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Autore: Ghost Writer TNCS    15/10/2016    3 recensioni
Leona è nata con un potere terribile e straordinario, una forza inarrestabile originata nel cuore più profondo dell’Inferno, capace di sbaragliare qualsiasi avversario. Un mostro.
Alphard non è nemmeno nato: lui è un ibrido, il prototipo di un nuovo tipo di supersoldato. Un esperimento.
Insieme si sono diretti su Shytia, un pianeta devastato dalla guerra civile e ora saldamente nelle mani di criminali senza scrupoli, e lì hanno fondato una gilda: la Brigata delle Bestie Selvagge. Ma hanno bisogno di una grande impresa per riuscire ad emergere, per dimostrare quanto valgono.
Un giorno vengono a sapere che Adolf O’Neill, il fuorilegge che controlla la vicina Traumburg, è entrato in possesso di un antico artefatto dal valore inestimabile. Ucciderlo vorrebbe dire liberare la città, ma anche e soprattutto poter saccheggiare la sua ricchissima collezione.
Prima però dovranno trovare degli alleati: qualcuno abbastanza folle da voler attaccare la roccaforte di O’Neill insieme a loro. Qualcuno che abbia la stoffa di una Bestia Selvaggia.
“Non siamo eroi, ma se avete bisogno di un eroe, chiamateci.”
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6. Una battaglia di squadra

L’assortimento di merci esposte a Tradefield era talmente vasto che i quattro ci misero molto più del previsto per trovare quello che cercavano. Alphard si perdeva continuamente ad osservare le vetrine dei negozi di armi bianche, Gardo’gan non riusciva a decidere quale tipo di equipaggiamento fosse più adatto al suo stile di lotta, e perfino Kael era caduto vittima del fascino di un assortimento di mitragliatrici Gatling ultraleggere per fanteria. Solo Leona si era resa conto che dal loro arrivo alla stazione spaziale – complice anche una breve pausa per il pranzo – erano passate più di tre ore.

«È colpa mia: c’erano talmente tanti negozi che non riuscivo a scegliere» si scusò Alphard al momento di lasciare Tradefield. Insieme all’acquisto della spada aveva potuto scegliere un fodero in omaggio, e alla fine aveva optato per un modello molto simile a quello che aveva in precedenza. L’elsa della sua nuova arma, le cui forme moderne suggerivano un prodotto molto avanzato, sporgeva leggermente dal fianco destro, mentre la lama era nascosta in una tasca dimensionale.

«Beh, l’importante è che abbiate trovato tutti quello che cercavate» affermò la giovane.

In realtà, quando ancora era alla ricerca dell’arma giusta, l’ibrido aveva saputo che da lì a poco sarebbe stata messa all’asta una Spada Infame di Gendarmeria, e il suo primo pensiero era stato di fare tutto il possibile per ottenerla: le Spade Infami di Gendarmeria erano famose per essere difficili da controllare, ma anche e soprattutto micidiali contro qualsiasi avversario. Aveva sorriso all’idea che forse con un arma del genere sarebbe stato possibile fare qualche graffio alla felidiana. Sfortunatamente la sola base d’asta era vicina alla loro soglia massima di spesa, quindi aveva dovuto rinunciare in favore di un prodotto più alla sua portata.

«Leona, perché tu non hai comprato nulla?» le chiese Gardo’gan. Dopo lunghe riflessioni aveva optato per un robusto bracciale da guerra che gli copriva quasi interamente l’avambraccio sinistro. Era in grado di generare un’armatura energetica su tutto il corpo, ma anche un potente scudo per le situazioni di emergenza, inoltre disponeva di un versatile mitra ad energia per colpire i nemici dalla distanza. Tra un negozio di armi e l’altro, aveva anche trovato il tempo per acquistare una pratica sigaretta elettronica simile nell’aspetto ad un sigaro un po’ consumato.

La ragazza si strinse nelle spalle con nonchalance. «Le armi non mi servono.»

L’ibrido mosse il capo per spostare i soliti ciuffi. «Tra l’altro è anche un po’ negata, quindi va a finire che la intralciano e basta.»

La diretta interessata gli rispose con un pugno sulla spalla che strappò un mezzo sorriso allo spadaccino.

Il clima durante il viaggio di ritorno fu decisamente più allegro e vivace rispetto all’andata. L’idea di raccontare qualcosa del proprio passato aveva senza dubbio contribuito ad avvicinare i quattro, tuttavia l’atmosfera venne improvvisamente turbata quando, al loro ritorno alla gilda, trovarono una brutta sorpresa ad attenderli.

La coda della felidiana si drizzò insieme alla pelliccia bionda. «Che cazzo! Ti allontani un attimo, e guarda cosa succede!»

Illuminato dal lento tramonto di Wunderwelt, un gruppo di persone si era radunato intorno all’edificio e, senza preoccuparsi degli eventuali passanti, stava facendo tutto il possibile per forzare lo scudo energetico e avere così la possibilità di entrare.

«Che facciamo?» chiese Gardo’gan, a cui non dispiaceva affatto l’idea di provare sul campo il suo nuovo bracciale.

«Che domande! Gli spacchiamo il culo!» esclamò Alphard scostandosi i ciuffi con stizza.

«Lasciate a me il capo» ordinò Leona battendosi il pugno sul palmo.

«Non sono quelli di ieri?» esalò Kael con la sua voce vagamente spettrale.

Guardando meglio, anche gli altri riconobbero i capelli tinti di blu e biondo platino della Folgore Fiammante, così come qualcuno dei suoi scagnozzi.

«Gli avevo detto di non venire di nuovo a seccarci» ringhiò la felidiana.

«Avevi detto che li avresti uccisi se l’avessero fatto» le rammentò Gardo’gan, un po’ curioso di vedere cosa avrebbe deciso di fare la giovane.

Leona fece un lungo sospiro per cercare di placare la rabbia. «Non me lo ricordare.»

«Beh, speriamo che, dopo aver preso a calci O’Neill, la gente capisca che è meglio non venire a seccarci» commentò Alphard, che invece non aveva perso il suo buonumore.

Aveva appena finito la frase che la felidiana scattò verso l’alto come un proiettile, dritta verso la base.

«Sa anche volare?» fece il sauriano, visibilmente stupito.

«No, però salta molto lontano» gli spiegò l’ibrido.

La felidiana, ormai in caduta libera, mosse le braccia per cercare di aggiustare la traiettoria, questo però non bastò ad evitarle un violento scontro con lo scudo della base.

Lo spadaccino sollevò le sopracciglia. «Che dire, non è facile dosare la forza giusta su una simile distanza.»

Leona, che grazie ad una piroetta era riuscita comunque ad atterrare in piedi, si premurò di mascherare la punta di imbarazzo rivolgendo sguardi poco amichevoli ai Folgoratori di Traumburg che la stavano circondando.

«Questa volta non riuscirai a sconfiggerci, puttana!» esclamò il capobanda. Sollevò le mani all’altezza del petto, quindi aprì e chiuse le dita alcune volte in un gesto piuttosto eloquente. «Allora, da dove vogliamo cominciare?»

La ragazza scomparve. L’umano non ebbe il tempo di guardarsi intorno che un dolore lancinante gli squassò lo stomaco. La forza del pugno di Leona, talmente veloce da sembrare invisibile, lo scaraventò indietro, gettandolo a terra ad almeno cinque metri di distanza.

«Allora, ti piace come inizio?»

Sistemato il capobanda, la felidiana rivolse la sua attenzione agli altri nemici. Ora che ci faceva caso, molti di loro avevano armi che la prima volta non aveva notato, ma questo non la impensierì: poteva sconfiggerli tutti senza problemi.

Alcuni colpi arrivarono da lontano e un paio di Folgoratori caddero a terra, i corpi scossi da convulsioni.

«Ehi! Non vorrai mica divertirti solo tu!» esclamò Alphard. Aveva indossato la fascia per capelli che in genere teneva al polso destro, e in mano aveva la sua nuova spada. Si trattava di una Verdict du Chevalier, un’arma lunga e abbastanza voluminosa, le cui forme elaborate lasciavano intuire fosse in grado di cambiare forma. Premette un pulsante vicino alla guardia e le lame – una liscia e ricurva nella parte finale e due seghettate poste in coppia vicino alla guardia – vennero avvolte da un tenue bagliore argenteo: si trattava di un flusso di plasma e grazie ad esso avrebbe potuto tagliare con il minimo sforzo anche i materiali più resistenti.

Un nemico sollevò il suo lungo fucile per vendicare i compagni caduti, ma Kael fu più rapido e colpì anche lui con un impulso stordente. Al contrario di Alphard e Gardo’gan, si trovava ancora a più di sessanta metri di distanza e da lì aveva sparato con il suo nuovo Thareuss 14, un potente fucile mitragliatore calibro 8.54. Si trattava di uno dei migliori fucili della sua categoria, in grado di funzionare sia con munizioni fisiche che ad energia, inoltre era una delle sue armi preferite, quindi non aveva saputo resistere alla tentazione di comprarlo. Per il momento si stava limitando a stordire gli avversari, ma in caso di necessità aveva pronto un caricatore compresso multi-tasca che conteneva centinaia di munizioni fisiche di vario tipo pur essendo grande come un pugno.

«Cosa fate lì impalati?!» imprecò la Folgore Fiammante, ormai di nuovo in piedi. «Occupatevi di loro!»

I membri della banda non se lo fecero ripetere e partirono alla carica, lasciando il loro capo da solo con Leona.

L’umano era stato colto di sorpresa dall’attacco della felidiana, tuttavia questa volta non sembrava aver accusato il colpo e il suo sguardo era ancora pieno di fiducia. «Mi spiace, ma dovrai fare molto meglio di così.» Il suo corpo e i suoi vestiti si erano tramutati in terra in corrispondenza dell’addome, rigenerando la ferita che altrimenti gli avrebbe impedito di combattere. «Adesso ho anche un talismano elementale di prima qualità: non mi farò sconfiggere di nuovo!»

Con il temine “talismani” venivano indicati tutti quegli artefatti magici in grado di assicurare al loro proprietario determinate abilità, e il loro prezzo poteva variare molto in base alla qualità e alla tipologia di potere. Col passare dei secoli erano state realizzate migliaia, se non addirittura milioni di varianti, quindi la possibilità di scelta era talmente ampia che chiunque – con un portafogli abbastanza gonfio – poteva trovare il talismano che faceva al caso suo.

La Folgore scattò rapidissimo, aggredendo la sua avversaria da ogni direzione e bersagliandola con proiettili di terra fiammeggianti. «Ti darò una bella lezione!»

Anche la supervelocità e il controllo del fuoco dell’umano erano dovuti a dei talismani, ma si trattava di artefatti di livello nettamente inferiore rispetto al Gearj che aveva rubato dal deposito di O’Neill. Quest’ultimo infatti faceva parte dei cosiddetti Talismarj, così chiamati per via della desinenza che accomunava tutti gli artefatti della sua categoria, veri capolavori risalenti ormai a millenni prima.

Quando finalmente la Folgore si fermò per riprendere fiato, Leona abbassò le braccia e inquadrò il suo bersaglio. Ancora una volta scattò rapidissima, piombando su di lui più veloce del vento. Caricò il pugno e colpì. L’uomo, che in quanto a rapidità non era da meno, riuscì a scansarsi appena in tempo, si gettò di lato e subito rispose con un geyser di terra che esplose proprio sotto i piedi della giovane.

In realtà il suo talismano non era un Gearj originale, si trattava infatti di una copia creata in laboratorio, ma questo non voleva dire che fosse meno potente. Quel Gearj sintetico gli dava la possibilità di controllare a piacimento la terra e poteva trasformare il suo corpo nell’elemento stesso, permettendogli di rigenerare quasi ogni ferita. Era proprio grazie a questa caratteristica che non doveva più temere gli attacchi fisici, e in più poteva sempre contare sulla sua straordinaria velocità e sull’abilità di manipolare il fuoco.

«Hai fatto male a minacciarci!» esclamò. «Nessuno può minacciare i Folgoratori di Traumburg!»

«Cazzo, ma dove le hanno prese tutte queste armi?!» imprecò Gardo’gan, un po’ in difficoltà contro un felino umanoide. Grazie allo scudo non aveva problemi a ripararsi dalle raffiche di fucile, tuttavia non riusciva a passare alla controffensiva.

Alphard, che in quel momento gli copriva le spalle, fece uno scatto con la testa, gesto assolutamente inutile dal momento che aveva i capelli legati. «Non ti preoccupare, ci stiamo solo riscaldando.»

Sempre protetto dallo scudo energetico, il sauriano caricò a testa bassa il suo avversario e lo scaraventò a terra. «Ah sì? E non sarebbe il caso di fare sul serio?»

L’ibrido sorrise. «Dai, lasciaci divertire ancora un po’. Tanto, se le cose si mettono male, c’è sempre Leona.»

«Mmh… Certo che quella è proprio un mostro, ma di cosa è fatta?! Aspetta, è una semidea?»

«No, però diciamo che sei sulla strada giusta.» gli rispose Alphard. Con un movimento repentino tagliò in due il fucile d’assalto del suo avversario, il quale per poco non perse una mano dal momento che l’arma aveva una configurazione bullpup molto compatta. Il malcapitato, paralizzato dalla paura, non riuscì a reagire nemmeno quando lo spadaccino gli tirò un vigoroso calcio nel petto, spedendolo a terra. «Tu da tuo padre hai ereditato il gigantismo, lei… beh, lei l’essere invincibile.»

Il sauriano fece un verso di stizza. «E chi sarebbe suo padre, si può sapere?»

L’ibrido continuò a sorridere. «Sconfiggiamo questi simpaticoni, e potrai chiederglielo tu stesso.»



Note dell’autore

Ciao a tutti, e grazie per aver letto anche questo capitolo!

Per prima cosa vorrei ringraziare Hesper-M, che mi ha dato un grande aiuto betando la storia: non c’è niente di meglio per un autore U.U

Per quanto riguarda il capitolo, le Bestie Selvagge hanno acquistato delle nuove armi, ma anche i Folgoratori non sono da meno: si preannuncia uno scontro molto più impegnativo del precedente.

Come due settimane fa, ecco un altro disegno chibi di uno dei protagonisti. Immagino l’avrete riconosciuto: è proprio lui, l’“allegro” Gardo’gun XD

Xhernan Gardo’gun (WBB-1)

Ormai lo saprete meglio di me, comunque il prossimo capitolo uscirà tra un paio di settimane, all’inizio di novembre.

A presto! :D


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