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Autore: Gy_98    15/10/2016    1 recensioni
Per sfuggire ad un matrimonio impostole dal padre, Kenna Ferguson scappa di casa. Sola, senza un soldo in tasca e accompagnata solo dalla sua straordinaria bellezza, si imbatte in un gruppo di fuorilegge, decisi ad approfittare di lei. Sarà Devlin Elliot, soldato ferito nell'orgoglio da un'antica ingiustizia, a salvarle la vita. Venuto a conoscenza della cospicua somma di denaro che il padre di Kenna, Richard Ferguson, ha offerto in cambio del ritrovamento della figlia, Devlin decide di riportare Kenna alla sua famiglia, nonostante lei si ostini a dissuaderlo dall'impresa. Ma il viaggio è lungo, irto di imprevisti, e, lentamente, fra i due divampa un'attrazione sconvolgente, che complica la situazione. Perché a questo punto, Devlin non vorrebbe separarsi da lei. Ma vecchi nemici del passato, uniti a quelli del presente, minacciano il loro amore, costringendoli a compiere una scelta che cambierà le loro vite per sempre.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789), Periodo Tudor/Inghilterra
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Inghilterra, 1522 Lentamente, la febbre la stava consumando. La lampada ad olio posta al lato del letto le illuminava il volto scarno, evidenziando gli zigomi che sembravano bucare la pelle. Le dita di Kenna stringevano quelle della donna riversa tra le coltri del letto con impotenza.  «Madre. Madre. Madre.» mormorava di tanto in tanto, ma lei non rispondeva mai. Kenna sapeva cosa stava per accadere. Sapeva che quelli sarebbero stati gli ultimi istanti di vita di sua madre. Piangeva, nonostante il conte Ferguson le avesse imposto di non farlo, dicendo che nessuna lacrima sarebbe valsa a salvare la vita della moglie. Eppure la bambina non aveva fatto altro da tre giorni, da quando Suzanne era corsa nelle sue stanza e l'aveva svegliata, gridando che la contessa stava male. Kenna non aveva capito subito cosa significasse. Aveva chiesto spiegazioni alla donna e lei si era limitata a scuotere la testa, e poi a condurla nello studio del padre. Anche a lui la bambina aveva chiesto cosa stesse succedendo. E suo padre le aveva risposto con estrema e crudele chiarezza. "Sta morendo. Presto tua madre scomparirà da questa casa." Richard Ferguson non si era presentato al capezzale di sua moglie nemmeno una volta. Kenna strinse più forte le dita della madre morente, e poi si portò la sua mano sul cuore.    «So che non potete sentirmi, madre...» Sussurrò, tra i singhiozzi . «Ma vi prometto che dove andrete quando i vostri occhi si chiuderanno per sempre sarà un posto tranquillo... potrete riposare in pace. L'ho chiesto a Dio e sono sicura che lui esaudirà le mie preghiere.» Emily Ferguson ruotò lentamente e involontariamente il capo verso di lei. I suoi capelli corvini, che fino a pochi giorni prima erano stati boccoli morbidi e ondulati, ora erano appiccicati alla pelle, talmente umidi da sembrare bagnati. Il colorito era pallido e spento, le labbra secche. Intorno agli occhi, profonde ombre scure. Kenna si abbassò a baciare la sua fronte, madida di sudore, lasciando che le labbra si impregnassero per sempre del sapore della pelle della donna che l'aveva partorita, nell'attimo della fine. «Papà non è mai venuto a trovarvi» continuò la bambina, tirando su con il naso. «Ma forse è meglio così. Non vi merita, madre... lui non vi merita...» E poi, mentre scoppiava di nuovo in lacrime, la porta si spalancò e Richard Ferguson, seguito dalla cuoca e da un altro paio di serve, irruppe nella stanza. Kenna sussultò, accostandosi di più al corpo della madre. Per cercare protezione, forse. O perché era consapevole del fatto che quello sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe vista.   «Portatela fuori» ordinò la voce del conte, senza alcuna venatura di dolcezza o paternità. «E non fatela rientrare. Mai.» Kenna impiegò qualche attimo a comprendere cosa quelle parole significassero. La mano di Suzanne si posò sulla sua spalla, stingendola delicatamente. «Signorina Kenna...» la chiamò sommessamente. Kenna percepì, al di là delle proprie, anche le lacrime della donna, alle sue spalle. Lacrime che, probabilmente, anche lei stava cercando di nascondere. La bambina scosse vigorosamente la testa, mentre baciava la mano della madre e vi affondava il volto. «Non voglio lasciarla... lasciatemi qui!» gridò fra le lacrime. «Signorina, vi prego... venite via...» Quando Kenna scosse ancora la testa la mano di suo padre, ruvida e potente, si avventò sui suoi capelli, trascinandola indietro con violenza. «Esci da questa stanza, immediatamente.» Digrignò i denti e strinse più forte, fino a quando Kenna non lasciò la mano di sua madre per poi accasciarsi contro la gonna di Suzanne, in lacrime. «Signore, vi prego... state... » «Ti ho forse detto di intervenire, cuoca?» tuonò Richard Ferguson, con lo sguardo carico di rabbia. «Vattene da questa stanza e porta mia figlia con te. Adesso.» Tremante, la donna aiutò la piccola Kenna a sollevarsi e la trascinò via, mentre la bimba, con la vista appannata dalle lacrime, vedeva per l'ultima volta il volto  di Emily Elizabeth Ferguson.  «E voi»  il conte apostrofò le altre due serve, che si misero immediatamente sull'attenti.  «Rimanete qui e assistetela. Non appena sarà morta venite a chiamarmi.»
   
 
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