Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    15/10/2016    4 recensioni
Kim Kruger affida un nuovo incarico a Semir e a Ben: insegneranno tecniche di sopravvivenza ad una classe di una scuola media in un campeggio ai piedi dell’altopiano dell’Eifel. Mentre stanno svolgendo questo insolito incarico, Livyana scompare. Nel cercare la ragazzina Ben incontrerà un uomo all’apparenza innocuo, purtroppo sarà l’inizio di un incubo…
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Epilogo

“BEN!” urlò con tutto il fiato che aveva Semir.
Zoppicando vistosamente si avvicinò al ciglio della strada, sopra di lui l’elicottero illuminava il camion che lentamente si inabissava nel lago sottostante.
“BEN!” urlò ancora più disperato il piccolo ispettore, cadendo letteralmente sulle ginocchia.
Non poteva crederci.
Dentro la sua testa gli sembrò di sentire Ben che gli diceva di essere maledetto “No Ben” replicò al nulla Semir “Sono io quello maledetto, non ho saputo proteggere e salvare un altro collega”
La disperazione si impadronì di lui, Semir cominciò silenziosamente a piangere, mentre  il fascio di luce dell’elicottero lo illuminava come fosse l’unico attore presente sopra ad un ipotetico palco.
“SEMIR!”
La voce di Ben.
“SEMIR!” ancora una volta…
“Cosa??? BEN!!!” urlò il piccolo ispettore avvicinandosi di più al ciglio della parete a strapiombo sul lago artificiale.
La voce che sentiva non era una sua allucinazione quindi…
“BEN! Dove sei???” urlò ancora di più Semir, e l’elicottero vedendo il piccolo ispettore che si sporgeva  illuminò la parete sottostante.
“Sono qui sotto. Aiutami…non c’è la faccio più”
Semir si sporse ulteriormente e fu allora che lo vide. Ben si reggeva ad un’enorme radice, penzolando pericolosamente.
“Dammi la mano socio”
Ben allungò la mano, altrettanto fece Semir…le loro dita si sfiorarono, ma il piccolo ispettore non riusciva ad afferrare saldamente la mano dell’amico.
Semir cercò di tendere il braccio il più possibile, anche lui aveva trovato una radice con cui ancorarsi al terreno per non cadere di sotto.
Tanti sassolini cominciarono a cadere colpendo il volto di Ben rendendo l’operazione ancora più complicata visto che Ben per proteggere gli occhi li chiuse per qualche istante.
“Non ci arrivo Ben” urlò Semir “Devi cercare di salire come se la radice fosse una corda”
Ben quindi fece quello che gli disse Semir, sapeva che era una mossa azzardata, che rischiavano entrambi di sfracellarsi sugli spuntoni che emergevano dal lago, ma Ben si fidò ciecamente del suo partner e con entrambe le mani si issò di qualche centimetro.
Purtroppo la radice cedette sotto il peso di Ben staccandosi dalla parete. Un secondo prima di precipitare Ben allungò la mano e Semir lo agguantò al volo.
“Tranquillo amico, non ti mollo” lo rassicurò Semir, poi con uno sforzo quasi disumano riuscì ad issare il ragazzo.
“Grazie socio” ringraziò Ben quando finalmente fu salvo.
“Ci mancherebbe socio” e porgendogli la mano, sotto il fascio di luce dell’elicottero i due fecero schioccare un sonoro ‘cinque’.
“Razza di incosciente, a momenti ci rimettevi la pelle” lo rimproverò Semir prendendo fiato dopo l’immane sforzo che aveva compiuto.
“Ho dovuto saltare all’ultimo minuto, anche lo sterzo …se lo avessi mollato qualche secondo prima…il mezzo non sarebbe finito nel lago, ma addosso alla montagna, si sarebbe incendiato ed esploso”
“Sì come no…sempre la solita scusa…” rimbeccò con un sorriso Semir.
“Certo, vuoi essere solo tu l’eroe?” e attirando a se il piccolo socio Ben lo abbracciò.
Alcuni secondi dopo in lontananza apparvero le luci delle volanti accorse in aiuto.
“Sono qui i rinforzi” constatò Ben.
“Già come sempre come diceva mia madre a piatti lavati!”
“E che vuol dire???” chiese alquanto perplesso Ben.
“Arrivano sempre a cose fatte….quando non ne abbiamo più bisogno…insomma dobbiamo sempre arrangiarci, ma che ne sai tu…lavare i piatti, sicuramente hai la lavastoviglie…o la domestica” rispose un divertito Semir.
“Effettivamente hai ragione, ma che vuoi farci socio…è sempre così…”

Il giorno dopo Ben ebbe il coraggio di andare a trovare Livyana all’ospedale.
La ragazzina spesso aveva chiesto alla direttrice Meisner di Ben e la donna le aveva sempre risposto che appena fosse conclusa l’indagine il ‘suo’ Ben sarebbe subito corso da lei.
E così fu.
Il ragazzo stava per entrare nella stanza, quando sentì l’inconfondibile allegra risata di Livyana.
La pelle gli si accapponò per qualche istante e il cuore gli si riempì di gioia, quanto gli mancava quel ‘suono’, lo avrebbe riconosciuto tra mille e adesso come adesso era più che sicuro di non poterne più fare a meno, ma nello stesso istante non poteva non pensare che se la ragazzina era lì era per colpa sua.
 “E’ permesso?” disse affacciandosi sulla soglia.
Nella stanza oltre a Mathilde Meisner e ad Andrea c’erano anche le figlie di Semir.
“Zio Ben!” salutarono festanti Aida e Lily correndogli incontro e abbracciandolo.
Ben baciò entrambe avvicinandosi al letto di Livyana.
La piccola era semi seduta appoggiata con la schiena a due grandi cuscini.
“Bambine è ora di andare” disse Andrea e dopo aver salutato la ragazzina e Ben uscì con le figlie dalla stanza.
Si accomiatò anche Mathilde, non prima di aver salutato Ben e la ragazzina.

“Ciao Livy” esordì Ben avvicinandosi al letto, ma il ragazzo non ebbe il coraggio di guardarla in faccia.
“Ciao Ben” cinguettò Livyana, ma notando che il suo amico aveva l’aria triste continuò “Dobbiamo smetterla di vederci in questo modo… questa scena comincia a diventare monotona, sono stufa di svegliarmi e di ritrovarmi in un ospedale. Se non ci finisci tu, ci finisco io…”
“Hai ragione” continuò il giovane serio “Dobbiamo darci un taglio”
La ragazzina rimase quasi scioccata da quella frase, si aspettava una battuta delle sue, qualcosa per sdrammatizzare e farla ridere e invece...
Ben se ne stava ai piedi del letto, lo sguardo basso, nemmeno il coraggio di guardarla dritta negli occhi.
Livyana capì subito che il giovane era attanagliato dai sensi di colpa.
“Senti quando la smetterai di addossarti tutte le disgrazie di questo mondo, eh?”
“Livy…se…” cercò di dire Ben, ma il resto della frase gli morì in gola.
“Oh adesso basta!” sbottò la piccola “Quel pazzo ci stava sparando, santo cielo Ben, mi hai salvato la vita… un’altra volta…”
“Livyana, ma non capisci con me rischi sempre la vita” e nella sua voce la ragazzina percepì paura e disperazione.
“No  sei tu che non capisci” rimbeccò Livyana “Sei tu che rischi sempre la vita per me…e non te ne rendi conto perché…perché per te è quasi normale mettere a repentaglio la tua vita per gli altri, e ripeto ultimamente soprattutto per salvare me…”
“Con me non sarai mai al sicuro…” la voce di Ben simile ad un sussurro.
“Che vuoi dire Ben?”
Livyana si maledisse subito dopo aver formulato quella frase,  aveva paura di quello che le avrebbe risposto.
“Quello che ho detto” e quella risposta per Livyana fu peggio di una stilettata al cuore, ma ciò nonostante la sua impulsività ebbe il sopravvento.
“Allora se è quello che vuoi, puoi anche uscire da questa stanza…addio Ben”
La ragazzina distolse lo sguardo da lui. Incrociò le braccia e mise il broncio.
Ben restò come pietrificato sul posto.
Aveva appena detto alla persona a cui voleva più bene al mondo che l’avrebbe abbandonata, lasciata di nuovo sola e lei per tutta risposta gli aveva appena detto ‘addio’.
“Livyana…scusami…non volevo ferirti è che a volte…” quasi balbettò Ben guardandosi ancora i piedi.
Ma la piccola ancora una volta si dimostrò più matura di una bambina di dodici anni.
“Sai cosa c’è che non sopporto di te? Il fatto che tu debba sempre considerarti maledetto”
“Perché non è vero forse?” rispose lui e finalmente la guardò negli occhi.
“Per me non lo sei e non lo sarai mai, e non lo sarai mai nemmeno per Semir, la ‘zia’ e tutte le persone che ti vogliono bene”
Ben abbozzò un mezzo sorriso, Livyana non voleva abbandonarlo e nemmeno lui ora avrebbe immaginato una vita senza di lei, non dopo tutte le disavventure che avevano passato insieme.
“Sai a volte mi spaventi, penso che per la tua età tu sia ‘grande’, dimostrando di essere più saggia anche di me”
“Sì e tu sei uno zuccone, e adesso se permetti vorrei un abbraccio, vorrei che come sempre tutto tornasse come prima, voglio l’happy end” e la piccola spalancò le braccia sfoderando un enorme sorriso.
Ben quindi si avvicinò alla piccola l’abbracciò forte baciandola in fronte.
“Ti voglio bene Ben” sussurrò lei.
“Anche io te ne voglio e te ne vorrò sempre” rispose lui stringendola a se.
Ora qualsiasi cosa il destino avesse in serbo per loro, di sicuro niente e nessuno li avrebbe più separati.

Epilogo ‘seconda parte’: niente e nessuno li avrebbe più separati. Questo dipende da me, ovviamente,  e da quello che scriverò nella prossima F.F. Penso di non essere mai stata così perfida con la ‘coppia d’oro’, in particolare con qualcuno…lo so, lo dico sempre, ma stavolta credetemi…Come sempre desidero ringraziare i miei recensori…un immenso GRAZIE a Furia, Claddaghring, Summer_moon e Maty (come sempre mia stupenda Beta Reader e non solo). Ringrazio tutti i lettori e coloro che hanno inserito questa storia in una delle liste e se vorrete lasciare anche un vostro parere…siete sempre i BENvenuti!!! Bacione enorme a tutti e ci sentiamo presto.
ChiaraBJ
 
Angolino musicale decisamente…d’annata!
Rick Astley ‘Together Forever’ (insieme per sempre)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=yPYZpwSpKmA
Se c'è qualcosa di cui hai bisogno tutto quello che devi fare è dirmelo…Insieme per sempre e mai divisi per sempre insieme noi due
e non sai che muoverei cielo e terra per stare sempre con te…Se mai ti faranno soffrire ci sarà sempre qualcosa che potrò fare…





 
  
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