porta accanto che lo sentivano parlare da solo e lo definivano matto ogni volta che i genitori e il fratello tornavano a casa.
Un po’ come quella sera invernale, in cui vicini videro i parenti di Crow rientrare e l’anziana disse a loro -Ho sentito vostro figlio parlare di nuovo da solo, secondo me dovreste mandarlo da uno psichiatra-
-Non dite sciocchezze su mio figlio di nuovo!- ringhiò il padre ormai stufo del loro chiacchiericcio, ma la madre lo interruppe dicendogli -Su caro, un po’ di educazione con gli anziani- poi si rivolse ai vicini -È per il suo bene da quando un malintenzionato ha cercato di rapirlo. Mi dispiace se Crow vi disturba, ma sapete, solo com’è non gli resta che fantasticare-
-E dategli qualcuno che se ne occupi!- aggiunse il marito dell’anziana, poi indicò la loro finestra rotta -Quella piccola peste ha usato la sua fionda per rompere la nostra finestra-
La madre cercò di trattenere il nervoso restando serena -Proverò a parlargli- e rientrò in casa con suo marito e Pecker.
Crow intanto restava in cucina, seduto e con la testa appoggiata al tavolo a fissare l’orologio e, appena sentì la porta aprirsi, alzò il capo con uno scatto come un animale selvatico quando sente un suono.
-Crow, è l’ora di cena- disse la madre entrando in cucina.
-Ehm, riguardo loro…- cercò di dire il bambino.
-Ne parleremo dopo, ok?-
Stavolta sono nei guai” pensò uscendo dalla stanza per dirigersi verso la camera finché Pecker non lo fermò domandandogli -Dimmi, come sta Corvo Torvo? Ti ha fatto notare quanto sia brutto essere il preferito della famiglia?- Crow gli fece la linguaccia -Oh, giusto, lui non esiste, sei così solo e inutile in questa casa che hai solo la testa per creare fantasie!- stavolta il bambino perse la pazienza per le provocazioni di suo fratello che gli tirò un calcio negli stinchi e corse in camera sua chiudendosi mentre il più grande gli gridava -TI ODIO!-
Dopo qualche minuto di attesa la famiglia si riunì a tavola mentre Crow e Pecker continuavano a guardarsi male.
-Vi dispiace non essere nervosi anche voi?- domandò il padre -Abbiamo avuto tutti una giornata stressante-
-NO!- gridarono in coro i due fratelli che poi si risposero -E TU CHIUDI IL BECCO! NON HO CHIESTO DI AVERE UN FRATELLO!-
La madre mise la mano sulla faccia dicendo -Oh, no, ci risiamo…-
-Non è colpa mia!- esclamò Pecker -Sono l’unico giovane in famiglia che fa qualcosa, mentre questa pulce qua non fa altro che starsene a casa a non fare nulla se non disturbare i vicini!-
-A me non dispiacerebbe se passassi del tempo con me! Ma sei sempre impegnato a cercare ragazze! Si vede che gran bel lavoro che fai! Almeno io ho i miei motivi per non fare nulla!-
-Ritira subito quello che hai detto!- Pecker lo prese per la maglietta minacciandolo, ma il padre riuscì a separarli gridando -Adesso basta voi due!- indicò prima il maggiore -Pecker! Hai ormai sedici anni! Fai il maturo e sii più rispettoso con tuo fratello- poi indicò il minore che aveva appena fatto la linguaccia -E tu smettila di provocarlo, hai dieci anni dovresti iniziare a non essere più così infantile!-
-Piuttosto- cercò di parlare la madre -Crow, mi spieghi che cosa hai combinato con i vicini?- Crow non disse una parola dalla vergogna -Crow?-
-Avevo disegnato un bersaglio su un foglio e l’ho attaccato al muro per giocare con la mia fionda, avevo aperto la finestra per evitare di romperla se avessi mancato il bersaglio, ma senza volerlo ho rotto quella dei vicini. Non l’ho fatto apposta! Lo giuro!- rispose con gran velocità e chiara agitazione.
-Ti ripeto che quella era la MIA fionda!- esclamò Pecker, sembrava quasi che volesse cambiare discorso pur di avere un pretesto per litigare con suo fratello.
-Beh non la usi più! È inutile!- ribatté il piccolo.
-Proprio come te!-
-Smettila di chiamarmi così!-
-Cos’hai? Ti da fastidio che io abbia sempre ragione?! T’infastidisce che io sappia molto più di te?!-
-Va bene abbiamo capito!- li interruppe la madre e tornarono a cenare in silenzio.
Qualche minuto più tardi Crow si sdraiò a letto mentre sua madre gli diede il bacio della buonanotte.
-Il mio piccolo pulcino sta crescendo ormai, la tua voce è cambiata- disse la donna accarezzandogli i capelli con dolcezza.
-Perché Pecker mi odia così tanto?- domandò il bambino ancora offeso.
-Non ti odia, è solo geloso-
-Quello che mi ha detto non era certo carino da dire-
-Lo so, la gelosia gioca sempre pessimi scherzi, ma vedrai che in un modo o nell’altro Pecker inizierà a rispettare anche te- gli diede un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza spegnendo la luce mentre Pecker era in cucina a discutere con suo padre.
-Io non posso fargli da babysitter- ribatté il ragazzo -Ho anch’io i miei spazi e il mio tempo-
-Lo so, ma non è di questo che ti volevo parlare- rettificò l’uomo -Voglio solo che tu la smetta di trattare così tuo fratello, lo so che non è facile accettare di avere un fratello minore, anche io ero geloso quando è nato vostro zio-
-Non sono geloso! Io lo odio e basta! È fastidioso, non fa niente tutto il giorno, non va nemmeno a scuola!-
-Lo sai che non possiamo mandarlo a scuola perché non abbiamo abbastanza soldi- (era l’unica scusa che potevo trovare per dei ragazzini che gestiscono un mercato nero senza destare sospetti a nessuno) rispose seccato -Ascolta, dico che preferisco che tu tratti tuo fratello con più rispetto, soprattutto ora che la situazione in quella fabbrica si sta facendo più preoccupante…- il padre s’interruppe da solo.
-Che vuoi dire?-
L’uomo ormai era rassegnato -Volevo cercare di non dirvelo per non farvi preoccupare, ma il signor Barde ha intenzione di chiudere la fabbrica perché inquina i fiumi-
-Ma se ciò accadesse non troverete più un lavoro!- Pecker iniziò a mostrare preoccupazione.
-Stai tranquillo Pecker- l’uomo appoggiò le mani sulle spalle del figlio -Vedremo cosa succederà domani, stiamo cercando di protestare per evitare che ciò accada e i sindacati sono dalla nostra parte-
-Quindi potreste farcela, avete le carte in regola!- il ragazzo sembrava rilassato, ma dentro era agitato.
-Andrà tutto bene, tu pensa al tuo lavoro e mi raccomando non litigare più con Crow, intesi?-
-Ci proverò-
La mattina dopo Crow era di nuovo da solo in casa che giocava con un kendama per ammazzare il tempo finché non si ruppe lo spago e la pallina rimbalzò per tutta casa.
Il bambino si mise a rincorrerla finché l’oggetto non ruppe la finestra finendo nel giardino dei vicini oltre la recinzione.
Sono spacciato, che faccio?” pensò il piccolo terrorizzato per il disastro, la sua mente proiettò il Corvo Torvo, con le sembianze di un bambino ibrido a un corvo, oltre la recinzione che si beffava di lui “Che pessimo amico che sei!” pensò infine.
Crow si mise subito la sciarpa e appoggiò la mano alla maniglia, ma nel farlo ebbe qualche ripensamento ricordandosi di quando sua madre lo aveva salvato in extremis da quel malintenzionato.
Mamma ha detto che da allora non posso uscire…” ma gli tornarono in mente le provocazioni di suo fratello la sera prima “Però devo dimostrare che sono più uomo di quel Picchiarello! E poi rientrerò una volta finito!”
Crow uscì di casa, gli sembrava strano anche per lui dopo tanto tempo e si avvicinò alla casa dei vicini.
Il bambino suonò il campanello, ma non rispose nessuno, proseguì per un po’ finché il vecchio non gli tirò dell’acqua con una ciotola gridandogli -SPARISCI! STIAMO CERCANDO DI DORMIRE!-
-Pezzi di…- disse per poi interrompersi “No, no, ricordati quello che ha detto la mamma, non ripetere quello che dice tuo padre quando è sotto stress finché non sarai più grande. O almeno credo che abbia detto così” controllò meglio la situazione e pensò, a questo punto, di scalare la recinzione e andare a riprendersi la pallina da solo, peccato che una volta finito nel giardino si accorse che la sua pallina era vicina al vecchio alano dei vicini che in quel momento stava dormendo.
Mantieni la calma, sei un uomo” si ripeteva avvicinandosi lentamente e con cautela, prese un rametto e provò ad avvicinare l’oggetto desiderato a sé, ma, appena lo prese, l’alano si svegliò.
Crow si paralizzò dalla paura per un momento finché non pensò di lanciare il rametto facendo così allontanare il cane da lui e corse via scalando di nuovo il recinto e avvicinandosi a casa, peccato che accidentalmente si era chiuso fuori.
Il bambino stavolta era disperato, ma notò che la finestra di camera sua era semi-aperta, fece un calcolo mentale veloce e si arrampicò sull’albero accanto, si aggrappò al ramo più vicino alla stanza, ma appena raggiunse la punta si spezzò facendo cadere fortunatamente Crow su un cespuglio.
La pallina gli scappò di nuovo e, con il vento che si alzava, rotolò via e il bambino si mise a seguirla fino a raggiungere il mercato dove si trovava in quel momento Pecker.
-Ecco le mele che ha ordinato signora- disse nel frattempo Pecker che stava consegnando la cassa ad un negozio di frutta e verdura.
-Lei è proprio un bravo ragazzo- rispose la donna.
-Ho sentito che ha una figlia, quanti anni ha?-
-Dieci-
-Oh- il ragazzo sembrava deluso finché non sentì una strana folata dietro di lui, si voltò e si accorse che era Crow che stava correndo dietro la pallina e si mise a seguirlo concludendo -Mi scusi, ma devo andare-
La pallina rimbalzò per un po’ finché non finì nella borsa di una ragazza e Crow si buttò per recuperarla, ma la ragazza lo spinse via credendo che volesse derubarla finché non arrivò Pecker.
-Crow!- esclamò il ragazzo.
-Pecker?!- esclamò infastidita la ragazza -Tu conosci questo bambino?!-
-Sì, è mio fratello!- rispose tirando su Crow.
-E gli hai insegnato tu a derubarmi?!-
-Non volevo derubarla!- ribatté il piccolo -Una pallina è finita dentro la sua borsa!-
La ragazza guardò la borsa, notò effettivamente la pallina e gliela restituì mortificata -Scusa, è che ormai non ci si può fidare di nessuno qui-
Crow prese l’oggetto e guardò un momento suo fratello -Già, forse è così-
-Comunque, io sono Marina, un’amica di tuo fratello, è davvero un ragazzo gentile- si presentò sorridendo.
-Non direi- disse Crow -Ieri sera non ha fatto altro che insultarmi dicendo che sono il più inutile della famiglia- Pecker, per la rabbia, gli tirò un pugno sulla testa esclamando -E perché non è vero?-
-Tu tratti così i bambini?!- esclamò furiosa Marina.
-Ehm, no è solo…- non ebbe il tempo di finire la frase che la ragazza gli tirò uno schiaffo esclamando -Non voglio più vederti!- e se ne andò via seccata.
Rimase silenzio per un po’ finché Pecker non iniziò a ribollire di rabbia, in quel momento Crow stava cercando di allontanarsi silenziosamente finché suo fratello non lo prese e lo tenne sotto braccio tenendogli immobili anche le braccia per poi dirigersi a casa.
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-Ti ripeto che mi dispiace!- esclamò Crow durante il tragitto agitandosi per liberarsi dalla presa.
-Mi dicono sempre di essere rispettoso con te! Ma tu mi rendi questo impossibile!- ringhiò tenendolo stretto.
-E sarebbe colpa mia?! Se tu la smettessi di trattarmi così magari anch’io potrei rispettarti!-
Pecker aprì la porta e buttò Crow dentro dicendogli -Adesso tu resti qui e non fai storie!- e chiuse la porta con arroganza chiudendola a chiave e lasciando il bambino di nuovo da solo.
Il resto della giornata proseguì con un silenzio totale fino a quella notte buia e tormentata dalla neve che scendeva senza sosta, Crow dormiva intanto, ma sentì un mormorio al piano di sotto, andò a controllare e vide che in cucina i genitori stavano parlando con Pecker.
-Non avete vinto la causa?- domandò sconvolto Pecker.
-Purtroppo no- disse mortificato il padre che controllava i documenti che gli avevano consegnato -Siamo stati tutti licenziati, la fabbrica è stata chiusa per sempre e abbandonata-
-Ma…ma…-
-Pecker- disse la madre accarezzandogli il viso -Non ti angosciare, troveremo un altro lavoro vedrai…-
-E come?-
-In un modo o nell’altro, tranquillo-
-Per il momento dobbiamo solo sperare di riuscire a mantenervi- aggiunse il padre -Per il momento è tutto nelle tue mani, quanto a Crow, avremo modo di aiutare anche lui-
Crow aveva il magone in quel momento solo nell’ascoltarli e sentirsi così dipendete da tutti, come se fosse un peso, così inutile come diceva suo fratello.
Voltò la testa verso la porta d’ingresso e vide di nuovo il Corvo Torvo davanti che gli disse -È il tuo momento, la libertà comincia adesso-
Fu una questione di pochi secondi finché i genitori non sentirono il rumore della porta aprirsi e andarono a controllare notandola spalancata.
-Presto, vai a controllare al piano di sopra- esclamò il padre alla madre mentre Pecker restava paralizzato temendo già che cosa fosse successo -Potrebbe essere entrato un ladro!-
La madre andò a controllare velocemente a partire dalla camera di Crow accorgendosi che il letto era vuoto e uscì terrorizzata gridando -CROW! TORNA QUI!-
-Oh, no!- il padre s’inginocchiò a terra scioccato mentre Pecker iniziava già a sentirsi responsabile.

Giuliz: e questo è solo il primo capitolo di “Le Origini del Corvo” con i Corvi Torvi ancora bambini (anche se lo erano già ne “Il Richiamo dello Spettro”) e alcuni nuovi personaggi che avevano già fatto cameo in “Anime e Memorie”. Eh, ormai era da un po’ che non usavo più come idea di OC personaggi che hanno una parentela con un personaggio Canonico
Guglielmo: Tutto qui?
Giuliz: In realtà non so cosa dire qui se non beh, recensite se volete vedere il capitolo successivo come sempre ^^
  
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