Fanfic su artisti musicali > Queen
Ricorda la storia  |      
Autore: Soana    15/10/2016    3 recensioni
Una tranquilla giornata invernale a Londra, Brian May alle prese con gli ultimi regali... sembrerebbe una normalissima scena di vita quotidiana natalizia, se non fosse per quel terribile schianto.
Ciao a tutti! Ho scritto questa oneshot di getto, mentre ascoltavo, ovviamente in preda all'estasi, Bohemian Rhapsody. Spero sia di vostro gradimento, come sempre, se aveste voglia di lasciare un qualsiasi commento, ne sarei molto felice! Buona lettura :)
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Londra era splendida in quel periodo: ammantata da uno strato di neve candida che attutiva i rumori rendendoli ovattati e, in un certo senso, distanti. Le miriadi di luci natalizie, e la fiumana di gente che riempiva le vie centrali della città, un po' cozzavano con quell'atmosfera eterea, e contribuivano a ridarle il classico aspetto di grande metropoli europea cosmopolita e frenetica.
Brian May da un lato amava le festività natalizie: la famiglia riunita, la città bardata, il buon cibo, il senso di “attesa” per il nuovo anno, le aspettative, le speranze...dall'altro invece detestava quel consumismo sfrenato e senza limiti, e quell'obbligo morale di dover essere “buoni” ad ogni costo, di dover dimostrare “qualcosa”.
In quella mattina di metà Dicembre, si trovava alla guida della sua Jaguar, la testa piena di pensieri sulle commissioni da fare e sui biglietti di auguri da spedire tassativamente (pena le ire di Anita!!) entro il Lunedì successivo. Quasi nemmeno si accorse del Range Rover che improvvisamente invase la sua corsia, (in quel momento stava pensando ad un libro che potesse piacere a sua figlia Emily), e tutto d'un tratto, in meno di un istante, un grosso schianto, poi il buio assoluto.

Is this the real life? Is this just fantasy?

Provava una sensazione di pace mai sperimentata prima, come se niente avrebbe più potuto causargli sofferenza, e come se questa fosse una certezza, non una speranza.

“Mio caro! Non vieni ad abbracciarmi??” Una figura luminosa ed eterea, ma con gli inconfondibili tratti di Freddie, gli si parò dinnanzi.
“Cristo santo!! Freddie?? Che cazzo mi succede?? Sono forse morto??”
E io che ne so tesoro? Non sei felice di rivedermi dopo un quarto di secolo? Mi aspettavo francamente un'accoglienza migliore, caro il mio culetto secco!” Esclamò con un'espressione divertita negli occhi neri.
“Io... cosa diav... ma sei davvero tu? Dev'essere certamente un sogno... anche se... oddio... ma non stavo guidando fino ad un istante fa??” “Certo che con l'età sei diventato noioso!! A proposito, che accidenti significano tutti quei capelli bianchi?? Sembri vecchio!!”
L'espressione di Freddie, un misto tra disgusto e indignazione, si percepiva molto chiaramente, e lasciò Brian decisamente basito.
“Ma che cazz... si può sapere che vai blaterando? Io sono vecchio! L'anno prossimo compirò 70 anni!”
“Blablabla!! e allora Mick Jagger?? Esistono le tinte per capelli, tesoro!!”
“Oh per cortesia Fred!! Si fotta Mick Jagger! Ho ben altre cose per la testa che non le tinte per capelli! Te ne cito subito una: dove accidenti sono?? Cosa diavolo mi è successo??”
Improvvisamente, Freddie tornò serio.
“Amico, non so rispondere alle tue domande. Se potessi, lo farei. So solo che siamo insieme, qui e ora, e non so quanto durerà. Forse non dovremmo sprecare il tempo che ci è stato donato, non credi?”
Brian si sentì come svuotato, esausto, ma tutto ad un tratto consapevole dell'enorme fortuna che gli era capitata, e che stava gettando via imprecando come uno stalliere ubriaco.
“Io... d'accordo. Ehm... Fred, come...stai?”
“Oh darling, io sto benissimo. Non preoccuparti per me. Dimmi di voi.”
“Bhe ecco... ci manchi amico. Sempre. Ogni giorno che il signore manda sulla Terra. E' stata durissima continuare senza di te.”
Da quanti anni Brian celava queste parole di pura e semplice verità?
“Però ve la siete cavata magnificamente, miei cari! The show must go on NON doveva rimanere solo una bella canzone, e voi l'avete onorata!” Disse Freddie sfoderando un sorriso smagliante.
“Diciamo di sì... anche se... ecco... John s'è ritirato dalle scene, ha scelto di dedicarsi interamente alla sua numerosa famiglia, naturalmente ha fatto bene visto che era un suo desiderio.”
“L'hai detto. Era ciò che desiderava, ma è comunque andato avanti, Brian. Così come avete fatto tu e Roger, sono molto fiero di voi!”
Se possibile, l'aura di serenità e limpidezza che circondava Freddie aumentò, irrorando anche Brian, il quale appariva ora molto più disteso. “Grazie. Fred... c'è una cosa che ti vorrei tanto chiedere... me lo sono domandato spessissimo ultimamente: cosa ne pensi di Adam? Abbiamo fatto male?”
La risata cristallina in cui esplose Freddie lasciò di stucco l'amico, proprio non se l'aspettava una reazione di questo tipo!
“Tesoro ma che razza di domanda è?? Se ti rispondessi di sì che faresti? Andresti da Adam e gli diresti che lo licenziate perché in sogno ti sono apparso io mentre facevo nonono con il ditino??”
Brian si sentì improvvisamente un perfetto idiota, da manuale. Naturalmente Freddie aveva ragione, ma non aveva potuto fare a meno di chiederglielo, e abbassò lo sguardo, in tremendo imbarazzo.
“Amico, NO che non avete fatto male! Voi DOVEVATE e DOVETE andare avanti, mi spieghi come accidenti avreste potuto farlo senza qualcuno che cantasse i nostri pezzi? Adam è ok! E la risposta alla tua prossima domanda è: LO SO che non mi avete sostituito, come avreste potuto, miei cari? La Regina sono io!” Concluse sorridendo e strizzando l'occhio all'uomo altissimo, dinoccolato e un bel po' turbato che aveva di fronte.
“Scusami. Hai ragione, era una domanda idiota ma DOVEVO portela. Sarà l'età, ma ultimamente non faccio altro che farcirmi la testa di quesiti su quesiti, di cui un buon 90% rimarrà senza risposta.”
Un velo di malinconia appannò gli occhi di Brian, quel sentimento antico che anche Freddie conosceva bene. Gli si avvicinò per poterlo guardare intensamente negli occhi.
“E' nella tua natura di scienziato porti continuamente delle domande, ma come tu stesso hai ammesso, non sempre possono esistere delle risposte. A volte bisogna solo godersi il momento, e accettare le cose che non si possono cambiare. La luce è dentro di te amico mio, devi solo saperla trovare, e mantenere viva quella flebile fiammella.”
Freddie si avvicinò ancora di più all'amico, gli prese la mano e appoggiò nel palmo un petalo di rosa rossa.
“E questo?” chiese Brian.
“Sei tu. Un fiore maestoso ma allo stesso tempo fragile, da ammirare e contemplare, ma circondato da spine per difendersi.”
“Ti rivedrò mai?”
“Mio caro, io non so rispondere a questa domanda. Non ti so dire né dove andrò io né dove andrai tu, ma credimi, posso dirti con certezza dove resterò.”
Con la punta dell'indice, Freddie sfiorò delicatamente il petto di Brian, un ultimo sguardo colmo di tutto, e così come era apparso, svanì.

* * *

Non c'era una sola parte del corpo che non gli dolesse terribilmente: ad ogni respiro era come ricevere una coltellata, ogni battito di ciglia erano lame incandescenti che gli penetravano il cranio. Mai, in vita sua, aveva provato tanto dolore fisico.
“Amore! Come ti senti? Finalmente ti sei svegliato, grazie a Dio!!”
Anita era fuori di sé, lacrime di gioia le scorrevano lungo il viso e con le sue piccole mani stringeva convulsamente quelle del marito.
“Ahi... tesoro... mi stai facendo malissimo!”
Brian sorrise alla moglie, infinitamente grato di poterla rivedere. Volse dolorosamente lo sguardo attorno alla stanza di ospedale in cui si trovava, e incontrò quasi subito due paia di occhi rossi e gonfi.
“Mio Dio... Roger! John! Che ci fate qua??”
“Sei un coglione. Quasi ti devono raccogliere dall'asfalto col cucchiaino e mi chiedi che ci faccio qua?” John Deacon afferrò la mano dell'amico e la strinse talmente forte da far scricchiolare le giunture.
“Io invece sono qua per quelle cento sterline che mi dovevi, non penserai davvero che ti abboni il debito solo perché ti sei fatto la bua?” Roger sorrideva, gli occhi azzurri acquosi e iniettati di sangue di chi, per due giorni, aveva solo pianto senza dormire un solo minuto, e i capelli come un nido di corvi.
Brian sorrise debolmente ai suoi amici, ai suoi compagni di una vita. Era così felice di averli lì, talmente tanto da non poterlo descrivere a parole, così non lo fece.
“Quanto sono stato privo di sensi?”
“Due giorni di coma” rispose Roger, asciutto. “Sappi che avevo già messo all'asta la Red.”
Sul viso di Brian si dipinse una smorfia di puro dolore misto a divertimento: “Non farmi ridere, idiota! Mi fanno malissimo le costole!”
Nel frattempo Anita, che si era fatta da parte per concedere un po' di intimità ai tre amici, si riavvicinò al letto del marito.
“Amore, si è fatto tardi, forse è meglio farti riposare un po', non credi? Ragazzi, andiamocene tutti a casa, domattina torneremo a vedere come stai, tesoro.” Gli posò dolcemente un bacio sulle labbra, e uscì dalla stanza, seguita da John e Roger, i quali, dopo aver scambiato ancora un paio di battute di spirito, gli augurarono la buonanotte.
Nelle ore seguenti, Brian May non potè fare a meno di chiedersi se ciò che aveva vissuto con Freddie era soltanto un bellissimo sogno o... altro. Alla fine, esausto e senza risposte, si addormentò.
Il mattino seguente, Anita si presentò con due croissant caldi e un cappotto da uomo nuovo di zecca, di pelle nera con bottoni argentati, decisamente molto dark!
“Sai caro, l'ho visto in una vetrina e ho pensato fosse perfetto per te! Inoltre all'interno ha una spessa imbottitura, il commesso mi ha assicurato che tiene molto caldo!” A Brian piacque subito moltissimo, e gli venne voglia di provarlo, se non altro per alzarsi finalmente da quel maledetto letto e ricominciare a riprendere in mano la sua vita.
“Tesoro, aiutami ad indossarlo, vediamo come mi sta!”
Anita, con non poche difficoltà, dovute alla scarsa mobilità del marito, e alla sua vertiginosa altezza, riuscì nell'intento, e con soddisfazione constatò che gli calzava a pennello!
“Mi piace moltissimo! E' veramente caldo, e le tasche! Sono profondiss...” la voce gli morì in gola: in fondo alla tasca, toccò qualcosa di piccolo, liscio e morbido.
Nel suo cuore, si aprì una voragine della gioia più pura che si possa immaginare: nel palmo della mano tremante, stringeva un petalo di rosa rossa.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: Soana